Lo coibento oppure no?
Moderatore: Edilclima
Lo coibento oppure no?
Situazione: edificio in oggetto di ristrutturazione straordinaria. Tutte le strutture su cui si interviene vengono portati a trasmittanza inferiore ai valori limite per il 2008 (per ragioni di tempistiche).
Viene realizzato un piccolo fabbricato in aderenza all'esistente per ubicare la centrale termica e di trattamento aria, circa 12 mq per piano su due livelli. Questo va considerato come ampliamento di edificio esistente (non comunica con esso tramite accessi) e quindi come tale le sue pareti che danno verso l'esterno, il tetto e il pavimento vanno realizzati con U<0,8 oppure va considerato come edificio senza impianto di riscaldamento e quindi la trasmittanza non ha importanza?
Una delle 4 pareti è in comune con una scala dell'edificio riscaldato.
Viene realizzato un piccolo fabbricato in aderenza all'esistente per ubicare la centrale termica e di trattamento aria, circa 12 mq per piano su due livelli. Questo va considerato come ampliamento di edificio esistente (non comunica con esso tramite accessi) e quindi come tale le sue pareti che danno verso l'esterno, il tetto e il pavimento vanno realizzati con U<0,8 oppure va considerato come edificio senza impianto di riscaldamento e quindi la trasmittanza non ha importanza?
Una delle 4 pareti è in comune con una scala dell'edificio riscaldato.
A mio avviso, non è tanto il locale NR (cioè la centrale termica) che devi considerare, ma piuttosto la parete tra il locale riscaldato e la CT. Questa parete deve avere trasmittanza < Ulim (lo stesso limite vale per pareti verso l'esterno e per pareti verso locali non riscaldati).
Poi , se sei in Italia, ti fermi lì, se invece sei in Lombardia,
"Il medesimo limite (0,8 W/m²K) deve essere rispettato per tutte le strutture opache, verticali, orizzontali e inclinate, che delimitano verso l’ambiente esterno gli ambienti non dotati di impianto di riscaldamento." (solo per ristrutturazioni edilizie che coinvolgono + del 25% del fabbricato).
Però. c'è il comma successivo che dice:
"4.3 Nei casi di cui al precedente punto 4.2, le verifiche previste possono essere omesse qualora si proceda alla verifica che il valore di fabbisogno di energia primaria per la climatizzazione invernale dell’edificio, EPH, sia inferiore ai valori limite che sono riportati nelle Tabelle A.1 – A.2 di cui all’Allegato A."
Ciao
Poi , se sei in Italia, ti fermi lì, se invece sei in Lombardia,
"Il medesimo limite (0,8 W/m²K) deve essere rispettato per tutte le strutture opache, verticali, orizzontali e inclinate, che delimitano verso l’ambiente esterno gli ambienti non dotati di impianto di riscaldamento." (solo per ristrutturazioni edilizie che coinvolgono + del 25% del fabbricato).
Però. c'è il comma successivo che dice:
"4.3 Nei casi di cui al precedente punto 4.2, le verifiche previste possono essere omesse qualora si proceda alla verifica che il valore di fabbisogno di energia primaria per la climatizzazione invernale dell’edificio, EPH, sia inferiore ai valori limite che sono riportati nelle Tabelle A.1 – A.2 di cui all’Allegato A."
Ciao
Robvi...i vincoli lombardi, ad oggi, non ci sono (all'infuori del solare termico e/o fonti rinnovabili). Il resto parte dal 1 gennaio 2008, compreso quanto sopra da te riportatorobvi ha scritto:A mio avviso, non è tanto il locale NR (cioè la centrale termica) che devi considerare, ma piuttosto la parete tra il locale riscaldato e la CT. Questa parete deve avere trasmittanza < Ulim (lo stesso limite vale per pareti verso l'esterno e per pareti verso locali non riscaldati).
Poi , se sei in Italia, ti fermi lì, se invece sei in Lombardia,
"Il medesimo limite (0,8 W/m²K) deve essere rispettato per tutte le strutture opache, verticali, orizzontali e inclinate, che delimitano verso l’ambiente esterno gli ambienti non dotati di impianto di riscaldamento." (solo per ristrutturazioni edilizie che coinvolgono + del 25% del fabbricato).
Però. c'è il comma successivo che dice:
"4.3 Nei casi di cui al precedente punto 4.2, le verifiche previste possono essere omesse qualora si proceda alla verifica che il valore di fabbisogno di energia primaria per la climatizzazione invernale dell’edificio, EPH, sia inferiore ai valori limite che sono riportati nelle Tabelle A.1 – A.2 di cui all’Allegato A."
Ciao
giustissimo, ma ormai io mi sono stufato di correre dietro a tutte le date e ragiono come se fosse già il 01/01/2008 (del resto, mancano 40 giorni...).Robvi...i vincoli lombardi, ad oggi, non ci sono (all'infuori del solare termico e/o fonti rinnovabili). Il resto parte dal 1 gennaio 2008, compreso quanto sopra da te riportato
Non se ne può più !
Ciao
comunque come dicevo sopra, devo considerare come fossi nel 2008, quindi da quel punto di vista non c'è problema.
HO letto le risposte, il dubbio mi rimane. La centrale termica, potrebbe essere dotata di due differenti impianti, stiamo scegliendo. Se fosse con pompe di calore raffreddate ad acqua di pozzo, non servono aperture per ventilazione, e quindi il locale sarebbe da considerare come tale. Se ci fosse una cladaia a gas a cusa delle aperture per ventilazione io il locale lo considero come ambiente esterno (imho è demenziale coibentare e poi aprire un metro quadrato di parete).
Qui però vi chiedo aiuto. il valore di EPh lo si può cacolare solo con il cened? Perchè a causa della ventilazione forzata non rientro nell'EPi, l'EPh non l'ho mai calcolato.
Considerate che l'edificio non rientra nei casi di applicazione del 311 perchè è vincolato, ma per ragioni che non vi spiego l'intervento va fatto in modo da poter rientrare per quanto possibile in quanto richiesto dal 311 e dal dgr lombardo (trattandosi di un lavoro in lombardia).
La parete di confine tra il vano scale riscaldato e i due locali sovrapposti CT e CTA viene realizzata come fosse una parete esterna, quindi con U<0.37 per quella zona climatica.
Mi trovo di fronte ad un assurdo: se considero il locale CT e CTA come esterni, cioè dichiaro che ci sono aperture per ventilazioni in numero e dimensioni tali da rendere la temperatura interna ed esterna sostanzialmente uguali (cosa che può essere vera per la CT, non per la CTA) e in tal caso non coibento, oppure considero questi locali come tali e li devo coibentare a 0,8.
L'architetto non gradisce e anche il buonsenso. Secondo voi se considero questo "edificio impiantistico" su due livelli come un edificio costruito in aderenza a quello riscaldato, come entità a sè stante non dotata di riscaldamento, e quindi non lo coibento, posso incorrere in sanzioni?
L'edificio CT è il cubottino a sinistra, quello grande è quello da riscaldare.

HO letto le risposte, il dubbio mi rimane. La centrale termica, potrebbe essere dotata di due differenti impianti, stiamo scegliendo. Se fosse con pompe di calore raffreddate ad acqua di pozzo, non servono aperture per ventilazione, e quindi il locale sarebbe da considerare come tale. Se ci fosse una cladaia a gas a cusa delle aperture per ventilazione io il locale lo considero come ambiente esterno (imho è demenziale coibentare e poi aprire un metro quadrato di parete).
Qui però vi chiedo aiuto. il valore di EPh lo si può cacolare solo con il cened? Perchè a causa della ventilazione forzata non rientro nell'EPi, l'EPh non l'ho mai calcolato.
Considerate che l'edificio non rientra nei casi di applicazione del 311 perchè è vincolato, ma per ragioni che non vi spiego l'intervento va fatto in modo da poter rientrare per quanto possibile in quanto richiesto dal 311 e dal dgr lombardo (trattandosi di un lavoro in lombardia).
La parete di confine tra il vano scale riscaldato e i due locali sovrapposti CT e CTA viene realizzata come fosse una parete esterna, quindi con U<0.37 per quella zona climatica.
Mi trovo di fronte ad un assurdo: se considero il locale CT e CTA come esterni, cioè dichiaro che ci sono aperture per ventilazioni in numero e dimensioni tali da rendere la temperatura interna ed esterna sostanzialmente uguali (cosa che può essere vera per la CT, non per la CTA) e in tal caso non coibento, oppure considero questi locali come tali e li devo coibentare a 0,8.
L'architetto non gradisce e anche il buonsenso. Secondo voi se considero questo "edificio impiantistico" su due livelli come un edificio costruito in aderenza a quello riscaldato, come entità a sè stante non dotata di riscaldamento, e quindi non lo coibento, posso incorrere in sanzioni?
L'edificio CT è il cubottino a sinistra, quello grande è quello da riscaldare.

[quote="arkanoid"]comunque come dicevo sopra, devo considerare come fossi nel 2008, quindi da quel punto di vista non c'è problema.
HO letto le risposte, il dubbio mi rimane. La centrale termica, potrebbe essere dotata di due differenti impianti, stiamo scegliendo. Se fosse con pompe di calore raffreddate ad acqua di pozzo, non servono aperture per ventilazione, e quindi il locale sarebbe da considerare come tale. Se ci fosse una cladaia a gas a cusa delle aperture per ventilazione io il locale lo considero come ambiente esterno (imho è demenziale coibentare e poi aprire un metro quadrato di parete).
Qui però vi chiedo aiuto. il valore di EPh lo si può cacolare solo con il cened? Perchè a causa della ventilazione forzata non rientro nell'EPi, l'EPh non l'ho mai calcolato.
Considerate che l'edificio non rientra nei casi di applicazione del 311 perchè è vincolato, ma per ragioni che non vi spiego l'intervento va fatto in modo da poter rientrare per quanto possibile in quanto richiesto dal 311 e dal dgr lombardo (trattandosi di un lavoro in lombardia).
La parete di confine tra il vano scale riscaldato e i due locali sovrapposti CT e CTA viene realizzata come fosse una parete esterna, quindi con U<0.37 per quella zona climatica.
Mi trovo di fronte ad un assurdo: se considero il locale CT e CTA come esterni, cioè dichiaro che ci sono aperture per ventilazioni in numero e dimensioni tali da rendere la temperatura interna ed esterna sostanzialmente uguali (cosa che può essere vera per la CT, non per la CTA) e in tal caso non coibento, oppure considero questi locali come tali e li devo coibentare a 0,8.
L'architetto non gradisce e anche il buonsenso. Secondo voi se considero questo "edificio impiantistico" su due livelli come un edificio costruito in aderenza a quello riscaldato, come entità a sè stante non dotata di riscaldamento, e quindi non lo coibento, posso incorrere in sanzioni?
assolutamente parete locale tecnico verso locale riscaldato da coibentare secondo i limiti. Pareti locali tecnici, soprattutto se dotati di aperture permanenti di ventilazione NO da coibentare (è talmente assurdo.....)
HO letto le risposte, il dubbio mi rimane. La centrale termica, potrebbe essere dotata di due differenti impianti, stiamo scegliendo. Se fosse con pompe di calore raffreddate ad acqua di pozzo, non servono aperture per ventilazione, e quindi il locale sarebbe da considerare come tale. Se ci fosse una cladaia a gas a cusa delle aperture per ventilazione io il locale lo considero come ambiente esterno (imho è demenziale coibentare e poi aprire un metro quadrato di parete).
Qui però vi chiedo aiuto. il valore di EPh lo si può cacolare solo con il cened? Perchè a causa della ventilazione forzata non rientro nell'EPi, l'EPh non l'ho mai calcolato.
Considerate che l'edificio non rientra nei casi di applicazione del 311 perchè è vincolato, ma per ragioni che non vi spiego l'intervento va fatto in modo da poter rientrare per quanto possibile in quanto richiesto dal 311 e dal dgr lombardo (trattandosi di un lavoro in lombardia).
La parete di confine tra il vano scale riscaldato e i due locali sovrapposti CT e CTA viene realizzata come fosse una parete esterna, quindi con U<0.37 per quella zona climatica.
Mi trovo di fronte ad un assurdo: se considero il locale CT e CTA come esterni, cioè dichiaro che ci sono aperture per ventilazioni in numero e dimensioni tali da rendere la temperatura interna ed esterna sostanzialmente uguali (cosa che può essere vera per la CT, non per la CTA) e in tal caso non coibento, oppure considero questi locali come tali e li devo coibentare a 0,8.
L'architetto non gradisce e anche il buonsenso. Secondo voi se considero questo "edificio impiantistico" su due livelli come un edificio costruito in aderenza a quello riscaldato, come entità a sè stante non dotata di riscaldamento, e quindi non lo coibento, posso incorrere in sanzioni?
assolutamente parete locale tecnico verso locale riscaldato da coibentare secondo i limiti. Pareti locali tecnici, soprattutto se dotati di aperture permanenti di ventilazione NO da coibentare (è talmente assurdo.....)
Re: Lo coibento oppure no?
Dimentichiamoci un attimo dell'aspetto energetico perchè per l'involucro di una centrale termica prevalgono le prescrizioni di sicurezza (DM12/04/1996 punto 4.2.2). Quindi la centrale non "appoggiarla" e basta ma pensala come edificio a sè stante. Una volta fatta questa premessa, se il locale di ubicazione dell'UTA è diverso da quella della caldaia io ne isolerei le pareti ed il solaio per ridurre al minimo i rischi di gelo in caso di mancato funzionamento per guasto...buon lavoroarkanoid ha scritto:Situazione: edificio in oggetto di ristrutturazione straordinaria. Tutte le strutture su cui si interviene vengono portati a trasmittanza inferiore ai valori limite per il 2008 (per ragioni di tempistiche).
Viene realizzato un piccolo fabbricato in aderenza all'esistente per ubicare la centrale termica e di trattamento aria, circa 12 mq per piano su due livelli. Questo va considerato come ampliamento di edificio esistente (non comunica con esso tramite accessi) e quindi come tale le sue pareti che danno verso l'esterno, il tetto e il pavimento vanno realizzati con U<0,8 oppure va considerato come edificio senza impianto di riscaldamento e quindi la trasmittanza non ha importanza?
Una delle 4 pareti è in comune con una scala dell'edificio riscaldato.
JACK