da qualche mese sto approcciando al metodo dinamico orario, perché sinceramente lo trovo uno strumento molto interessante, ma probabilmente non sono ancora abbastanza pratico e mi sta sfuggendo qualche aspetto. Spero in un confronto che possa interessare alcuni di voi.
Lo studio riguarda un immobile in pietra di 126 mq di superficie calpestabile, 2 pareti esterne, una parete verso intercapedine (locale verso terra) ultima parete verso vano scale interno. Sopra abbiamo un alloggio dove risiedono due anziani (quindi riscaldato), pavimento controterra.
Serramenti nuovi, doppio vetro alluminio, trasmittanza 1,60. Praticamente 8 portefinestre larghe 120 cm e alte 290 cm. Tendaggi esterni.
Impianto con caldaia a condensazione, modulazione 1:20 (2 kW potenza minima).
Riscaldamento tradizionale a termosifoni, radiatori sovradimensionati per lavorare a DT 30 °C.
Produzione ACS istantanea (2 bagni e 1 cucina).
Per l’estate, un dual e un trial split.
Come accensione impianto ho considerato:
22 – 5 spento
5 – 9 20°C
9 – 16. 18 °C
16 – 22. 20 °C
Domenica 2 ore in più a 20 °C
Risultato:
Riscaldamento: 702 mc gas metano
PDC estive: 126 kWh …
Ho fatto la prova sostituendo la caldaia ad alta modulazione con una meno performante (6 kW potenza minima)
Risultato:
Riscaldamento: 714 mc gas metano
Solo 14 mc in più in una stagione invernale???

Qualcuno che vuole confrontarsi con me?
Grazie
Luca M