Un collega mi ha detto recentemente che la regione toscana (o solo Firenze..non ricordo) ha incluso nella metodologia anche tali strumenti, ne sapete qualcosa in merito?
Fra poco il via anche alla regione Emilia Romagna

Moderatore: Edilclima
sarebbe una idiozia! con la termocamera non ricavi di certo la trasmittanzaRiccardo ha scritto: Un collega mi ha detto recentemente che la regione toscana (o solo Firenze..non ricordo) ha incluso nella metodologia anche tali strumenti, ne sapete qualcosa in merito?
Spero che tu non ci creda..AndreaS ha scritto:Già, ma più di un venditore sostiene il contrario e promette un fantomatico software in avanzata fase di sviluppo....
Vero, ma non mi tange la questione: la regione (in minuscolo) lombardia ha deciso che dev'essere tutto standard, quindi niente trasmittanze reali!! E niente termoflussimetro, alla faccia di chi nelle altre regioni (in minuscolo) sarà costretto a pagare migliaia di € per redigere un documento simile! E' questo il bello di vivere e lavorare in lombardia!!Riccardo ha scritto:premetto che fino a ieri anch'io non credevo che con la termocamera si potesse individuare la trasmittanza di una parete, poi uno studio per cui collaboro ha acquistato un modello di una azienda che sta mettendo a punto il relativo software per l'individuazione della trasmittanza.
Questo è quanto ci è stato detto dal tecnico che ci ha illustrato il prodotto acquistato.
Questi colleghi pochi giorni fa hanno partecipato ad un corso specifico di una settimana.. a breve mi sapranno dire.
Ad ogni modo abbiamo anche il termoflussimetro
Sembra (SEMBRA) che le linee guida dell'emilia romagna abbiano incluso anche questo/i strumento/i per la certificazione, la prossima settimana ne saprò di più.
A mio modo di vedere la questione sarei ben contento che sia così, bisogna evitare che tutti si improvvisino certificatori! Occorre che lo faccia solo chi è fortemente motivato e interessato a questo settore e quindi con attrezzature specifiche previo corso specifico, senza che vi siano studi "tuttologhi" come già sta accadendo nella progettazione degli impianti!
Vedi il punto è proprio questo, la mancanza di paletti ovvero attrezzature specifiche fa si che l'abilitazione di certificatori sia accessibile a chiunque, il libero mercato farà si che presto ci troveremo a dover far fronte ad un'orda di concorrenza tra cui anche coloro che rovineranno il mercato fornendo certificazioni in saldo.ilverga ha scritto:Vero, ma non mi tange la questione: la regione (in minuscolo) lombardia ha deciso che dev'essere tutto standard, quindi niente trasmittanze reali!! E niente termoflussimetro, alla faccia di chi nelle altre regioni (in minuscolo) sarà costretto a pagare migliaia di € per redigere un documento simile! E' questo il bello di vivere e lavorare in lombardia!!Riccardo ha scritto:premetto che fino a ieri anch'io non credevo che con la termocamera si potesse individuare la trasmittanza di una parete, poi uno studio per cui collaboro ha acquistato un modello di una azienda che sta mettendo a punto il relativo software per l'individuazione della trasmittanza.
Questo è quanto ci è stato detto dal tecnico che ci ha illustrato il prodotto acquistato.
Questi colleghi pochi giorni fa hanno partecipato ad un corso specifico di una settimana.. a breve mi sapranno dire.
Ad ogni modo abbiamo anche il termoflussimetro
Sembra (SEMBRA) che le linee guida dell'emilia romagna abbiano incluso anche questo/i strumento/i per la certificazione, la prossima settimana ne saprò di più.
A mio modo di vedere la questione sarei ben contento che sia così, bisogna evitare che tutti si improvvisino certificatori! Occorre che lo faccia solo chi è fortemente motivato e interessato a questo settore e quindi con attrezzature specifiche previo corso specifico, senza che vi siano studi "tuttologhi" come già sta accadendo nella progettazione degli impianti!![]()
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Se poi vi dicessi che in un asilo certificato i ricambi d'aria (V/h) sono 3,54 per il SW Cened, mi viene da piangere (immaginate a quanto è andato il Fabbisogno per ventilazione...![]()
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Per avere la trasmittanza devi avere una videotermocamera che acquisisca dati nel tempo.. e voglio vederti a lasciare la videotermocamera un giorno all'aperto .. ne devi acquistare 1 per ogni certificazioneRiccardo ha scritto:premetto che fino a ieri anch'io non credevo che con la termocamera si potesse individuare la trasmittanza di una parete, poi uno studio per cui collaboro ha acquistato un modello di una azienda che sta mettendo a punto il relativo software per l'individuazione della trasmittanza.
Errore, ne devi comprare due, altrimenti come valuti la temperatura superficiale esterna?SuperP ha scritto: Per avere la trasmittanza devi avere una videotermocamera che acquisisca dati nel tempo.. e voglio vederti a lasciare la videotermocamera un giorno all'aperto .. ne devi acquistare 1 per ogni certificazione
Il numero dei volumi d’aria ricambiati in un’ora si determina come segue:studio17 ha scritto:Puoi spiegare meglio? non conosco il CENED ma questo discorso mi interessa .....ilverga ha scritto: Se poi vi dicessi che in un asilo certificato i ricambi d'aria (V/h) sono 3,54 per il SW Cened, mi viene da piangere (immaginate a quanto è andato il Fabbisogno per ventilazione...![]()
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E' qui che ti volevo.........ilverga ha scritto:Il numero dei volumi d’aria ricambiati in un’ora si determina come segue:studio17 ha scritto:Puoi spiegare meglio? non conosco il CENED ma questo discorso mi interessa .....ilverga ha scritto: Se poi vi dicessi che in un asilo certificato i ricambi d'aria (V/h) sono 3,54 per il SW Cened, mi viene da piangere (immaginate a quanto è andato il Fabbisogno per ventilazione...![]()
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- per gli edifici residenziali, qualora non sussistano ricambi d’aria controllati, esso è fissato convenzionalmente in 0,5;
- per tutti gli altri edifici (e per gli edifici residenziali qualora sia presente un sistema di ventilazione meccanica) si assumono i valori di ricambio d’aria calcolati secondo la relazione: Hv = sommatoria [portata d'aria di rinnovo di ciascuna zona a ricambi uniformi X capacità termica volumica dell'aria]
...seguono una bella sfilza di altre formulette...
il problema è che la portata d’aria esterna richiesta nel periodo di occupazione dei locali, espressa in m3/h per persona, è pari a 21,6, con un indice di affollamento di 0,5 persone/m2 (contro ad esempio 0,25 edifici commerciali; 0,05 alberghi; 0,12 uffici; ecc...).
In sostanza, senza dilungarmi troppo (e se vuoi approfondire il discorso guarda il punto E.4.2.6.1 del DGR), faccio l'esempio che mi è capitato:
Per lo stesso edificio di cui si è cambiata la destinazione d'uso da residenziale a scuola materna, si è passati dalla classe "D" alla "G"!! Il tutto in funzione del fabbisogno per ventilazione...a mio parere fasullo!!
studio17 ha scritto:E' qui che ti volevo.........
Certo che è giusto.
Questa ventilazione deve essere considerata eccome...sennò che prestazione dell'edificio è.....questo "standard" mi sta mandando in bestia.....
La certificazione energetica deve essere assolutamente dipendende dal tipo di attività svolta e la ventilazione è certo un grosso problema che, siccome non interessa praticamente a nessuno, e siccome quasi tutti se ne fregano, non viene considerata (nemmeno a livello normativo<) nella maniera corretta.
Esempio: ho in mano un D.L. 311 fatto da un altro professionista.
Questi locali hanno subito una variazione di destinazione d'uso rispetto al 311. Adesso ci va un attività di ristorazione che si porta dietro una valanga di aria esterna. Epi raddoppiato rispetto al vecchio 311. Futura classe energetica....sicuramente peggiore.
Se un giorno ricambierà destinazione di uso ed impianti, ricambierà anche la classe energetica.
Abbi pazienza, purtroppo nn posso entrare nello specifico del Decreto della Lombardia perchè ancora non lo conosco.....,ilverga ha scritto:studio17 ha scritto:E' qui che ti volevo.........
Certo che è giusto.
Questa ventilazione deve essere considerata eccome...sennò che prestazione dell'edificio è.....questo "standard" mi sta mandando in bestia.....
La certificazione energetica deve essere assolutamente dipendende dal tipo di attività svolta e la ventilazione è certo un grosso problema che, siccome non interessa praticamente a nessuno, e siccome quasi tutti se ne fregano, non viene considerata (nemmeno a livello normativo<) nella maniera corretta.
Esempio: ho in mano un D.L. 311 fatto da un altro professionista.
Questi locali hanno subito una variazione di destinazione d'uso rispetto al 311. Adesso ci va un attività di ristorazione che si porta dietro una valanga di aria esterna. Epi raddoppiato rispetto al vecchio 311. Futura classe energetica....sicuramente peggiore.
Se un giorno ricambierà destinazione di uso ed impianti, ricambierà anche la classe energetica.![]()
ma secondo te è credibile che in un asilo vi siano 3,54 V/h di ricambio d'aria?? Dai, fai il serio...va bene, ritengo giusto anch'io che ci debba essere differenziazione, ma non a tal punto da far saltare di 3 classi, nonchè quintuplicare il fabbisogno per ventilazione...
Cerchiamo di capire, per misurare la trasmittanza devo applicare una temperatura nota su una faccia e misurare sull' altra (nel caso più semplice). Quello che complica il problema è la naturale variazione della temperatura indotta dalle condizioni climatiche esterne e l' inerzia termica della parete. Non avendo il controllo della prima ed ignorando la seconda è impossibile ottenere un dato di un qualche valore, di qui la necessità di almeno due termocamere e di periodi di misurazione lunghi per potere mediare. Se aggiungi la precisione non eccessiva delle termocamere, non puoi che concludere che ti stanno parlando di un gadget, non di una cosa seria.Riccardo ha scritto:non mi pronuncio sul sistema di rilievo trasmittanza con la termocamera, quando avrò news sul prodotto che in futuro utilizzerò mi farò vivo.
nel frattempo incrocio le dita per la c.e. in emilia romagna![]()
voi della lombardia avete un tariffario?
Falla molto più semplice e ricordiamoci ogni tanto la formula della potenza dispersa attraverso una parete. Qui facciamo tutti le leggi 10 e quindi questi concetti devono essere arcinoti!!AndreaS ha scritto:Cerchiamo di capire, per misurare la trasmittanza devo applicare una temperatura nota su una faccia e misurare sull' altra (nel caso più semplice). Quello che complica il problema è la naturale variazione della temperatura indotta dalle condizioni climatiche esterne e l' inerzia termica della parete. Non avendo il controllo della prima ed ignorando la seconda è impossibile ottenere un dato di un qualche valore, di qui la necessità di almeno due termocamere e di periodi di misurazione lunghi per potere mediare. Se aggiungi la precisione non eccessiva delle termocamere, non puoi che concludere che ti stanno parlando di un gadget, non di una cosa seria.Riccardo ha scritto:non mi pronuncio sul sistema di rilievo trasmittanza con la termocamera, quando avrò news sul prodotto che in futuro utilizzerò mi farò vivo.
nel frattempo incrocio le dita per la c.e. in emilia romagna![]()
voi della lombardia avete un tariffario?
certamente è quello che sostengo io!!AndreaS ha scritto: . Quello che complica il problema è la naturale variazione della temperatura indotta dalle condizioni climatiche esterne e l' inerzia termica della parete. Non avendo il controllo della prima ed ignorando la seconda è impossibile ottenere un dato di un qualche valore, di qui la necessità di almeno due termocamere e di periodi di misurazione lunghi per potere mediare. Se aggiungi la precisione non eccessiva delle termocamere, non puoi che concludere che ti stanno parlando di un gadget, non di una cosa seria.
non so se sia obbligatorio usare strumenti, non sono ancora sufficientemente informato, ma ho trovato girovagando nel WEB uno strumento che definirei molto utile per valutare la trasmittanza, si può usare per vetri muri etcRiccardo ha scritto: Un collega mi ha detto recentemente che la regione toscana (o solo Firenze..non ricordo) ha incluso nella metodologia anche tali strumenti, ne sapete qualcosa in merito?
Perchè qualcuno sa misurare la potenza generata all'interno dell'ambiente istante per istante, visto che in realtà siamo in regime variabile? qualcuno sa quantificare con esattezza i rientri gratuiti istante per istante, controllare se entrano o no persone, macchine ecc. sempre con la famosa termocamera? sa valutare con precisione i coefficienti convettivi per scambio naturale? qualcuno sa controllare lo scambio convettivo esterno? il coefficiente di irraggiamento esterno? ma avete la vaghissima idea del sistema di variabili e delle equazioni NON LINEARI che state tirando in ballo?AndreaS ha scritto:Anche se imprecisa, non dimenticare che d'inverno la temperatura dell'ambiente interno è fissata a 20 gradi, per questo ho parlato di imprecisione infinita e non di impossibilità. Il Q istantaneo lo puoi calcolare conoscendo il coefficiente di scambio termico liminare e il delta-T tra la temperatura della stanza e la temperatura superficiale della superficie interna della parete. Il dato rimane comunque inutilizzabile.
Non è che tu sostieni l'utilità dello strumento è che stai sostenendo la difficoltà più di tipo matematico di soluzione di un problema, quando la ragione è ancora a monte del comportamento dinamico.AndreaS ha scritto:Scusa, probabilmente sono poco chiaro, ma da cosa hai dedotto che io sostengo l'utilità pratica del calcolo della trasmittanza con la termocamera?
Quanto sostieni è quanto io ho cercato sinteticamente di esporre, l'unica nota riguarda la supposta impossibilità di calcolare il flusso istantaneo, che invece, pur con elevata approssimazione, è calcolabile.
Il problema della approssimazione lineare di un fenomeno non lineare esiste anche con il termoflussimetro, tanto che per estrapolare il fenomeno lineare (meglio sarebbe dire statico) imposto dallo strumento devi mediare per almeno tre giorni per ottenere un dato che ha una approssimazione del 20%. con una termocamera probabilmente impiegheresti 10 volte tanto per ottenere un dato con approssimazione molto maggiore, del tutto dipendente dalle condizioni al contorno verificatesi durante la prova.
l'analisi numerica, che può fondarsi anche sulla statistica serve per il problema del transitorio che potrebbe alterare i dati ed ecco del perchè anche dei tempi lunghi di misura, ma se tu devi verificare una difformità non puoi a priori ipotizzare un metodo valido proprio quando non c'è!!AndreaS ha scritto:Ah, capisco, pensi ad una soluzione analitica.
No, io non penso ad una soluzione analitica, ma ad una statistica. Quello che in effetti sostengo è che esiste una soluzione statistica convergente. il campo di applicazione della analisi statistica e della teoria della probabilità è proprio in questo tipo di problemi in cui il numero delle variabili supera il numero delle equazioni che è possibile scrivere. Ovviamente, nel caso specifico e con termocamera, il metodo non riveste nessuna utilità pratica.
Ehm, guarda che, tranne che qualcuno (uno o due), che non esprimevano certezze, ma chiedevano dubbiosi, nessuno sta sostenendo l'utilizzabilità della termocamera per la misura delle trasmittanze.claudio ha scritto:quoto jerryluis e superP ed altri che sostegnono:
1) smettiamola di dire tutto ed il contrario di tutto ed iniziamo a pensare un pò (non il fiume) alle risposte più semplici. basta con seghe mentali. una termocamera non misura altro che temp. su una faccia.
per avere misura di U (dice bene non ricordo più chi) che è un flusso di calore per unità di superficie che dipende da un delta T (ma non voglio fare il professore). voglio solo rimarcare che basta che l'amico dell'amico ha sentito che con una termocamera (con tanti bei colori) fa tutto in automatico (senza più bisogno di pensare) e giù tutti a comprarla perchè è più professionale??? ma stiamo scherzando. se uno investe di più in attrezzature è più professionale, ma che teorema è?? (e ve lo dice uno che di strumentazione ne ha abbastanza... ma cerca di non comprare le cose inutili)
2) mi hanno già telefonato e postato diversi venditori di termocamere che prima di settembre dicevano che sarebbe stato obbligatorio in futuro l'utilizzo delle termocamere (ed io l'avrei potuta avere a prezzi stracciati). dopo settembre hanno iniziato a dire che era un ottimo prodotto per ricavare U per fare certificazione. certa gente bisognerebbe denunciarla.
scusate lo sfogo
ciao
claudio
Leggi bene cosa ha scritto Jerry!!!AndreaS ha scritto: Jerry sostiene che non è ipotizzabile un metodo convergente, mentre io sostengo che con un tempo sufficientemente lungo (settimane, se non mesi), d'inverno e con due termocamere, la cosa sarebbe teoricamente possibile, applicando ad esempio il metodo delle medie progressive ( per stare sul semplice), utilizzato con i termoflussimetri.
Il motivo della differenza di opinioni, probabilmente è dovuto al fatto che, nonostante io bazzichi nell'edilizia fin da quando portavo i calzoncini corti e spesso me ne debba occupare, la mia specializzazione e lavoro primario è nell'elettronica e per questo motivo di metodi di approssimazione convergenti, teoria delle probabilità e statistica ne ho studiati un bel po'.
L'animosità deriva dalle informazioni che stiamo apprendendo ed in particolar modo dall'utilizzo distorto che qualcuno vorrebbe imporci, tipo le regioni che stanno legiferando come se stessero trattando del proprio gioiellino in materia di risparmio energeticoAndreaS ha scritto:Non capisco perchè tanta animosità.
qui a mio avviso ci sono due grossi problemi: il fatto che all'interno di un locale ci sia una temperatura costante significa solamente che sei a regime termico e non che la potenza termica in esso generata e quindi quella specifica per unità di area sia nota.Io ho posto delle condizioni ben definite: temperatura interna costante e due termocamere a misurare le temperature superficiali.
Questo ti permette la rilevazione della potenza o flusso istantaneo, il cui valore è mediato dalla capacità termica, che ne limita le oscillazioni e ne sfasa le oscillazioni.
Ti ho mostrato sopra perchè non mi puoi assicurare proprio niente. Le condizioni al contorno non sono quelle che ipotizzi, ma quelle che madre natura ti permette.In queste condizioni ti posso assicurare che un metodo convergente è del tutto possibile, pur con tutte le approssimazioni del caso e nel pieno rispetto della fisica del processo. Il termoflussimetro utilizza lo stesso principio, ma, imponendo un valore di flusso costante che si sovrappone a quello naturale, permette di raggiungere molto prima lo scopo, tanto prima che il primo è privo di utilità pratica, mentre il secondo, sia pure con severi limiti di precisione, può essere utilizzato.
Che poi un più elevato valore di temperatura migliori la precisione teorica e la velocità pratica del procedimento, lo ho osservato anche io quando ho parlato di imporre flussi elevati. Purtroppo però anche la trasmittanza varia con la temperatura e non conoscendo la stratigrafia è impossibile valutare correttamente l' errore indotto, ragion per cui, per non perturbare troppo l' ambiente di misura, è opportuno imporre valori moderati.
Convinto te che si tratti solo di incertezza di misura..... per me si tratta di fornire in pasto ad un calcolatore una serie di dati (Temperature e basta) con le quali a seguito di un algoritmo risolutivo ottieni un risultato che nulla a che vedere con la fenomenologia.AndreaS ha scritto:Se riscorri le risposte precedenti, vedrai che non ho per nulla trascurato i limiti da te citati, ma li ho semplicemente inclusi nella incertezza di misura. Non per nulla ho parlato di metodo convergente, ovviamente non verso una soluzione esatta, ma verso una soluzione prossima, non si sa bene quanto, al vero.
Non ci siamo proprio, vai pure avanti con la termocamera, libera scelta, però ricordati che quando avrai tirato fuori il numero (In ingegneria una misura è composta da numero+unità di misura) voglio vederti a giustificare che da una temperatura ottieni una trasmittanza; da gradi K o C riesci ad ottenere W/(m2*K). Con tutte le teorie di controllo dell'errore a cui sei libero di aggrapparti.Le incertezze di cui parli disturbano tanto una misura che l'altra, non per nulla parliamo di risultati approssimati, si stima e non certamente, entro un 20% e di minimo tre giorni di prova, non di tre giorni e basta, nel caso del termoflussimetro.
[/quuote]
Qui puoi usare la convergenza dek metodo perchè la fisica del problema è ben descritta a meno di incertezze sull'omogeneità dei materiali, della risposta alla variazione di temperatura e non perchè mancano dati.
[quota]
L'altro limite del termoflussimetro sta nella ridotta superficie interessata, che comporta necessariamente un andamento non lineare delle temperature superficiali rilevate a cui si tenta di ovviare utilizzando più di una termocoppia, ma che rischia di confondersi con le probabili discontinuità del materiale isolante. Quindi anche nel caso del termoflussimetro puoi parlare di metodo convergente, ma non verso la soluzione esatta. Rimane invece l'utilità pratica, pur con tutti i suoi limiti, del termoflussimetro e l'inutilità pratica della termocamera, specie considerando che i signori cui ci riferiamo parlano di una e non due termocamere e non fissano nessuna condizione al contorno. Se a questo aggiungiamo che la batteria di una termocamera al più dura quattro ore ...
Se proprio si vuole trovare un punto a favore della termocamera, questo sta nel fatto di poter rilevare la temperatura di una superficie maggiore e con una risoluzione spaziale molto superiore (direi di un paio di ordini di grandezza) a quella consentita dalle termocoppie del termoflussimetro.
Insomma sia con l'uno che con l'altro metodo non fai una misura, ma soltanto una stima con tempi in un caso a volte sopportabili e nell'altro semplicemente improponibili.
calma calma!!! dall'equivalenza che giustamente puoi fare in regime stazionario ti manca sempre quel dato per cui da una misura di temperatura non arriverai mai ad una di trasmittanza, c'è di mezzo il Q che non controlli manco se piangi in turco misto al brasiliano!!AndreaS ha scritto:Prova a fare l' equivalente elettrico del problema: R = 1/U, V=T e I=Q scoprirai che il problema è meno complesso di quanto tu non creda.
Tutte le incertezze al contorno, diventano incertezza di misura. Il vero problema è che nessuno ne può quantificare a priori l' entità e anche quella della tolleranza del termoflussimetro che la pone al 20% è una stima che mediamente, ma non sempre, è verificata.
Sarà per questo che la prova col termoflussimetro non è stata normata e non mi risulta che nessuno abbia intenzione di farlo?
Rimane il fatto che è l' unica strada ragionevolmente percorribile per ottenere un dato su una struttura in opera.
Non ho capito cosa cerchi? la norma o la rivista eubios?AndreaS ha scritto:Googlando trovo riferimenti in inglese e traccia di un interessamento del CTI| a cui sembra non essere stato dato seguito. Trovo invece traccia di un articolo su Eubios che la cita, sempre verso i termoflussimetri.
Non vorrei sbagliare ma la domanda mi sembra di averla fatta proprio all'estensore dell'articolo. Che si riferisse al recepimento in europa?
Qualcuno la ha? mi interesserebbe comunque leggerla.
La norma, dell'articolo ho trovato il pdfjerryluis ha scritto:Non ho capito cosa cerchi? la norma o la rivista eubios?AndreaS ha scritto:Googlando trovo riferimenti in inglese e traccia di un interessamento del CTI| a cui sembra non essere stato dato seguito. Trovo invece traccia di un articolo su Eubios che la cita, sempre verso i termoflussimetri.
Non vorrei sbagliare ma la domanda mi sembra di averla fatta proprio all'estensore dell'articolo. Che si riferisse al recepimento in europa?
Qualcuno la ha? mi interesserebbe comunque leggerla.
Dipende semplicemente a cosa ti serve!!Colin Caldwell ha scritto:ok va bene, niente termocamera ma....... ora che si fa?
Si trapana...... si trapana?
come faccio a ricavare la stratigrafia e relativo k?
Prevedo tempi duri
Opinione personale: fai un calcolo con abaco CTI e confronti con lo storico dei consumi. Se tanto diverso consigli trapanatura + termoflussimetro, magari precedute da una inquadrata con termocamera, tanto per capire se ha senso procedere a verifiche ulteriori.Colin Caldwell ha scritto:ok va bene, niente termocamera ma....... ora che si fa?
Si trapana...... si trapana?
come faccio a ricavare la stratigrafia e relativo k?
Prevedo tempi duri