Sto modellando una vetrata continua composta da tamponamenti ciechi sia a livello di bancale che di soprafinestra.
Non mi tornano le verifiche igrometriche, ma non capisco come mai dal momento che all'interno dell'isolante è presente una pannellatura in alluminio che impedisce la diffusione del vapore negli strati freddi della lana.
parliamone, perchè è interessante. (INVERNALE, giusto?)
hai l'alluminio all'interno, giusto? quindi da li, non entra NULLA
la Pv che hai nel muro è tutta umidità esterna
per definizione, non potrebbe condensare, perchè la temperatura nella strati è sempre maggiore di quella esterna.
ho verificato, il valore di mu è molto elevato per lo strato di alluminio, lì non passa niente, ma nel diagramma delle pressioni di vapore questa cosa non si vede. E' un macchetto estremamente performante e prodotto da una grande azienda e certamente è verificato sotto tutti i punti di vista, anch'io sospetto ci sia un problema
Ronin ha scritto:se metti lo strato di alluminio all'interno dell'isolante invece che fuori cosa accade?
PS: che struttura è, con due strati metallici e uno vetrato?
Sono pannelli Schuco prefiniti con finitura vetro, non chiedermi come saltano fuori ho le schede stratigrafiche che riproduco per fare i calcoli. L'alluminio in effetti è intermedio ma ben "caldo" visto l'isolante che rimane esterno. Se lo sposto all'interno, comunque non cambia la verifica. Le resistenze al vapore sono conguenti, unità/decine per strati porosi e centinaia di migliaia strati impermeabili al vapore.
fatti spiegare da dove viene l'acqua presente negli strati esterni ad Agosto; quella è completamente incomprensibile: c'è meno Pv sia a sin che a dx.. quindi esce sia a sin che dx... ma da dove proviene? non ha senso fisico.
La cosa che non capisco è: anche posto che in una sezione della lana "esterna" si raggiungano condizioni di condensazione del vapore, quello che condensa è al massimo tutto quello contenuto nella lana al momento del montaggio, pochi grammi a metro quadrato, mentre qui sembra che la funzione di barriera al vapore data dallo strato di alluminio internamento e vetro+acciaio esternamente non esista.
credo che questo caso sia la dimostrazione dei limiti del modello di Glaser e ancor più della sua implementazione normativa (UNI EN 13788).
La stessa norma infatti, nell'introduzione, afferma: "La trasmissione del vapore all'interno delle strutture è un processo molto complesso e la conoscenza dei suoi meccanismi, delle proprietà dei materiali, delle condizioni iniziali e al contorno è spesso insufficiente, inadeguata e ancora in via di sviluppo. Perciò la presente norma propone metodi di calcolo semplificati, basati sull'esperienza e sulle conoscenze comunemente accettate. La standardizzazione di questi metodi di calcolo non esclude l'uso di metodi più avanzati."
E questi metodi più avanzati, igroscopia in regime dinamico si possono trovare nella UNI EN 15026: "Prestazione termo igrometrica dei componenti e degli elementi di edificio, valutazione del trasferimento di umidità mediante una simulazione numerica".
Il punto è che è vero che la condensazione può avvenire all'interno dell'ultimo strato di lana minerale (le temperature all'interfaccia sono 9.8 e -1.8°C con -5°C esterni), ma si tratta di molecole di acqua. Quello che frega il modello di calcolo è probabilmente il fatto che ci sono sì lo strato di alluminio interno che fa da barriera vapore, ma anche lo strato impermeabile esterno.
Appunto si tratta di un limite del modello. Limite, come detto, riconosciuto dalla stessa normativa, che caratterizza il fenomeno in regime stazionario a differenza del metodo dinamico adottato invece dalla UNI EN 15026. Quest'ultima, essenzialmente, assume che la struttura sia in grado sia di accumulare che di rilasciare umidità considerando inoltre intervalli di tempo non necessariamente legati alle temperature medie mensili.
Non ho quella UNI, ma ad ogni modo non credo che il problema sia legato alla stazionarietà o meno ma alla presenza di due strati uno interno ed uno esterno impermeabili al vapore.