Ristrutturazione porzione bifamiliare anni '70

Normativa Termotecnica, Impianti di riscaldamento, Legge 10/91, DLgs 192/05, ecc.

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IaL
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Ristrutturazione porzione bifamiliare anni '70

Messaggio da IaL »

Buonasera a tutti.
Sono un ingegnere edile, ma apro questa discussione perché sono interessato anche come committente.
Sto per comprare una porzione di un villino bifamiliare realizzato negli anni '70 (Latina, zona C). Dovendo essere la casa definitiva (si spera!), vorrei sistemarla al meglio possibile.
Non sono un termotecnico e sto iniziando a darmi un'infarinatura delle soluzioni migliori (sto studiacchiando il libro di Paolo Savoia sugli impianti termici negli edifici ad alte prestazioni), il tutto nell'attesa di individuare un collega a cui affidare questo aspetto della progettazione.
Intanto vorrei esporvi i miei obiettivi per avere un primo parere di massima su come muovermi.

Il villino è degli anni '70, con tamponature in cortina di mattoni (non listelli), molto probabilmente con un'intercapedine di almeno 10 cm e all'interno presumo forati. Gli affacci sono nord e sud i lati corti ed est il lato lungo (ad ovest ovviamente c'è l'altra metà).
È su tre livelli, seminterrato (rustico di circa 100 mq lordi con finestre e portoncino/portafinestra sia a nord che a sud), terra (zona giorno di circa 100 mq) e primo (zona notte di circa 80 mq con un terrazzo di 20). La copertura è a padiglione ed il primo piano ha un controsoffitto del tipo camera a canne. Gli infissi credo siano in PVC (hanno una quindicina d'anni, ma sono ben messi ed anche belli).

Detto questo, fermo restando che chiaramente dovrò fare un rilievo preciso per ragionare correttamente su distribuzione interna e impianti vari, l'idea base è quella di insufflare per non coprire le facciate in mattoni. Per evitare il ponte termico di travi e pilastri mi domandavo se un intonaco termoisolante può essere una soluzione. Ad esempio ne ho visto uno della Biemme con Aerogel che ha una conducibilità molto bassa; non so però se andrebbe fatto anche all'intradosso del soffitto (almeno per una certa fascia vicino alle tamponature) perché c'è anche il ponte del solaio e dei balconi.
Per quanto riguarda gli impianti, vorrei fare il radiante sicuramente per il caldo, mentre per il fresco potrebbero andarmi bene i ventilconvettori. Non so però se, facendo l'insufflaggio, serve comunque una VMC (aldilà del discorso sull'intonaco termoisolante) e a questo punto si può pensare anche ad un raffrescamento radiante. Il generatore sarà una pompa aria-acqua (con una pompa a sé per l'acs) e l'intenzione è quella di mettere un paio di pannelli solari termici ed il fotovoltaico (spero di arrivare a 7-8 kW con accumulo). Sul discorso radiante, il sistema a soffitto ha il pregio di essere meno invasivo in caso di problemi futuri, anche se penso mangi qualche cm in più rispetto a quello a pavimento a bassa inerzia. Altro difetto del sistema a soffitto, sto valutando di rendere il tetto a vista nel piano notte, quindi lì non lo potrei applicare.
Infine, il rustico è molto basso (240 cm) e comunque si prevede di usarlo più saltuariamente, perciò lì valuterei se fare un sistema aria-aria con gli split o una pompa aria-acqua con i ventilconvettori.

Fatemi sapere a grandi linee se avete suggerimenti da darmi, grazie.

P.S. Avendo già la canna fumaria, in sala metterò un camino ma per motivi estetici. Comunque lo metterei a camera chiusa (4 o 5 stelle) per essere al coperto da eventuali normative restrittive nel Lazio.
Esa
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Re: Ristrutturazione porzione bifamiliare anni '70

Messaggio da Esa »

Hai stanziato un importo da spendere (per i soli impianti dedicati al comfort, esclusi impianti idrici) ? Esempio: 200 euro/mq, oppure 500 euro/mq. ecc.
Quindi 280X100 = 28.000 euro, oppure 280x500 = 140.000 euro, ecc.
Oppure non hai limiti?
A parte il FV, che costa sui 1.300 euro/kWp e le batterie (sui 1.000 euro/kWh), per quanto ne so).
Altrimenti rischi di avere le più disparate opinioni, ma pochi aiuti concreti.
IaL
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Re: Ristrutturazione porzione bifamiliare anni '70

Messaggio da IaL »

I limiti ci sono, ma posso fare uno sforzo vista l'importanza dell'investimento. Più che su 280 mq ragionerei su 180, per il rustico dedicherei meno impegno per ragioni di minor utilizzo. In questo caso quindi posso anche considerare 500 €/mq.
Diciamo che l'obiettivo principale è il comfort, motivo per cui tendo a valutare un impianto radiante invece che uno a ventilconvettori (che per la zona climatica di Latina magari andrebbe anche bene, ma che non mi entusiasma come tutti i sistemi senza inerzia).
Esa
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Re: Ristrutturazione porzione bifamiliare anni '70

Messaggio da Esa »

Tralascio la problematica relativa agli interventi edilizi, su cui già ci sono opinioni opposte: meglio isolamento esterno (a cappotto, per eliminare i PT); meglio isolamento interno o in intercapedine (perché non ci sono alternative e facendo attenzione ai PT); obbligatoria la VMC; ecc. ecc.
Già mi bastano le problematiche sugli impianti.
Primo aspetto: i costi di investimento
Secondo aspetto: i costi di gestione (manutenzione, ecc.) e di ripristino (durata dei componenti)
Terzo aspetto: i costi energetici di esercizio.
Se ragioni come una società industriale (azienda), aggiungi anche i tempi di ritorno dell’investimento: in certi Paesi, ad esempio, è previsto che la casa, dopo un tot di anni venga rifatta dalle fondamenta. Si ragiona cioè come per gli uffici, gli stabilimenti, i macchinari, ecc. nelle aziende.
Restiamo quindi a quelli che sono gli aspetti fondamentali: il denaro a disposizione (circa 90.000 euro) e i tempi previsti per l’uso degli impianti: per sempre (così hai scritto).
Ora, consideriamo che la cifra iniziale (90.000 euro) si riduce a 81.000 euro considerando che hai il 10% di IVA (credo) e che su tale cifra hai anche circa 8.000 euro di spese professionali: quindi, ti restano 73.000 euro.
Ti si aprono davanti una infinità di soluzioni.
1- investimento
. la più costosa (probabilmente)
a) Radiante a soffitto: circa 180x200 = 36.000 euro (IVA compresa)
b) Sistema di raffrescamento: da 15.000 euro (split) a 20.000 euro (UTA, canali, bocchette motorizzate, ecc.)
c) Sistema di produzione ACS: da 3.000 euro a 5.000 euro (IVA compresa)
d) Pompa di calore (attenzione che ti servirà da circa 5 kW in inverno e circa 10 kW in estate: ma dovrai esplicitare meglio le esigenze, la conduzione, ecc.): da 10.000 a 15.000 euro (IVA compresa)
e) Mano d’opera: circa 8.000 euro (IVA compresa)
f) Assistenza muraria: circa 4.000 euro (IVA compresa)
g) Collaudo e avviamento: circa 1.000 euro (IVA compresa)
h) Totale: da circa 77.000 euro a circa 89.000 (IVA compresa).
Esclusa VMC.
. la meno costosa (probabilmente)
a) Radiante elettrico a pavimento: circa 180x80 = 15.000 euro (IVA compresa)
b) Sistema di raffrescamento con split: circa 15.000 euro (IVA compresa)
c) Sistema produzione ACS con pompa di calore: da 5.000 a 7.000 euro (IVA compresa)
d) Mano d’opera: circa 5.000 euro (IVA compresa)
e) Assistenza muraria: circa 3.000 euro (IVA compresa)
f) Collaudo e avviamento: circa 1.000 euro (IVA compresa)
g) Totale: da circa 44.000 euro a circa 46.000 (IVA compresa).

2- i costi fissi di gestione
a) La prima soluzione non ti consente di sfruttare appieno la produzione di energia elettrica del FV e ti costa un fisso variabile da 400 a 800 euro per l’assistenza
b) La seconda soluzione ti consente di sfruttare appieno la produzione di energia elettrica del FV e ti costa un fisso di circa 200 euro per l’assistenza.
3- i costi di esercizio
a) La prima soluzione ti costringe ad un esercizio piuttosto rigido, difficilmente adattabile ad una gestione elastica e mutevole nell’utilizzo della casa: costo energetico elevato
b) La seconda soluzione ti consente la massima elasticità: costo energetico basso.

Considera anche che, tra le due soluzioni, il costo del sistema di controllo potrebbe essere molto diverso: in ogni caso, alcune migliaia di euro.

Conclusioni?
Non ce ne sono, ma potrebbe aprirsi una discussione con uno scambio di pareri molto interessante. Possibilmente con riferimenti simili per quanto riguarda la zona (litorale al centro Italia) e alla casa (anni ’70).
IaL
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Re: Ristrutturazione porzione bifamiliare anni '70

Messaggio da IaL »

Esa ha scritto: sab dic 07, 2024 10:32 Tralascio la problematica relativa agli interventi edilizi, su cui già ci sono opinioni opposte: meglio isolamento esterno (a cappotto, per eliminare i PT); meglio isolamento interno o in intercapedine (perché non ci sono alternative e facendo attenzione ai PT); obbligatoria la VMC; ecc. ecc.
Già mi bastano le problematiche sugli impianti.
Primo aspetto: i costi di investimento
Secondo aspetto: i costi di gestione (manutenzione, ecc.) e di ripristino (durata dei componenti)
Terzo aspetto: i costi energetici di esercizio.
Se ragioni come una società industriale (azienda), aggiungi anche i tempi di ritorno dell’investimento: in certi Paesi, ad esempio, è previsto che la casa, dopo un tot di anni venga rifatta dalle fondamenta. Si ragiona cioè come per gli uffici, gli stabilimenti, i macchinari, ecc. nelle aziende.
Restiamo quindi a quelli che sono gli aspetti fondamentali: il denaro a disposizione (circa 90.000 euro) e i tempi previsti per l’uso degli impianti: per sempre (così hai scritto).
Ora, consideriamo che la cifra iniziale (90.000 euro) si riduce a 81.000 euro considerando che hai il 10% di IVA (credo) e che su tale cifra hai anche circa 8.000 euro di spese professionali: quindi, ti restano 73.000 euro.
Ti si aprono davanti una infinità di soluzioni.
1- investimento
. la più costosa (probabilmente)
a) Radiante a soffitto: circa 180x200 = 36.000 euro (IVA compresa)
b) Sistema di raffrescamento: da 15.000 euro (split) a 20.000 euro (UTA, canali, bocchette motorizzate, ecc.)
c) Sistema di produzione ACS: da 3.000 euro a 5.000 euro (IVA compresa)
d) Pompa di calore (attenzione che ti servirà da circa 5 kW in inverno e circa 10 kW in estate: ma dovrai esplicitare meglio le esigenze, la conduzione, ecc.): da 10.000 a 15.000 euro (IVA compresa)
e) Mano d’opera: circa 8.000 euro (IVA compresa)
f) Assistenza muraria: circa 4.000 euro (IVA compresa)
g) Collaudo e avviamento: circa 1.000 euro (IVA compresa)
h) Totale: da circa 77.000 euro a circa 89.000 (IVA compresa).
Esclusa VMC.
. la meno costosa (probabilmente)
a) Radiante elettrico a pavimento: circa 180x80 = 15.000 euro (IVA compresa)
b) Sistema di raffrescamento con split: circa 15.000 euro (IVA compresa)
c) Sistema produzione ACS con pompa di calore: da 5.000 a 7.000 euro (IVA compresa)
d) Mano d’opera: circa 5.000 euro (IVA compresa)
e) Assistenza muraria: circa 3.000 euro (IVA compresa)
f) Collaudo e avviamento: circa 1.000 euro (IVA compresa)
g) Totale: da circa 44.000 euro a circa 46.000 (IVA compresa).

2- i costi fissi di gestione
a) La prima soluzione non ti consente di sfruttare appieno la produzione di energia elettrica del FV e ti costa un fisso variabile da 400 a 800 euro per l’assistenza
b) La seconda soluzione ti consente di sfruttare appieno la produzione di energia elettrica del FV e ti costa un fisso di circa 200 euro per l’assistenza.
3- i costi di esercizio
a) La prima soluzione ti costringe ad un esercizio piuttosto rigido, difficilmente adattabile ad una gestione elastica e mutevole nell’utilizzo della casa: costo energetico elevato
b) La seconda soluzione ti consente la massima elasticità: costo energetico basso.

Considera anche che, tra le due soluzioni, il costo del sistema di controllo potrebbe essere molto diverso: in ogni caso, alcune migliaia di euro.

Conclusioni?
Non ce ne sono, ma potrebbe aprirsi una discussione con uno scambio di pareri molto interessante. Possibilmente con riferimenti simili per quanto riguarda la zona (litorale al centro Italia) e alla casa (anni ’70).
È proprio l'obiettivo di questa discussione :wink: .

Tornando alle due opzioni che hai descritto, in entrambe parli di raffrescamento con split. Quindi una pompa aria-aria? Nell'ipotesi di un radiante tradizionale (la prima), non converrebbe sfruttare la pompa aria-acqua con dei ventilconvettori?

È molto interessante la seconda opzione, perché un radiante elettrico svincolerebbe dalla presenza di una pompa aria-acqua (e allora si potrebbero considerare degli split per il fresco). Da ignorante mi domando come sia il radiante elettrico sia a livello di comfort (presumo simile ad uno tradizionale) sia di consumi.
Dici che questa soluzione dà la massima elasticità. Ti chiedo: perché? Il concetto del radiante è quello di andare a bassa temperatura (e quindi bassi consumi) per tanto tempo. Dovessi spegnerlo quando esco la mattina e riaccenderlo la sera, prima di scaldare casa ci metterei parecchio tempo, no?
Inoltre vorrei capire perché l'elettrico mi permetterebbe di sfruttare meglio il FV. Alla fine l'alimentazione è elettrica in entrambi i casi, qual è la differenza?

P.S. Il radiante elettrico, se funziona senza generatori e non consuma tanto, sarebbe la soluzione perfetta per chi vive in montagna (dove il fresco neanche gli serve).
Esa
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Re: Ristrutturazione porzione bifamiliare anni '70

Messaggio da Esa »

Tornando alle due opzioni che hai descritto, in entrambe parli di raffrescamento con split.
Sì. Per me è la soluzione preferibile, nel domestico: flessibile, poca manutenzione (solo i filtri), gestibile (con una sequenza prioritaria), per sfruttare al meglio il FV (evito di entrare nel dettaglio). Gli split moderni sono silenziosi ed efficienti.
In inverno lavorano come PdC, sempre abbinati (in sequenza e modularmente) al FV.
Quindi una pompa aria-aria? Nell'ipotesi di un radiante tradizionale (la prima), non converrebbe sfruttare la pompa aria-acqua con dei ventilconvettori?
La PdC aria/acqua richiede manutenzione, modula con difficoltà (alle basse richieste risulta troppo sovradimensionata) e mal si adatta a sfruttare il FV al 100% (ad esempio, quando il FV ha 800 W di esubero, uno split lo attivi al 100% gratis, una PdC no; non entro in dettagli).
Ventilo convettori? No: hanno una tecnologia troppo vecchia rispetto ai terminali degli split (Daikin, Samsung, Hitachi, Mitsubishi, ecc. ecc.: troppo lunga la lista).
È molto interessante la seconda opzione, perché un radiante elettrico svincolerebbe dalla presenza di una pompa aria-acqua (e allora si potrebbero considerare degli split per il fresco).
Il radiante elettrico a pavimento si attiva con il FV in maniera modulare. Se vuoi, accendi gli split in PdC (per esempio, quando sei fuori casa): si chiama "funzione ECO". Alla sera, in camera da letto, ad esempio, il radiante elettrico non fa rumore e consuma poco/nulla (si chiama "funzione COMFORT").
Da ignorante mi domando come sia il radiante elettrico sia a livello di comfort (presumo simile ad uno tradizionale) sia di consumi.
Il comfort è uguale a quello di un radiante ad acqua. Consuma meno di un radiante ad acqua: non ha perdite di generazione e neppure di distribuzione e il rendimento di regolazione è molto migliore di quello dei sistemi ad acqua. Senza contare che è abbinabile, linearmente, alla produzione di FV.
Dici che questa soluzione dà la massima elasticità. Ti chiedo: perché?
Risponde alle richieste (avviamento, interruzione) immediatamente. Modula la potenza erogata dallo 0 al 100% in maniera lineare.
E' facilmente gestibile da telefono.
Il concetto del radiante è quello di andare a bassa temperatura (e quindi bassi consumi) per tanto tempo. Dovessi spegnerlo quando esco la mattina e riaccenderlo la sera, prima di scaldare casa ci metterei parecchio tempo, no?
Il radiante ad acqua è lento a reagire. Quello elettrico, è immediato. Con una regolazione integrale e predittiva, puoi gestire il sistema in maniera incomparabilmente più facile. Senza scordare che eroga dallo zero al 100%, in base alle esigenze.
Inoltre vorrei capire perché l'elettrico mi permetterebbe di sfruttare meglio il FV. Alla fine l'alimentazione è elettrica in entrambi i casi, qual è la differenza?
Come dicevo: se hai 800 W di esubero del FV, con l'elettrico eroghi esattamente 800 W (al locale che hai messo in priorità; se quel locale necessita solo 500W, eroghi il resto al secondo e/o al terzo; e così via). Se si riduce la produzione (per una nuvola, ad esempio), la regolazione provvedere a ridurre gli assorbimenti (modula al contrario).
Con la PdC, se hai 800 W in esubero e attivi una macchina che necessita di 2 kW all'avviamento (ad esempio) devi tenerla con quel consumo per circa 10 minuti se non vuoi spaccare il compressore. Se va via il FV (sempre per la nuvola ...), non puoi fermare o modulare la macchina (fino a che il Costruttore non l'ha deciso) e paghi tutta l'energia per 10 minuti. Per esempio, se la macchina necessita di 2 kW, paghi 2 kW per 10 minuti.
P.S. Il radiante elettrico, se funziona senza generatori e non consuma tanto, sarebbe la soluzione perfetta per chi vive in montagna (dove il fresco neanche gli serve).
Infatti: collegato al FV, tieni la casa tiepida, senza costi e quando arrivi per il fine settimana, con pochissimo la scaldi e la attivi (telefono) solo prima di arrivare. Se hai la stufa/camino e hai voglia, attivi quelli e mantieni la casa calda. Se invece vuoi uscire e vuoi goderti il fine settimana, puoi farlo con pochi soldi, anche se ci sono le nuvole: la casa è calda grazie al FV delle settimane precedenti.
IaL
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Re: Ristrutturazione porzione bifamiliare anni '70

Messaggio da IaL »

Esa ha scritto: sab dic 07, 2024 15:39
Tornando alle due opzioni che hai descritto, in entrambe parli di raffrescamento con split.
Sì. Per me è la soluzione preferibile, nel domestico: flessibile, poca manutenzione (solo i filtri), gestibile (con una sequenza prioritaria), per sfruttare al meglio il FV (evito di entrare nel dettaglio). Gli split moderni sono silenziosi ed efficienti.
In inverno lavorano come PdC, sempre abbinati (in sequenza e modularmente) al FV.
Quindi una pompa aria-aria? Nell'ipotesi di un radiante tradizionale (la prima), non converrebbe sfruttare la pompa aria-acqua con dei ventilconvettori?
La PdC aria/acqua richiede manutenzione, modula con difficoltà (alle basse richieste risulta troppo sovradimensionata) e mal si adatta a sfruttare il FV al 100% (ad esempio, quando il FV ha 800 W di esubero, uno split lo attivi al 100% gratis, una PdC no; non entro in dettagli).
Ventilo convettori? No: hanno una tecnologia troppo vecchia rispetto ai terminali degli split (Daikin, Samsung, Hitachi, Mitsubishi, ecc. ecc.: troppo lunga la lista).
È molto interessante la seconda opzione, perché un radiante elettrico svincolerebbe dalla presenza di una pompa aria-acqua (e allora si potrebbero considerare degli split per il fresco).
Il radiante elettrico a pavimento si attiva con il FV in maniera modulare. Se vuoi, accendi gli split in PdC (per esempio, quando sei fuori casa): si chiama "funzione ECO". Alla sera, in camera da letto, ad esempio, il radiante elettrico non fa rumore e consuma poco/nulla (si chiama "funzione COMFORT").
Da ignorante mi domando come sia il radiante elettrico sia a livello di comfort (presumo simile ad uno tradizionale) sia di consumi.
Il comfort è uguale a quello di un radiante ad acqua. Consuma meno di un radiante ad acqua: non ha perdite di generazione e neppure di distribuzione e il rendimento di regolazione è molto migliore di quello dei sistemi ad acqua. Senza contare che è abbinabile, linearmente, alla produzione di FV.
Dici che questa soluzione dà la massima elasticità. Ti chiedo: perché?
Risponde alle richieste (avviamento, interruzione) immediatamente. Modula la potenza erogata dallo 0 al 100% in maniera lineare.
E' facilmente gestibile da telefono.
Il concetto del radiante è quello di andare a bassa temperatura (e quindi bassi consumi) per tanto tempo. Dovessi spegnerlo quando esco la mattina e riaccenderlo la sera, prima di scaldare casa ci metterei parecchio tempo, no?
Il radiante ad acqua è lento a reagire. Quello elettrico, è immediato. Con una regolazione integrale e predittiva, puoi gestire il sistema in maniera incomparabilmente più facile. Senza scordare che eroga dallo zero al 100%, in base alle esigenze.
Inoltre vorrei capire perché l'elettrico mi permetterebbe di sfruttare meglio il FV. Alla fine l'alimentazione è elettrica in entrambi i casi, qual è la differenza?
Come dicevo: se hai 800 W di esubero del FV, con l'elettrico eroghi esattamente 800 W (al locale che hai messo in priorità; se quel locale necessita solo 500W, eroghi il resto al secondo e/o al terzo; e così via). Se si riduce la produzione (per una nuvola, ad esempio), la regolazione provvedere a ridurre gli assorbimenti (modula al contrario).
Con la PdC, se hai 800 W in esubero e attivi una macchina che necessita di 2 kW all'avviamento (ad esempio) devi tenerla con quel consumo per circa 10 minuti se non vuoi spaccare il compressore. Se va via il FV (sempre per la nuvola ...), non puoi fermare o modulare la macchina (fino a che il Costruttore non l'ha deciso) e paghi tutta l'energia per 10 minuti. Per esempio, se la macchina necessita di 2 kW, paghi 2 kW per 10 minuti.
P.S. Il radiante elettrico, se funziona senza generatori e non consuma tanto, sarebbe la soluzione perfetta per chi vive in montagna (dove il fresco neanche gli serve).
Infatti: collegato al FV, tieni la casa tiepida, senza costi e quando arrivi per il fine settimana, con pochissimo la scaldi e la attivi (telefono) solo prima di arrivare. Se hai la stufa/camino e hai voglia, attivi quelli e mantieni la casa calda. Se invece vuoi uscire e vuoi goderti il fine settimana, puoi farlo con pochi soldi, anche se ci sono le nuvole: la casa è calda grazie al FV delle settimane precedenti.
Interessante. Vorrei però capire meglio: se l'elettrico modula in base al FV disponibile, in una giornata nuvolosa (o banalmente la sera) non si attiva? Si può forzare questa cosa? Tra l'altro il sistema di accumulo servirebbe proprio a questo, no?
Altra cosa: la pompa di calore, in caso di pannelli radianti, dovrebbe rimanere sempre accesa, quindi il problema sul suo assorbimento in partenza non è trascurabile?
Ultima domanda: con la legge 10 come si imposta un impianto del genere? Mi è capitato di fare degli APE e nel programma non ricordo l'opzione per il radiante elettrico (anche perché mancherebbe il generatore).

P.S. Ma il radiante elettrico c'è solo a pavimento o anche a parete e soffitto?
Esa
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Re: Ristrutturazione porzione bifamiliare anni '70

Messaggio da Esa »

Vorrei però capire meglio: se l'elettrico modula in base al FV disponibile, in una giornata nuvolosa (o banalmente la sera) non si attiva? Si può forzare questa cosa?
Si attiva automaticamente quando c'è esubero di FV. Ma si attiva anche "su richiesta". Ad esempio, quando fa freddo e non c'è esubero.
Tra l'altro il sistema di accumulo servirebbe proprio a questo, no?
Non in inverno, in quanto l'esubero di FV viene consumato tutto per riscaldare ACS e ambienti.
In estate, se attivi con lo stesso criterio gli split, non avrai molto da accumulare. E poco da consumare di notte.
Altra cosa: la pompa di calore, in caso di pannelli radianti, dovrebbe rimanere sempre accesa, quindi il problema sul suo assorbimento in partenza non è trascurabile?
Certamente, ma ha un consumo che non può seguire la produzione in esubero del FV. Questa potrebbe essere molto instabile (nuvole, pioggia, ombreggiamenti, variazione degli assorbimenti della casa, ecc.). Quindi, la PdC non può adattarsi alle variazioni con la stessa flessibilità di una resistenza elettrica.
... con la legge 10 come si imposta un impianto del genere? Mi è capitato di fare degli APE e nel programma non ricordo l'opzione per il radiante elettrico (anche perché mancherebbe il generatore).
Molto semplicemente, così:
- Generatore principale, gli split
- Sistema ausiliario, le resistenze elettriche.
Come faresti con una PdC aria/acqua dotata di resistenza di back up.
il radiante elettrico c'è solo a pavimento o anche a parete e soffitto?
Come ho già scritto più volte, c'è a pavimento, soffitto (sul cartongesso, incollato ai pannelli isolanti in lana di vetro/roccia, ecc.) e a parete (oggi si usa tanto nei bagni al posto degli scalda salviette, con misure standard di 60x100 cm e barre orizzontali fissate a parete, ai lati del cavo annegato nell'intonaco; a 230V o anche a 12V)
IaL
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Re: Ristrutturazione porzione bifamiliare anni '70

Messaggio da IaL »

Esa ha scritto: dom dic 08, 2024 10:31
Vorrei però capire meglio: se l'elettrico modula in base al FV disponibile, in una giornata nuvolosa (o banalmente la sera) non si attiva? Si può forzare questa cosa?
Si attiva automaticamente quando c'è esubero di FV. Ma si attiva anche "su richiesta". Ad esempio, quando fa freddo e non c'è esubero.
Il nodo principale mi sembra di capire sia qui. Se lo attivo su richiesta (cioè sempre in quanto molto più confortevole degli split), quanto cambia il discorso a livello di consumi?
Esa
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Re: Ristrutturazione porzione bifamiliare anni '70

Messaggio da Esa »

IaL ha scritto: dom dic 08, 2024 16:15
Esa ha scritto: dom dic 08, 2024 10:31
Vorrei però capire meglio: se l'elettrico modula in base al FV disponibile, in una giornata nuvolosa (o banalmente la sera) non si attiva? Si può forzare questa cosa?
Si attiva automaticamente quando c'è esubero di FV. Ma si attiva anche "su richiesta". Ad esempio, quando fa freddo e non c'è esubero.
Il nodo principale mi sembra di capire sia qui. Se lo attivo su richiesta (cioè sempre in quanto molto più confortevole degli split), quanto cambia il discorso a livello di consumi?
Proviamo a calcolare il consumo. Sei a Latina, circa 1.250 gradi giorno. Una casa come la tua, necessita di circa 8.000 kWh all'anno.
Con l'elettrico non hai né le perdite di generazione, né quelle di distribuzione. Il rendimento di regolazione è più alto di un sistema ad acqua. Con un rendimento globale di un impianto ad acqua dell'80% (considerate le perdite di generazione, distribuzione, e regolazione) avresti bisogno, alla fonte, di circa 10.000 kWh di energia.
Immaginiamo un impianto fotovoltaico da 10 kWp. A Latina potrebbe produrre circa 14.000 kWh/anno, di cui circa 5.000 nella stagione invernale
Con l'elettrico, tutti i kWh sono sfruttati al 100% (circa).
Ti restano da coprire circa 3.000 kWh.
Il sistema di controllo che ho proposto attiva gli split quando sei assente da casa (diciamo la metà del tempo residuo?).
Quindi, avrai:
- circa 1.500 kWh con un COP medio di 2,5 (consumo 600 kWh/anno)
- circa 1.500 kWh con un COP medio di 1,0 (effetto Joule).
Quindi dovrai pagare circa 2.100 kWh all'anno a 0,35 euro/kWh, pari a circa 750 euro/anno.
Una pompa di calore aria/acqua ti costa circa 3/500 euro all'anno tra assistenza e manutenzione e 500 euro/anno (minimo) di ammortamento.
Senza contare che in estate, il sistema di controllo attiva gli split (a gradini: ad esempio di 800/1000 W, in base alla potenza della singola macchina) gratuitamente, agganciandosi al FV: alla sera, torni a casa e la trovi fresca (senza spese).
Ma ora basta: ti ho annoiato abbastanza, credo.
IaL
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Re: Ristrutturazione porzione bifamiliare anni '70

Messaggio da IaL »

Grazie delle delucidazioni. Per l'acs faresti solare termico con pompa di calore dedicata?
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