pianto interrato adibito a uffici

[SimoneBaldini]

Ho un piano interrato adibito ad uffici dove viene scaldato da un tubo radiate lungo circa 20 mt. Fin li nessun problema cioè in qualche modo posso contabilizzarlo, il problema sono le tubazioni di andata e ritorno delle colonne montanti che sono tutte a vista e non isolate che quando contribuiscono non poco al ricaldamento al punto che se anche il tubo radiante viene chiuso l'ambiente rimane oltre i 22°C. Quali soluzioni proporre?
Quella principale sarebbe far isolare le tubazioni a vista, ma poi non è detto che il tubo radiante sia sufficiente a scaldare gli ambienti, quindi si dovrebbe poi procedere a sostituirlo con altri elementi d'emissione. Ovviamente si cozza contro a dei costi non indifferenti per l'unità. L'alternativa di lasciare così il tutto e attribuire un costo fisso è una soluzione percorribile e proponibile in attesa che il proprietario abbia disponibilità per fare l'eventuale modifica?

[Tom Bishop]

Se le tubazioni sono a vista puoi montare un misuratore di energia e contabilizzi tutti quello che passa.

[SimoneBaldini]

E' un po' complessa la cosa, cioè dovrei mettere un ripartitore in mezzo ad ogni stacco di colonna perchè sicuramente ci sono temperature differenti nei vari tratti quindi anche emissioni. Il problema però rimane nel fatto che l'utente non puo' gestirsi questa emissione di calore.

[Terminus]

Secondo l'odierna 10200, hai una potenza emessa dai tubi a vista, calcolabile secondo 11300-2, che va a contribuire ai consumi volontari.
Ovviamente non è controllabile dall'utente.

[Foxtrot]

Tutto ciò pare superato dal post di Red con estratto di norma futura che però tiene conto della giurisprudenza consolidata quindi applicabile sin da ora. Specchietto 8.5.2
Simone, sei già a conoscenza del seguente post. Non ti fidi?
viewtopic.php?f=17&t=22599&p=148677&hil ... ta#p148677

[SimoneBaldini]

E' appunto per quella futura modifica e anche per il fatto che è solo quel particolare ufficio (che in sostanza è una cantina trasformata ad uffici open space) a creare il problema. Cioè per solo quella unità si deve ripartire tutto a millesimi? Oppure solo per quella unità dove evidentemente ha poco senso contabilizzarla si fa' il riparto a millesimi mentre per il resto a consumo? Poi dire che chi ha dimensionato il tubo radiante lo ha fatto tenendo in considerazione l'emissione dei tubi nudi è alquanto un azzardo, diciamo che per quanto ne so quello era un magazzino che nemmeno doveva raggiungere i 18°C che poi nel tempo è stato convertito in uffici ma che per loro fortuna già raggiungeva temperature oltre i 20°C. Già attualmente si termoregolano con la classica apertura delle finestre al raggiungimento dei 25°C, mi pare doveroso porre un rimedio e visto che ci siamo farlo cercando di contabilizzare al meglio.

[Foxtrot]

E. Cioè per solo quella unità si deve ripartire tutto a millesimi? Oppure solo per quella unità dove evidentemente ha poco senso contabilizzarla si fa' il riparto a millesimi mentre per il resto a consumo? Poi dire che chi ha dimensionato il tubo radiante lo ha fatto tenendo in considerazione l'emissione

Il rischio di non contabilizzare quella zona termica e di fare il riparto a soli millesimi per quella unità è di sovrastimare notevolmente il consumo volontario a quanto mi pare di capire quasi nullo. Io contabilizzerei il tubo radiante e dopo aver calcolato analiticamente attraverso 10200 attuale l'energia erogata dai tubi a vista la aggiungerei al consumo involontario dell'intero edificio ripartendolo a millesimi di fabbisogno.

[SimoneBaldini]

Sentirò la proprietà de vuole sistemare la faccenda, cosa che era già emerso anni fa' ma che poi non hanno mai fatto perchè a detta loro l'isolamento dei tubi non era esteticamente bello!