Pertanto ho prescritto nel manuale SGSA che il titolare dell'attività è obbligato come procedura a mantenere i portoni deputati ad uscita di sicurezza sempre aperti e saldamente bloccati in tale posizione. In tal modo il problema si risolve alla radice perchè praticamente ho vari varchi enormi sempre disponibili. Il titolare dell'attività è d'accordo con tale procedura e disposto anche a sottoscriverla esplicitamente.
Il funzionario risponde alla valutazione progetto con una lettera dove scrive:
"L’utilizzo dei portoni, mantenuti bloccati in posizione di apertura durante l’orario di lavoro, non è condizione sufficiente a garantire il sistema d’esodo previsto dal punto S.4 del D.M. 03/08/2015; pertanto si richiede di prevedere delle porte, lungo le vie d’esodo, nel rispetto del punto S.4.5.7 del D.M.
03/08/2015".
Mi sembra ci sia qualcosa che non va nella risposta. Come progettista ho la facoltà di imporre una procedura da introdurre nel manuale SGSA ed il titolare deve rispettarla. Esattamente come si fa ad esempio con la chiusura a chiave di notte delle uscite di sicurezza la cui procedura prevede che durante l'orario di lavoro vadano aperte. Nel mio caso specifico la porta non si può proprio inserire e avendo modo di creare varchi enormi e permanenti (quindi di disponibilità superiore a quella di una porta) non vedo perchè un'azienda debba buttare via 20-30 mila euro per cambiare portoni (che peraltro non sono neanche suoi essendo in affitto). L'art. 5.4.5.7 parla di come devono essere le porte, se ci sono però! Lo stesso 5.4.7 al punto 4 parla di GSA. Adesso non sono libero di avere un varco sempre aperto?
