a_brettyou ha scritto:Proprio NO (e torniamo al testo di finanza aziendale che latita...)
non sono d'accordo, e lo dico dal punto di vista del testo di finanza aziendale (visto che ho tra i miei maestri diverse persone che ne hanno scritti).
ogni investitore ragiona con una propria strategia di investimento, e praticamente nessun investitore la basa solamente sul VAN.
ciò non toglie che il VAN vada calcolatoin modo oggettivo (e cioè facendo riferimento alla vita utile e al valore residuo di quanto si va a sostituire).
immaginiamo l'investitore alle prese con le alternative A (non faccio niente, che in realtà vuol dire metto i soldi in banca al tasso di riferimento i che ho usato per calcolare il VAN), B, C, D, ecc con lo stesso livello di accettabilità del rischio.
come fa l'investitore ideale (quello che segue i manuali della finanza per massimizzare il profitto) a decidere dove investire?
1. calcola per le situazioni B, C, D i parametri economici rilevanti (che possono essere VAN, TIR, PBT, DSCR, LLCR e via acronimando)
2. applica i vincoli di investimento (ad es. esclude i progetti con DSCR<1,3 perchè le banche tanto non li finanziano, o quelli con TIR<10% perchè tanto gli azionisti non li approvano)
3. sceglie in base alla propria strategia il VAN più alto (ad es. se decide che il pbt massimo accettabile è 5 anni, scarta tutti gli investimenti che rientrano oltre i 5 anni, dopodichè mette in ordine dal VAN più alto al più basso finchè non finiscono o i finanziamenti disponibili o gli investimenti fattibili
perciò i parametri finanziari si calcolano nel modo corretto, anche se chiaramente la propria strategia di investimento escluderà interventi che magari avevano un VAN elevato, ma che non potevo permettermi per altri motivi (ma questi vengono esclusi perchè i parametri calcolati oggettivamente non collimano con i vincoli soggettivi, non perchè si debbano calcolare i parametri in modo soggettivo). chiaramente se la mia strategia di investimento è (caso tipico): sopra i 4 anni di PBT non finanzio niente, tanto vale calcolare prima il PBT ed evitare ulteriori calcoli.
ma concettualmente rimane che i parametri economici si calcolano in modo oggettivo.
l'esempio classico (che nel buon testo di finanza aziendale si trova certamente) è quello immortale del carrello elevatore: in azienda c'è un carrello elevatore a fine vita. possiamo a) comprare un nuovo carrello elevatore (che vivrà per i prossimi 10 anni) a un costo X oppure b) fare il revamping del carrello a un costo Y<X e farlo vivere per altri 6 anni. qual è l'alternativa più conveniente?
la convenienza si può valutare solamente calcolando prima i due VAN (su periodi differenti), e poi rapportando ogni VAN alla propria vita utile (in modo che si calcola un "van all'anno", che è un parametro che permette di confrontare i due risultati). poi se uno tra i dati del problema mi mette che fra due anni l'azienda chiude, è un'altra faccenda. in base alla percezione del rischio che fra 5<Z<10 anni il carrello elevatore non serva più, l'amministratore potrebbe anche decidere di fare una scelta meno conveniente ma con meno rischi associati alla durata. però la convenienza va calcolata correttamente, altrimenti non stiamo fornendo all'amministratore i giusti parametri per una scelta accurata.
se sappiamo che fra 7 anni finisce l'affitto del fabbricato e ci si trasferisce in uzbekistan, fisseremo l'orizzonte a 7 anni e useremo i valori residui (valore che possiamo recuperare vendendo i macchinari ancora buoni) per calcolare il VAN, ma se ci si ragiona sopra ci si rende conto che questo è comunque un caso particolare della regola generale (che resta valida: ovvero il VAN si calcola sulla vita utile dell'investimento; in questo caso l'investimento finisce prima dei prodotti, ma è sempre la vita utile che regola il calcolo del VAN).
scusate la lezioncina (tra l'altro in questo caso non parliamo neppure di un vero e proprio investimento, ma di un calcolo convenzionale, a maggior ragione il van va calcolato convenzionalmente).
sennò se il VAN dipendesse dalla strategia del committente, io mi faccio fare una dichiarazione giurata dal mio cliente che lui accetta PBT massimo 6 mesi, e faccio la dichiarazione di non convenienza basandomi su quella
analoghe considerazioni si possono fare per il tasso di attualizzazione (che a sua volta non è soggettivo neppure lui, bensì calcolabile in modo oggettivo in base alle condizioni al contorno). le abbiamo già fatte, quindi non le ripeto