Che verifiche fare?
Inviato: sab nov 26, 2011 10:41
Mi trovo però in difficoltà nell'individuare le verifiche di cui al DGR 8745 per il caso in oggetto.
Stato Attuale:
Un capannone con uffici e area mostra è separato da un altra "porzione di capannone "da una parete. La zona uffici e l'area mostra è riscaldata con caldaia, l'altra "porzione di capannone" non è riscaldata.
Progetto:
E' prevista la demolizione della parete, ampliando l'area espositiva (raddoppiandola di dimensioni) e la creazione di altri uffici.
Si vuole riscaldare la "porzione di capannone" da incorporare all'area espositiva con un impianto nuovo.
Non sono previste modifiche alle strutture (il blocco uffici verrà fatto con pareti mobili) ne inserimento di isolamenti termici (quindi nessun intervento sulle superfici disperdenti del nuovo volume riscaldato).
Nella zona espositiva mi troverei quindi 2 impianti che riscaldano porzioni diverse dello stesso ambiente.
A livello di legge 10 come inquadrare il tutto?
Ho un ampliamento > del 20% del volume riscaldato, ma non ho un ampliamento dell'impianto termico.
Ai sensi dell'art. 7.2 dovrei fare una verifica di EPH sulla sola parte ampliata. Il che risulta impossibile se non si isolano le strutture. E poi, come considerare la parte ampliata sul lato comunicante con l'area espositiva, che non c'è parete? Vabbè questo forse è semplice non lo considero.
La cosa che non mi torna è che, se non si demolisse la parete e dotassi la “porzione di capannone” di nuovo impianto termico, dovrei verificare solo l'etaG del nuovo impianto di riscaldamento (+ acs con rinnovabile). Si veda l'art. 6.1 e seguenti del DGR 8745.
Demolendo la parete, invece, mi ritrovo con un ampliamento volumetrico dell'edificio (e non dell'impianto) ricadendo nell'obbligo di verifica dell'EPH.
C'è quindi questo non senso nella normativa (che certamente non è fatta per i casi particolari), ma che è sempre da rispettare.
A mio avviso, non trova giustificazione, dato appunto la contraddizione presente, la verifica dell'EPH (relativa all'impianto dell'edificio).
Le direttive europee che sono state recepite in Italia e tramite la clausola di cedevolezza dalla Regione, fanno sempre presente (soprattutto l'ultima la 2010/31) che si “dovrebbero tenere conto dell’efficacia sotto il profilo dei costi”.
NOTA: Andando a vedere la definizione di edificio della DGR 8745 sembra che questo sia riferito ad un impianto termico.. ma l'impianto termico, sempre da definizione, è un complesso di impianti terncologici. Nel caso in esame quindi, l'impianto esistente con caldaia ed il nuovo impianto sarebbe un impianto termico e non 2.
Stato Attuale:
Un capannone con uffici e area mostra è separato da un altra "porzione di capannone "da una parete. La zona uffici e l'area mostra è riscaldata con caldaia, l'altra "porzione di capannone" non è riscaldata.
Progetto:
E' prevista la demolizione della parete, ampliando l'area espositiva (raddoppiandola di dimensioni) e la creazione di altri uffici.
Si vuole riscaldare la "porzione di capannone" da incorporare all'area espositiva con un impianto nuovo.
Non sono previste modifiche alle strutture (il blocco uffici verrà fatto con pareti mobili) ne inserimento di isolamenti termici (quindi nessun intervento sulle superfici disperdenti del nuovo volume riscaldato).
Nella zona espositiva mi troverei quindi 2 impianti che riscaldano porzioni diverse dello stesso ambiente.
A livello di legge 10 come inquadrare il tutto?
Ho un ampliamento > del 20% del volume riscaldato, ma non ho un ampliamento dell'impianto termico.
Ai sensi dell'art. 7.2 dovrei fare una verifica di EPH sulla sola parte ampliata. Il che risulta impossibile se non si isolano le strutture. E poi, come considerare la parte ampliata sul lato comunicante con l'area espositiva, che non c'è parete? Vabbè questo forse è semplice non lo considero.
La cosa che non mi torna è che, se non si demolisse la parete e dotassi la “porzione di capannone” di nuovo impianto termico, dovrei verificare solo l'etaG del nuovo impianto di riscaldamento (+ acs con rinnovabile). Si veda l'art. 6.1 e seguenti del DGR 8745.
Demolendo la parete, invece, mi ritrovo con un ampliamento volumetrico dell'edificio (e non dell'impianto) ricadendo nell'obbligo di verifica dell'EPH.
C'è quindi questo non senso nella normativa (che certamente non è fatta per i casi particolari), ma che è sempre da rispettare.
A mio avviso, non trova giustificazione, dato appunto la contraddizione presente, la verifica dell'EPH (relativa all'impianto dell'edificio).
Le direttive europee che sono state recepite in Italia e tramite la clausola di cedevolezza dalla Regione, fanno sempre presente (soprattutto l'ultima la 2010/31) che si “dovrebbero tenere conto dell’efficacia sotto il profilo dei costi”.
NOTA: Andando a vedere la definizione di edificio della DGR 8745 sembra che questo sia riferito ad un impianto termico.. ma l'impianto termico, sempre da definizione, è un complesso di impianti terncologici. Nel caso in esame quindi, l'impianto esistente con caldaia ed il nuovo impianto sarebbe un impianto termico e non 2.