reazione al fuoco in atri e vie di esodo

Normativa Antincendio, Rilascio CPI, ecc.

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buge
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reazione al fuoco in atri e vie di esodo

Messaggio da buge »

attività soggetta quale pubblico spettacolo, scuola, ospedale ecc...per questo quesito vanno bene tutte, in quanto l e regole tecniche sulla reazione al fuoco hanno la stessa dicitura:
" negli atri, nei corridoi, nei disimpegni, nelle rampe, nei passaggi in genere e nelle vie di esodo, è consentito l’impiego dei materiali di classe 1 in ragione, al massimo, del 50% della loro superficie totale (pavimento + pareti + soffitti + proiezioni orizzontali delle scale); per le restanti parti debbono essere impiegati materiali di classe 0"
Qualcuno mi sa individuare con precisione un atrio e una via di esodo?
L'atrio è forse la zona di ingresso delimitata da pareti ? (cioè se l'ambiente è subito "aperto" non sono in un atrio?)
La via di esodo cosa comprende? se comprende il percorso di esodo, allora TUTTO è una via di esodo, tranne gli spazi occupati dagli arredi...
Oppure per via di esodo si intende un tratto del percorso di esodo in qualche modo delimitato da pareti per arrivare all'uscita? (quindi un eventuale sala bingo o sala slot ad esempio non hanno vie di esodo ai fini della reazione al fuoco, in quanto in genere ambienti "aperti"?)
Terminus
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Re: reazione al fuoco in atri e vie di esodo

Messaggio da Terminus »

La via di esodo è il percorso che devi utilizzare dalla porta del locale interno fino all'uscita all'esterno (luogo sicuro), quindi comprende tutti i passaggi, scale, atrii, ecc...
Se dal locale esci direttamente all'esterno non avrai "percorso di esodo" ma solo l'uscita di sicurezza.
Nei raggruppamenti "atri, corridoi, scale, rampe, passaggi in genere" vengono considerati tutti gli ambienti ad uso comune dove possono stazionare o passare le persone, indipendentemente se facciano o meno parte dei percorsi di esodo (anche se solitamente ne fanno parte)
buge
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Re: reazione al fuoco in atri e vie di esodo

Messaggio da buge »

mmm...potrebbe essere una giusta interpretazione...ma è una tua conclusione o è avallato da un documento del Ministero?
ingcar
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Re: reazione al fuoco in atri e vie di esodo

Messaggio da ingcar »

L'Ing. del mio Comando ritiene che nel caso di un locale con due uscite di sicurezza che danno direttamente all'esterno sia da considerare tutto il locale come via di esodo e quindi il 50% in classe 0...

Anche Ronin in un vecchio post riguardante una sala cinematografica riteneva che la stessa fosse "coperta" interamente da via di esodo (a parte dove ci sono le poltrone).
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grifo68
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Re: reazione al fuoco in atri e vie di esodo

Messaggio da grifo68 »

ingcar ha scritto:L'Ing. del mio Comando ritiene che nel caso di un locale con due uscite di sicurezza che danno direttamente all'esterno sia da considerare tutto il locale come via di esodo e quindi il 50% in classe 0...
perdonami, ma sulla base di questa interpretazione anche un locale che comunichi con vie di esodo propriamente dette dovrebbe avere tali caratteristiche... qualunque locale da cui si debba scappare in caso di emergenza dovrebbe avere tali caratteristiche. Perché quindi le norme parlano specificatamente di vie di esodo? estremizzo... una camera di albergo dovrebbe avere le stesse identiche caratteristiche da questo punto di vista di un corridoio.

Secondo me l'interpretazione di Terminus è avallata semplicemente dalla logica
Ronin
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Re: reazione al fuoco in atri e vie di esodo

Messaggio da Ronin »

il DM 30/11/83 definisce il sistema di vie di uscita come "Percorso senza ostacoli al deflusso che consente alle persone che occupano un edificio o un locale di raggiungere un luogo sicuro. La lunghezza massima del sistema di vie di uscita è stabilita dalle norme"

in linea di massima, quanto scrive terminus è corretto, perché nella maggioranza dei casi la lunghezza delle vie di uscita si misura dalla porta del locale (e quindi è evidente che se la lunghezza di una "cosa" parte dal perimetro del locale, questa "cosa" non si trova all'interno del locale).
purtuttavia il caso della sala cinematografica è particolare, perché il DM 19/8/96 (RT pubblico spettacolo) al punto 4.3.4 stabilisce che "Per i locali al chiuso, la lunghezza massima del percorso di uscita, misurata a partire dall’interno della sala, fino a luogo sicuro, o scala di sicurezza esterna rispondente ai requi-siti di cui al punto 4.5.4, non deve essere superiore a ...."
è quindi evidente che il percorso di esodo parte dentro la sala stessa, e quindi le vie di esodo sono tali anche all'interno della sala.

ad esempio, invece, il DM 18/9/02 (RT strutture sanitarie) al punto 4.5 ci dice che "Il percorso di esodo, misurato a partire dalla porta di ciascun locale nonché da ogni punto dei locali ad uso comune, non può essere superiore a:"

è evidente pertanto che è la regola tecnica che ci spiega se il percorso di uscita comprende l'interno del locale stesso oppure no.
tipicamente se il locale è ad uso comune, esso fa parte delle vie di esodo (meglio: le vie di esodo vanno individuate anche al suo interno), se non lo è invece no. e mi sembra che la logica che sottende a questa scelta sia chiaramente visibile (se il locale può essere interessato da un affollamento elevato, diventa esso stesso via di esodo, perché si deve garantire anche al suo interno un deflusso ordinato di un elevato numero di persone).
Terminus
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Re: reazione al fuoco in atri e vie di esodo

Messaggio da Terminus »

Sia la norma sui locali di pubblico spettacolo che quella sui locali commerciali, parlano in modo specifico di "atri, corridoi, disimpegni, rampe e passaggi in gere e nelle vie di esodo".
Se fosse da considerare tutta la sala (o tutta l'area di vendita) in tale fattispecie, avrebbero semplicemente scritto "dappertutto", senza andare a specificare qualcosa di diverso per "gli altri ambienti".
ingcar
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Re: reazione al fuoco in atri e vie di esodo

Messaggio da ingcar »

Sono d'accordo con Ronin!

Supponiamo di avere un locale da ballo all'interno di un capannone...secondo voi devo rispettare il 50% in classe 0 per tutto il locale?

Secondo me si e penso anche secondo Ronin!?!?
ingcar
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Re: reazione al fuoco in atri e vie di esodo

Messaggio da ingcar »

Terminus ha scritto:Sia la norma sui locali di pubblico spettacolo che quella sui locali commerciali, parlano in modo specifico di "atri, corridoi, disimpegni, rampe e passaggi in gere e nelle vie di esodo".
Se fosse da considerare tutta la sala (o tutta l'area di vendita) in tale fattispecie, avrebbero semplicemente scritto "dappertutto", senza andare a specificare qualcosa di diverso per "gli altri ambienti".
Infatti parla di passaggi in genere e nelle vie di esodo...sempre supponendo di avere un locale da ballo in un capannone con due uscite, una sul lato destro e una sul lato sinistro, se mi dovessi trovare al centro delle due dalla parte opposta, il percorso che dovrei effettuare per raggiungere una delle due non è un "passaggio in genere o via di esoso"?
Ronin
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Re: reazione al fuoco in atri e vie di esodo

Messaggio da Ronin »

Terminus ha scritto:Sia la norma sui locali di pubblico spettacolo che quella sui locali commerciali, parlano in modo specifico di "atri, corridoi, disimpegni, rampe e passaggi in gere e nelle vie di esodo".
Se fosse da considerare tutta la sala (o tutta l'area di vendita) in tale fattispecie, avrebbero semplicemente scritto "dappertutto", senza andare a specificare qualcosa di diverso per "gli altri ambienti".
sempre come esempio, parlando della sala cinematografica, "nelle vie di esodo" (anche dentro la sala) secondo me è diverso da "dappertutto". ad es. le zone occupate dalle poltrone su cui gli spettatori guardano il film evidentemente non sono vie di esodo (in molti cinema si riesce ad avanzare a fatica attraverso le file anche senza persone sedute).
le scale alla sinistra e destra di ogni blocco di poltrone (in genere distribuite in altezza) invece sono vie di esodo, così come lo sono i corridoi che nelle sale più grandi separano i "blocchi" e permettono di muoversi parallelamente allo schermo cinematografico.
il palcoscenico dei cinema/teatri e la cabina di proiezione sono altri esempi di zone che si trovano dentro la sala, ma che evidentemente non sono vie di esodo.

anche nell'area di vendita del centro commerciale mi sembra piuttosto ragionevole che vi possano essere zone dedicate allo stazionamento (a volte ci sono separè nel corridoio che delimitano negozi veri e propri) che non sono vie di esodo. se avessero scritto "dappertutto", in molti centri commerciali avrebbero dovuto compartimentare il miniclub con la moquette destinato ai bambini, ad esempio (privandolo della luce naturale, per dirne una). non c'è ragione di farlo, una volta che di fianco ad esso sia disponibile un corridoio (quasi sempre in materiale marmoreo o comunque incombustibile) abbastanza largo da consentire l'esodo massiccio dell'utenza presente.

per quanto riguarda il locale da ballo, secondo me diventa via di esodo almeno tutta la pista. non essendoci pareti se non perimetrali, garantire il 50% di superficie incombustibile è nella stragrande maggioranza dei casi automatico, atteso che nei locali ad alto affollamento si tende ad utilizzare pavimenti resistenti al calpestio, per loro natura quasi sempre incombustibili. molto spesso sono ampie anche le altezze, il che elimina la necessità di controsoffitto, sicchè si ottiene facilmente una percentuale di incombustibilità molto superiore al 50%, anche con travi in legno lamellare (su cui comunque si può chiedere deroga facilmente motivabile con le superiori caratteristiche del legno in caso di incendio).
Terminus
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Re: reazione al fuoco in atri e vie di esodo

Messaggio da Terminus »

La discussione è molto interessante.
Ronin sono d'accordo con te, quando dici che i percorsi interni alle sale sono parte delle vie di esodo, vedo però molto difficile impostare una zonizzazione per la reazione al fuoco all'interno di una sala, in funzione della distribuzione dei posti a sedere e dei percorsi e non credo che il normatore abbia pensato ad una cosa del genere, peraltro assai difficile da verificare.
Riguardo i percorsi interni alle zone spettatori per esempio, il DM/IS non li considera come facenti parte della "via d'uscita".

Leggendo i DM ed un pò di circolari interpretative, relative sia ai locali di PS che agli impianti sportivi, qualcosa non mi quadra.
Come ho detto sopra, il DM/PS al punto 2.3.2 non cita le "sale", come avrebbe potuto fare in modo assai semplice e chiaro, inoltre leggendo la lettera b) si parla di "ambienti" e mai di parte degli stessi.
La circ. P1059/4109 del 17/10/00 riporta riguardo i rivestimenti a pavimento degli impianti sportivi utilizzati per PS "Con riferimento al quesito indicato in oggetto, si concorda con il parere espresso al riguardo da codesti Uffici ritenendo che il tappeto di protezione dell’area di gioco debba essere di classe di reazione al fuoco non superiore a 1 ed omologato tenendo conto delle effettive condizioni di impiego anche in relazione alle possibili fonti di innesco, così come previsto al punto 2.3.2, lettera g), del D.M. 19 agosto 1996 e al punto 15, lettera c), del D.M. 18 marzo 1996.
Viene citata la lettera g) del punto 2.3.2 e non la lettera a), la quale già imporrebbe almeno una classe 1, senza bisogno di dire null'altro: ne deduco che l'ambiente in questione (campo da gioco al chiuso utilizzato per concerti) non viene considerato come parte di un percorso di esodo, ma come "altro ambiente" di cui alla lettera b).
ingcar
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Re: reazione al fuoco in atri e vie di esodo

Messaggio da ingcar »

Si si molto interessante...

Nulla da eccepire Terminus al tuo ultimo intervento, però vorrei soffermarmi e cercare di capire insieme a voi il perché della prescrizione del 50% in classe 0...forse perché lungo una via di esodo
devo avere un carico e una probabilità di incendio ridotta?

Se così fosse allora ritengo che sia giusto avere il 50% in classe 0 in una sala cinematografica o in un locale di PS alla strada ecc. in quanto continuo a credere che all'interno della
sala ci siano vie di esodo o passaggi in genere in cui sia doveroso avere un carico e una probabilità di incendio ridotto in maniera tale da permettere uno sfollamento sicuro del locale stesso.

Mi sbaglio?

Nello stesso tempo condivido il ragionamento/paragone di Terminus sul tappeto e quello di Ronin sulla def. di via di esodo.
Terminus
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Re: reazione al fuoco in atri e vie di esodo

Messaggio da Terminus »

I requisiti di reazione al fuoco hanno i seguenti obiettivi:
- ridurre la generazione di fumi e prodotti della combustione che sono per lo più tossici
- ridurre la propagazione di un eventuale focolaio di incendio, sia direttamente che per effetto di gocciolamento

Nelle vie di esodo si deve garantire sia l'esodo veloce e sicuro degli occupanti, sia un intervento quanto più possibile sicuro dei soccorritori e questo richiede reazioni al fuoco ridotte; negli altri ambienti (che per me potrebbero comprendere anche le sale), non è che non vengano richiesti requisiti, ma vengono richiesti di un gradino inferiore, per così dire.
Perchè la norma dovrebbe concedere un grado inferiore alle sale rispetto alle vie di esodo strettamente intese ?
Presumubilmente perchè nella sala un eventuale focolaio è immediatamente individuabile, l'ambiente è solitamente molto ampio e tale da consentire una certa stratificazione dei fumi e, se i percorsi e le uscite sono adeguati, il pubblico è in grado di uscire velocemente, andando ad impegnare i percorsi di esodo che invece devono avere requisiti più stringenti.
ingcar
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Re: reazione al fuoco in atri e vie di esodo

Messaggio da ingcar »

Terminus ha scritto: Perchè la norma dovrebbe concedere un grado inferiore alle sale rispetto alle vie di esodo strettamente intese ?
La risposta sta nel cosa considerare via di esodo...e come citato da Ronin il DM PS considera nella lunghezza del percorso d'esodo l'interno della sala...

Se invece non fosse così allora, nel caso di un locale di PS alla strada, non dovrei preoccuparmi di verificare la lunghezza massima dei percorsi di esodo e scrivere in
relazione che non ce ne sono...
Ronin
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Re: reazione al fuoco in atri e vie di esodo

Messaggio da Ronin »

la circolare citata chiama in causa il punto g) del comma 2.3.2 perchè il rivestimento del campo da gioco è temporaneamente sovrapposto al "pavimento" (che ovviamente è costituito dal manto erboso, cui non si può chiedere più di tanto).
non a caso, essa richiede che il rivestimento sia di classe 1: se la sala (il campo) venisse considerata un locale "altro" rispetto alle vie di esodo, il punto b) del medesimo comma permetterebbe per i pavimenti anche la classe 2, ed invece così non è: proprio perchè l'area ad alto affollamento è un luogo particolarmente critico.

per quanto riguarda le zone poltrone, con il fatto che non sono vie di esodo mi riferivo al fatto che sono ingombrate dalle poltrone stesse (se tutta la sala fosse una via di esodo, è evidente che le poltrone non potrebbero starci, perchè le vie di esodo devono essere sgombre da ostacoli): è il fatto stesso di esserci le poltrone, che le fa uscire dalla classificazione.

in generale per quanto mi riguarda rispettare le prescrizioni è normalmente piuttosto semplice (salvo che in teatri storici, dove il comando dovrà per forza scendere a compromessi), e quindi mi attrezzerei a farlo.
ingcar
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Re: reazione al fuoco in atri e vie di esodo

Messaggio da ingcar »

Si Ronin ė facile rispettarle però il più delle volte il committente dovrá spendere qualcosa in più ad esempio per un controsoffitto in classe 0 piuttosto che 1...

Riguardo le poltrone penso che alla fine rispetterai il 50% in tutta la sala e non solo nelle vie di esodo, giusto? Altrimenti nel caso di sala contro soffittata e con moquette che fai metti controsoffitto in classe 0 solo in corrispondenza delle vie di esodo?
Terminus
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Re: reazione al fuoco in atri e vie di esodo

Messaggio da Terminus »

Ronin ha scritto:la circolare citata chiama in causa il punto g) del comma 2.3.2 perchè il rivestimento del campo da gioco è temporaneamente sovrapposto al "pavimento" (che ovviamente è costituito dal manto erboso, cui non si può chiedere più di tanto).
non a caso, essa richiede che il rivestimento sia di classe 1: se la sala (il campo) venisse considerata un locale "altro" rispetto alle vie di esodo, il punto b) del medesimo comma permetterebbe per i pavimenti anche la classe 2, ed invece così non è: proprio perchè l'area ad alto affollamento è un luogo particolarmente critico.
Appunto ho citato la circolare: se la sala fosse da considerare tout-court come via di esodo, allora ai sensi della lettera a) si avrebbe già la prescrizione minima della classe 1, senza dover specificare altro; non vi sarebbe necessità di citare la lettera g) che è una specificazione sulla prescrizione generale stabilita dalle prime due lettere.
Ronin
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Re: reazione al fuoco in atri e vie di esodo

Messaggio da Ronin »

Terminus ha scritto:Appunto ho citato la circolare: se la sala fosse da considerare tout-court come via di esodo, allora ai sensi della lettera a) si avrebbe già la prescrizione minima della classe 1, senza dover specificare altro; non vi sarebbe necessità di citare la lettera g) che è una specificazione sulla prescrizione generale stabilita dalle prime due lettere.
la circolare fa riferimento al punto g) per il semplice motivo che il rivestimento del campo è un telone appoggiato su un piano che può essere di qualsiasi materiale, e quindi va omologato tenendo conto della posa particolare.
ciò è dimostrato dal fatto che la circolare dice che il tappeto di protezione deve essere in classe 1 "omologato tenendo conto delle effettive condizioni di impiego anche in relazione alle possibili fonti di innesco" così come riportato al punto g): la specificazione dell'omologazione "nelle effettive condizioni di impiego" al punto a) non è presente (perché lì si sta parlando di strutture e rivestimenti fissi in aderenza), ed è per questo motivo che si fa riferimento al g): è evidente che un telone appoggiato su un manto erboso sintetico (piuttosto che su un parquet) è un caso piuttosto particolare di "pavimento" (e quindi va omologato tenendo presente che sotto di esso c'è ben altro che un massetto in cls).

@ingcar: si è ovvio che nessuno si metterà a fare controsoffitti di classi differenti per "riquadrare" le poltrone. anche per questo motivo i DM parlano di "ambienti", perché se il fine della reazione al fuoco è quello di impedire la propagazione di fumo e fiamme, esso va applicato all'ambiente in modo uniforme, visto che il fuoco nel propagarsi non segue certo i percorsi di esodo da noi stabiliti.
d'altro canto le prescrizioni per le vie di esodo vanno ben oltre la sola reazione al fuoco (un'adeguata segnalazione ad esempio: mica vorremo mettere luci guida in ogni fila di sedie, no?): il fatto ch'io consideri o non consideri vie di esodo le zone poltrone è irrilevante per la reazione al fuoco, perché tanto il locale va trattato come ambiente unico; la classificazione è tuttavia rilevante per molte altre prescrizioni (larghezza minima dei passaggi, ingombro di oggetti che possono ostacolare, illuminamento, segnalazione, e così via), che se applicate in maniera restrittiva sono evidentemente insensate.
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