Non mi ricordo mai questo caso:
Casa a due piani singola .... ora viene ristruttura e ufficiosamente divisa in due appartamenti, uno al piano terra e uno al piano primo.
Quindi mi ritrovo con una abitazione singola e due caldaie.. il modo corretto di procedere è:
A) creare 2 zone termiche piano terra e piano primo e verifico epi e etag e amici vari delle due zone?
B) oppure inserisco una unica caldaia con potenza al focolare come somma delle due caldaie e con i dati di rendimento del generatore (riferito al singolo) e calcolo il tutto come unico edificio servito da unico generatore .... grazie?
grazie.
Casa singola - due caldaie quindi 2 zone termiche?
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Casa singola - due caldaie quindi 2 zone termiche?
Non ho paura della mia ignoranza, anzi, l'affronto ogni giorno!
Re: Casa singola - due caldaie quindi 2 zone termiche?
Direi senza ombra di dubbio di applicare la prima delle due ipotesi....
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Re: Casa singola - due caldaie quindi 2 zone termiche?
ok grazie..Mancio ha scritto:Direi senza ombra di dubbio di applicare la prima delle due ipotesi....
Non ho paura della mia ignoranza, anzi, l'affronto ogni giorno!
Re: Casa singola - due caldaie quindi 2 zone termiche?
salve, c'è una scala di collegamento interna?
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Re: Casa singola - due caldaie quindi 2 zone termiche?
Premetto che anche io sono orientato verso la soluzione A però con dubbio.
Se al posto di 2 caldaie avesse scritto che mette due split come avreste risposto?
Se al posto di 2 caldaie avesse scritto che mette due split come avreste risposto?
Re: Casa singola - due caldaie quindi 2 zone termiche?
Allora, bisogna capire anche lo scopo del calcolo.
In questo caso se capisco bene abbiamo 2 caldaie, ciascuna serve una zona dell'edificio.
I SW consentono di fare "tutto", nel senso che puoi giocare a inserire le CT che vuoi e associare le varie zone termiche alla CT che vuoi, scegliendo poi di fare i calcoli per singolo "subalterno" o per l'intero edificio.
Ad esempio se devi fare un APE e catastalmente l'edificio è unico, allora alla fine avrai un calcolo unico, se invece si sta ad esempio facendo un calcolo L10 relativo a interventi impiantistici (ad esempio ristrutturazione di uno dei due impianti o di entrambi), in tal caso andrebbero verificati singolarmente, se poi si fa una riqualificazione energetica o una ristrutturazione importante, la verifica andrebbe fatta su tutto l'edificio.
Ma al di là dello scopo del calcolo, sicuramente, la cosa "sbagliata" da fare è mettere entrambi i generatori in una CT unica e associarli a tutte le zone, questo perchè è come se lavorassero in cascata (con priorità su uno dei due) senza distinzioni su quale zona riscalda ciascuno di essi.
E' invece più corretto creare 2 CT distinte, e 2 zone distinte, associando la prima zona alla prima CT e la seconda alla seconda, dato che è il modello più attinente alla realtà.
Poi, a livello di calcolo o di certificazione, il SW può comunque calcolare un unico valore di EP, e fare una verifica unica dell'intero edificio, ma rispetto al caso precedente i risultati sono più corretti.
Nel caso di edificio alimentato da una serie di split, ciascuno al servizio di uno o più locali, vale lo stesso principio: ogni "generatore" serve una "zona" e solo quella. Quindi ciascuna parte viene calcolata singolarmente e siamo noi a dire al SW che dobbiamo "unire" i risultati di più subalterni, dato che l'edificio è comunque uno solo. Non va bene in tal caso mettere tutti gli split in fila nella stessa unità e dire che alimentano tutto tutti insieme, altrimenti succede che il fabbisogno viene calcolato come se i primi generatori della lista lavorassero su tutto e via via gli altri si accendono successivamente solo quando i primi non soddisfano il fabbisogno (ovvero, generalmente mai). Falseresti il risultato.
Se mi trovo ad esempio il caso classico di villetta di 2 piani con una caldaia che scalda tutto, e 2 split, di cui uno al PT e uno al P1, io creo una CT dove metto la caldaia, e vi associo il riscaldamento di tutte le zone, poi altre 2 CT dove metto in ciascuna uno split, associando al primo il servizio di raffrescamento della prima zona, e al secondo il raffrescamento della seconda zona. Questo è solo un esempio, il concetto è che si può associare ciascun servizio (risc, raffrescamento, ACS) a ciascuna zona in modo del tutto indipendente, simulando tutti i casi possibili (o quasi)
In questo caso se capisco bene abbiamo 2 caldaie, ciascuna serve una zona dell'edificio.
I SW consentono di fare "tutto", nel senso che puoi giocare a inserire le CT che vuoi e associare le varie zone termiche alla CT che vuoi, scegliendo poi di fare i calcoli per singolo "subalterno" o per l'intero edificio.
Ad esempio se devi fare un APE e catastalmente l'edificio è unico, allora alla fine avrai un calcolo unico, se invece si sta ad esempio facendo un calcolo L10 relativo a interventi impiantistici (ad esempio ristrutturazione di uno dei due impianti o di entrambi), in tal caso andrebbero verificati singolarmente, se poi si fa una riqualificazione energetica o una ristrutturazione importante, la verifica andrebbe fatta su tutto l'edificio.
Ma al di là dello scopo del calcolo, sicuramente, la cosa "sbagliata" da fare è mettere entrambi i generatori in una CT unica e associarli a tutte le zone, questo perchè è come se lavorassero in cascata (con priorità su uno dei due) senza distinzioni su quale zona riscalda ciascuno di essi.
E' invece più corretto creare 2 CT distinte, e 2 zone distinte, associando la prima zona alla prima CT e la seconda alla seconda, dato che è il modello più attinente alla realtà.
Poi, a livello di calcolo o di certificazione, il SW può comunque calcolare un unico valore di EP, e fare una verifica unica dell'intero edificio, ma rispetto al caso precedente i risultati sono più corretti.
Nel caso di edificio alimentato da una serie di split, ciascuno al servizio di uno o più locali, vale lo stesso principio: ogni "generatore" serve una "zona" e solo quella. Quindi ciascuna parte viene calcolata singolarmente e siamo noi a dire al SW che dobbiamo "unire" i risultati di più subalterni, dato che l'edificio è comunque uno solo. Non va bene in tal caso mettere tutti gli split in fila nella stessa unità e dire che alimentano tutto tutti insieme, altrimenti succede che il fabbisogno viene calcolato come se i primi generatori della lista lavorassero su tutto e via via gli altri si accendono successivamente solo quando i primi non soddisfano il fabbisogno (ovvero, generalmente mai). Falseresti il risultato.
Se mi trovo ad esempio il caso classico di villetta di 2 piani con una caldaia che scalda tutto, e 2 split, di cui uno al PT e uno al P1, io creo una CT dove metto la caldaia, e vi associo il riscaldamento di tutte le zone, poi altre 2 CT dove metto in ciascuna uno split, associando al primo il servizio di raffrescamento della prima zona, e al secondo il raffrescamento della seconda zona. Questo è solo un esempio, il concetto è che si può associare ciascun servizio (risc, raffrescamento, ACS) a ciascuna zona in modo del tutto indipendente, simulando tutti i casi possibili (o quasi)