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Cambio destinazione d'uso - Certificato acustico di progetto?

Inviato: gio feb 25, 2016 09:23
da ValeriaSandoli
Buon giorno,
se ho cambio di destinazione d'uso da appartamento a ufficio, senza modificare struttura e impianto (che già è presente ovviamente) devo fare le verifiche richieste nel certificato acustico di progetto?
se non rientra nei parametri del DPCM 5/12/97 devo necessariamente far adeguare le strutture?
grazie

Re: Cambio destinazione d'uso - Certificato acustico di progetto?

Inviato: gio mar 03, 2016 17:03
da fansil
In generale è il Comune che dovrebbe richiedere la verifica previsionale sui requisiti acustici passivi per il cambio di destinazione d'uso, dato che i valori limite previsti dal D.P.C.M. 5/12/1997 per le abitazioni sono diversi da quelle per gli uffici (più restrittive per l'isolamento di facciata e il livello di rumore di calpestio!). In teoria facciata e livello di rumore di calpestio andrebbero anche adeguate ai valori per la categoria ufficio, almeno stante la risposta di chiarimento nel caso delle ristrutturazioni del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici .http://www.anit.it/wp-content/uploads/1 ... o-2014.pdf
Ogni Comune ha le sue NTA alla zonizzazione acustica e la verifica previsionale per cambio di destinazione d'uso è richiesta solo dai comuni che si sono dati questo regolamento, non è estesa dalla legislazione nazionale su tutto il territorio nazionale.
Se pertanto ti hanno richiesto la verifica previsionale sui requisiti acustici passivi e ci sono degli adeguamenti da fare, in teoria andrebbero fatti.
Spero di averti aiutato

Re: Cambio destinazione d'uso - Certificato acustico di progetto?

Inviato: mar mar 08, 2016 10:27
da morrissey
Se c’è un cambio di destinazione d’uso da civile ad ufficio, teoricamente, la verifica va fatta, poi è da vedere quanto riportato nel regolamento comunale di attuazione della zonizzazione (come giustamente sopra riportato).
Poi vorrei aprire una “polemica” sui cosiddetti “certificati acustici di progetto” che, oltre ad essere un ossimoro, visto che la previsione si basa su algoritmi semiempirici e da progetto non puoi “certificare” alcunché, impedisce nella stragrande maggioranza dei casi di effettuare le uniche verifiche che devono essere fatte ovvero le misure in opera, dal momento che il 5/12/97 parla solo ed espressamente di questo.
La realtà è che normalmente viene presentata una relazioncina (uscita da un sw che è una “black box”) da gente che non distingue un livello equivalente da un livello istantaneo, che attesta il rispetto tout-court di tutti i requisiti e così viene aggirato a costo zero l’aspetto acustico. Questo in generale, poi è ovvio che c’è il progettista che sta attento e gli acustici fanno il loro.
In definitiva la mia opinione è che se si valuta previsionalmente i RAP, ciò deve servire solo a dare evidenza (burocratica e non) che l’aspetto acustico è stato affrontato cum crano salis e ciò deve sfociare in verifiche in opera validanti la previsione; diversamente è una presa in giro.
Cosa ne pensate?