LEGGE 10/91 - obblighi vigenti all'epoca

Normativa Termotecnica, Impianti di riscaldamento, Legge 10/91, DLgs 192/05, ecc.

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peritopistoia
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LEGGE 10/91 - obblighi vigenti all'epoca

Messaggio da peritopistoia »

Ciao a tutti.
Sono stato chiamato come CTP in un causa nella quale il mio cliente (impresa edile) ha ristrutturato e poi venduto al Signor "A" un appartamento (trilocale) in un condominio storico.
Il Signor "A" ha vissuto nell'apartamento per 7 anni senza mai lamentare alcun problema fino a quando, ha deciso di rivenderlo al Signor "B" (ingegnere nostro collega) :wink: .

Il Signor "B", appena entrato in casa, ha lamentato il fatto che l'impianto non fosse adeguato all'appartamento ed ha chiamato in causa il Signor "A", il quale a sua volta si è (ovviamente) rivalso sul mio cliente.
Di comune accordo (io ancora non ero stato nominato CTP) il mio cliente ed il Signor "B" hanno deciso di "adeguare" l'impianto al progetto allegato alla legge 10/91 redatta nel giugno 2001 dal termotecnico, in quanto mancavano 5/6 elementi di radiatori.
Successivamente, il Signor "B", ha deciso di sotutire la caldaia installata con una caldaia a condensazione ( :? ), ha abbassato la temperatura dell'acqua a 65 °C ed ha fatto una prova strumentale (della durata di 24 ore) durante la quale l'appartamento non ha mai raggiunto i 20°C (massimo 19°C - con temeperatura esterna intorno ai 6/7 °C).
A seguito di questa prova, non soddisfatto delle prestazioni dell'impianto, il Signor "B" ha deciso di intentare una causa ufficiale contro il mio cliente, chiedendo l'isolamento del solaio di copertura (peraltro previsto nelle stratigrafie del progettista dell'epoca ma in realtà non realizzato) contestando di fatto l'impianto.

Ora ... al di là del fatto che non capisco come si possa contestare un impianto di 10 anni prima .... una volta fatte le modifiche sopra dette (implementazione dei radiatori e sostituzione della caldaia) ... quello che si contesta ... non è certo quello che aveva realizzato il mio cliente ... !!!
Ho fatto due conti in base ai radiatori installati ed innalzando la temperatura dell'acqua a 80°C, si riesce a soddisfare il fabbisogno termico dell'appartamento, ed ho proposto quindi al CTU di fare una seconda prova strumentale con queti parametri; il giudice ha richiesto pertanto questa seconda prova che a breve verrà messa in atto.
Sul progetto allegato alla legge 10/91, il progettista dichiarava (giugno 2001) - temperatura mandata 65°C, temperatura media corpo scaldante 60°C.

1 - Il CTP del Signor "B" (ingengere strutturale) sostiene che non si potesse condurre un impianto con 80°C di mandata (nemmeno all'epoca dei fatti) vi risulta una cosa del genere ?
Io non ho trovato assolutamente niente a riguardo.

2 - Sostiente inoltre che il "Cd" preso in considerazione per i calcoli, sia quello dell'intero edificio (sono presenti 5 appartamenti) e non quello dell'appartamento in questione;
io non sono molto pratico di leggi 10/91 (sono "abbastanza" giovane e ne ho fatte davvero pochissime) qualcuno sa spiegarmi (in termini spiccioli) se la considerazione fatta sal CTP del Signor "B" sia giusta ?

3 - La verifica del FEN risulta eseguita con il "metodo B" che se non ho capito male è quella di una ristrutturazione di un impianto termico e non di un nuovo impianto ... questo inficia su cosa ? Perchè mi dice che il FEN ... è sospetto ?

Grazie a chi vorrà aiutarmi.
danilo2
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Re: LEGGE 10/91 - obblighi vigenti all'epoca

Messaggio da danilo2 »

Nel 2001 non esistevanmo limiti di massima temperatura dell'acqua in mandata agli impianti, fissati da norme.
Il Cd era il coefficiente di dispersione e si calcolava semplicemente dividendo la potenza necessaria calcolata con la UNI 7357 per il volume e per il salto termico; poteva essere calcolata pertanto su qualsiasi volume, sia dell'appartamento che dell'intero edificio.
Sulla lettera B potrebbe esserci stata una incomprensione, chiariamo: la vecchia UNI 10379 permetteva il calcolo del FEN secondo un metodo analitico (metodo A) e altri due metodi semplificati (metodi B e C). Può essere che il tecnico abbia optato per questi due metodi semplificati.
Per quanto riguarda la presentazione della relazione tecnica il DM 13/12/1993 prevedeva tre tipi di relazioni, appunto detti A B e C. Il modello B era relativo a "Opere relative agli impianti termici di nuova installazione in edifici esistenti oppure opere relative alla ristrutturazione di impianti termici esistenti", ma questo è solo un aspetto formale legato al contenuto della relazione tecnica che il committente doveva depositare in Comune secondo art 28 Legge 10/91
peritopistoia
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Re: LEGGE 10/91 - obblighi vigenti all'epoca

Messaggio da peritopistoia »

Innazitutto grazie mille per le risposte ...
quindi secondo te potrei provare ad impostare la temperatura a 80 °C e vedere se ce la facciamo a raggiungere i 20 °C in ambiente ?

Il salto termico di cui mi parli (al denominatore della formula per il calcolo del Cd) che salto termico è ?
Se fosse quello del'impianto (mandata - ritorno) e, come presuppongo, l'impianto risultasse idoneo con acqua a 80° a soddisfare il fabbisogno ... mantenendolo invariato (10) ... questo non mi "sposta" niente dal punto di vista delle verifiche obbligatorie all'epoca ....

Ho capito bene ???
Grazie di nuovo
Sergio_50
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Re: LEGGE 10/91 - obblighi vigenti all'epoca

Messaggio da Sergio_50 »

Nella legge 10/91 c'è lo schema dell'impianto con indicata la potenza dei radiatori?

A che delta T?
Immagino delta T=60°C = (80-20)
danilo2
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Re: LEGGE 10/91 - obblighi vigenti all'epoca

Messaggio da danilo2 »

Il deltaT al denominatore della formula del Cd è (Tinterna di progetto-Testerna convenzionale) quindi il Cd non ha nulla a ch evedere con il tuo problema.
Detto questo proviamo a riassumere:
il tuo cliente A, che è l'impresa, è stata chiamata da B perchè secondo lo stesso, l'impianto non porta i locali ad una temperatura soddisfacente.
La questione a mio parere è solo legale. Infatti non si capisce perchè tu usi la Legge 10 redatta nel 2001; la Legge 10 allora come oggi nulla a che vedere con la capacità a soddisfare le esigenze del tuo cliente in termini di Temperatura. La relazione e i calcoli rispettavano il DPR 412/93 che riguardavano gli aspetti energetici.

Potrebbe avere senso per A chiamare come Terzo l'installatore al quale ha appaltato l'impianto, perchè lui è responsabile sicuramente, a meno che l'impresa non abbia realizzato direttamente l'impianto oppure non abbia fatture che dimostrino che l'impianto è stato realizzato da altri.

Chiamare come Terzo il prgettista della Legge 10 potrebbe avere senso solo se la Legge 10 prevedeva isolamenti non conformi alla Legge (per fare ciò occorrerebbe rifare la Legge 10 e trovare un vizio all'interno della stessa) oppure una caldaia non sufficiente, oppure ancora, nel caso il progettista per eccesso di zelo si sia spinto a progettare e disegnare cose che il DPR 412 (vedi anche Circolare n° 231 del 13/12/93) non prevedeva, ma che una volta fatte e firmate e poste in opera, se viziate, sono una concausa del cattivo funzionamento.

Oltre a ciò occorre chiarire quali erano all'epoca i limiti minimi di T all'interno dei locali, che il costruttore doveva garantire. E qui B è messo male perchè è molto difficile trovarne. Il DPR 412 fissava dei limiti massimi ma non minimi.
In Lombardia, abbiamo sempre usato il Regolamento di Igiene che recita:
L'impianto di riscaldamento comunque deve garantire la possibilità di ottenere anche nei mesi invernali e più freddi una temperatura dell'area interna pari a 18°C (per un minimo esterno di -7°C).Nei servizi si deve poter raggiungere la temperatura minima di 20°C. Si deve poter ottenere la temperatura di cui sopra in modo omogeneo, nella stessa unità di tempo, nei vari locali, misurandola ad almeno m 1,20 di distanza dalla fonte di calore.

Come vedi se il RLI fosse lo stesso, per B sarebbe dura vincere la causa perchè i suoi 19° sarebbero più che sufficienti.
SuperP
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Re: LEGGE 10/91 - obblighi vigenti all'epoca

Messaggio da SuperP »

peritopistoia ha scritto: ha abbassato la temperatura dell'acqua a 65 °C ed ha fatto una prova strumentale (della durata di 24 ore) durante la quale l'appartamento non ha mai raggiunto i 20°C (massimo 19°C - con temeperatura esterna intorno ai 6/7 °C).
Mah.. mucio strano. Con 80°C va a -5°C esterni.. con 6/7°C a 65 riscalda.
Ma che potenza termica nominale (DT 50°C) hanno i radiatori? Di che dimensioni è l'appartamento? e le stratigrafie medie?
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gfrank
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Re: LEGGE 10/91 - obblighi vigenti all'epoca

Messaggio da gfrank »

Per comprendere meglio il problema, è necessario conoscere il quesito posto dal giudice.
Si dovrebbe verificare se l'impianto realizzato nel 2001 è comforme al progetto (calcolo e dimensionamento dell'impianto termico).
Se il progetto non esiste, devi fare un rilievo delle strutture disperdenti e dell'impianto esistente (al 2001) e verificare che l'impianto realizzato sia in grado di fornire all'ambiente l'energia termica richiesta.
Ultima modifica di gfrank il lun gen 07, 2013 18:08, modificato 1 volta in totale.
arkanoid
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Re: LEGGE 10/91 - obblighi vigenti all'epoca

Messaggio da arkanoid »

ho l'impressione che il problema possa girare più attorno al fatto che la caldaia non ce la faccia, specie se i tubi li hanno installati non isolati nella muratura. Monta due termometri in mandata e ritorno
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peritopistoia
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Re: LEGGE 10/91 - obblighi vigenti all'epoca

Messaggio da peritopistoia »

per danilo2:

prendo in riferimento la legge 10/91 ed il progetto allegato (redatti nel 2001) proprio per capire se l'installatore a suo tempo abbia rispettato o meno quanto in essi precritti dal progettista...mi sembrava l'unico modo per avere un dato "certo" di partenza.
Detto questo ... quando dici "prevedere isolamenti non conformi alla legge" cosa intendi ?
Non mi risulta che all'epoca dei fatti fosse necessario prevedere isolamenti nelle strutture ... non conformi poi ... che vuol dire ?
Il progettista, comunque, aveva previsto sulla copertura un isolamento in sughero di 4 cm (poi non posato in fase di realizzazione) ed il CTU infatti scrive la

"non prontezza dell'impianto a fornre il calore necessario, infatti impiega un lungo tempo a raggiungere la temperatura interna di progetto, 20°C. Per innalzare la temperatura di 7°C sono occorse circa 19 ore. In realtà la situazione è ancora peggiore, in quanto durante la prova sperimentale, non si sono manifestate le seguenti condizioni:
1) Temepratura di 0°C (temperatura minima di progetto prevista per legge), si sono avute temperature di 6-7°C.
2) Non si sono eseguiti i ricambi d'aria previsti dalla legge (0,50 mc/h).
Entrambe le condizioni prevsite dalla legge, implicano una maggiore quantità di calore che l'impianto deve fornire. Inoltre per la zona climatica in questione, il riscaldamento non può essere tenuto acceso per più di 12 ore al giorno. Pertanto in considerazione di quanto sopra, si può affermare che l'impianto di riscaldamento non funziona adeguatamente .... le cause sono da ricercarsi nella dispersione di calore maggiore a quanto non previsto in progetto, Legge 10/91, e con la quale è stato dimensionato l'impianto di riscaldamento.


Tutto sacrosanto ... sia quello che dice lui (CTU) sia quello che dici tu (relazione e calcoli affrontano gli aspetti energetici ... e non quelli di impianto) ma io ho una tale confusione in testa :? !!!

Ricapitolando secondo te dovrei leggermi il Regolamento di igiene locale e soffermarmi sulla temperatura minima da garantire all'interno dei locali e non su quella massima :D ma per il tempo di accensione dell'impianto ? :(
peritopistoia
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Re: LEGGE 10/91 - obblighi vigenti all'epoca

Messaggio da peritopistoia »

SuperP ha scritto:
peritopistoia ha scritto: ha abbassato la temperatura dell'acqua a 65 °C ed ha fatto una prova strumentale (della durata di 24 ore) durante la quale l'appartamento non ha mai raggiunto i 20°C (massimo 19°C - con temeperatura esterna intorno ai 6/7 °C).
Mah.. mucio strano. Con 80°C va a -5°C esterni.. con 6/7°C a 65 riscalda.
Ma che potenza termica nominale (DT 50°C) hanno i radiatori? Di che dimensioni è l'appartamento? e le stratigrafie medie?

DATI PROGETTO:

- temepratura esterna: 0°C;
- temperatura mandata 65°C;
- temperatura ritorno 55°C;
- temepratura ambiente 20°C;
- temperatura media 60°C;
- DT (Temp. media - T amb) 40°

POTENZA RADIATORI 547 + 1630 + 835 + 453 = 3465 W

L'appartamento è complessivamente 71 m² lordi (bilocale + bagno e cucinotto)

Le stratigrafie medie sono circa 30 cm (muri pietra e mattoni, solai in legno ed infissi vecchi ma con vetro camera).
arkanoid
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Re: LEGGE 10/91 - obblighi vigenti all'epoca

Messaggio da arkanoid »

non si sono eseguiti i ricambi d'aria di progetto? Non si tratta di ventilazione meccanica, è il valore convenzionale per tenere conto delle infiltrazioni.
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SuperP
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Re: LEGGE 10/91 - obblighi vigenti all'epoca

Messaggio da SuperP »

peritopistoia ha scritto:POTENZA RADIATORI 547 + 1630 + 835 + 453 = 3465 W
16W/m3 lordo.. non sono tantissimi
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arkanoid
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Re: LEGGE 10/91 - obblighi vigenti all'epoca

Messaggio da arkanoid »

vero. Hai verificato le rese effettive a DT40? Così direi che il dimensionamento è ottimistico. Se ci sono anche meno elementi del necessario, almeno hai la ragione tecnica.
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