Ponti termici e cappotto termico
Inviato: ven giu 11, 2021 19:45
Buona sera, ho dei quesiti da proporre in questo periodo dove tutti vogliono il cappotto termico per ristrutturazione su abitazioni costruite senza un minimo di criterio.
Al di là della reale necessità del cappotto termico in zone climatiche dove difficilmente si raggiungere la temperatura di zero gradi durante la stagione invernale, la normativa richiede che sia verificata la “non presenza di condensa” in prossimità dei ponti termici. Esistono diverse metodologie di calcolo, da un approccio semplificato in cui si fa riferimento all’abaco dei ponti termici, a quello più analitico e strutturato agli elementi finiti in cui si ricrea la situazione di studio. Fatta questa premessa ho 2 dubbi:
1) Dallo studio sullo stato di fatto, noto che la simulazione numerica mi porta la presenza di condensa là dove nella realtà non c’è. Posso pensare che il calcolo sia troppo cautelativo o errato, ma a questo punto come posso essere sicuro che nello studio di progetto non sia troppo cautelativo e oneroso pensare ad interventi fortemente impegnativi, perchè il software “genera” sempre condensa? Il software ci dà la possibilità di modificare eventualmente l’umidità relativa interna o quella ammissibile ma questi escamotage, a parer mio, fanno venir meno il senso di tutto il calcolo.
2) Studiare ad hoc un’abitazione che ha tutte pareti differenti, solai sfalsati, infissi di cui non si conosce nulla, stratigrafie dubbie, ha senso creare un’infinità di differenti tipologie di ponti termici con costi e tempistiche importanti e magari alla fine non è possibile fare il lavoro?
Al di là della reale necessità del cappotto termico in zone climatiche dove difficilmente si raggiungere la temperatura di zero gradi durante la stagione invernale, la normativa richiede che sia verificata la “non presenza di condensa” in prossimità dei ponti termici. Esistono diverse metodologie di calcolo, da un approccio semplificato in cui si fa riferimento all’abaco dei ponti termici, a quello più analitico e strutturato agli elementi finiti in cui si ricrea la situazione di studio. Fatta questa premessa ho 2 dubbi:
1) Dallo studio sullo stato di fatto, noto che la simulazione numerica mi porta la presenza di condensa là dove nella realtà non c’è. Posso pensare che il calcolo sia troppo cautelativo o errato, ma a questo punto come posso essere sicuro che nello studio di progetto non sia troppo cautelativo e oneroso pensare ad interventi fortemente impegnativi, perchè il software “genera” sempre condensa? Il software ci dà la possibilità di modificare eventualmente l’umidità relativa interna o quella ammissibile ma questi escamotage, a parer mio, fanno venir meno il senso di tutto il calcolo.
2) Studiare ad hoc un’abitazione che ha tutte pareti differenti, solai sfalsati, infissi di cui non si conosce nulla, stratigrafie dubbie, ha senso creare un’infinità di differenti tipologie di ponti termici con costi e tempistiche importanti e magari alla fine non è possibile fare il lavoro?