Mi sto approcciando alle prime esperienze nel campo della prevenzione incendi e, recentemente, mi è stata affidata la progettazione antincendio di un'autorimessa condominiale situata al primo piano interrato, classificata secondo il Codice di Prevenzione Incendi come attività 75.1.A.
L’accesso all’autorimessa avviene tramite due ascensori (contenuti in vani separati) e dal cancello principale carrabile. Come previsto dal Codice, gli ascensori non possono essere considerati vie d’esodo, e ciò comporta che l’unica uscita disponibile non sia sufficiente ai fini della sicurezza: il Codice impone infatti un minimo di due uscite di sicurezza.
Inoltre, un’ulteriore criticità riguarda la lunghezza dei percorsi d’esodo e dei corridoi ciechi, che risulta ben superiore ai limiti previsti dalla normativa vigente.
Ho cercato una possibile soluzione tecnica, anche confrontandomi con uno strutturista, per realizzare una scala di emergenza aprendo un varco sul solaio superiore. Purtroppo, questa ipotesi si è rivelata impraticabile per motivi strutturali e condominiali.
Questa situazione non è isolata, si riscontra infatti in numerose autorimesse esistenti, dove spesso la configurazione originaria non consente un semplice adeguamento ai criteri del Codice.
Sorge quindi spontanea una domanda: quali soluzioni alternative si possono adottare per superare questi limiti nel rispetto della normativa?
Uscite d'emergenza autorimessa
Moderatore: Edilclima
Re: Uscite d'emergenza autorimessa
Se hai un corridoio cieco molto lungo è molto difficile verificare le soluzioni alternative per l'esodo (ASET/RSET).AleB00 ha scritto: mer lug 16, 2025 10:12 quali soluzioni alternative si possono adottare per superare questi limiti nel rispetto della normativa?
Forse potresti ricorrere alla deroga secondo l'approccio classico del DM 1/2/86, se ricadi nella fattispecie dell'art. 3 del DM 15/05/2020. E' già una bella piroetta quella che ti sto consigliando, e potrebbe anche non essere accettata come deroga.
Sicuro sicuro che una seconda scala non è realizzabile? Deve essere spiegato bene che un'autorimessa così descritta, con una sola uscita, non si può vedere
Re: Uscite d'emergenza autorimessa
Si lo so, è una situazione molto al limite. Purtroppo non è possibile applicare la "piroetta" che mi hai consigliato. In ogni caso se non ci sono altre soluzioni per bypassare questo problema proverò nuovamente con la strutturista.
Grazie mille per la risposta.
Grazie mille per la risposta.
Re: Uscite d'emergenza autorimessa
Il COPI impone due uscite indipendenti se non sono ammessi corridoi ciechi.
Per un profilo A2 hai Lcc=30 metri al netto delle possibili omissioni e considerando anche i possibili aumenti secondo tabella S.4-38.
Comunque c'è sempre la possibilità di argomentare una soluzione alternativa, in un'autorimessa privata l'affollamento è sempre molto inferiore a quello nominale.
Per un profilo A2 hai Lcc=30 metri al netto delle possibili omissioni e considerando anche i possibili aumenti secondo tabella S.4-38.
Comunque c'è sempre la possibilità di argomentare una soluzione alternativa, in un'autorimessa privata l'affollamento è sempre molto inferiore a quello nominale.
Re: Uscite d'emergenza autorimessa
Quanto è il massimo percorso d'esodo, misurato dal punto più lontano (quindi anche internamente al box)?AleB00 ha scritto: mer lug 16, 2025 10:12 Mi sto approcciando alle prime esperienze nel campo della prevenzione incendi e, recentemente, mi è stata affidata la progettazione antincendio di un'autorimessa condominiale situata al primo piano interrato, classificata secondo il Codice di Prevenzione Incendi come attività 75.1.A.
L’accesso all’autorimessa avviene tramite due ascensori (contenuti in vani separati) e dal cancello principale carrabile. Come previsto dal Codice, gli ascensori non possono essere considerati vie d’esodo, e ciò comporta che l’unica uscita disponibile non sia sufficiente ai fini della sicurezza: il Codice impone infatti un minimo di due uscite di sicurezza.
Inoltre, un’ulteriore criticità riguarda la lunghezza dei percorsi d’esodo e dei corridoi ciechi, che risulta ben superiore ai limiti previsti dalla normativa vigente.
Ho cercato una possibile soluzione tecnica, anche confrontandomi con uno strutturista, per realizzare una scala di emergenza aprendo un varco sul solaio superiore. Purtroppo, questa ipotesi si è rivelata impraticabile per motivi strutturali e condominiali.
Questa situazione non è isolata, si riscontra infatti in numerose autorimesse esistenti, dove spesso la configurazione originaria non consente un semplice adeguamento ai criteri del Codice.
Sorge quindi spontanea una domanda: quali soluzioni alternative si possono adottare per superare questi limiti nel rispetto della normativa?
Se non vuoi andare in soluzione alternativa (e non sarebbe facile dimostrarla, con le autorimesse è sempre una rogna) la sola scappatoia che mi viene è pensare di far leva sull'inapplicabilità del codice, essendo preesistente (come suggeriva Gmeister).