volevo condividere con voi un progetto che è stato fatto al quale sono subentrato che mi sembra ( nonostante fatto da gente teoricamente di esperienza) abbastanza strano ovvero sovradimensionato di molto.
Si parla di un casale in zona E ad una certa altitudine ( 500 m circa) in una zona boschiva con Test di progetto di -3°C. Edificio del 1600 circa con muratura a sacco. L'edificio è su due piani con 350 mq totali. Attualmente è scaldato da una caldaia da 70 kW circa ed è in classe G. Il proprietario vorrebbe fare il superbonus con impianto ibrido e vorrebbe mantenere però radiatori in ghisa.. stiamo valutando la cosa.
Gli altri progettisti (molto più grandi di me e con molta più esperienza di me, ecco perchè chiedo che ne pensate) hanno ipotizzato un ibrido con:
- Caldaia da 75 kW
- 2 pompe di calore in parallelo da 23 kW (tot 46 kW)
- pompa di circolazione dell'impianto ( a valle del puffer( si..usato come separatore idraulico
Io da un modello da dispersioni ho ottenuto i seguenti risultati:
- Calcolo dispersioni circa 29 kW a -3°C esterni da software
- Costruendo una firma energetica ho visto che la pompa di calore ( con massima mandata di 55°C) riesce a produrre sui radiatori circa 16 kW totali che corrispondono alle dispersioni che la casa ha a circa 6-7°C ( che sarebbe dunque la temperatura di alternanza dell'impianto).
- la portata mi viene da G[l/h]=Q[W]/1,16*deltaT [°C] circa 1600 [l/h]...
quindi in sintesi io proporrei al cliente un impianto di questo tipo:
- Caldaia 40 kW
- Pompa di calore 20 kW
In pratica cira la metà degli altri....
il bello è che i valori che hanno ottenuto i primi progettisti non mi tornano nemmeno facendo un conto banale di 30 [W/mc] che sarebbe:
350*3*30= 31,5 kW cui corrisponde una portata di G[l/h]=Q[W]/1,16*deltaT [°C]= 1810 se deltaT=15°C.
Non riesco quindi a capire la logica di questo dimensionamento...possibile che sia legato al superobonus? ovvero che la potenza maggiore della pompa di calore viene premiata in qualche modo?