Produzione ACS condominio 16 piani

Normativa Termotecnica, Impianti di riscaldamento, Legge 10/91, DLgs 192/05, ecc.

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ing.casu
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Produzione ACS condominio 16 piani

Messaggio da ing.casu »

Buongiorno cari colleghi,
vi espongo la mia questione.
Si tratta di un condominio composto da 4 corpi scala (3 dei quali composti da 5 piani fuori terra e 1 composto da 16 piani fuori terra). La centrala termica e idrica è al piano seminterrato.

I miei dubbi riguardano la produzione di ACS in quanto è presente il teleriscaldamento, e per tale motivo l’ente erogatore ci ha gentilmente fornito il loro schema di utilizzo: nello scambiatore di ACS (lato secondario) entra acqua fredda sanitaria a 10/12°C ed esce a circa 55/60°C per poi essere accumulata in uno o più accumuli in serie (quindi senza nessuno scambiatore interno o esterno) per poi essere miscelata e andare alle varie utenze.

La questione delicata riguarda le pressioni in quanto, per poter arrivare fino al 16° piano con 2 bar all’utenza finale, ho necessità di circa 78 mca (considerando altezza geodetica, perdite concentrate, distribuite e appunto l’ultimo rubinetto). Per tale motivo è presente un gruppo di pressurizzazione.

Lo schema che ho pensato e che allego è il seguente: dal gruppo di pressurizzazione, in uscita ho acqua a circa 8 bar, la quale entra nello scambiatore (nel quale ho perdite per circa 3 mca a cui si sommano perdite concentrate per valvole), si riscalda fino a 60°C e viene stoccata nell’accumulo a 60°C, per poi essere inviata alle utenze in cui è previsto un miscelatore termostatico.
A questo punto anche l’acqua calda che ho stoccato a 60°C dovrà avere la prevalenza corretta per poter arrivare fino al 16° piano. E’ necessario considerare due aspetti: utilizzando pressioni elevate, anche i componenti a valle dovranno essere almeno PN10 e accumuli con queste resistenze di pressioni non ne ho trovato (massimo 6-8 bar, 10 bar fino a 300-500 litri), inoltre non posso neanche miscelare in centrale perché i miscelatori hanno una pressione statica solitamente fino a 14 bar quindi come portate in ingresso non ho problemi ma come pressione dinamica in esercizio arrivano a massimo 5 bar, quindi pressione inferiore a quella richiesta per arrivare al 16°.

Ho fatto due ipotesi:
1- La prima potrebbe essere mettere un nuovo gruppo di pressurizzazione in acciaio inox dopo l’accumulo con prevalenza e portata tali da arrivare all’ultimo piano (soluzione che però non ho mai riscontrato nella realtà)
2- La seconda è che potrei arrivare anche all’ultimo con piano o, meglio, al miscelatore del collettore dell’ultimo piano con acqua fredda ad una pressione 2-3 bar e acqua calda anche a 0,5/1 bar, in modo da miscelarla al collettore per avere un’uscita di acqua a 43°C con pressione di almeno 2 bar (da verificare con produttore questa casistica di funzionamento con sbilanciamenti di pressioni in ingresso al miscelatore).

Vi chiedo quindi idee e consigli su questa soluzione, premettendo che la soluzione con accumulo è l'unica possibile in quanto in concordato con l'ente erogatore.
Allegati
SCHEMA ACS-Modello.pdf
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NicoF
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Re: Produzione ACS condominio 16 piani

Messaggio da NicoF »

ing.casu ha scritto: mer giu 12, 2024 14:54 utilizzando pressioni elevate, anche i componenti a valle dovranno essere almeno PN10 e accumuli con queste resistenze di pressioni non ne ho trovato (massimo 6-8 bar, 10 bar fino a 300-500 litri)
Tendenzialmente tutti i grossi produttori realizzano accumuli custom, non a catalogo, per andare incontro ad ogni esigenza.

ing.casu ha scritto: mer giu 12, 2024 14:54 La seconda è che potrei arrivare anche all’ultimo con piano o, meglio, al miscelatore del collettore dell’ultimo piano con acqua fredda ad una pressione 2-3 bar e acqua calda anche a 0,5/1 bar, in modo da miscelarla al collettore per avere un’uscita di acqua a 43°C con pressione di almeno 2 bar (da verificare con produttore questa casistica di funzionamento con sbilanciamenti di pressioni in ingresso al miscelatore).
Non mi convince per nulla; oltre a necessitare di miscelatore termostatico con valvola di ritegno, tendenzialmente i miscelatori accettano una differenza di pressione massima (2:1 ?) tra i due rami.

E' pensabile piuttosto "delocalizzare" gli accumuli, spostandoli verso l'alto a due piani intermedi?
ing.casu ha scritto: mer giu 12, 2024 14:54 nello scambiatore di ACS (lato secondario) entra acqua fredda sanitaria a 10/12°C ed esce a circa 55/60°C per poi essere accumulata in uno o più accumuli in serie (quindi senza nessuno scambiatore interno o esterno) per poi essere miscelata e andare alle varie utenze.
Quando non hai prelievi ma devi mantenere in temperatura gli accumuli, come fai ad entrare a 12°C allo scambiatore, tale da garantire un ritorno a 60°C alla rete di teleriscaldamento?
L'Enzo
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Re: Produzione ACS condominio 16 piani

Messaggio da L'Enzo »

Su situazioni come questa ho visto fare reti idriche completamente separate a seconda dei gruppi di piano e relativa necessità di pressurizzazione, ossia una rete piani bassi, una rete piani intermedi, una rete piani alti.
Anche sui quaderni Caleffi dovrebbe esserci una rappresentazione del genere.

Nel tuo caso credo sia gestibile con degli scambiatori intermedi per le varie zone di pressione e relativi gruppi di pressurizzazione.
ing.casu
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Re: Produzione ACS condominio 16 piani

Messaggio da ing.casu »

NicoF ha scritto: mer giu 12, 2024 16:08
ing.casu ha scritto: mer giu 12, 2024 14:54 utilizzando pressioni elevate, anche i componenti a valle dovranno essere almeno PN10 e accumuli con queste resistenze di pressioni non ne ho trovato (massimo 6-8 bar, 10 bar fino a 300-500 litri)
Tendenzialmente tutti i grossi produttori realizzano accumuli custom, non a catalogo, per andare incontro ad ogni esigenza.
Questa casistica del serbatoio "su misura" penso risolverebbe ogni problema

ing.casu ha scritto: mer giu 12, 2024 14:54 La seconda è che potrei arrivare anche all’ultimo con piano o, meglio, al miscelatore del collettore dell’ultimo piano con acqua fredda ad una pressione 2-3 bar e acqua calda anche a 0,5/1 bar, in modo da miscelarla al collettore per avere un’uscita di acqua a 43°C con pressione di almeno 2 bar (da verificare con produttore questa casistica di funzionamento con sbilanciamenti di pressioni in ingresso al miscelatore).
Non mi convince per nulla; oltre a necessitare di miscelatore termostatico con valvola di ritegno, tendenzialmente i miscelatori accettano una differenza di pressione massima (2:1 ?) tra i due rami. Questo rapporto cambia in funzione della marca, a volte anche 4:1
E' pensabile piuttosto "delocalizzare" gli accumuli, spostandoli verso l'alto a due piani intermedi?
La soluzione di decentralizzare funzionerebbe perfettamente, purtroppo non ci sono gli spazi tecnici e ho tutto nel seminterrato

ing.casu ha scritto: mer giu 12, 2024 14:54 nello scambiatore di ACS (lato secondario) entra acqua fredda sanitaria a 10/12°C ed esce a circa 55/60°C per poi essere accumulata in uno o più accumuli in serie (quindi senza nessuno scambiatore interno o esterno) per poi essere miscelata e andare alle varie utenze.
Quando non hai prelievi ma devi mantenere in temperatura gli accumuli, come fai ad entrare a 12°C allo scambiatore, tale da garantire un ritorno a 60°C alla rete di teleriscaldamento?
La pompa gemellare si attiva solo quando l'accumulo si svuota, a portata costante, quindi se ho l'accumulo pieno non circola acqua nello scambiatore

L'Enzo ha scritto: mer giu 12, 2024 17:31 Su situazioni come questa ho visto fare reti idriche completamente separate a seconda dei gruppi di piano e relativa necessità di pressurizzazione, ossia una rete piani bassi, una rete piani intermedi, una rete piani alti.
Anche sui quaderni Caleffi dovrebbe esserci una rappresentazione del genere.
Nel tuo caso credo sia gestibile con degli scambiatori intermedi per le varie zone di pressione e relativi gruppi di pressurizzazione.
La soluzione di decentralizzare funzionerebbe perfettamente, purtroppo non ci sono gli spazi tecnici e ho tutto nel seminterrato
Esa
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Re: Produzione ACS condominio 16 piani

Messaggio da Esa »

L'Enzo ha scritto: mer giu 12, 2024 17:31 Su situazioni come questa ho visto fare reti idriche completamente separate a seconda dei gruppi di piano e relativa necessità di pressurizzazione, ossia una rete piani bassi, una rete piani intermedi, una rete piani alti.
Concordo.
Se non fai così, prova a pensare alla pressione che si avrebbe in cantina.
L'Enzo
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Re: Produzione ACS condominio 16 piani

Messaggio da L'Enzo »

[i]La soluzione di decentralizzare funzionerebbe perfettamente, purtroppo non ci sono gli spazi tecnici e ho tutto nel seminterrato[/i]
[/quote]

Non ho detto di decentralizzare, puoi fare anche tutto nel seminterrato. Reti separate.
ing.casu
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Re: Produzione ACS condominio 16 piani

Messaggio da ing.casu »

L'Enzo ha scritto: gio giu 13, 2024 21:23 La soluzione di decentralizzare funzionerebbe perfettamente, purtroppo non ci sono gli spazi tecnici e ho tutto nel seminterrato
Non ho detto di decentralizzare, puoi fare anche tutto nel seminterrato. Reti separate.
[/quote]

Scusami, ho capito male quello che intendi: nel caso di reti separate avrei comunque stesse prevalenza con portate dimezzate.
Attualmente avrei (per dire 2 numeri) con una sola rete:
Q: 4 l/s
P: 7,8 bar (16 piani x 3,6)+2 bar (utenza finale)

Con due rete, quindi una per per i primi 8 piani e una per il secondi 8 piani avrei:
Rete 1:
Q: 2 l/s
P: 4,9 bar (8 piani x 3,6)+2 bar (utenza finale)

Rete 2_
Q: 2 l/s
P: 7,8 bar (16 piani x 3,6)+2 bar (utenza finale)

Quindi dividerei solo la portata e il problema della pressione resterebbe. Oppure ho capito male?
marcello60
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Re: Produzione ACS condominio 16 piani

Messaggio da marcello60 »

Per gli accumuli confermo che alcuni produttori, su richiesta, forniscono apparecchi con PN maggiorata.
Il miscelatore caleffi DN65 o DN80 arriva a PN10 senza limitazioni sulla pressione dinamica (ma non so se il diametro è quello che ti serve).
Esa
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Re: Produzione ACS condominio 16 piani

Messaggio da Esa »

Oppure ho capito male?
Sì. Devi avere due reti separate idraulicamente.
L'Enzo
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Re: Produzione ACS condominio 16 piani

Messaggio da L'Enzo »

Esatto, reti idraulicamente separate, anche perché il problema della pressione non è solo su acqua calda ma anche su acqua fredda!
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