travereticolare ha scritto: ↑mar feb 04, 2025 21:29
tigers ha scritto: ↑mar feb 04, 2025 17:47
E dove sta scritto che "è vero"? Senza polemica eh, solo che io non lo vedo strettamente scritto nel Codice: decido il livello II? OK, li faccio con SEb SEc SEd secondo quelle che sono le "ordinarie aperture" presenti. Dove è scritto che devo seguire la UNI e quindi fare degli EFC?
Ciao, ma figurati, siamo qui per portare le nostre esperienze e i nostri modi di progettare!
La penso in questo modo perchè secondo me deve esserci una distinzione tra un serramento SEd identificato da una normale porta, da un serramento SEb. Quando si è in presenza di un qf elevato, > 1.200 MJ/m², il codice prescrive serramenti SEa, SEb, SEc, che chiaramente hanno un requisito prestazionale in più rispetto alle aperture SEd e SEe, su questo spero siamo d'accordo tutti. Se è vero che sono più affidabili, anche i componenti che li costituiscono devono esserli.
Ti do ragione in linea di massima: spesso un SEb SEc sono di fatto EFC (escludo SEa perché sono una cosa a sé direi), rispetto ad un SEd ma non concordo sul fatto che il codice gli affidi dei "requisiti prestazionali" in più. Mi spiego meglio: i requisiti prestazionali sono definiti nel momento in cui definisci il livello di prestazione e fissi il livello di prestazione II (si chiamano appunto "livelli di prestazione"). Il livello II, diversamente dal livello III, NON richiede per forza gli EFC ma solo "smaltimento in emergenza" (S.8.4.1). Quindi solo successivamente, dopo avere scelto il livello II e stabilito che siamo fuori dal campo degli EFC, passiamo a definire le caratteristiche delle aperture di smaltimento in emergenza (S.8.5) e fra queste le aperture possono essere Sa Sb Sc Sd Se (ricordo di nuovo che siamo sempre fuori dal campo degli EFC, altrimenti staremmo leggendo il capitolo S.8.7).
Quindi per come la vedo io il Codice dà questi 5 livelli di utilizzo delle ordinarie aperture presenti nella costruzione e ci consiglia ("dovrebbe essere") di farne una porzione SEa SEb o SEc.
Supponiamo il caso di avere due compartimenti, ognuno dotato di solamente di aperture in copertura e porte US al piede della struttura e che le sole porte non bastano per garantire il rispetto del 40esimo della superficie in pianta. Allora, per garantire il requisito normativo e di sicurezza elettrifico i lucernari, e metto un pulsante che apre i lucernari del comparto A all'interno di quest'ultimo. Ho così realizzato aperture SEd apribili da posizione non protetta. Ora, se questo pulsante lo sposto di 30 cm e lo porto nel comparto B (quindi dal comparto B apro le aperture del comparto A) ho così realizzato aperture del tipo SEc (aperture apribili da posizione protetta). Torna? ecco, mi sembra riduttivo.
Non so se ho capito bene la domanda, ma torna eccome: ho la garanzia che il pulsante sia raggiungibile anche dopo che l'incendio è ben sviluppato, il livello di sicurezza è certamente aumentato e ci sta definire quelle aperture come più "pregiate". I cavi e motori non sono resistenti al fuoco? Chiaramente la sicurezza è inferiore, ma non è detto che sia PER FORZA richiesta una sicurezza di quel livello. Si è valutato che basti aprire per mezz'ora più o meno larga parte delle finestre, poco male se quelle direttamente sotto l'incendio sono andate.
Incidentalmente aggiungo che il Codice è bene al corrente dell'esistenza dell'appendice G della UNI 9494, perché la cita nella tabella S.8-3 fra le "soluzioni alternative". Se avesse voluto farcela adottare per le SEd ce l'avrebbe scritto credo.
Tutto ciò detto non è che fare cavi e motori resistenti sia "sbagliato": è solo parte dell'analisi di rischio e non concordo se mi dite che è "obbligatorio", soprattutto se consideriamo che come scrivevo il livello II si applica anche a situazioni molto "basilari" (ricordo 101 mq, senza miscele o sostanze, senza lavorazioni pericolose, con qualunque carico d'incendio...), finisce magari nello stesso livello II di un capannone dove fanno verniciatura a caldo. Chiaro che si applicheranno metodi progettuali diversi.