Da carico di incendio risulta una classe minima 90.
Adiacente a questo c'è un altro edificio, che ha una parete in comune con il deposito, appartiene alla stessa attività, ed è strutturalmente indipendente.
Ora, il muro di separazione, portante e in mattoni pieni di laterizio ha senz'altro caratteristiche almeno REI 90, tuttavia si vorrebbe evitare di rendere REI90 anche il tetto del deposito (occorrerebbe controsoffittarlo con placcaggi REI o proteggerlo con interventi improponibili economicamente).
Volevo tentare l'approccio del livello di prestazione I della resistenza al fuoco (S.2), considerando che il deposito ha per i restanti 3 lati distanze di separazione da confini o altri fabbricati sufficienti.
Ora, in S.2.4 come soluzione alternativa alla distanza di separazione, è ammessa la compartimentazione rispetto a costruzioni adiacenti, purché sia dimostrata l'assenza di danneggiamento e che il meccanismo di collasso strutturale non arrechi danni alle altre costruzioni.
Nel mio caso, si capisce chiaramente che in caso di incendio del mio deposito il tetto crollerà immediatamente, ma siccome il mio fabbricato è più alto di quello adiacente e i muri sono REI 90 (fino in cima, non essendovi finestre affacciate), il crollo del tetto può avvenire solamente all'interno del mio deposito e non certo verso l'edifcio adiacente, perciò sarei tentato di adottare questa soluzione.
Ma occorre anche dimostrare questa cosa analiticamente? Cioè un edificio composto da 4 muri verticali R 90 che sorreggono un tetto in lamiera a me pare ovvio che in caso di crollo del tetto i muri restino su, e soprattutto il tetto non può crollare "esternamente"....
