SimoneBaldini ha scritto:Non il software ma la banca dati deve essere accessibile altrimenti l'utente finale come fa' a verificare la correttezza dei dati estrapolati, oppure deve fare un atto di fede verso la società installatrice del ripartitore?
Ma dai. Tutto quanto previsto dall'UNI 10200 è atto di fede. Oppure credi che l'utente finale sia in grado di ricontrollare tutti i parametri e calcoli teorici ivi richiesti? Poi, se ha un dubbio qualsiasi ditta professionale o tecnico serio ovviamente gli fornirà i dati su quale base siano stati calcolati sia il Kq che il Kc.
Ma di quanto è questa differenza? A me risulta che sia poca cosa e poi se il condominio ha i medesimi radiatori questa differenza praticamente è impercettibile nella ripartizione non essendo dei contacalore.
Per certi tipi di radiatori la differenza sembra altissima! Certo, se in un condominio fossero presenti solo radiatori di un unico tipo l'eventuale errore fatto nelle determinazioni di Kq e Kc si auto-annullano. Ma ti rendi conto, sopprattutto in condomini vecchi, quanti appartamenti sono stati ristrutturati e quindi muniti di radiatori nuovi? E poi quelle utenze dove sono stati rinnovati solo i bagni con scaldasalviette nuove. Guarda che condomini vecchi dove sono presenti solo radiatori di un tipo sono ormai rarissimi!
Peccato che questo costruttore è quello dove tutti gli altri, italiani compresi, hanno scopiazzato.
Se questa affermazione fosse vera, sarebbe una cosa a dir poco allucinante! Ma ti rendi conto quanto solo piccole variazioni nel modo di montare un ripartitore o usare materiale di montaggio diverso non previsto e testato su banco di prova influiscano sulla determinazione del coefficente Kc?? Se poi qualcuno usasse questi valori Kc che erano stati definiti per un altro ripartitore, sarebbe da truffa vera e propria, visto che qui stiamo parlando di soldi dei cittadini!
Inoltre, questa è solo una mia considerazione, se trovassi un construttore italiano che mi presenta un elenco infinito di radiatori testati mi metterei subito in allarme dato che non esiste nessun obbligo del construttore a far calcolare i kc a enti certificati ma praticamente è un'auto dichiarazione e sappiamo bene come funziona in italia.
Diffiderei di qualsiasi costruttore di ripartitori, italiano o estero che sia, che non mi certifichi che ha determinato
almeno 30 Kc per diversi tipi di radiatori su banco di prova. Ovviamente meglio - se non imperativo - se era stato fatto da parte di un istituto certificato. I costruttori più seri con queste prove si avvicinano a 100 tipi di radiatori!
Ma poi francamente non è un problema del progettista il kc e nemmeno della ditta installatrice, ma del produttore, cioè si chiede al produttore che kc utilizzare per quel dato calorifero, poi sarà sua responsabilità.
Bene! Quindi il cliente finale si affida a un professionista, lo paga proprio per essere anche aiutato nella scelta di un prodotto e servizio di qualità, e poi questo professionista, per ignoranza, si cerca di togliere da qualsiasi responsabilità? Se mi rivolgo a un professionista mi devo potere aspettare che questo consoca la materia e quindi mi consigli anche nella scelta dei prodotti o aziende di servizi!
A noi interessa in kq, quindi è si crea una banca dati certificata univoca dove confluire tutte le prove eseguite a norma, oppure si adotta un sistema dimensionale. Quello che non va bene è che io ho una banca dati con certi valori che tengo segreta perchè mi è costata farla, e un altro ha un'altra banca dati con valori differenti che anche lui tiene segreta.
No! Quello che deve essere garantito è molto più semplice: che la potenza nominale accertata per quel radiatore, quindi il Kq, sia la più precisa possibile. Se poi qualcuno si fa la sua banca dati e la tiene segreta, oppure un'altro usa una commerciale disponibile sul mercato, non interessa. Poi se un'altro ancora crede di potere arrivare a quel Kq con calcoli empirici va anche benissimo. Basta che, se poi gli verrà chiesto, dimostri che quel dato fornito sia il più possibile conforme alla potenza nominale reale. Ma deve riamanere sotto la piena responsabilità di chi quel dato lo fornisce e non deve potere scaricare la responsabilità a un calcolo teorico presente in una norma tecnica. Se sbaglia per incompetenza paghi i danni, che possono essere altissimi!
Il problema non sono i caloriferi nuovi ma qualli vecchi dove il costruttore non aveva obbligo di testarli, e comunque anche qui caloriferi nuovi sai cosa vuol dire ricercare l'esatta marca di ogni calorifero e trovare la scheda di prova, un lavoro immenso e pieno di possibili errori.
Sono d'accordissimo! E per questo chi opera in questo settore in modo serio usa qualsiasi informazione disponibile - come per esempio piccole caratteristiche costruttive che sono particolari per ciascun costruttore di radiatore - per risalire nel modo più preciso possibile alla potenza nominale reale del radiatore. Certo che è un lavoro immenso, ma che dovrebbe essere d'obbligo, proprio per la famosa e tanto decantata tutela del cliente finale!