Calcolo ricambi d'aria naturali
Moderatore: Edilclima
Calcolo ricambi d'aria naturali
Buongiorno a tutti,
immagino che anche a molti di voi sia capitato di imbattervi in normative locali/nazionali piuttosto che generali/specifiche in cui si richiede un certo numero di ricambi d'aria. Vorrei a tal proposito chiedervi se esiste una qualche formula per stabilire in termini quantitativi il ricambio d'aria naturale in termini di m3/h piuttosto che vol/h in funzione dei serramenti o altre aperture presenti in un determinato ambiente
Grazie
immagino che anche a molti di voi sia capitato di imbattervi in normative locali/nazionali piuttosto che generali/specifiche in cui si richiede un certo numero di ricambi d'aria. Vorrei a tal proposito chiedervi se esiste una qualche formula per stabilire in termini quantitativi il ricambio d'aria naturale in termini di m3/h piuttosto che vol/h in funzione dei serramenti o altre aperture presenti in un determinato ambiente
Grazie
Re: Calcolo ricambi d'aria naturali
Curiosando su internet ho trovato la seguente formula:
Il numero di ricambi d’aria discontinui (n) ottenuti con apertura degli infissi, si calcola con la seguente relazione (valida per
infissi schematizzabili come rettangolari):
n = [(SL x √h)/(2,5 x V)] x 103
dove:
n = numero di ricambi d’aria orario (m3/hm3);
SL = base della superficie libera dell’infisso x altezza (h) della superficie libera dell’infisso (mq);
V = volume netto dell’ambiente considerato (m3)
ma non ne conosco l'origine, ovvero non saprei come farla valere in sede di contestazione. Qualcuno ne sa qualcosa?
Il numero di ricambi d’aria discontinui (n) ottenuti con apertura degli infissi, si calcola con la seguente relazione (valida per
infissi schematizzabili come rettangolari):
n = [(SL x √h)/(2,5 x V)] x 103
dove:
n = numero di ricambi d’aria orario (m3/hm3);
SL = base della superficie libera dell’infisso x altezza (h) della superficie libera dell’infisso (mq);
V = volume netto dell’ambiente considerato (m3)
ma non ne conosco l'origine, ovvero non saprei come farla valere in sede di contestazione. Qualcuno ne sa qualcosa?
Re: Calcolo ricambi d'aria naturali
Nelle ultime settimane a nessuno è venuta in mente una soluzione brillante per il mio dubbio amletico?
Re: Calcolo ricambi d'aria naturali
non vedo a cosa possa servire l'eventuale formula.
se sono richiesti ricambi orari in misura minima, l'unica maniera è la ventilazione meccanica (i ricambi orari naturali non sono costanti, dipendono dal vento: con un po' di vento due finestre aperte su pareti diverse possono superare i 50 vol/h, mentre senza vento e in primavera si può scendere a quasi zero, se la temperatura interna è uguale a quella esterna: perciò nessuna formula può darti la garanzia che i ricambi orari minimi ci siano).
se non c'è un requisito minimo, basta che ci sia la finestra con il giusto rapporto aeroilluminante (o fattore di illuminazione, a seconda del regolamento), e il calcolo è comunque inutile.
se sono richiesti ricambi orari in misura minima, l'unica maniera è la ventilazione meccanica (i ricambi orari naturali non sono costanti, dipendono dal vento: con un po' di vento due finestre aperte su pareti diverse possono superare i 50 vol/h, mentre senza vento e in primavera si può scendere a quasi zero, se la temperatura interna è uguale a quella esterna: perciò nessuna formula può darti la garanzia che i ricambi orari minimi ci siano).
se non c'è un requisito minimo, basta che ci sia la finestra con il giusto rapporto aeroilluminante (o fattore di illuminazione, a seconda del regolamento), e il calcolo è comunque inutile.
Re: Calcolo ricambi d'aria naturali
Prima di tutto grazie per essere intervenuto. In effetti non ho dubbi sul fatto che la formula non abbia basi scientifiche ma, avendola trovata su un documento ufficiale di un ente pubblico volevo avere qualche riscontro in merito. Il dubbio mi è nato dal decreto sulle scuole che prescrive tot vol/h a seconda dell'età degli studenti, ma non avendo mai visto una scuola con un impianto di ventilazione ho fatto qualche ricerca e ho trovato quella formula
Re: Calcolo ricambi d'aria naturali
sulle scuole è noto che i progetti facciano schifo e chi li approva dovrebbe andare in galera. Nelle scuole la ventilazione meccanica è obbligatoria da 40 anni. Sarebbe il primo e più efficace metodo per contenere le epidemie invernali. A parte questo, è obbligatorio senza alcun dubbio.
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Re: Calcolo ricambi d'aria naturali
Il medesimo dubbio è venuto anche a me in relazione ad un problema diverso.
Un'unità immobiliare dotata solo di un caminetto come apparecchiatura per il riscaldamento invernale, con l'entrata in vigore del D.Lgs.48/2020 è diventato di colpo dotata di impianto di riscaldamento ai sensi del D.Lgs. 192/2005 e s.m.i.
Questa unità immobiliare ha una scala a chiocciola che mette in comunicazione i locali abitabili con il sottotetto, per cui in corrispondenza di detta scala esiste un libero scambio di aria tra il sottotetto e lo spazio inferiore che dal 2020 è considerato spazio riscaldato.
Al fine del calcolo delle dispersioni termiche del locale riscaldato, ho pensato di considerare la perdita di calore attraverso l'apertura come una perdita per ventilazione, da cui la necessità di valutare il volume d'aria che viene scambiato tenendo un'apertura costantemente aperta.
La formula n = [(SL x √h)/(2,5 x V)] x 10^3 trovata da jack66 è citata in un documento che ho reperito sul sito web del CNR tra gli allegati ai regolamenti-tipo dell'Emilia Romagna, ma a parte che non ne ho trovato traccia in altre norme, il termine √h mi suggerisce che come metodo di calcolo si applichi alle aperture verticali, e non alle orizzontali.
Sempre scartabellando sul web ho anche trovato questa formula:
W=4382(0,425Af-0,112Af^2+0,017Af^3)[0,373(t/60)-0,027(t/60)^2 + 0,0038 (t/60)^3][3,71(Δt/25)-5,27(Δt/25)^2+2,56(Δt/25)^3]√h
citata da "Qualità del comfort ambientale. Elementi per la progettazione" (Marocco, Orlandi - 2000 - Editrice Dedalo Roma), con Af=area finestra in mq, e t tempo in minuti.
Non disponendo della fonte non so neppure in che condizioni è previsto fosse applicata (dalla forma si direbbe una relazione empirica), ma anche in questa formula compare però il termine √h, il che fa pensare che si possa applicare solo ad aperture verticali.
Esiste un metodo semplificato per calcolare il volume di aria scambiata per ventilazione attraverso un'apertura in funzione della sua superficie ed orientamento?
Un'unità immobiliare dotata solo di un caminetto come apparecchiatura per il riscaldamento invernale, con l'entrata in vigore del D.Lgs.48/2020 è diventato di colpo dotata di impianto di riscaldamento ai sensi del D.Lgs. 192/2005 e s.m.i.
Questa unità immobiliare ha una scala a chiocciola che mette in comunicazione i locali abitabili con il sottotetto, per cui in corrispondenza di detta scala esiste un libero scambio di aria tra il sottotetto e lo spazio inferiore che dal 2020 è considerato spazio riscaldato.
Al fine del calcolo delle dispersioni termiche del locale riscaldato, ho pensato di considerare la perdita di calore attraverso l'apertura come una perdita per ventilazione, da cui la necessità di valutare il volume d'aria che viene scambiato tenendo un'apertura costantemente aperta.
La formula n = [(SL x √h)/(2,5 x V)] x 10^3 trovata da jack66 è citata in un documento che ho reperito sul sito web del CNR tra gli allegati ai regolamenti-tipo dell'Emilia Romagna, ma a parte che non ne ho trovato traccia in altre norme, il termine √h mi suggerisce che come metodo di calcolo si applichi alle aperture verticali, e non alle orizzontali.
Sempre scartabellando sul web ho anche trovato questa formula:
W=4382(0,425Af-0,112Af^2+0,017Af^3)[0,373(t/60)-0,027(t/60)^2 + 0,0038 (t/60)^3][3,71(Δt/25)-5,27(Δt/25)^2+2,56(Δt/25)^3]√h
citata da "Qualità del comfort ambientale. Elementi per la progettazione" (Marocco, Orlandi - 2000 - Editrice Dedalo Roma), con Af=area finestra in mq, e t tempo in minuti.
Non disponendo della fonte non so neppure in che condizioni è previsto fosse applicata (dalla forma si direbbe una relazione empirica), ma anche in questa formula compare però il termine √h, il che fa pensare che si possa applicare solo ad aperture verticali.
Esiste un metodo semplificato per calcolare il volume di aria scambiata per ventilazione attraverso un'apertura in funzione della sua superficie ed orientamento?
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Re: Calcolo ricambi d'aria naturali
Ti è venuto adesso dopo 7 anni, o ti era venuto nel 2016?AntonioMiranda ha scritto: ↑ven mar 03, 2023 14:27 Il medesimo dubbio è venuto anche a me in relazione ad un problema diverso.
Il metodo EqAir oppure i metodi analitici Ashrae.AntonioMiranda ha scritto: ↑ven mar 03, 2023 14:27 Esiste un metodo semplificato per calcolare il volume di aria scambiata per ventilazione attraverso un'apertura in funzione della sua superficie ed orientamento?
"Discutere con certe persone è come giocare a scacchi con un piccione. Puoi essere anche il campione del mondo ma il piccione farà cadere tutti i pezzi, cagherà sulla scacchiera e poi se ne andrà camminando impettito come se avesse vinto lui.”
Re: Calcolo ricambi d'aria naturali
Oppure UNI EN 15242 o 16798
I miei corsi e libri su involucro, termotecnica e VMC https://www.paolosavoia.com/corso-online
Il blog delle curiosità https://www.paolosavoia.com/blog
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Re: Calcolo ricambi d'aria naturali
prova a pensare a quanto avverrà realmente: all'inizio il camino scalda e il sottotetto è freddo, quindi poichè il calore va verso l'alto, si avrà una corrente d'aria elevata che da sotto riscalda sopra. dopo un po' la temperatura dei due locali sarà simile, e questa corrente si ridurrà drasticamente (a parte il fenomeno della stratificazione, per cui probabilmente tenendo l'impianto acceso si avrà un sottotetto più caldo dei locali abitabili).AntonioMiranda ha scritto: ↑ven mar 03, 2023 14:27 esiste un libero scambio di aria tra il sottotetto e lo spazio inferiore che dal 2020 è considerato spazio riscaldato.
quale formula pensi che possa descrivere una situazione del genere? saranno casomai equazioni differenziali alle derivate parziali da integrare nel tempo. ne vale la pena? e porteranno a risultati corretti?
se c'è un'apertura è inevitabile che il sottotetto in breve tempo andrà alla stessa temperatura dei locali del piano sotto, e disperderà il calore da tutte le sue strutture, infiltrazioni comprese: queste dispersioni possono essere stimate con gli usuali metodi del calcolo delle dispersioni.
se non ci sono chiusure il volume riscaldato è unico.