Quesiti su Opuscolo Contabilizzazione EC

Normativa Termotecnica, Impianti di riscaldamento, Legge 10/91, DLgs 192/05, ecc.

Moderatore: Edilclima

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redHat
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Quesiti su Opuscolo Contabilizzazione EC

Messaggio da redHat »

Ho letto con interesse l'Opuscolo Edilclima "la Contabilizzazione del calore", recentemente pubblicato per promuovere il software EC710, però (confesso la mia ignoranza) non mi spiego alcune cose riportate nell'opuscolo:

1. Se l'edificio è già esistente perché fare un calcolo energetico previsionale delle singole Qh,ui,cli (che richiede un laborioso e dettagliato calcolo per ogni singola unità immobiliare, come riportato nel prospetto 7) quando sarebbe molto più facile predeterminare la Qh,cli (fabbisogno utile climatizzazione edificio) e le Pcli (perdite dall'impianto di climatizzazione) riferendosi all'intero involucro?

2. Se l'efficienza della produzione dell'ACS è inferiore a quella per la climatizzazione invernale (così deduco dai valori riportati nel prospetto 8 ) allora come mai il costo energetico per tipo di servizio, riportato nel prospetto 9, è minore per l'ACS?

A margine, noto inoltre che i prospetti di ripartizione delle spese del condominio (vedasi Prospetto 10), sarebbero più leggibili se i valori fossero limitati al 2° decimale (centesimi di euro) anziché al 4°, mentre sarebbe opportuno che i millesimi di ripartizione (vedasi prospetto 7) fossero arrotondati, come consuetudine, al 3° decimale anziché al 2°.

Sbaglio?
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Edilclima
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Re: Quesiti su Opuscolo Contabilizzazione EC

Messaggio da Edilclima »

Salve, cercheremo sinteticamente di dare una risposta a Suoi quesiti.

Risposta al quesito 1.
I vari Qh,ui,cli servono per la valutazione dei “millesimi di fabbisogno” dei singoli appartamenti, da qui l’esigenza di valutarli singolarmente.

Risposta al quesito 2.
Il prospetto 9 si riferisce ai costi unitari [€/kWh] del calore “utile”; ricordo che il calore utile di un servizio (ad es.ACS) è il calore prodotto dal generatore e immesso a monte della rete impiantistica di quel determinato servizio. Tale calore in parte diventerà “volontario” e in parte diventerà “involontario”.
Per la determinazione del costo del calore utile del singolo servizio contano pertanto soltanto i costi ad esso attribuibili (derivanti dai vari vettori energetici coinvolti) e l’ammontare del calore utile immesso in quel determinato servizio dal sistema di produzione. Pertanto, se con “inefficienza” del servizio di ACS Lei allude all’ammontare del calore involontario, il condominio pagherà tale inefficienza semplicemente vedendo bollette elevate; ricordo infatti che il corrispettivo economico del calore involontario rientra nella cosiddetta “quota fissa”. Quindi l’inefficienza della rete distributiva del servizio di ACS non si vede dal costo unitario del calore utile bensì in generale dall’ammontare delle “bollette” per ACS, a causa in particolare della quota fissa.

Risposta all’osservazione conclusiva.
Dato che gli utenti di fatto pagano la “spesa totale” (proprio per questo approssimata a 2 cifre decimali), il prospetto 10 riporta valori di quote a consumo e di quote fisse cautelativamente espressi a 4 cifre decimali in modo che la “spesa totale” corrisponda con esattezza alla somma di tali quote; un arrotondamento a 2 cifre dei “parziali” di calcolo (quote a consumo e quote fisse) potrebbe produrre una divergenza di qualche centesimo (elemento che potrebbe offrire spunto per eventuali contestazioni, come confermatoci da alcuni nostri utenti).
Per quanto riguarda l’arrotondamento dei millesimi, non ci risulta una consuetudine vera e propria che porti ad esplicitare sempre i valori a 3 cifre decimali, tuttavia la Sua osservazione è più che lecita e preziosa, e la terremo presente per il futuro.
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redHat
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Re: Quesiti su Opuscolo Contabilizzazione EC

Messaggio da redHat »

Ringrazio per la risposta articolata, se posso approfitto della sua disponibilità per un ulteriore approfondimento sulla risposta al punto 1.
Non mi è chiaro perchè il consumo involontario non possa essere ripartito tra i vari alloggi tramite i millesimi di potenza (mfi) anzichè i "millesimi di fabbisogno" (mQh,cli) questi ultimi basati su un calcolo energetico dettagliato alloggio per alloggio, che francamente vorrei evitare perchè non ne vedo l'utilità dato che mi pare che con i millesimi di fabbisogno potrebbe addirittura derivare un maggior errore dato che il calcolo analitico "normalizzato" non tiene conto della effettiva emissione termica che si ha con un sovra o sotto dimensionamento dei radiatori, ovvero perchè riferire il calcolo a valori potenziali quando abbiamo a disposizione valori reali?
mat
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Re: Quesiti su Opuscolo Contabilizzazione EC

Messaggio da mat »

Red, ma che dici? Che la quota involontaria debba essere ripartita per milesimi di fabbisogno e non di potenza lo stabilisce la UNI10200, non l'ha mica deciso Edilclima...
redHat ha scritto:potrebbe addirittura derivare un maggior errore dato che il calcolo analitico "normalizzato" non tiene conto della effettiva emissione termica che si ha con un sovra o sotto dimensionamento dei radiatori
Ma ti stai riferendo all'emissione termica della rete di distribuzione, o ai radiatori? Personalmente non concordo in nessuna delle due ipotesi, ma a maggior ragione sulla seconda.
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redHat
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Re: Quesiti su Opuscolo Contabilizzazione EC

Messaggio da redHat »

Certo lo dice la norma e non Edilclima, ma intendevo capirne la motivazione dal punto di vista tecnico, francamente la ripartizione secondo i millesimi di fabbisogno mi pare un approccio troppo teorico di dubbia utilità.
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