Impianto a pavimento - pompe a portata variabile
Moderatore: Edilclima
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Impianto a pavimento - pompe a portata variabile
In un edificio commerciale è previsto un impianto a pavimento con un'estensione di circa 1000 mq. Per eventuali suddivisioni impiantistiche i collettori vengono alimentati con linee separate. Secondo voi ha senso usare una pompa elettronica a porata variabile o meglio una a portata fissa? I collettori non avranno testine elettriche.
Per bilanciare correttamente l'impianto meglio mettere ad inzio linea delle vavole di bilanciamento tipo le 131 della Caleffi o meglio usare delle valvole di bilanciamento con flussimetro tipo le 132 della stessa Caleffi?
Grazie in anticipo
Per bilanciare correttamente l'impianto meglio mettere ad inzio linea delle vavole di bilanciamento tipo le 131 della Caleffi o meglio usare delle valvole di bilanciamento con flussimetro tipo le 132 della stessa Caleffi?
Grazie in anticipo
Andrea Diqui
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Re: Impianto a pavimento - pompe a portata variabile
Nessuno che mi dia qualche suggerimento?
Andrea Diqui
Re: Impianto a pavimento - pompe a portata variabile
La risposta dipende dalle caratteristiche della struttura da servire.
Se il complesso è unico e non suddiviso e non si pensa di avere delle aree da lasciare al freddo direi che è meglio la portata costante (ovvero è inutile installare la portata variabile).
Poi il discorso del bilanciamento dipende molto dalle differenze di perdita di carico tra i vari circuiti.
1.000 mq di estensione possono essere molto forvianti, è più importante vedere la conformazione distributiva dell'edificio e dell'impianto con le distanze tra i vari collettori di distribuzione.
Se il differenziale (prevalentemente dovuto a perdite distribuite per le linee) è minori di 1 m.c.a. direi che è inutile introdurre delle valvole di bilanciamento che comportano solo costi di installazione, di gestione e rischio di rottura; per compensare il differenziale su impianto a portata costante basta chiudere un po' la valvola di intercettazione del collettore favorito o intervenire sui detentori dei vari sotto circuiti che si dipartono dai collettori.
Se il complesso è unico e non suddiviso e non si pensa di avere delle aree da lasciare al freddo direi che è meglio la portata costante (ovvero è inutile installare la portata variabile).
Poi il discorso del bilanciamento dipende molto dalle differenze di perdita di carico tra i vari circuiti.
1.000 mq di estensione possono essere molto forvianti, è più importante vedere la conformazione distributiva dell'edificio e dell'impianto con le distanze tra i vari collettori di distribuzione.
Se il differenziale (prevalentemente dovuto a perdite distribuite per le linee) è minori di 1 m.c.a. direi che è inutile introdurre delle valvole di bilanciamento che comportano solo costi di installazione, di gestione e rischio di rottura; per compensare il differenziale su impianto a portata costante basta chiudere un po' la valvola di intercettazione del collettore favorito o intervenire sui detentori dei vari sotto circuiti che si dipartono dai collettori.
Re: Impianto a pavimento - pompe a portata variabile
Questo valore (1m c.a.) è ricavato dalla tua esperienza??MAX76 ha scritto:Se il differenziale (prevalentemente dovuto a perdite distribuite per le linee) è minori di 1 m.c.a. direi che è inutile introdurre delle valvole di bilanciamento che comportano solo costi di installazione, di gestione e rischio di rottura; per compensare il differenziale su impianto a portata costante basta chiudere un po' la valvola di intercettazione del collettore favorito o intervenire sui detentori dei vari sotto circuiti che si dipartono dai collettori.
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Re: Impianto a pavimento - pompe a portata variabile
Il valore è per esperienza e per applicazione pratica di quanto in commercio come valvole di bilanciamento; serve una certa perdita di carico minima perchè una valvola di bilanciamento funzioni.
Se non si hanno alcuni (direi mediamente almeno 2 m.c.a.) da far perdere sulla valvola la stessa non funziona o per funzionare si deve aumentare la prevalenza delle pompe del circuito andando a spendere inutilmente energia per cercare di arrivare a portate di progetto.
In realtà i circuiti si autobilanciano a prescindere da quello che progettiamo; l'errore anche su circuiti semplicissimi e progettati con i migliori programmi informatici e sul 10% per cui la realtà è che sulle T degli ambienti l'errore viene compensato già dall'errore di lettura e di azione della regolazione automatica degli impianti stessi. (a meno di non impostare un sistema da laboratorio di ricerca, basta leggere le indicazioni di errore delle strumentazioni e calcolare l'ampiezza di errore dovuta alla somma di tutti gli errore degli elemeti di campo, dei loop di regolazione, dei fili di connessione e dei ritardi di segnale...)
Cercare il bilanciamento maniacale delle portate è inutile e spesso dannoso economicamente sia per costi di impianto che per costi di gestione.
L'obiettivo non sono le portate da garantire ai singoli terminali ma la temperatura ambientale di progetto con un errore di scostamento di +/- 1°C.
Se non si hanno alcuni (direi mediamente almeno 2 m.c.a.) da far perdere sulla valvola la stessa non funziona o per funzionare si deve aumentare la prevalenza delle pompe del circuito andando a spendere inutilmente energia per cercare di arrivare a portate di progetto.
In realtà i circuiti si autobilanciano a prescindere da quello che progettiamo; l'errore anche su circuiti semplicissimi e progettati con i migliori programmi informatici e sul 10% per cui la realtà è che sulle T degli ambienti l'errore viene compensato già dall'errore di lettura e di azione della regolazione automatica degli impianti stessi. (a meno di non impostare un sistema da laboratorio di ricerca, basta leggere le indicazioni di errore delle strumentazioni e calcolare l'ampiezza di errore dovuta alla somma di tutti gli errore degli elemeti di campo, dei loop di regolazione, dei fili di connessione e dei ritardi di segnale...)
Cercare il bilanciamento maniacale delle portate è inutile e spesso dannoso economicamente sia per costi di impianto che per costi di gestione.
L'obiettivo non sono le portate da garantire ai singoli terminali ma la temperatura ambientale di progetto con un errore di scostamento di +/- 1°C.
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Re: Impianto a pavimento - pompe a portata variabile
Intanto Max grazie della risposta, contavo su un tuo parere...
Pensavo comunque di adottare la pompa a porta variabile, come suggerito, anche perchè l'eventuale suddivisione dell'impianto ci sarà in futuro, se mai avverrà.
Ho tre linee che mi arrivano in central termica, con portate leggermente diverse:
1) zona A portata 650 lt/h, perdita del circuito circa 1,5 mCA;
2) zona B portata 1460 lt/h, perdita del circuito circa 1,6 mCA;
3) zona C portata 6830 lt/h, perdita del circuiot circa 3,6 mCA
Per cui visti i valori differenti di portate e perdita pensavo di introdurre delle valvole di bilanciamento con flussimetro che credo non guastano; i costi sono anche abbastanza bassi circa un centinaio di € a valvola... mi conforti sulla scelta?
Grazie ancora

Pensavo comunque di adottare la pompa a porta variabile, come suggerito, anche perchè l'eventuale suddivisione dell'impianto ci sarà in futuro, se mai avverrà.
Ho tre linee che mi arrivano in central termica, con portate leggermente diverse:
1) zona A portata 650 lt/h, perdita del circuito circa 1,5 mCA;
2) zona B portata 1460 lt/h, perdita del circuito circa 1,6 mCA;
3) zona C portata 6830 lt/h, perdita del circuiot circa 3,6 mCA
Per cui visti i valori differenti di portate e perdita pensavo di introdurre delle valvole di bilanciamento con flussimetro che credo non guastano; i costi sono anche abbastanza bassi circa un centinaio di € a valvola... mi conforti sulla scelta?
Grazie ancora
Andrea Diqui
Re: Impianto a pavimento - pompe a portata variabile
Visto i numeri in gioco e il forte sbilancio per il terzo circuito direi che va bene sia la pompa a portata variabile sia le valvole di bilancio (anche perchè le metti su due circuiti di piccola portata).
Okkio comunque al discorso del valore minimo di perdita sulla valvola per il funzionamento; devi vedere la curva per valutare la dimensione più indicata di valvola e la cartuccia da inserire per avere la portata con un DP corretto (ovvero il delta tra circuito favorito e sfavorito).
Okkio comunque al discorso del valore minimo di perdita sulla valvola per il funzionamento; devi vedere la curva per valutare la dimensione più indicata di valvola e la cartuccia da inserire per avere la portata con un DP corretto (ovvero il delta tra circuito favorito e sfavorito).
Re: Impianto a pavimento - pompe a portata variabile
Considerando la situazione nel suo complesso forse è preferibile usare valvole di bilanciamento di tipo dinamico che puoi un domani anche ritarare....le ha la Caleffi ma le migliori le commercializza l'ATERM di Milano, hanno una gamma enorme, complete anche di filtro raccoglitore di impurità integrato e per il tuo range di funzionamento parliano di 90/100 Euro a valvola; tra l'altro le dinamiche hanno il gran vantaggio di adeguarsi continuamente al circuito mantenendo sempre la corretta portata mentre valvole statiche possono andare in conflitto con la variabilità delle elettropompe e le altre valvole inserite nel circuito in quanto non fissi realmente una portata ma un certo numero di giri di chiusura con la valutazione del DP mediante strumento che in base alla curva caratteristica della valvola (o il kv nei casi un po' più economici) ti restituisce la portata stimata che passa dalla valvola.
Re: Impianto a pavimento - pompe a portata variabile
puoi anche adottare gli autoflowAndrea_Diqui ha scritto:Per cui visti i valori differenti di portate e perdita pensavo di introdurre delle valvole di bilanciamento con flussimetro
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