IMPIANTO VASO APERTO VS VASO CHIUSO
Moderatore: Edilclima
Re: IMPIANTO VASO APERTO VS VASO CHIUSO
Ma prima, dal 2009 ad oggi, quando il riempimento lo facevate senza autoclave che pressione avevate a freddo?
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Re: IMPIANTO VASO APERTO VS VASO CHIUSO
peritopistoia ha scritto: ↑mar ott 31, 2017 13:51 ..
Impianto nuovo con colonne in PP (verde) installate nel 2009; in quell'occasione sostituiti le vecchie pompe con circolatori inverter.
Primario/secondario separato con equilibratore idraulico.
Potrebbe servire un autoclave ??
L'installatore mi propone questa soluzione ... però mi chiedo (scusate l'ignoranza ) se all'ultimo piano le utenze sanitarie funzionano .. perché nell'impianto di riscaldamento non dovrebbe esserci la pressione sufficiente a caricarlo ????
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Re: IMPIANTO VASO APERTO VS VASO CHIUSO
Infatti, molto probabilmente la pressione di riempimento è sufficiente. Per esserne sicuro ferma le pompe vai all'ultimo piano e sfiata, se l'acqua esce zampillando non serve aumentare la pressione iniziale.
Re: IMPIANTO VASO APERTO VS VASO CHIUSO
Te lo chiedo perchè la pressione iniziale è sempre sufficiente se proviene dall'acquedotto, potrebbero esserci problemi se proviene per caduta dalle vasche. In questo caso la pressione sarebbe al limite già in condizioni di impianto nuovo e potrebbere diminuire se qualche filtrino sul carico va ad intasarsi. In questo ultimo caso spero non sia stato messo un riduttore di pressione, non servirebbe a nulla se non a peggiorare la situazione.
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Re: IMPIANTO VASO APERTO VS VASO CHIUSO
Riapro la discussione in quanto sto valutando la trasformazione da vaso aperto a chiuso su un edificio con carico idrostatico di 3.3 bar (10 piani) attualmente dotato di vaso aperto sul secondario sul quale andrebbero eseguiti interventi di manutenzione per la messa a norma per un costo di circa 3.000 euro (primario a vaso chiuso con cald. a condensazione)
Io sono pro vaso aperto ma l'ovvio dubbio è l'altezza elevata e l'aumento di pressione alla base e pertanto avrei pensato di utilizzare vasi a pressione costante e livello variabile, già utilizzati per altri grandi impianti con risultati positivi. In questo caso il controllo della pressione è continuo ed il valore dovrebbe ragionevolmente restare limitato al carico idrostatico + 0.5 bar inducendo quindi un aumento di pressione ragionevole. Sistema ben differente dai classici vasi a diaframma dove il manutentore verifica la precarica due volte l'anno con possibilità quindi di arrivare anche a valori di pressione pari a quelli di taratura valvola di sicurezza più tolleranza.
Cosa ne pensate? Qualcuno ha già utilizzato questo sistema per edifici di grande altezza? Il vaso sul secondario è effettivamente esonerato dal rispetto dei quanto previsto dalla nuova raccolta R?
Grazie.
Io sono pro vaso aperto ma l'ovvio dubbio è l'altezza elevata e l'aumento di pressione alla base e pertanto avrei pensato di utilizzare vasi a pressione costante e livello variabile, già utilizzati per altri grandi impianti con risultati positivi. In questo caso il controllo della pressione è continuo ed il valore dovrebbe ragionevolmente restare limitato al carico idrostatico + 0.5 bar inducendo quindi un aumento di pressione ragionevole. Sistema ben differente dai classici vasi a diaframma dove il manutentore verifica la precarica due volte l'anno con possibilità quindi di arrivare anche a valori di pressione pari a quelli di taratura valvola di sicurezza più tolleranza.
Cosa ne pensate? Qualcuno ha già utilizzato questo sistema per edifici di grande altezza? Il vaso sul secondario è effettivamente esonerato dal rispetto dei quanto previsto dalla nuova raccolta R?
Grazie.
Re: IMPIANTO VASO APERTO VS VASO CHIUSO
Ai fini INAIL il circuito secondario pur non necessitando di tutti i dispositivi di sicurezza previsti per il circuito primario deve comunque avere l'espansione verificata (Cap. R.1.A punto 3 comma 2°), pertanto un calcolino giustificativo, allegato alla pratica INAIL, va fatto.
Nel caso si installasse un vaso chiuso è ovviamente necessario verificare anche l'abbinamento della valvola di sicurezza. I dispositivi installati sul secondario non sono soggetti al collaudo INAIL.
In merito alla preferenza dell'espansore rispetto al vaso chiuso bisognerebbe decidere con conti ed ingombri alla mano, il volume risultante è decisivo nella scelta.
Personalmente se l'attuale impianto non ha mai dato problemi lascerei il secondario a vaso aperto e a vaso chiuso farei solo il primario. Ovviamente supponiamo di interporre uno scambiatore, che fa anche da separatore, preservando la nuova caldaia a condensazione dalla bassa qualità dell'acqua del vetusto circuito secondario.
Nel caso si installasse un vaso chiuso è ovviamente necessario verificare anche l'abbinamento della valvola di sicurezza. I dispositivi installati sul secondario non sono soggetti al collaudo INAIL.
In merito alla preferenza dell'espansore rispetto al vaso chiuso bisognerebbe decidere con conti ed ingombri alla mano, il volume risultante è decisivo nella scelta.
Personalmente se l'attuale impianto non ha mai dato problemi lascerei il secondario a vaso aperto e a vaso chiuso farei solo il primario. Ovviamente supponiamo di interporre uno scambiatore, che fa anche da separatore, preservando la nuova caldaia a condensazione dalla bassa qualità dell'acqua del vetusto circuito secondario.
Re: IMPIANTO VASO APERTO VS VASO CHIUSO
Caro Red ,vedo che sei favorevole a lasciare il vaso aperto in un vecchio condominio ,nel caso che l'impianto funzioni ancora e senza perdite,e soprattutto essendoci , già troppa pressione.
Quali altre conseguenze potrebbe portare il cambiamento in vaso espansore chiuso ,oltre più pressione ,aria nell'impianto ai piani alti ?
Nella stanza caldaia c'è sufficiente spazio ....
Amaluglio
Quali altre conseguenze potrebbe portare il cambiamento in vaso espansore chiuso ,oltre più pressione ,aria nell'impianto ai piani alti ?
Nella stanza caldaia c'è sufficiente spazio ....
Amaluglio