Trattamento acqua potabile: obbligo del disconnettore o no?
Moderatore: Edilclima
-
- Messaggi: 2951
- Iscritto il: gio mag 17, 2007 19:09
Trattamento acqua potabile: obbligo del disconnettore o no?
Tratto dal recente DM n. 25 del 07.02.2012 (Disposizioni tecniche concernenti apparecchiature finalizzate al trattamento dell'acqua destinata al consumo umano).
Art. 5 comma 4.
"Gli impianti idraulici realizzati per l'installazione di apparecchiature collegate alla rete acquedottistica devono essere dotati di un sistema in grado di assicurare il non ritorno dell'acqua trattata in rete, e di un sistema, manuale o automatico, che permetta l'erogazione dell'acqua non trattata, interrompendo l'erogazione di quella trattata, nel caso in cui si siano attivati i dispositivi che segnalano la necessita' di sostituzione di parti esaurite o il termine del periodo di utilizzo dell'apparecchiatura."
Secondo voi, devono essere obbligatoriamente previsti i disconnettori a monte di ogni trattamento dell'acqua (anche un semplice dosaggio per acqua calda sanitaria) oppure sono sufficienti le classiche valvole di ritegno?
Grazie
Art. 5 comma 4.
"Gli impianti idraulici realizzati per l'installazione di apparecchiature collegate alla rete acquedottistica devono essere dotati di un sistema in grado di assicurare il non ritorno dell'acqua trattata in rete, e di un sistema, manuale o automatico, che permetta l'erogazione dell'acqua non trattata, interrompendo l'erogazione di quella trattata, nel caso in cui si siano attivati i dispositivi che segnalano la necessita' di sostituzione di parti esaurite o il termine del periodo di utilizzo dell'apparecchiatura."
Secondo voi, devono essere obbligatoriamente previsti i disconnettori a monte di ogni trattamento dell'acqua (anche un semplice dosaggio per acqua calda sanitaria) oppure sono sufficienti le classiche valvole di ritegno?
Grazie
Re: Trattamento acqua potabile: obbligo del disconnettore o
il disconnettore lo deve avere l'impianto, e lo deve avere verso l'acquedotto (sarà quindi uno solo per ogni impianto, perchè si deve impedire il ritorno dell'acqua trattata in rete).
il bypass invece lo deve avere ogni sistema di trattamento (perchè si deve poter fermare l'erogazione di acqua trattata), e quindi anche il dosatore
il bypass invece lo deve avere ogni sistema di trattamento (perchè si deve poter fermare l'erogazione di acqua trattata), e quindi anche il dosatore
-
- Messaggi: 2951
- Iscritto il: gio mag 17, 2007 19:09
Re: Trattamento acqua potabile: obbligo del disconnettore o
Concordo, ma il mio dubbio rimane sul metodo per ottenere il "non ritorno" in base al livello di affidabilità/sicurezza desiderato:
1) valvola di ritegno
2) disconnettore (a zona di pressione ridotta non controllabile)
3) disconnettore (a zona di pressione ridotta controllabile)
Nelle pubblicazioni diffuse fino a poco tempo fa da produttori come Cillichemie e similari, molto attenti agli aspetti normativi sul trattamento acque, compariva sempre la classica soluzione 1 (valvola di ritegno).
Quello che mi chiedo è, alla luce del nuovo decreto, se tale soluzione è ancora valida oppure se è richiesto un livello di sicurezza più elevato (e in tal caso quale soluzione tra la 2 e la 3), tenendo anche d'occhio i costi, perchè sappiamo che un disconnettore di grossa taglia è piuttosto oneroso ....
1) valvola di ritegno
2) disconnettore (a zona di pressione ridotta non controllabile)
3) disconnettore (a zona di pressione ridotta controllabile)
Nelle pubblicazioni diffuse fino a poco tempo fa da produttori come Cillichemie e similari, molto attenti agli aspetti normativi sul trattamento acque, compariva sempre la classica soluzione 1 (valvola di ritegno).
Quello che mi chiedo è, alla luce del nuovo decreto, se tale soluzione è ancora valida oppure se è richiesto un livello di sicurezza più elevato (e in tal caso quale soluzione tra la 2 e la 3), tenendo anche d'occhio i costi, perchè sappiamo che un disconnettore di grossa taglia è piuttosto oneroso ....
Re: Trattamento acqua potabile: obbligo del disconnettore o
Solitamente sono le condizioni di fornitura previste nei contratti di allaccio degli enti fornitori a precisare quale dispositivo è richiesto. Io normalmente mi baso su quelli.
Re: Trattamento acqua potabile: obbligo del disconnettore o
marcello il disconnettore va sull'ingresso dell'acquedotto, e separa il tuo impianto dalla rete acquedottistica.
la valvola di ritegno invece verrà montata a monte del dosatore, per separare l'impianto acqua calda da quello acqua fredda.
la valvola di ritegno invece verrà montata a monte del dosatore, per separare l'impianto acqua calda da quello acqua fredda.
Re: Trattamento acqua potabile: obbligo del disconnettore o
ma chi o dice ESPRESSAMENTE e chiaramente che ci vuole il disconnettore in ingresso dall'acquedotto? mi pare nessuno !
riccardo - affetto da superbonus
-
- Messaggi: 2951
- Iscritto il: gio mag 17, 2007 19:09
Re: Trattamento acqua potabile: obbligo del disconnettore o
Il disconnettore dovrei metterlo a monte della parte di impianto sanitario dove c'è l'acqua sanitaria trattata (quindi, limitandoci all'obbligo di legge, solo la rete per l'ACS).
Ovviamente se tratto tutta l'acqua potabile compresa la fredda, allora dovrei mettere il disconnettore a monte di tutto l'impianto.
p.s. piccolo dubbio: ma il filtro generale a monte di tutto è anch'esso un trattamento?
Ho provato a sentire un produttore (Cillichemie).
Mi ha risposto che la situazione (tanto per cambiare) è a macchia di leopardo e che non ci sono indicazioni ulteriori.
Nella nostra zona (Bologna e dintorni) la tendenza non scritta è quella di usare il disconnettore per l'industriale, il commerciale e il terziario, mentre si lasciano le ritegno nel civile residenziale... anche se la tendenza sta cambiando per i grossi condomini in mano ai gestori calore.
In ogni caso il DM non specifica nulla ma responsabilizza il progettista, l'installatore e la casa produttrice
.
Ovviamente se tratto tutta l'acqua potabile compresa la fredda, allora dovrei mettere il disconnettore a monte di tutto l'impianto.
p.s. piccolo dubbio: ma il filtro generale a monte di tutto è anch'esso un trattamento?
Ho provato a sentire un produttore (Cillichemie).
Mi ha risposto che la situazione (tanto per cambiare) è a macchia di leopardo e che non ci sono indicazioni ulteriori.
Nella nostra zona (Bologna e dintorni) la tendenza non scritta è quella di usare il disconnettore per l'industriale, il commerciale e il terziario, mentre si lasciano le ritegno nel civile residenziale... anche se la tendenza sta cambiando per i grossi condomini in mano ai gestori calore.
In ogni caso il DM non specifica nulla ma responsabilizza il progettista, l'installatore e la casa produttrice

Re: Trattamento acqua potabile: obbligo del disconnettore o
Proprio non volete parlarci con quelli che vi forniscono l'acqua eh? 

-
- Messaggi: 2951
- Iscritto il: gio mag 17, 2007 19:09
Re: Trattamento acqua potabile: obbligo del disconnettore o
Più che parlarci, ho letto il loro regolamento, che risale a 2007 ...
Hera s.p.a.
REGOLAMENTO DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO
Approvato dall'Assemblea dell'Agenzia di ambito per i servizi pubblici di Bologna
in data 23/05/2007
[...]
Art. 17 Contatore
Installazione e rimozione, guasti
[...]
Tutti i nuovi allacciamenti verranno realizzati inserendo a valle del contatore, esternamente al
contatore stesso, una valvola di non ritorno per impedire il riflusso di acqua in rete pubblica in caso
di guasti o malfunzionamenti della parte di impianto di competenza dell’utente.
da qui sembrerebbe sufficiente la non ritorno .... ma il DM di febbraio 2012 è più recente ... e mi chiedo se abbia o meno modificato la situazione.
Hera s.p.a.
REGOLAMENTO DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO
Approvato dall'Assemblea dell'Agenzia di ambito per i servizi pubblici di Bologna
in data 23/05/2007
[...]
Art. 17 Contatore
Installazione e rimozione, guasti
[...]
Tutti i nuovi allacciamenti verranno realizzati inserendo a valle del contatore, esternamente al
contatore stesso, una valvola di non ritorno per impedire il riflusso di acqua in rete pubblica in caso
di guasti o malfunzionamenti della parte di impianto di competenza dell’utente.
da qui sembrerebbe sufficiente la non ritorno .... ma il DM di febbraio 2012 è più recente ... e mi chiedo se abbia o meno modificato la situazione.
Re: Trattamento acqua potabile: obbligo del disconnettore o
Se sul DM c'è scritto solo quanto hai riportato direi proprio di no, visto che non ci sono precisazioni in merito al dispositivo da usare...marcello60 ha scritto:ma il DM di febbraio 2012 è più recente ... e mi chiedo se abbia o meno modificato la situazione.
-
- Messaggi: 2951
- Iscritto il: gio mag 17, 2007 19:09
Re: Trattamento acqua potabile: obbligo del disconnettore o
in effetti ...
Re: Trattamento acqua potabile: obbligo del disconnettore o
lo dice il DM: il disconnettore è l'unico dispositivo in grado di assicurare il non ritorno (perchè sì, le valvole di non ritorno si guastano, il disconnettore è pressochè impossibile che si guasti).gararic ha scritto:ma chi o dice ESPRESSAMENTE e chiaramente che ci vuole il disconnettore in ingresso dall'acquedotto? mi pare nessuno !
EN 806 (parte 1 mi sembra) e EN 1805 (se ben rimembro) sono anche più chiare
-
- Messaggi: 2951
- Iscritto il: gio mag 17, 2007 19:09
Re: Trattamento acqua potabile: obbligo del disconnettore o
Infatti è proprio la parola "assicurare" che mi farebbe propendere più per il disconnettore che per la valvola di non ritorno.
Resta anche il dubbio se, una volta deciso per il disconnettore, la zona di pressione ridotta debba essere controllabile o meno...
Ronin, se hai sotto mano la EN 806 (io ho solo la parte 3), cosa dice di più esplicito sul problema?
Resta anche il dubbio se, una volta deciso per il disconnettore, la zona di pressione ridotta debba essere controllabile o meno...
Ronin, se hai sotto mano la EN 806 (io ho solo la parte 3), cosa dice di più esplicito sul problema?
Re: Trattamento acqua potabile: obbligo del disconnettore o
eppure la 9182 non ne fà cenno (almeno nello schema relativo all'allacciamento all'acquedotto - appendice A)Ronin ha scritto:lo dice il DM: il disconnettore è l'unico dispositivo in grado di assicurare il non ritorno (perchè sì, le valvole di non ritorno si guastano, il disconnettore è pressochè impossibile che si guasti).gararic ha scritto:ma chi o dice ESPRESSAMENTE e chiaramente che ci vuole il disconnettore in ingresso dall'acquedotto? mi pare nessuno !
EN 806 (parte 1 mi sembra) e EN 1805 (se ben rimembro) sono anche più chiare
mentre la 806.1 rimanda alla 1717, che non ho modo purtroppo di scartabellare (


se qualcuno ce l'ha e vuole darci una mano, grazie
riccardo - affetto da superbonus
-
- Messaggi: 2951
- Iscritto il: gio mag 17, 2007 19:09
Re: Trattamento acqua potabile: obbligo del disconnettore o
Sembra che la uni en 1717 (che non possiedo) classifichi il livello di rischio, e in base ad esso richieda un dispositivo più o meno sicuro. Si va dalle valvole di ritegno (ne esistono di idonee per il livello 2) fino a disconnettori (idonei fino al livello 5). Ho ricostruito quanto sopra basandomi su alcune indicazioni contenute nei listini di apparecchiature (Caleffi, Honeywell)
Il problema è: come risulta classificato ai fini del rischio di reflusso un impianto idrico sanitario con un trattamento dell'acqua per uso potabile?
Categoria 1:
Acqua utilizzabile per il consumo umano
fornita dall’ente distributore.
Categoria 2:
Fluido che non presenta rischio per la
salute, come in 1, le cui qualità sono state
compromesse a seguito di una modifica
nella temperatura, sapore, odore od
aspetto.
Categoria 3:
Fluido che presenta un lieve rischio per la
salute dovuto alla concentrazione di
sostanze a “bassa tossicità”.
Categoria 4:
Fluido che presenta un significativo rischio
per la salute dovuto alla concentrazione di
“sostanze tossiche”.
Categoria 5:
Fluido che presenta un serio rischio per la
salute dovuto alla concentrazione di
“organismi patogeni, sostanze radioattive o
molto tossiche”.
Il problema è: come risulta classificato ai fini del rischio di reflusso un impianto idrico sanitario con un trattamento dell'acqua per uso potabile?
Categoria 1:
Acqua utilizzabile per il consumo umano
fornita dall’ente distributore.
Categoria 2:
Fluido che non presenta rischio per la
salute, come in 1, le cui qualità sono state
compromesse a seguito di una modifica
nella temperatura, sapore, odore od
aspetto.
Categoria 3:
Fluido che presenta un lieve rischio per la
salute dovuto alla concentrazione di
sostanze a “bassa tossicità”.
Categoria 4:
Fluido che presenta un significativo rischio
per la salute dovuto alla concentrazione di
“sostanze tossiche”.
Categoria 5:
Fluido che presenta un serio rischio per la
salute dovuto alla concentrazione di
“organismi patogeni, sostanze radioattive o
molto tossiche”.
Re: Trattamento acqua potabile: obbligo del disconnettore o
non è così facile riportare tutti i pezzi della 1717, ci provo:
cominciamo col dire che:
Nei casi in cui si mescolino acqua potabile pubblica e qualsiasi altra alimentazione di
acqua, l’approvvigionamento di acqua pubblica deve essere protetto mediante un vuoto
d’aria non limitato.
quindi chi non ha il disconnettore non potrà avere il pozzo per irrigare, ad esempio. limitazione mica da poco, in parecchi casi
la norma poi classifica l'acqua in 5 categorie: 1 è l'acqua dell'acquedotto, 2 è l'acqua anche non di acquedotto ma idonea al consumo umano (tra cui anche l'acs, la demi e l'acqua di cottura cibi), in 3 stanno l'addolcita industriale, quella della cassetta del wc e quella del riscaldamento senza additivi, in 4 la glicolata e quelle con detergenti disinfettanti ecc., in 5 le acque fognarie, di piscina e di scarico
poi fornisce una tabella con i tipi di protezione ammessa; per le categorie 1 e 2 è ammesso anche l'uso delle valvole di ritegno singole, mentre da 3 in su occorre il disconnettore (doppia valvola) oppure il vuoto (con iniettore, cioè il disconnettore, oppure con serbatoio di disgiunzione con un dislivello verticale tra immissione e prelievo) oppure altri strani accrocchi che mi hanno fatto l'effetto dei dispositivi di wile e coyote, non avendoli mai visti applicati in vita mia.
ora poichè si presume che in una utenza civile sia sempre presente una cassetta del wc (o un lavabo da cucina), ed in un'utenza industriale si presume sia sempre presente acqua non destinata al consumo umano, il disconnettore con l'acquedotto ci va sempre.
almeno questo è quel che ho sempre pensato.
la norma (punto 6) fornisce poi deroghe per le unità di protezione nel punto di prelievo, che evitano di dover installare il disconnettore tra la cassetta del wc o il lavabo della cucina e il resto dell'impianto (immaginate il caos...
)
per impieghi domestici, nel punto di raccordo con la rete pubblica dice (punto 8 vi riporto integralmente):
L’analisi tecnica del rischio si basa sull’esame degli utilizzi d’acqua nel sistema idrico
ubicati a valle del punto di erogazione specificato dai regolamenti o dalle autorità di distribuzione
idrica.
Un’unità di protezione antiriflusso deve essere installata nel punto appropriato all’origine
della rete delle installazioni di acqua potabile:
- per tutti gli impieghi domestici e per gli impieghi non domestici ove l’esame interno
sia possibile e le garanzie sufficienti, l’unità di protezione deve essere una valvola di
ritegno controllabile o una valvola di ritegno integrata nel contatore dell’acqua;
- per gli impieghi non domestici in cui l’ispezione interna non sia possibile e per gli
impieghi senza garanzie sufficienti, l’unità di protezione deve essere scelta in base al
rischio massimo che può essere causato dall’utilizzo dell’acqua.
quali sono queste fantomatiche "garanzie sufficienti" che devono seguire all'esame interno e che permettono la valvola di ritegno al posto del disconnettore? non è spiegato da nessuna parte, perciò io presumo che si intenda l'esclusione della presenza di acque di categoria >2, cosa che in fase di progetto IMHO non potete escludere, e che io come progettista non lascerei come "mina vagante" dietro il mio passaggio.
così per complicare la situazione, sono andato a rileggermi la uni en 805 al punto 5.1.3, che dice che "I sistemi di approvvigionamento di acqua potabile devono essere progettati, attrezzati e
installati in modo da assicurare la prevenzione del riflusso" (praticamente la stessa frase del DM), però poi specifica al punto A3 che "In circostanze di rischio particolarmente elevato di deterioramento inaccettabile della qualità dell'acqua, non si dovrebbe ritenere che le valvole di non ritorno costituiscano un
mezzo efficace per impedire il riflusso" frase alquanto del menga per quanto mi riguarda (quali sono queste circostanze? detta così sembrerebbe che almeno per le abitazioni mono/bi/quadrifamiliari si possa usare la valvola di ritegno singola, altrimenti quando mai sarebbero "particolari" le circostanze...).
quindi alla fine sono d'accordo con mat: io ci metterei il disconnettore, per quello che costa in più sul totale del costo dell'appartamento; però se il distributore vi lascia mettere la ritegno, a quanto sembra nelle norme ci sono i presupposti per assumersi la responsabilità di valutare il rischio trascurabile e mettere solo la ritegno.
cominciamo col dire che:
Nei casi in cui si mescolino acqua potabile pubblica e qualsiasi altra alimentazione di
acqua, l’approvvigionamento di acqua pubblica deve essere protetto mediante un vuoto
d’aria non limitato.
quindi chi non ha il disconnettore non potrà avere il pozzo per irrigare, ad esempio. limitazione mica da poco, in parecchi casi
la norma poi classifica l'acqua in 5 categorie: 1 è l'acqua dell'acquedotto, 2 è l'acqua anche non di acquedotto ma idonea al consumo umano (tra cui anche l'acs, la demi e l'acqua di cottura cibi), in 3 stanno l'addolcita industriale, quella della cassetta del wc e quella del riscaldamento senza additivi, in 4 la glicolata e quelle con detergenti disinfettanti ecc., in 5 le acque fognarie, di piscina e di scarico
poi fornisce una tabella con i tipi di protezione ammessa; per le categorie 1 e 2 è ammesso anche l'uso delle valvole di ritegno singole, mentre da 3 in su occorre il disconnettore (doppia valvola) oppure il vuoto (con iniettore, cioè il disconnettore, oppure con serbatoio di disgiunzione con un dislivello verticale tra immissione e prelievo) oppure altri strani accrocchi che mi hanno fatto l'effetto dei dispositivi di wile e coyote, non avendoli mai visti applicati in vita mia.
ora poichè si presume che in una utenza civile sia sempre presente una cassetta del wc (o un lavabo da cucina), ed in un'utenza industriale si presume sia sempre presente acqua non destinata al consumo umano, il disconnettore con l'acquedotto ci va sempre.
almeno questo è quel che ho sempre pensato.
la norma (punto 6) fornisce poi deroghe per le unità di protezione nel punto di prelievo, che evitano di dover installare il disconnettore tra la cassetta del wc o il lavabo della cucina e il resto dell'impianto (immaginate il caos...

per impieghi domestici, nel punto di raccordo con la rete pubblica dice (punto 8 vi riporto integralmente):
L’analisi tecnica del rischio si basa sull’esame degli utilizzi d’acqua nel sistema idrico
ubicati a valle del punto di erogazione specificato dai regolamenti o dalle autorità di distribuzione
idrica.
Un’unità di protezione antiriflusso deve essere installata nel punto appropriato all’origine
della rete delle installazioni di acqua potabile:
- per tutti gli impieghi domestici e per gli impieghi non domestici ove l’esame interno
sia possibile e le garanzie sufficienti, l’unità di protezione deve essere una valvola di
ritegno controllabile o una valvola di ritegno integrata nel contatore dell’acqua;
- per gli impieghi non domestici in cui l’ispezione interna non sia possibile e per gli
impieghi senza garanzie sufficienti, l’unità di protezione deve essere scelta in base al
rischio massimo che può essere causato dall’utilizzo dell’acqua.
quali sono queste fantomatiche "garanzie sufficienti" che devono seguire all'esame interno e che permettono la valvola di ritegno al posto del disconnettore? non è spiegato da nessuna parte, perciò io presumo che si intenda l'esclusione della presenza di acque di categoria >2, cosa che in fase di progetto IMHO non potete escludere, e che io come progettista non lascerei come "mina vagante" dietro il mio passaggio.
così per complicare la situazione, sono andato a rileggermi la uni en 805 al punto 5.1.3, che dice che "I sistemi di approvvigionamento di acqua potabile devono essere progettati, attrezzati e
installati in modo da assicurare la prevenzione del riflusso" (praticamente la stessa frase del DM), però poi specifica al punto A3 che "In circostanze di rischio particolarmente elevato di deterioramento inaccettabile della qualità dell'acqua, non si dovrebbe ritenere che le valvole di non ritorno costituiscano un
mezzo efficace per impedire il riflusso" frase alquanto del menga per quanto mi riguarda (quali sono queste circostanze? detta così sembrerebbe che almeno per le abitazioni mono/bi/quadrifamiliari si possa usare la valvola di ritegno singola, altrimenti quando mai sarebbero "particolari" le circostanze...).
quindi alla fine sono d'accordo con mat: io ci metterei il disconnettore, per quello che costa in più sul totale del costo dell'appartamento; però se il distributore vi lascia mettere la ritegno, a quanto sembra nelle norme ci sono i presupposti per assumersi la responsabilità di valutare il rischio trascurabile e mettere solo la ritegno.
Re: Trattamento acqua potabile: obbligo del disconnettore o
se non ci fossi bisognerebbe inventarti...
riccardo - affetto da superbonus
Re: Trattamento acqua potabile: obbligo del disconnettore o
Ah, io l'ho sempre detto.. Presidente del Consiglio, o al limite Ministro dello Sviluppo..gararic ha scritto:se non ci fossi bisognerebbe inventarti...
Per_Corsi su LEGGE 10 + bozza DM REQUISITI minimi, Termotecnica, VMC, Ponti termici https://www.paolosavoia.com/corso-online
Il blog delle curiosità https://www.paolosavoia.com/blog
Il blog delle curiosità https://www.paolosavoia.com/blog
-
- Messaggi: 2951
- Iscritto il: gio mag 17, 2007 19:09
Re: Trattamento acqua potabile: obbligo del disconnettore o
Grazie 1000, Ronin; a buon rendere...
p.s. ma allora il disconnettore lo metto o no?
scherzavo!
p.s. ma allora il disconnettore lo metto o no?






Re: Trattamento acqua potabile: obbligo del disconnettore o
Non conosco nello specifico i contenuti di cui sopra, ma per la mia esperienza, soprattutto ove ci sia un gruppo di pressurizzazione o simili che possa alterare in qualche modo significativo la pressione in rete (es:se aspira causa depressioni che possono causare infiltrazioni) allora il serbatoio di disgiunzione ci và, perchè la valvola di non ritorno, vuoi per la presenza di impurità o sassolini, quasi mai garantisce il non ritorno completo. Quindi la logica è di non disturbare la pressione dell'acquedotto, quindi far erogare a pressione ambiente, dopodichè posso trattare, mettere in pressione e farci quello che voglio..
"Se non lo puoi misurare, non lo puoi migliorare" - Lord Kelvin
Re: Trattamento acqua potabile: obbligo del disconnettore o
se mi candido vi avviso, così poi quando ricevo solo DUE voti, vengo a cercare il franco tiratore...SuperP ha scritto:Ah, io l'ho sempre detto.. Presidente del Consiglio, o al limite Ministro dello Sviluppo..gararic ha scritto:se non ci fossi bisognerebbe inventarti...

Re: Trattamento acqua potabile: obbligo del disconnettore o
Ronin: ti ha fottuto Letta?
Tornando ai ns. problemi: cosa ne pensi del disconnettore sulle reti antincendio?
La 10779 non dice nulla.
Potrebbe bastare la valvola di ritegno?
Grazie mille.
Tornando ai ns. problemi: cosa ne pensi del disconnettore sulle reti antincendio?
La 10779 non dice nulla.
Potrebbe bastare la valvola di ritegno?
Grazie mille.
Re: Trattamento acqua potabile: obbligo del disconnettore o
l'acquedotto di Milano lo impone...ANTONIO ha scritto:Ronin: ti ha fottuto Letta?
Tornando ai ns. problemi: cosa ne pensi del disconnettore sulle reti antincendio?
La 10779 non dice nulla.
Potrebbe bastare la valvola di ritegno?
Grazie mille.
-
- Messaggi: 199
- Iscritto il: ven feb 01, 2013 16:47
Re: Trattamento acqua potabile: obbligo del disconnettore o
Ciao,
confermo quanto scritto da alcuni nei post precedenti:
- La norma di riferimento per prevenire l’inquinamento da riflusso è la EN 1717, che stila un elenco di fluidi indicandone la classe di pericolosità da 1 a 5
- La EN 1717 indica per ogni fluido il tipo di dispositivo da installare, ma sono ammesse deroghe in funzione del tipo di impianto ed è lo stato e/o l’ente che eroga l’acqua a dover indicare il dispositivo più consono.
- Per vedere cosa fanno altri stati europei date un’occhiata alla norma del Belgio o dell’Olanda dove elencano tutti (o quasi) gli impianti realizzabili indicando il dispositivo secondo EN 1717 e quello minimo richiesto dalla norma locale
http://www.belgaqua.be/document/Repertoire.pdf
- I disconnettori CA proteggono da riflussi di fluido fino a categoria 3, i BA fino a 4. Per i 5 ci vogliono vasche di disgiunzione (air gap)
Ciao
R.
confermo quanto scritto da alcuni nei post precedenti:
- La norma di riferimento per prevenire l’inquinamento da riflusso è la EN 1717, che stila un elenco di fluidi indicandone la classe di pericolosità da 1 a 5
- La EN 1717 indica per ogni fluido il tipo di dispositivo da installare, ma sono ammesse deroghe in funzione del tipo di impianto ed è lo stato e/o l’ente che eroga l’acqua a dover indicare il dispositivo più consono.
- Per vedere cosa fanno altri stati europei date un’occhiata alla norma del Belgio o dell’Olanda dove elencano tutti (o quasi) gli impianti realizzabili indicando il dispositivo secondo EN 1717 e quello minimo richiesto dalla norma locale
http://www.belgaqua.be/document/Repertoire.pdf
- I disconnettori CA proteggono da riflussi di fluido fino a categoria 3, i BA fino a 4. Per i 5 ci vogliono vasche di disgiunzione (air gap)
Ciao
R.
Re: Trattamento acqua potabile: obbligo del disconnettore o
non vedo obblighi normativi, quindi mi rifarei al gestore della rete.ANTONIO ha scritto:Tornando ai ns. problemi: cosa ne pensi del disconnettore sulle reti antincendio?
La 10779 non dice nulla.
Potrebbe bastare la valvola di ritegno?
Grazie mille.
a me, così ad occhio, sembra più pericolosa la rete antincendio (che ristagna per sei mesi di fila almeno, se non proprio indefinitamente), di quella idricosanitaria
Re: Trattamento acqua potabile: obbligo del disconnettore o
Concordo.Ronin ha scritto:non vedo obblighi normativi, quindi mi rifarei al gestore della rete.
a me, così ad occhio, sembra più pericolosa la rete antincendio (che ristagna per sei mesi di fila almeno, se non proprio indefinitamente), di quella idricosanitaria
Se poi diamo per scontato che l'acqua ferma non è più potabile già dopo pochi giorni, allora possiamo dire che il disconnettore sulle reti antincendio è sempre obbligatorio, anche se il regolamento del gestore non lo prescrive esplicitamente.
Re: Trattamento acqua potabile: obbligo del disconnettore o
concordo anch'io
riccardo - affetto da superbonus
-
- Messaggi: 10
- Iscritto il: gio dic 18, 2008 13:22
Re: Trattamento acqua potabile: obbligo del disconnettore o
Ronin ha scritto:non è così facile riportare tutti i pezzi della 1717, ci provo:
cominciamo col dire che:
Nei casi in cui si mescolino acqua potabile pubblica e qualsiasi altra alimentazione di
acqua, l’approvvigionamento di acqua pubblica deve essere protetto mediante un vuoto
d’aria non limitato.
quindi chi non ha il disconnettore non potrà avere il pozzo per irrigare, ad esempio. limitazione mica da poco, in parecchi casi
.....
Buongiorno a tutti,
mi interesserebbe sapere quale considerazione porta ad assimilare il disconnettore (immagino che in questo caso si faccia riferimento al dispositivo di tipo BA) al vuoto d'aria non limitato richiesto dalla norma en 1717 al par. 4.2.
Domando questo poichè dalla lettura della norma sembrerebbe che chi l'ha scritta abbia voluto a priori assegnare "all'altra alimentazione d'acqua" la categoria 5, che è l'unica per cui si prescrive un vuoto d'aria non limitato.
Mi sfugge qualcosa? domando lumi e ringrazio anticipatamente per l'attenzione
Saluti
-
- Messaggi: 10
- Iscritto il: gio dic 18, 2008 13:22
Re: Trattamento acqua potabile: obbligo del disconnettore o



