Buonasera a tutti dato che l'impresa ha avuto l'incarico solo per l'installazioen della centrale termofrigorifera, la restante parte dell'impianto interno verrà eseguita da altra impresa, prima di fare il rivestimento si procede alla messa in pressione per due ore della parte di impianto a 1,5 volte la pressione di esercizio, successivamente verrà ripulito l'impianto dai rubinetti di scarico finchè nn flisce acqua priva di impurità e si riempirà l'impianto.
Chiedevo tale procedura è indicata da qualche norma? avete il riferimento?
Grazie
norma di riferimento per prova idraulica centrale termofrigo
Moderatore: Edilclima
Re: norma di riferimento per prova idraulica centrale termof
Vi sono diversi riferimenti sia per ciò che riguarda la sicurezza che per ciò che concerne la qualità delle opere e delle forniture.
Nel caso si tratti, come immagino, di nuove tubazioni il riferimento principale per le prove di sicurezza è la PED (DM 329/2004) che utilizza come indicatori il diametro nominale (DN), la pressione di esercizio (PS), lo stato fisico (gas o liquido) e la pericolosità del fluido (gruppo1=pericoloso, gruppo2=non pericoloso).
In particolare, fatte salve le esclusioni previste all'art.2 lettera N, a mio parere si dovrebbe applicare la tabella IX del DM 329/2004 (tubazioni per fluidi non pericolosi con tensione di vapore inferiore a 0,5bar) la quale considera non classificabili (non pericolose) le tubazioni fino a DN200 con PS fino 10bar.
Per questo tipo di impiego è sufficiente la semplice "regola dell'arte" non obbligando ad alcuna specifica sovrapressione di collaudo (ovvero se perde saranno problemi tuoi di tipo "ordinario"). Se superi tali valori e rientri in Classe I, o superiore, la pressione di prova diventa di almeno 1,25 volte la pressione di esercizio per una durata di almeno 2 ore. La prova a pressione deve essere riportata nella certificazione PED della tubazione senza però obbligo di revisione periodica.
Caso ulteriore sovrapponibile è se la tubazione fa parte di un appalto pubblico o in generale non risulta ispezionabile (interrata, nascosta,...) qui un generico riferimento lo si trova all'art. 3.10 del DM 12/12/1985 il quale indipendentemente dal fatto che il fluido sia pericoloso o meno prevede la prova di pressione a 1,5 volte la pressione massima di esercizio per la durata di 24 ore.
Tieni presente che ulteriori obblighi di prova a pressione possono discendere da un obbligo contrattuale (capitolato d'appalto) che può prevedere ulteriori vincoli anche se non richiesti dalla normativa vigente.
Quando le pressioni ed i volumi diventano rilevanti è consigliabile effettuare delle pre verifiche con controlli non distruttivi (controllo saldature con liquidi penetranti, verifica spessori con ultrasuoni, ecc..) o con prova a pressione lentamente crescente, verifiche a mio parere più che idonee per gli impianti termici ordinari soprattutto quando si tratta di impianti in cui la pressione è una variabile controllata (presenza di pressostati, valvole di sicurezza, tubi di sicurezza, ecc...).
Nel caso si tratti, come immagino, di nuove tubazioni il riferimento principale per le prove di sicurezza è la PED (DM 329/2004) che utilizza come indicatori il diametro nominale (DN), la pressione di esercizio (PS), lo stato fisico (gas o liquido) e la pericolosità del fluido (gruppo1=pericoloso, gruppo2=non pericoloso).
In particolare, fatte salve le esclusioni previste all'art.2 lettera N, a mio parere si dovrebbe applicare la tabella IX del DM 329/2004 (tubazioni per fluidi non pericolosi con tensione di vapore inferiore a 0,5bar) la quale considera non classificabili (non pericolose) le tubazioni fino a DN200 con PS fino 10bar.
Per questo tipo di impiego è sufficiente la semplice "regola dell'arte" non obbligando ad alcuna specifica sovrapressione di collaudo (ovvero se perde saranno problemi tuoi di tipo "ordinario"). Se superi tali valori e rientri in Classe I, o superiore, la pressione di prova diventa di almeno 1,25 volte la pressione di esercizio per una durata di almeno 2 ore. La prova a pressione deve essere riportata nella certificazione PED della tubazione senza però obbligo di revisione periodica.
Caso ulteriore sovrapponibile è se la tubazione fa parte di un appalto pubblico o in generale non risulta ispezionabile (interrata, nascosta,...) qui un generico riferimento lo si trova all'art. 3.10 del DM 12/12/1985 il quale indipendentemente dal fatto che il fluido sia pericoloso o meno prevede la prova di pressione a 1,5 volte la pressione massima di esercizio per la durata di 24 ore.
Tieni presente che ulteriori obblighi di prova a pressione possono discendere da un obbligo contrattuale (capitolato d'appalto) che può prevedere ulteriori vincoli anche se non richiesti dalla normativa vigente.
Quando le pressioni ed i volumi diventano rilevanti è consigliabile effettuare delle pre verifiche con controlli non distruttivi (controllo saldature con liquidi penetranti, verifica spessori con ultrasuoni, ecc..) o con prova a pressione lentamente crescente, verifiche a mio parere più che idonee per gli impianti termici ordinari soprattutto quando si tratta di impianti in cui la pressione è una variabile controllata (presenza di pressostati, valvole di sicurezza, tubi di sicurezza, ecc...).