Il computo metrico come richiesto da ENEA - suggerimenti e metodologie

Agevolazioni previste, documentazione richiesta, ecc.

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Frank2
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Il computo metrico come richiesto da ENEA - suggerimenti e metodologie

Messaggio da Frank2 »

Buonasera a tutti, vorrei qualche vostro parere sulle metodologie più opportune per quel benedetto Computo da asseverare, visto che è una sorta di minestrone tra CME classico, QE, tabelline per confronti, con IVA, senza IVA e chi più ne ha più ne metta.

L'azienda con cui collaboro, ha adoperato questa metodologia:
Si parte da un CME classico e si inseriscono anche IVA e Spese tecniche come voci aggiuntive. I costi reali vengono inseriti sotto ogni voce da prezzario come sconti, a detrarre. Nel bel rosso classico di Primus.
Praticamente la congruità viene fatta in maniera continua all'interno del computo.
C'è da dire, però, che l'azienda si occupa dell'intero iter, dalla progettazione all'esecuzione e fino all'asseverazione, quindi tutto viene strutturato in maniera conforme, incluse le fatture, ed eventuali intoppi vengono eliminati a monte (trad. gli interventi si pianificano in base ai massimali). Praticamente all'ENEA si allega una sorta di fatturona dettagliata. :)


Altri colleghi con cui collaboro usano un approccio diametralmente opposto, più da lavori pubblici: si parte sempre dal CME classico e si aggiungono tabelle finali in cui gli importi delle varie categorie/subcategorie vengono corretti con IVA, Spese tecniche, etc. e confrontati con le fatture/massimali.
Le cifre riportate a fondo computo metrico, quindi, rappresentano solo gli importi massimi ammessi in detrazione, corretti in costi reali in queste appendici di confronto finali.
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archspf
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Re: Il computo metrico come richiesto da ENEA - suggerimenti e metodologie

Messaggio da archspf »

Frank2 ha scritto: gio ago 25, 2022 01:03 Buonasera a tutti, vorrei qualche vostro parere sulle metodologie più opportune per quel benedetto Computo da asseverare, visto che è una sorta di minestrone tra CME classico, QE, tabelline per confronti, con IVA, senza IVA e chi più ne ha più ne metta.

L'azienda con cui collaboro, ha adoperato questa metodologia:
Si parte da un CME classico e si inseriscono anche IVA e Spese tecniche come voci aggiuntive. I costi reali vengono inseriti sotto ogni voce da prezzario come sconti, a detrarre. Nel bel rosso classico di Primus.
Praticamente la congruità viene fatta in maniera continua all'interno del computo.
C'è da dire, però, che l'azienda si occupa dell'intero iter, dalla progettazione all'esecuzione e fino all'asseverazione, quindi tutto viene strutturato in maniera conforme, incluse le fatture, ed eventuali intoppi vengono eliminati a monte (trad. gli interventi si pianificano in base ai massimali). Praticamente all'ENEA si allega una sorta di fatturona dettagliata. :)


Altri colleghi con cui collaboro usano un approccio diametralmente opposto, più da lavori pubblici: si parte sempre dal CME classico e si aggiungono tabelle finali in cui gli importi delle varie categorie/subcategorie vengono corretti con IVA, Spese tecniche, etc. e confrontati con le fatture/massimali.
Le cifre riportate a fondo computo metrico, quindi, rappresentano solo gli importi massimi ammessi in detrazione, corretti in costi reali in queste appendici di confronto finali.
Ai fini del superbonus e fino all'entrata in vigore del nuovo Decreto Mite, ho sempre seguito il metodo "classico da LLPP" peraltro in linea con le indicazioni di ENEA (il computo è quello di progetto):
a) computo base di congruità redatto sulla base del prezzario, analisi nuovi prezzi e riepilogo finale: importi dei soli interventi netto iva;
b) calcolo compensi massimi parcelle professionali redatto sulla base del DM 17 Giugno 2016, compresa cassa ed eventuale iva finale;
c) quadro economico di riepilogo delle spese (in colonna: importo lavori, iva, spese professionali, spese visto conformità; per ogni tipologia di intervento trainate/trainato e per ogni categoria omogenea) e verifica dei massimali di spesa omnicomprensivi per ciascuna categoria di intervento;
Preciso che in tutte le occasioni le imprese sono state conformi ai costi congrui e pertanto non è stato necessario l'ulteriore confronto, ovvero è sempre disponibile il capitolato (redatto sullo schema del medesimo computo) a firma dell'impresa che riporta gli stessi prezzi prima analizzati. Le fatture sono state tutte divise tra gli operatori economici, senza distinzione tra trainanti e trainati. Il lavoro sulla contabilità ha permesso di avere un controllo totale, soprattutto in fase di SAL (distribuzione delle quote).

A seguito dell'entrata in vigore a partire dal 15 Aprile scorso del Decreto "Costi Massimi", l'approccio cambia in relazione al fatto che oltre al gruppo a) precedenti (che potrebbe anche rimanere inalterato, vedi punto 2), occorre predisporre le ulteriori verifiche e ricongiungere i valori (compresi quelli del gruppo b) che non cambia) in un nuovo gruppo c) (quadro economico e di confronto). Si hanno a mio avviso due strade:
1. aggiungere un nuovo gruppo a parte per le verifiche Mite e costruire un quadro economico in linea con la sequenza dei "controlli" richiesti
2. sfruttare lo stesso cme di congruità aggiungendo colonne per popolare i valori da confrontare: "Praticamente la congruità viene fatta in maniera continua all'interno del computo.". Questo è l'approccio che invece ho sempre seguito nei bonus minori (proprio perché a monte c'era la certezza che il costo dell'impresa non poteva essere congruo).
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