Per il dimensionamento delle reti idriche ho utilizzato, senza vergogna e per anni il celeberrimo "Manuale di TERMOIDRAULICA" schemi e tabelle di rapido impiego a cura di ROSSETTI BIANCHINI (nessun problema).
Ho continuato ad usarlo anche dopo aver letto la UNI 9182 ed ho confermato la mia decisione dopo aver letto su Idraulica, cosa ne persava il sommo Doninelli.
Poi ho preso la decisione di acquistare il libro "Impianti idrici negli edifici. Dimensionamento delle reti e progettazione. Acqua di consumo, reti antincendio, piscine e sistemi di irrigazione. di STEFANO SALVINI E PAOLA SOMA (pubblicizzato in questo sito).
Un bel libro di quelli anti stupido, come piace a me.
Ho però un tarlo che mi sta trapanando il cervello perchè non riesco a capire come abbiano fatto con i valori numerici indicati nella "Tabella 10.3 Valori dei coefficienti di perdita "C"" a pagina 343; ad ottenere i risultati scritti nella 8° colonna "EC" della "Tabella 11.8 Diametri delle tubazioni interne agli alloggi - acqua fredda" a pagina 381.
Se qualcuno ha la soluzione per favore me la spieghi.
Dimensionamento delle reti idriche.
Moderatore: Edilclima
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Re: Dimensionamento delle reti idriche.
Scusate se riesumo questo vecchissimo topic.
Sono riuscito a procurarmi una copia del famigerato “Impianti sanitari” di Angelo Gallizio e gli stavo dando or ora giusto una lettura. Fino a ché, arrivato al paragrafo 8.2 “Il teorema di Bernoulli”(argomento che credevo di conoscere moooolto bene), mi giunge la cosa (per me nuova) che in un condotto rettilineo collegato per un estremo al fondo di un serbatoio di grandissima capacità (quota del pelo libero costante) e per l’altro ad un rubinetto (ma anche sfociante liberamente all’atmosfera) la velocità di un liquido ideale varia da sezione a sezione del tubo, in contrasto con l’equazione di continuità della portata.
Mi sfugge qualcosa sull’argomento Bernoulli o sulle ipotesi del Gallizio [che ne so, il condotto in questione non è, come io ho supposto (e come di solito si fa in questi casi), a sezione costante per cui effettivamente la velocità può cambiare]. Oppure qualcun altro ha notato questa, per me, anomalia?
Grazie per l’attenzione
Sono riuscito a procurarmi una copia del famigerato “Impianti sanitari” di Angelo Gallizio e gli stavo dando or ora giusto una lettura. Fino a ché, arrivato al paragrafo 8.2 “Il teorema di Bernoulli”(argomento che credevo di conoscere moooolto bene), mi giunge la cosa (per me nuova) che in un condotto rettilineo collegato per un estremo al fondo di un serbatoio di grandissima capacità (quota del pelo libero costante) e per l’altro ad un rubinetto (ma anche sfociante liberamente all’atmosfera) la velocità di un liquido ideale varia da sezione a sezione del tubo, in contrasto con l’equazione di continuità della portata.
Mi sfugge qualcosa sull’argomento Bernoulli o sulle ipotesi del Gallizio [che ne so, il condotto in questione non è, come io ho supposto (e come di solito si fa in questi casi), a sezione costante per cui effettivamente la velocità può cambiare]. Oppure qualcun altro ha notato questa, per me, anomalia?
Grazie per l’attenzione
Re: Dimensionamento delle reti idriche.
Fissati i dislivelli e la sezione del tubo, quello che varia non è la velocità , ma la pressione statica del fluido (piezometrica).
Se cambi le sezioni varierà la velocità, ma la portata sarà costante ed allora per trovare la soluzione devi mettere a sistema le equazioni di bernoulli e di massa.
Se cambi le sezioni varierà la velocità, ma la portata sarà costante ed allora per trovare la soluzione devi mettere a sistema le equazioni di bernoulli e di massa.
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Re: Dimensionamento delle reti idriche.
Infatti, è quello che ho sempre saputo io. Il fatto è che il Gallizio (mi) sembra non dire ciò.