Ciao a tutti.
Mi sto occupando di progettare la riqualificazione di una centrale termica a metano integrando la produzione di acqua calda sanitaria prodotta ad oggi a parte a gpl.
Attualmente l'impianto termico presenta sulla mandata un collettore da cui si dipartono n.7 rami, a servizio di differenti zone termiche, ciascuno dotato di valvola miscelatrice a tre vie e di proprio circolatore.
Se vado ad intercettare la tubazione a monte del collettore ed inserisco il nuovo tratto per l'adduzione di acqua calda agli scambiatori dei bollitori (tot. accumulo 2000 litri) per la produzione di ACS, dotandolo ovviamente di proprio circolatore, ho il rischio che si formino problemi nel momento in cui ho picchi di prelievo sia lato ACS sia lato zone termiche?
Mi spiego meglio, in condizioni invernali, al mattino quando la caldaia si attiva e non è a pieno regime, in presenza di richiesta contemporanea di ACS e di riscaldamento posso aver problemi nella gestione delle zone? Può accadere che la richiesta di ACS per mantenere caldi gli accumuli porti via troppo fluido termiovettore al circuito riscaldamento?
Quancuno mi ha consigliato di aggiungere:
- una pompa tra la caldaia ed il collettore in modo che la centralina della caldaia possa gestire la pompa lato termico e lato ACS
- oppure di mettere nella stessa posizione una valvola 4 vie che gestisca le richieste.
Io mi chiedo invece se sia possibile lasciare l'impianto così com'è, aggiungendo unicamente il nuovo ramo e facendo, se possibile, dialogare le n.7 valvole miscelatrici già presenti tra loro senza complicare ulteriormente il circuito.
Se non mi sono spiegata uin maniera chiara chiedetemi pure chiarimenti, ho davvero bisogno di avere un vostro parere!
Grazie!
Integrare un impianto termico esistente e produrre ACS
Moderatore: Edilclima
Re: Integrare un impianto termico esistente e produrre ACS
usa il caro e vecchio separatore idraulico.. ma non dirlo a NNN
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Re: Integrare un impianto termico esistente e produrre ACS
E una volta che l'hai messo, che hai risolto?SuperP ha scritto:usa il caro e vecchio separatore idraulico.. ma non dirlo a NNN
Re: Integrare un impianto termico esistente e produrre ACS
la separazione tra primario e secondario, senza interferenze tra circuiti secondari sul prelievo del calore.mat ha scritto:E una volta che l'hai messo, che hai risolto?SuperP ha scritto:usa il caro e vecchio separatore idraulico.. ma non dirlo a NNN
ma mii corregga pure, Maestro, Supremo, Incarnazione della divinità Termotecnica..

PS: sicuramente ho capito male la domanda.. ma è il mio spirito compassionevole (e tu lo sai).. aiuto sempre


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Re: Integrare un impianto termico esistente e produrre ACS
Ok, con il separatore eviti l'interferenza tra i secondari nel prelievo di acqua, ma quello è un problema che eventualmente si pone anche adesso, prima che sia inserito il carico bollitore; il problema nell'aggiungere questo circuito, semmai, è che la caldaia potrebbe non avere sufficiente potenza per soddisfare contemporaneamente risc e acs. In tal caso, è sufficiente impostare delle priorità di richiesta tra i due servizi, o comandando direttamente le pompe, oppure inserendo una valvola con funzione deviatrice come suggerito.
Augh, Grande Capo ha parlato!

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Re: Integrare un impianto termico esistente e produrre ACS
Siccome parlava di accensione di impianto al mattino... se il problema era questo.. bastava accendere la caldaia prima per caricare i bollitori.. tanto per fare 2000 litri di acs che ci vorrà mai?mat ha scritto: il problema nell'aggiungere questo circuito, semmai, è che la caldaia potrebbe non avere sufficiente potenza per soddisfare contemporaneamente risc e acs.
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Re: Integrare un impianto termico esistente e produrre ACS
Grazie per l'interessamento,
vorrei mandarvi lo schema per spiegarmi meglio ma non riesco a caricare allegati O_o.
Con l'immagine potreste vedere come il collettore esistente permetta già una buona regolazione e gestione
autonoma delle zone. Sinceramente non ho preso in considerazione il separatore
poichè si tratta di una caldaia ad alto contenuto d'acqua
installata su un impianto che serve una volumetria importante ma con un
contenuto d'acqua complessivo relativamente basso (le partenze per il
riscaldamento hanno rispettivamente DN 40).
Aggiungendo il carico per l'ACS, non vorrei che la caldaia, quando si trova "fase di partenza",
non riesca a mandare acqua ad alta temperatura a sufficienza nè lato riscaldamento, nè lato
ACS, anzi che si rischi uno scambio contrario con cessione di calore dall'accumulo al circuito.
Poi ho pensato che:
trattandosi di struttura sanitaria la caldaia non andrà praticamente mai in attenuazione notturna completa
per cui:
- al mattino, quando si ipotizza la richiesta contemporanea lato ACS e riscaldamento,
i bollitori non saranno freddi, ma pieni di acqua calda e pronta all'uso. Pertanto la richiesta
di potenzialità impegnata per reintegrarli non sarà pari a quella di preriscaldo ma sarà minore dando alla caldaia
il tempo di andare in temperatura;
- idem lato distribuzione, essendoci valvole termostatiche+miscelatrici difficilmente ci sarà un momento in cui tutte
le zone richiedono contemporaneamente acqua calda. Anzi si potrebbe anche impostare ciascuna centralina di ogni zona
con un proprio orario in modo tale che non si creino sovrapposizioni nella richiesta.
Sicuramente non condenserò molto ma se metto una 4vie ed inserisco un primario lavorerò lo stesso quasi a
temperatura fissa per mantenerlo in temperatura.
Che ne dite? Sono ragionamenti sensati o sto tralasciando qualcosa?
Grazie ancora per l'aiuto!
vorrei mandarvi lo schema per spiegarmi meglio ma non riesco a caricare allegati O_o.
Con l'immagine potreste vedere come il collettore esistente permetta già una buona regolazione e gestione
autonoma delle zone. Sinceramente non ho preso in considerazione il separatore
poichè si tratta di una caldaia ad alto contenuto d'acqua
installata su un impianto che serve una volumetria importante ma con un
contenuto d'acqua complessivo relativamente basso (le partenze per il
riscaldamento hanno rispettivamente DN 40).
Aggiungendo il carico per l'ACS, non vorrei che la caldaia, quando si trova "fase di partenza",
non riesca a mandare acqua ad alta temperatura a sufficienza nè lato riscaldamento, nè lato
ACS, anzi che si rischi uno scambio contrario con cessione di calore dall'accumulo al circuito.
Poi ho pensato che:
trattandosi di struttura sanitaria la caldaia non andrà praticamente mai in attenuazione notturna completa
per cui:
- al mattino, quando si ipotizza la richiesta contemporanea lato ACS e riscaldamento,
i bollitori non saranno freddi, ma pieni di acqua calda e pronta all'uso. Pertanto la richiesta
di potenzialità impegnata per reintegrarli non sarà pari a quella di preriscaldo ma sarà minore dando alla caldaia
il tempo di andare in temperatura;
- idem lato distribuzione, essendoci valvole termostatiche+miscelatrici difficilmente ci sarà un momento in cui tutte
le zone richiedono contemporaneamente acqua calda. Anzi si potrebbe anche impostare ciascuna centralina di ogni zona
con un proprio orario in modo tale che non si creino sovrapposizioni nella richiesta.
Sicuramente non condenserò molto ma se metto una 4vie ed inserisco un primario lavorerò lo stesso quasi a
temperatura fissa per mantenerlo in temperatura.
Che ne dite? Sono ragionamenti sensati o sto tralasciando qualcosa?
Grazie ancora per l'aiuto!