Buon giorno a tutti
Un cliente deve portare 3 contatori che si trovano all'interno della proprietà sul muro di cinta
l'intervento consiste quindi nel posizionare nuove tubazioni dai nuovi contatori fino ad allacciarsi alle tubazioni esistenti che portano il gas alle caldaie e alle cucine (s itratta di tubazioni interrate e a vista comunque tutte all'aperto)
Nella dichiarazione di conformità:
1- devo comunque citare le utenze servite e le relative potenzialità?
2- devo verificare che i locali siano a norma (scarichi fumi + areazione)
Se i locali non sono a norma dovrei rifiutarmi di eseguire il lavoro?
Posso limitarmi a certificare la parte da me realizzata?
Grazie in anticipo
Intervento su impianto esistente
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Intervento su impianto esistente
THE FLY
Re: Intervento su impianto esistente
Se i locali non sono a norma dovrei rifiutarmi di eseguire il lavoro?
Posso limitarmi a certificare la parte da me realizzata?
Grazie in anticipo[/quote]
Posso limitarmi a certificare la parte da me realizzata?
Grazie in anticipo[/quote]
JACK
Re: Intervento su impianto esistente
Nella dichiarazione di conformità:
1- devo comunque citare le utenze servite e le relative potenzialità?
2- devo verificare che i locali siano a norma (scarichi fumi + areazione)
Se i locali non sono a norma dovrei rifiutarmi di eseguire il lavoro?
Posso limitarmi a certificare la parte da me realizzata?
Caro Stefano, innanzitutto devi controllare che la somma delle potenzialità per ciascun contatore siano inferiori a 35 kW, perchè in quel caso serve un progetto.
Se i locali non sono a norma devi far valere la tua professionalità ed imporre che vengano messi a norma, perchè, ti faccio la seguente domanda, se dovesse succedere qualcosa non ti sentiresti in colpa? Almeno dal punto di vista deontologico, se non giuridico, sei condannabile.
Ciao e buon lavoro
1- devo comunque citare le utenze servite e le relative potenzialità?
2- devo verificare che i locali siano a norma (scarichi fumi + areazione)
Se i locali non sono a norma dovrei rifiutarmi di eseguire il lavoro?
Posso limitarmi a certificare la parte da me realizzata?
Caro Stefano, innanzitutto devi controllare che la somma delle potenzialità per ciascun contatore siano inferiori a 35 kW, perchè in quel caso serve un progetto.
Se i locali non sono a norma devi far valere la tua professionalità ed imporre che vengano messi a norma, perchè, ti faccio la seguente domanda, se dovesse succedere qualcosa non ti sentiresti in colpa? Almeno dal punto di vista deontologico, se non giuridico, sei condannabile.
Ciao e buon lavoro
JACK
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Vi racconto un fatto curioso ed attendo un vostro commento:
abitazione civile su edificio multipiano, impianto esistente del gas metano con caldaia murale e scarico in parete installata su autorimessa. Da un condomine (A) viene contestato l'impianto al proprietario (B) dell'appartamento con impianto non a norma. Interviene l'Arpav che obbliga di adeguare l'impianto con notifica in Comune (citando giustamente la Legge 46/90). Si rifanno le linee di adduzione gas, viene creato un locale compartimentato dove è installata la caldaia ma quest'ultima, visto che è ancora idonea, rispetta i rendimenti, non viene sostituita. Viene prodotta la dichiarazione di conformità dell'impianto e le cose sembrano chiuse. Ma la persona (A) non contento chiama un avvocato, fa causa alla persona (B), contestando lo scarico in parete in quanto la caldaia non è conforme alla EN 297 cosi come stabilito dal DPR 551/99 art. 5 comma 9. La caldaia è stata installata nel 1998 in cui era in vigore il DPR 412 che non prevedeva tale possibilità. L'avvocato sostiene che adeguando le linee gas avrei dovuto adeguare tutto l'impianto, con sostituzione della caldaia stessa.
Per cui io dico... ma come puoi predendere di far osservare una norma entrata in vigore dopo l'installazione della caldaia? Da quel che mi risulta non sono obbligato a sostituire la caldaia, o sbaglio? Giustamente era necessario adeguare l'impianto del punto di vista della sicurezza....voi che ne dite?
abitazione civile su edificio multipiano, impianto esistente del gas metano con caldaia murale e scarico in parete installata su autorimessa. Da un condomine (A) viene contestato l'impianto al proprietario (B) dell'appartamento con impianto non a norma. Interviene l'Arpav che obbliga di adeguare l'impianto con notifica in Comune (citando giustamente la Legge 46/90). Si rifanno le linee di adduzione gas, viene creato un locale compartimentato dove è installata la caldaia ma quest'ultima, visto che è ancora idonea, rispetta i rendimenti, non viene sostituita. Viene prodotta la dichiarazione di conformità dell'impianto e le cose sembrano chiuse. Ma la persona (A) non contento chiama un avvocato, fa causa alla persona (B), contestando lo scarico in parete in quanto la caldaia non è conforme alla EN 297 cosi come stabilito dal DPR 551/99 art. 5 comma 9. La caldaia è stata installata nel 1998 in cui era in vigore il DPR 412 che non prevedeva tale possibilità. L'avvocato sostiene che adeguando le linee gas avrei dovuto adeguare tutto l'impianto, con sostituzione della caldaia stessa.
Per cui io dico... ma come puoi predendere di far osservare una norma entrata in vigore dopo l'installazione della caldaia? Da quel che mi risulta non sono obbligato a sostituire la caldaia, o sbaglio? Giustamente era necessario adeguare l'impianto del punto di vista della sicurezza....voi che ne dite?
Andrea Diqui
l'avvocato giustamente indica il fatto che il generatore è installato nel 1998, quindi l'eventuale installazione della caldaia con lo scarico a parete doveva essere effettuata in conformità al 412/93 che, nel caso dell'edificio plurifamiliare veniva installata la caldaia per riscaldamento ( nuova Installazione ) comunque è ed era vietato lo scarico a parete.
L'unica deroga poteva essere presa in consoderazione ( nell'anno di installazione della caldaia 1998 ) che non vi era nessun camino esistente adeguabile insieme alla dia in comune per verificare l'ammissibilità da parte del comune per lo scarico a parete e che il tipo di intervento era solo per un appartamento del condominio e non la totalità degli impianti
L'unica deroga poteva essere presa in consoderazione ( nell'anno di installazione della caldaia 1998 ) che non vi era nessun camino esistente adeguabile insieme alla dia in comune per verificare l'ammissibilità da parte del comune per lo scarico a parete e che il tipo di intervento era solo per un appartamento del condominio e non la totalità degli impianti