Raffa purtroppo stai invertendo la logica delle cose: é proprio perché il sistema dimensionale risulta valido e collaudato che va difeso e inserito in una norma e non certo per il contrario. Personalmente lo utilizzo da decenni e sono grato che ci sia in quanto, se non altro, sarei diventato pazzo a cercare dati introvabili di radiatori Pinco Pallo o di radiatori non certificati in quanto vecchi di oltre 50 anni fa.
In merito allo studio dei professori che hanno accertano un errore del 40% del metodo dimensionale, se ti riferisci a questo:
viewtopic.php?f=17&t=21685 é semplicemente ridicolo e non bisogna essere ingegneri termotecnici per affermarlo. Bisognerebbe invece chiedersi per quale fine la dirigenza CTI ha commissionato uno studio che lo stesso gruppo di lavoro GL02CT803 contraddice e ciò nonostante viene inserito in sordina tra i riferimenti bibliografici della stessa norma UNI10200.
A mio parere la UNI 10200 ha il solo difetto di aver introdotto i millesimi di fabbisogno in luogo dei millesimi di potenza anche negli edifici pre DLgs 192/2005, mentre sul metodo dimensionale di valutazione delle potenze dei corpi scaldanti c'é larga condivisione anche tra gli operatori e non solo tra i normatori che continuano a sostenerlo e a perfezionarlo, infatti in merito ai termoarredi la nuova UNI 10200:2016 ha aggiunto un ulteriore capitolo (C5) che dovrebbe risolvere le problematiche lamentate sui termoarredi.
Unico neo del metodo dimensionale potrebbe forse essere quello di riferire la potenza a dT=60'C anziché a valori più reali di dT 40-50'C, ma questa scelta é purtroppo vincolata alla scelta europea (vedi EN834) di utilizzare il dT60 per la programmazione del Kq dei ripartitori.
La revisione del dT previsto da UNI10200 dovrebbe essere coordinata insieme alle norme europee EN834 e EN442.
I merito a Soma, di cui nutro profondo rispetto professionale per avermi chiarito tematiche e soluzioni quando ero ancora ragazzo (ora ho superato la cinquantina), posso solo testimoniare quanto afferma per aver sperimentato, da scettico ma curioso, la fondatezza di quanto giá decenni fa andava predicando e che ancora ora si stenta a credere. Mosso proprio dal mio iniziale scetticismo e dalla curiosità da anni ho preso un abitudine, anche se non retribuita, che é quella di analizzare i risultatati di esercizio degli impianti progettati: consumi, portate, potenze erogate, ecc..e indicizzarli con volumi riscaldati, gradi giorno, ecc... e vi posso assicurare che le portate e le potenze che spesso si progettano per condizioni standard risultano mai necessarie.
La tendenza al sovradimensionamento é una cattiva abitudine purtroppo indirizzata dalle stesse norme, che ancor ora costringono al dimensionamento in potenza di picco e non in base al fabbisogno energetico giornaliero. Agire sulla variabile "tempo di funzionamento" ci porta in nuovi mondi con sensibile riduzione dei costi di impianto (necessitando di potenze e portate molto più ridotte) e minori costi di esercizio (riduzione del fabbisogno di energia primaria). Provare per credere.
PS: negli impianti senza VT e pompe a velocitá variabile, trovare dT di 5'C (e anche inferiori) é molto frequente.