antonio ha scritto: ↑lun mag 18, 2020 17:07
Negli ospedali credo invece ci possano essere anche impianti non sempre a tutt'aria,
sì, intendevo dire che dove c'è il ricambio aria, esso è senza ricircolo, non che non ci sono gli split o i fancoil (gli split in diversi casi sono indispensabili per coprire carichi termici diversi tra ambulatori: basti pensare a quello che ha l'ecografo di fianco a quello che non lo ha; i fancoil sono residui "storici" che si eliminano via via che si procede con le ristrutturazioni, ma non si può escludere che ce ne siano ancora).
antonio ha scritto: ↑lun mag 18, 2020 17:07
mentre nel secondo caso sono in pressione positiva (cioè il virus fuoriusciva da quegli ambienti). Ti risulta ?
non è che conosco ogni singolo reparto di terapia intensiva del paese (anche perchè le regole di accreditamento sono regionali), ma tipicamente un reparto intensivo ha un locale filtro su ogni percorso di accesso: tale filtro è tenuto in forte sovrappressione verso entrambi i lati (sia lato corridoio sia lato reparto), in modo che fa da barriera comunque venga tenuto il reparto rispetto al corridoio o all'ambiente esterno (giustamente in sovrappressione nel caso della TI, per proteggere pazienti deboli e spesso immunodepressi).
perciò direi che no, il virus non dovrebbe essere "uscito" dalle TI per propagarsi nei corridoi.
Tom Bishop ha scritto: ↑mer mag 20, 2020 17:16
Se per quello allora anche un impianto a tutt’aria esterna lo vanifica
beh, per come la vedo io in questo caso dipende molto dal tipo di diffusori di cui è dotato. se prelevi aria esterna pulita e la immetti ad alta induzione ottieni un effetto "diluizione" degli inquinanti che secondo me resta positivo anche nei confronti del rischio virus, se quello che riprendi lo espelli senza retrocontaminazioni dei flussi in UTA.
la domanda cosa deve fare un ristorante con i fancoil è molto difficile, dovrebbe certamente tenerli spenti o disporre i tavoli lontano dai flussi dell'aria.