Quante Dico per una Caldaia?

Normativa Termotecnica, Impianti di riscaldamento, Legge 10/91, DLgs 192/05, ecc.

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Simoncelli
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Quante Dico per una Caldaia?

Messaggio da Simoncelli »

Salve a tutti.
Agli esperti sembrerà ingenuo da parte mia, ma chiedo:

Devo sostituire la caldaia del mio appartamento. Ovunque in internet trovo che devo chiedere la dichiarazione di conformità "dell'impianto".

Però la caldaia è collegata all'impianto a gas, all'impianto di riscaldamento ed all'impianto idraulico (per l'acqua calda).
Quindi devo richiedere tre dichiarazioni di conformità, una per ogni impianto coinvolto dalla sostituzione?

Grazie di cuore a chi vorrà spiegarmi.
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grifo68
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Re: Quante Dico per una Caldaia?

Messaggio da grifo68 »

dunque... in teoria :roll: :roll: se l'impianto a monte (gas) e a valle (riscaldamento) della caldaia è stato realizzato dopo il marzo 90. dovrebbe già essere "coperto" da DiCo, quindi chi ti installa la caldaia rilascia DiCo solo per il montaggio della stessa e fa, sull'impianto gas di adduzione, le verifiche previste dalle normative vigenti (11137-2 per la tenuta della tubazione e 10845 per lo scarico fumi se in canna fumaria) allegando alla DiCo i moduli che esplicitano i risultati delle verifiche (ottemperando così all'obbligo di dichiarare la "compatibilità tecnica" del nuovo con l'esistente come previsto dal DM 37/08). Nel caso in cui per qualsiasi motivo non ci sia la DiCo (o le DiCo) dell'esistente, se l'impianto è stato realizzato prima del marzo 2008 l'installatore farà la DiCo sempre e solo per la caldaia e per la restante parte dell'impianto farà le prove previste dalla UNI 10738/2012 e rilascerà la DiRi (che sarà quindi un allegato della DiCo)... questo per la parte gas, per l'impianto di riscaldamento non saprei, ma comunque ai fini della sicurezza dicamo che non è così importante.

In nessun caso l'installatore può rilasciare una DiCo che comprenda l'intero impianto, sarebbe un falso (dal momento che la DiCo è atto pubblico si configura il reato di falso in atto pubblico) e poi si prenderebbe responsabilità enormi.

Se l'impianto esistente fosse stato realizzato dopo il marzo 2008 e non c'è la DiCo, allora non si può rilasciare neanche la DiRi... l'installatore fa comunque le verifiche ex 10738 ed allega il Rapporto Tecnico di VErifica che però non può chiamare DiRi e a livello documentale l'impianto rimane "monco" (a meno che non si "bari" sulla data di costruzione dell'impianto)...
mat
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Re: Quante Dico per una Caldaia?

Messaggio da mat »

grifo68 ha scritto:l'installatore farà la DiCo sempre e solo per la caldaia e per la restante parte dell'impianto farà le prove previste dalla UNI 10738/2012 e rilascerà la DiRi
Questo se la ditta ha un responsabile tecnico e l'impianto non ricade in quelli con obbligo di professionista; in caso contrario la DiRi la redige quest'ultimo.
grifo68 ha scritto:In nessun caso l'installatore può rilasciare una DiCo che comprenda l'intero impianto, sarebbe un falso (dal momento che la DiCo è atto pubblico si configura il reato di falso in atto pubblico) e poi si prenderebbe responsabilità enormi.
Beh, le responsabilità se le prende anche facendo la DiRi...

Comunque avercene di installatori che verificano l'impianto quando cambiano una caldaia...e uffici comunali che controllano che lo facciano!
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grifo68
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Re: Quante Dico per una Caldaia?

Messaggio da grifo68 »

mat ha scritto: Questo se la ditta ha un responsabile tecnico e l'impianto non ricade in quelli con obbligo di professionista; in caso contrario la DiRi la redige quest'ultimo.
certo, presupponevo un impianto domestico < 50 kw senza ccr, comunque precisazione opportuna :wink: ... solo una cosa... che significa "se la ditta ha un responsabile tecnico"? se monat la caldaia, si presuppone che ce lo abbia..

mat ha scritto: Beh, le responsabilità se le prende anche facendo la DiRi...
beh... attenzione... un conto è dichiarare che l'impianto è perfettamente conforme alla norma di installazione (7129), un conto che rispetta i canoni della norma di verifica (10738); un esempio per tutti, se ho una tubazione sottotraccia, nel primo caso dichiaro che la tubazione passa entro i 20 cm dallo spigolo, che se il muro è in mattoni forati c'è apposita guaina, che sotto il muro hanno saldato le giunzioni e non filettate ecc... nel sceondo caso dichiaro solo che la tubazione tiene, la responsabilità c'è sempre, ma direi che le cose cambiano di parecchio
Kalz
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Re: Quante Dico per una Caldaia?

Messaggio da Kalz »

" nel sceondo caso dichiaro solo che la tubazione tiene, la responsabilità c'è sempre, ma direi che le cose cambiano di parecchio "

ecco questo è anche il punto nel caso l'impianto metano è vetusto e nn ci sia la DiCo, tubazioni in ferro con " presumibili giunzioni/dertivazioni filettate sottotraccia", è sufficiente effettuare le prove secondo la UNI 11137-2 e indicare nel RTV dell 10738 di effettuare la prova sopra indicata con cadenza annuale per la parte di impianto esistente anche se presumibilmente il tratto di linea è palesemente difforme?
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grifo68
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Re: Quante Dico per una Caldaia?

Messaggio da grifo68 »

Kalz ha scritto:" nel sceondo caso dichiaro solo che la tubazione tiene, la responsabilità c'è sempre, ma direi che le cose cambiano di parecchio "

ecco questo è anche il punto nel caso l'impianto metano è vetusto e nn ci sia la DiCo, tubazioni in ferro con " presumibili giunzioni/dertivazioni filettate sottotraccia", è sufficiente effettuare le prove secondo la UNI 11137-2 e indicare nel RTV dell 10738 di effettuare la prova sopra indicata con cadenza annuale per la parte di impianto esistente anche se presumibilmente il tratto di linea è palesemente difforme?
però kalz, cosa intendi per "presumibili" e "presumibilmente"? la 10738 divide in maniera oppurtuna le verifiche tra visive e strumentali.. se una tubazione è sottotraccia come posso anche solo presumere che abbia i raccordi filettati?
Kalz
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Re: Quante Dico per una Caldaia?

Messaggio da Kalz »

per esempio contatore parte tubazione unica in ferro per allacciare due apparecchi, metti cuina e caldaia le giunzioni saranno sicuramente filettate e non si riesce a trovare la derivazione cucina caldaia, inoltre le eventuali curve sono poste sotto traccia in quanto non risultano a vista, in questi casi è sufficiente solo la prova strumentale o è da rifare l'impianto?
mat
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Re: Quante Dico per una Caldaia?

Messaggio da mat »

grifo68 ha scritto:che significa "se la ditta ha un responsabile tecnico"? se monat la caldaia, si presuppone che ce lo abbia..
Mah, non saprei: avere un resp. tecnico presuppone avere un "ufficio tecnico" (magari composto da lui stesso e basta), i piccoli installatori è già tanto se hanno una segretaria... Non ho mai approfondito la questione a fondo, però conosco idraulici che se gli parli di progetto e responsabile tecnico strabuzzano gli occhi :roll:
Marzio
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Re: Quante Dico per una Caldaia?

Messaggio da Marzio »

Scusate ma avete letto bene la UNI 10738:2012, di responsabilità se ne prende tante, anche perchè le verifiche sono tante e non sempre facili, per esempio la tenuta a pressione del camino. Tralasciando le tubazioni sottotraccia, non le vedo e non le verifico, per quelle a vista bisogna verificare anche lo staffaggio, non so dalle vostre parti, ma dalle mie la maggior parte degli installatori non conosce neanche che esistono delle distanze minime da rispettare. Queste sono solo due casi, ma se la leggete attentamente vedrete che difficilmente un impianto alla prima visita si può dichiarare IDONEA AL FUNZIONAMENTO, al massimo IDONEO AL FUNZIONAMENTO TEMPORANEO.
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grifo68
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Re: Quante Dico per una Caldaia?

Messaggio da grifo68 »

Marzio ha scritto:Scusate ma avete letto bene la UNI 10738:2012, di responsabilità se ne prende tante, anche perchè le verifiche sono tante e non sempre facili, per esempio la tenuta a pressione del camino. Tralasciando le tubazioni sottotraccia, non le vedo e non le verifico, per quelle a vista bisogna verificare anche lo staffaggio, non so dalle vostre parti, ma dalle mie la maggior parte degli installatori non conosce neanche che esistono delle distanze minime da rispettare. Queste sono solo due casi, ma se la leggete attentamente vedrete che difficilmente un impianto alla prima visita si può dichiarare IDONEA AL FUNZIONAMENTO, al massimo IDONEO AL FUNZIONAMENTO TEMPORANEO.
nessuno ha detto che non si prende responsabilità, cimancherebbe altro... solo che un conto è dichiarare la risponsenza totale ed assoluta a una norma di installazione... un altro controllare la sicurezza per mezzo di verifiche visive e strumentali, seguendo soprattutto una norma precisa come la 10738. La sua completezza ed indubbia complessità non aggiunge responsabilità, anzi le toglie a chi effettua le verifiche, perchè c'è qualcuno (il CIG) che dice cosa accettare e cosa no, senza lasciare troppa discrezionalità al verificatore, altrimenti di fronte ad un giudice in caso di contestazioni questo può dirgli "non hai controllato abbastanza" oppure "hai tollerato difformità che non avresti dovuto tollerare" (lo fanno comunque, ma per lo meno, se ho seguito la 10738, posso chiamare il CIG in "correità"... sul fatto che l'installatore medio non sappia neanche ogni quanto vadano messe le zanche non è un problema solo delle verifiche, ma anche e soprattutto delle nuove installazioni... e sulle difficoltà per l'effettuazione di determinate verifiche (a proposito, la tenuta del camino non è sempre necessaria, anzi... il riferimento è comunque la UNI 10845 che prevede in quali occasioni farla) mi dispiace ma siamo nel 2013 e se un installatore non è in grado di verificare il livello di dispersione di una tubazione o verificare il tiraggio di una canna fumaria, beh, cambi mestiere... stiamo andando verso un sistema di qualificazione del settore a mezzo di corsi, esami, albi ecc... come è giusto che sia (per esempio gli operatori che hanno a che fare con i gas refrigeranti già da quest'anno dovranno qualificarsi, così come chi opera con le FER). Non è accettabile che chi viene a mettere il gas in casa mia non sia in grado di controllare la sicurezza dell'impianto.

Ultima cosa sulla 10738... un consiglio... dato che consente di accettare come idonea una situazione in cui ci sia un apparecchio di tipo B in un locale privo di aperture di ventilazione, a patto che si verifichi strumentalmente l'afflusso di aria (in pratica si deve verificare che non ci sia una depressione superiore a 4 Pa con apparecchio funzionante e porte e finestre chiuse) beh... sconsiglio di approfittare di questa indegna (ai fini della sicurezza) deroga
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grifo68
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Re: Quante Dico per una Caldaia?

Messaggio da grifo68 »

Kalz ha scritto:per esempio contatore parte tubazione unica in ferro per allacciare due apparecchi, metti cuina e caldaia le giunzioni saranno sicuramente filettate e non si riesce a trovare la derivazione cucina caldaia, inoltre le eventuali curve sono poste sotto traccia in quanto non risultano a vista, in questi casi è sufficiente solo la prova strumentale o è da rifare l'impianto?
ascolta Kalz... oltre a quel che dice la norma (che per forza di cose, come tutte le norme, non può contemplare tutti i casi che si possono trovare) c'è di mezzo anche la tua professionalità e la tua, diciamo così, sensibilità tecnica (neologismo :mrgreen: )... quindi se sei in una situazione in cui non te la senti di accontentarti della prova strumentale, tipo quello che citi, non lo fare... è sicuramente a vantaggio della tua tranquillità e della sicurezza dell'utente :wink:
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grifo68
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Re: Quante Dico per una Caldaia?

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mat ha scritto:
grifo68 ha scritto:che significa "se la ditta ha un responsabile tecnico"? se monat la caldaia, si presuppone che ce lo abbia..
Mah, non saprei: avere un resp. tecnico presuppone avere un "ufficio tecnico" (magari composto da lui stesso e basta), i piccoli installatori è già tanto se hanno una segretaria... Non ho mai approfondito la questione a fondo, però conosco idraulici che se gli parli di progetto e responsabile tecnico strabuzzano gli occhi :roll:
ah ho capito... beh, nel DM 37 il responsabile tecnico è la figura che ha i requisiti per ottenere le abilitazioni... nelle imprese artigiane nel 99,9% dei casi coincide con il titolare, anche se non lo sa :mrgreen:
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