ho un problema che non so riuscendo a gestire.
Ho un piano interrato e devo mettere le cose a posto al cliente, facendo una valutazione di progetto.
Va tutto bene, tranne per lo smaltimento dei fumi. In origine doveva fare delle aperture naturali, che però poi sono sparite nel limbo e adesso vengono viste come non fattibili perché significherebbe spostare impianti esterni e scombinare le carte.
Stiamo cercando di considerare la strada di un'estrazione meccanica, con però diverse problematiche.
Al piano interrato ci sono due locali, il compartimento antincendio è unico.
Uno dei locali è un magazzino, circa 2600 mq e 6 metri in altezza. Fare un dimensionamento di massima seguendo la UNI 9494-2 (focalizzandomi, per le portate, sull'appendice H) è stato laborioso ma non troppo complicato, anche se mi dovrò discostare, in linea di principio, dalla realizzazione di barriere di fumo (non fattibili) e dalla lunghezza di uno dei lati superiore a 60 metri.
L'altro locale è una specie di box, all'interno del magazzino. La sfortuna vuole che a suo tempo non si pensò ad una compartimentazione (che altrimenti mi permetterebbe di sfruttare le finestre su una parete, più che sufficienti per rispettare il COPI).
La norma UNI 9494-2 la vedo inapplicabile:
- l'area del locale è di circa 800 mq, peccato solo che è diviso in stanze e stanzette di cui nessuna supera i 150 mq. Siamo quindi ben sotto le superifici minime, non ho neanche dei valori orientativi
- essendo un locale adibito a cotture cibi (con apparecchi elettrici), da un punto di vista igienico sanitario dovrei fermare tutto e le opere di posa tubi sicuramente invalidano la pulizia dei locali (non so se mi sto spiegando)
Dall'altro lato, non avere il compartimento rischia di invalidarmi la soluzione dell'estrazione meccanica nel magazzino (che sarebbe, formalmente, una soluzione a metà).
Non vedo troppe alternative se non compartimentare in qualche modo o convincere una volta per tutte il cliente a fare delle bocche di lupo.
Sarei grato a chiunque può darmi una mano
