Ciao a tutti...avrei bisogno del vostro aiuto.
Il DGR lombardo, in merito alla questione del 50% di ACS da fonti rinnovabili, afferma che tale copertura puo' essera fatta anche con pompe di calore a bassa entalpia in coerenza con l' art 10 della L.R. 24/06.....Ora, tale articolo non mi da nessuna definizione di PDC a bassa entalpia......
Qualcuno mi puo dare una definizione corretta?
Ma soprattutto....le PDC aria aria sono da considerarsi "a bassa entalpia"?
Pompe di calore a bassa entalpia
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Pompe di calore a bassa entalpia
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Re: Pompe di calore a bassa entalpia
no sono lombardo...
non ti possono aiutare le caratteristiche che ci sonoper il 55%?
non ti possono aiutare le caratteristiche che ci sonoper il 55%?
Re: Pompe di calore a bassa entalpia
tra gli allegati del decreto di attuazione della finanziaria 2008 mi pare che ci siano indicati i valori di cop che devono avere tali pompe di calore
Paolo
Paolo
Re: Pompe di calore a bassa entalpia
Credo che ci sia un po' di confusione sul tema.
La delibera VIII 5773 parla al punto 4.12 anche di pompe di calore a bassa entalpia (con esclusione di quelle aria-aria) per la produzione di acqua calda sanitaria, rimandando all'articolo 10 della legge regionale 24/06.
Questo parla però di "utilizzo delle risorse geotermiche a bassa entalpia E delle pompe di calore geotermiche". Non c'è traccia di pompe di calore a bassa entalpia.
Temo che la geotermia a bassa entalpia sia però quella che sfrutta direttamente l'acqua calda del sottosuolo anziché il vapore (alta entalpia).
E in effetti una pompa di calore acqua/terra (all'inglese GCHP: ground coupled heat pump) ha buon rendimento, non risente degli sbalzi di temperatura (sia in inverno che in estate) e altri vantaggi, ma in fin dei conti di rinnovabile ha poco, sempre energia elettrica assorbe.
Oggi la definizione legislativa di fonti rinnovabili (richiamata nel 192) è quella del DLgs 387/2003 (simile all'articolo 1 del titolo I della legge 10/91):
<< ... si intende per ... fonti energetiche rinnovabili o fonti rinnovabili: le fonti energetiche rinnovabili non fossili (eolica, solare, geotermica, del moto ondoso, maremotrice, idraulica, biomasse, gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione e biogas). In particolare, per biomasse si intende: la parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dall'agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali) e dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, nonche' la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani;>> E chiaramente geotermica è quella fonte sfruttabile direttamente, senza troppi ausili.
Se però passasse quest'altra definizione (dal comma 4 dell'art. 5 di una bozza di direttiva europea sulla promozione dell'utilizzo di energia prodotta da fonti rinnovabili):
<< L’energia termica prodotta da pompe di calore che scambino energia con il terreno o con l’acqua (GCHP, o WCHP) rientra tra quella prodotta da fonti rinnovabili (ai fini del calcolo dei parametri limite per ogni nazione)>> le cose sarebbero più facili.
Anche la finanziaria parla esplicitamente di pompe di calore ad alta efficienza E di impianti geotermici a bassa entalpia (quindi si ribadisce che sono due sistemi diversi).
Per concludere, e secondo me, la definizione pompa di calore a bassa entalpia non esiste.
Nel tuo caso potresti però usare una normale pompa di calore geotermica, in quanto espressamente nominata dalla legge regionale 24/06.
La delibera VIII 5773 parla al punto 4.12 anche di pompe di calore a bassa entalpia (con esclusione di quelle aria-aria) per la produzione di acqua calda sanitaria, rimandando all'articolo 10 della legge regionale 24/06.
Questo parla però di "utilizzo delle risorse geotermiche a bassa entalpia E delle pompe di calore geotermiche". Non c'è traccia di pompe di calore a bassa entalpia.
Temo che la geotermia a bassa entalpia sia però quella che sfrutta direttamente l'acqua calda del sottosuolo anziché il vapore (alta entalpia).
E in effetti una pompa di calore acqua/terra (all'inglese GCHP: ground coupled heat pump) ha buon rendimento, non risente degli sbalzi di temperatura (sia in inverno che in estate) e altri vantaggi, ma in fin dei conti di rinnovabile ha poco, sempre energia elettrica assorbe.
Oggi la definizione legislativa di fonti rinnovabili (richiamata nel 192) è quella del DLgs 387/2003 (simile all'articolo 1 del titolo I della legge 10/91):
<< ... si intende per ... fonti energetiche rinnovabili o fonti rinnovabili: le fonti energetiche rinnovabili non fossili (eolica, solare, geotermica, del moto ondoso, maremotrice, idraulica, biomasse, gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione e biogas). In particolare, per biomasse si intende: la parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dall'agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali) e dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, nonche' la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani;>> E chiaramente geotermica è quella fonte sfruttabile direttamente, senza troppi ausili.
Se però passasse quest'altra definizione (dal comma 4 dell'art. 5 di una bozza di direttiva europea sulla promozione dell'utilizzo di energia prodotta da fonti rinnovabili):
<< L’energia termica prodotta da pompe di calore che scambino energia con il terreno o con l’acqua (GCHP, o WCHP) rientra tra quella prodotta da fonti rinnovabili (ai fini del calcolo dei parametri limite per ogni nazione)>> le cose sarebbero più facili.
Anche la finanziaria parla esplicitamente di pompe di calore ad alta efficienza E di impianti geotermici a bassa entalpia (quindi si ribadisce che sono due sistemi diversi).
Per concludere, e secondo me, la definizione pompa di calore a bassa entalpia non esiste.
Nel tuo caso potresti però usare una normale pompa di calore geotermica, in quanto espressamente nominata dalla legge regionale 24/06.
Re: Pompe di calore a bassa entalpia
dAIKIN aLTHERMA è a bassa entalpia.. ho conferma dal ceneddavidemorcy ha scritto:Qualcuno mi puo dare una definizione corretta?
Ma soprattutto....le PDC aria aria sono da considerarsi "a bassa entalpia"?
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Re: Pompe di calore a bassa entalpia
Gentile Professionista,
al solo fine del soddisfacimento del 50% del fabbisogno di produzione di acqua calda sanitaria tutte le pompe di calore sono considerate a bassa entalpia e contribuiscono perciò alla verifica di cui al punto 4.12 DGR VIII/5018 e s.m.i. per il contributo di impianti alimentati da fonti energetiche rinnovabili ai fini della produzione di ACS.
Cordiali saluti
CENED -CESTEC S.p.A
Organismo regionale di accreditamento
per la certificazione energetica
Tel. 02 45487126
(lun-ven 10.00-12.00 14.30-16.30)
Fax 02 36586040
info.tecniche@cened.it
al solo fine del soddisfacimento del 50% del fabbisogno di produzione di acqua calda sanitaria tutte le pompe di calore sono considerate a bassa entalpia e contribuiscono perciò alla verifica di cui al punto 4.12 DGR VIII/5018 e s.m.i. per il contributo di impianti alimentati da fonti energetiche rinnovabili ai fini della produzione di ACS.
Cordiali saluti
CENED -CESTEC S.p.A
Organismo regionale di accreditamento
per la certificazione energetica
Tel. 02 45487126
(lun-ven 10.00-12.00 14.30-16.30)
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