
I calcoli:

Entrambi i vani interni, superiore e inferiore, sono stati considerati riscaldati a 20°C
Moderatore: Edilclima


Ho provato ad utilizzare dei colori:giotisi ha scritto:come puo' essere 3mt in vista esterna e 1.35 in vista interna?
puoi mettere qualche misura?


Ma infatti il mio dubbio è proprio nella modellazione credo: in effetti io ho due livelli che sono entrambi riscaldati, voglio valutare il ponte termico che si crea nell'aggetto anche solo per difformità geometriche, visto che il livello superiore è a sbalzo rispetto all'inferiore, ma cosa mi consigli? come lo dovrei modellare? come se per esempio AVR sia adiabatico? e ci fosse solo l'esterno a 0°C con cui c'è scambio termico?giotisi ha scritto:C'è qualcosa che non mi quadra nella consistenza del modello.
Tra I e AVR non c'è praticamente scambio termico; nella tua formula per ricavare il PT, assumi invece che ci sia una uscita netta da I a AVR pari alla lunghezza del solaio per la trasmittanza: ho capito bene?
Se è cosi, è chiaro che non ti torna.
Un attimo che chiarisco meglio la situazione.giotisi ha scritto:allora: tu vai certificando l'ambiente I (poi farai AVS, con lo stesso ragionamento)
sai che la dispersione verso I la puoi stimare come somma di un termine di superficie U*S e un termine lineare PSI * L
Therm ti calcola il totale dei due contributi; detraendo quello di superficie arrivi allo psi cercato.
Nella detrazione pero', non devi usare nessuna delle superfici orizzontali, perchè i due ambienti, fisicamente, non scambiano calore, perchè hanno le stesse temeperature, quindi Therm non ha calcolato alcuno scambio tra i due. (guarda l'analisi dei flussi di calore: da I a AVS non avrai alcun flusso, lontano da I)
Quindi, nel tuo excel, al totale delle dispersioni fornito da Therm devi sottrarre solo i due contributi delle pareti verticali (entrambe) ed otterrai uno psi complessivo del nodo, positivo (devi avere piu' dispersioni della sola sommatoria U*S). Fin qui è tutto facile.
Più complesso, IMHO, è ripartire lo psi tra i due ambienti, perchè è evidente che AVS è piu' interessato di I.
Io proverei a fare due simulazioni rendendo adiabatiche le due pareti verticali, (prima una e poi l'altra) e ragionerei sui risultati.
Come sempre ti ringrazio per la risposta, però dovrei chiarire questo:giotisi ha scritto:Allora se ti basta lo psi totale, prendi i tuoi 3,53 metri x 0.2914 = 1,028 W totali
Togli 1.625 * 0.2671 che sai uscire dalla parete bassa; togli lo stesso dalla parete AVS (non ho le misure ma penso siano simili) .... e ti resta uno psi complessivo che sarà intorno a 0,2

Quindi tu mi dici che in realtà il mio INTERNO nei calcoli deve contemplare il flusso INTERNO+ALTRO VANO RISCALDATO?giotisi ha scritto:Se usi le viste interne, non ti puoi dimenticare la terza riga di therm, senno' non ti quadra.
Non è che cambiando le viste diminuisca il flusso di calore calcolato: 1,028 è e deve rimanere.
Se usi vista esterna, questo è Ufact * Le; se usi vista interna devi sommare il primo e il terzo, e il ponte ti verrà 0,6
In qs modelli, in realtà, l'unica vera costante è il coefficiente di accoppiamento L2D, cioè il totale del flusso termico; come rappresentarlo, scomporlo in fattori più comodi, è una scelta. Pero' la somma deve sempre fare il totale.

Bè chiaro che i calcoli parlano...però almeno per me la modellazione di questi casi particolari di ponti termici è sempre stato un problema non indifferente.giotisi ha scritto:ci siamo? a logica, intendo... poi i numeri si calcolano
Ma in generale, come in questo caso, tu consideri sempre tutto il flusso esterno e/o interno (a cui andare a togliere i calcoli teorici di U)?giotisi ha scritto:ci siamo? a logica, intendo... poi i numeri si calcolano