Per onorare i miei propositi di divulgare e fare pressione segnalo che ho inviato a molti indirizzi della mia rubrica, oltre che alla Presidenza della Repubblica, al MSE, al ministro della gioventù, a giornali nazionali e locali, a matrix, a ballarò e non ricordo più a chi altro, la lettera che segue (salvo preambolo destinato agli sfortunati che appartengono alla mia rubrica).
Invito tutti a fare qualcosa di analogo.
Faccio seguito alla mia mail inviata successivamente alla pubblicazione del decreto salvacrisi per illustrare l'evoluzione della situazione in materia di 55%.
Mi rendo conto che comincio ad essere pesante ma non riesco ad accettare passivamente la situazione e, complici le feste appena trascorse, mi sfogo cercando di divulgare informazioni che difficilmente possono raggiungere chi non fa parte del mio settore lavorativo.
Quindi non me la prendo se cestinerete direttamente la presente.
Se invece a scoraggiarvi è la lunghezza del testo mi accontenterei anche se leggeste solo le ultime cinque righe.
Saluti
DETRAZIONI 55% PER LA RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI, UN’OCCASIONE PERDUTA.
In questi giorni in parlamento verrà discusso in via definitiva il D.L. 185/2008 “salvacrisi”.
Il decreto subirà delle modifiche rispetto al testo pubblicato il 30 novembre scorso.
In particolare per quanto riguarda le detrazioni del 55% a favore delle famiglie e delle imprese che investono in risparmio energetico e in energie rinnovabili sono già stati proposti alcuni emendamenti che confermano quanto anticipato dai Ministri Tremonti e Prestigiacomo, vale a dire la non retroattività per il 2008.
In poche parole chi ha eseguito interventi sulla propria casa nell’anno appena concluso non perderà i benefici previsti.
Per rendersi conto della portata di questa operazione stiamo parlando di interventi che hanno riguardato oltre 175.000 edifici in Italia.
L’Adiconsum stimava a inizio dicembre una spesa complessiva di 1.800 milioni di € per il 2008 e di 2.500 milioni per il 2009.
Tuttavia le forti limitazioni introdotte dal decreto salvacrisi e le immediate smentite di Tremonti riguardo alla retroattività dei limiti, hanno portato ad un’impennata del numero delle pratiche negli ultimi giorni dell’anno, tanto che la stima di Adiconsum per il 2008 dovrà essere rivista, credo in maniera consistente.
Sul sito dell’Enea preposto alla ricezione telematica nei giorni successivi al 24 dicembre si sono registrate oltre 30 mila nuove pratiche.
Il dato preciso della spesa globalmente sostenuta nel 2008 sarà disponibile solo all’inizio di aprile visto che i contribuenti hanno novanta giorni di tempo dalla fine dei lavori per inoltrare la pratica all’Enea.
Ma ciò che vorrei portare all’attenzione dei non addetti ai lavori sono la gravità e le conseguenze dei limiti imposti dal decreto salvacrisi a partire dal 1 gennaio 2009 in materia di 55%.
Il primo limite è il tetto massimo di spesa complessiva, che per il 2009 dovrebbe essere inferiore a 143 milioni di euro, una quota tale da non coprire nemmeno il 10% degli investimenti previsti.
Il limite salirebbe gradualmente nel 2010 e nel 2011 fino ad un ammontare complessivo nel triennio pari a 713 milioni, ossia molto meno della metà di quanto famiglie e imprese abbiano investito nel solo 2008.
Ma la cosa peggiore è l’introduzione dell’obbligo per i contribuenti di inviare istanza all’Agenzia delle Entrate “per consentire il monitoraggio della spesa e la verifica dei limiti”.
Il decreto precisa che l’Agenzia esaminerà le istanze in ordine cronologico di invio, ma si dimentica di indicare sulla base di quali criteri di verifica.
La cosa vergognosa e indegna di uno stato civile è infine il concetto del silenzio dissenso.
Vale a dire che, se l’Agenzia delle Entrate non risponderà entro trenta giorni, l’istanza si intende rigettata e il contribuente non potrà accedere alla detrazione fiscale.
Secondo voi, in queste condizioni, con una probabilità teorica di accedere ai benefici inferiore al 10%, con la mancanza di criteri chiari di valutazione, con la ghigliottina del silenzio dissenso, quale professionista potrà consigliare al suo cliente di intraprendere la strada della detrazione del 55% ?
Il Min. Tremonti giustifica questa manovra di soffocamento del 55% con l’opinione che “le detrazioni fiscali non possono essere usate come un bancomat”.
Sicuramente quando si affrontano manovre di questa entità è fondamentale prevederne la copertura finanziaria e a questo riguardo si accusa il governo precedente, ideatore dell’operazione 55%, di non avere fatto bene i conti.
I conti però vanno fatti considerando anche i benefici dell’operazione e qui forse non si vogliono vedere le cose come sono.
Mi chiedo se siano stati valutati attentamente il gettito iva legato a questi interventi, la convenienza per tutti nella fatturazione (l’emersione del nero ?) e la conseguente tassazione sull’utile delle aziende che operano in questo settore, l’innesco di un ciclo di investimenti significativi in un momento di grave crisi, il numero di posti di lavoro creati, il fatto che si tratti di investimenti non in beni superflui ma utili, direi anzi strategici perché aiutano a ridurre la spesa corrente delle famiglie e del paese in un settore in cui siamo particolarmente vulnerabili, infine i benefici di natura ambientale e il rispetto dei trattati internazionali (Kyoto in primis ma anche il recente piano 20-20-20 dell’Unione Europea).
Allora mi chiedo perché modificare la procedura sul 55% già in uso dal 2007, rendendola un campo minato, introducendo il concetto che la legge non è uguale per tutti, tanto che qualcuno spenderà ed avrà i benefici fiscali, mentre qualcun altro spenderà ma non potrà averli senza nemmeno capirne il motivo.
Io credo in realtà che il governo abbia voluto cancellare l’operazione 55% ma stia cercando si salvare la faccia.
Se il decreto salvacrisi sarà approvato con gli emendamenti citati (il testo si può scaricare dal sito
http://www.anit.it) l'On. Min. Prestigiacomo e l'On. Min. Tremonti avranno la possibilità di andare in TV a dire, come ha già detto l'On. Pres. Berlusconi: "Noi non ci stiamo a passare per nemici dell'ambiente".
Già me li vedo aggiungere: "Non solo abbiamo lasciato le detrazioni del 55%, le abbiamo pure prorogate al 2011 alzando la copertura finanziaria".
Mentre noi professionisti saremo obbligati a consigliare ai nostri clienti di optare per le detrazioni del 36% in 10 anni (con un limite di 48.000 euro di spesa e quindi di 1.700 euro all'anno di detrazione), qualche “fortunato” potrà arrivare a detrarre 100.000 euro in tre anni.
L’avventura del 55% nel biennio appena trascorso ha avuto il grande merito di garantire a chiunque l’accesso con pari opportunità ai benefici legati al risparmio energetico ed alle energie rinnovabili.
Sicuramente le cose si sarebbero potute migliorare, ma l’azione del governo non va in questo senso.
Voci autorevoli dicono che la crisi può diventare occasione di riscatto e di miglioramento.
La mia opinione è che si stia perdendo una di queste occasioni e che il risparmio energetico e le energie rinnovabili torneranno ad essere un business o una torta da spartire tra grandi società, con un contentino anche agli amici degli amici.
Ing. Gian Luigi Zanetti
Corte Franca, 7 gennaio 2009