Ponti termici e cappotto termico

Normativa Europea, Nazionale e Regionale sulla classificazione e certificazione energetica degli edifici, accreditamento tecnici, ecc.

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giordanorusso87
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Iscritto il: mer giu 09, 2021 16:46

Ponti termici e cappotto termico

Messaggio da giordanorusso87 »

Buona sera, ho dei quesiti da proporre in questo periodo dove tutti vogliono il cappotto termico per ristrutturazione su abitazioni costruite senza un minimo di criterio.
Al di là della reale necessità del cappotto termico in zone climatiche dove difficilmente si raggiungere la temperatura di zero gradi durante la stagione invernale, la normativa richiede che sia verificata la “non presenza di condensa” in prossimità dei ponti termici. Esistono diverse metodologie di calcolo, da un approccio semplificato in cui si fa riferimento all’abaco dei ponti termici, a quello più analitico e strutturato agli elementi finiti in cui si ricrea la situazione di studio. Fatta questa premessa ho 2 dubbi:
1) Dallo studio sullo stato di fatto, noto che la simulazione numerica mi porta la presenza di condensa là dove nella realtà non c’è. Posso pensare che il calcolo sia troppo cautelativo o errato, ma a questo punto come posso essere sicuro che nello studio di progetto non sia troppo cautelativo e oneroso pensare ad interventi fortemente impegnativi, perchè il software “genera” sempre condensa? Il software ci dà la possibilità di modificare eventualmente l’umidità relativa interna o quella ammissibile ma questi escamotage, a parer mio, fanno venir meno il senso di tutto il calcolo.

2) Studiare ad hoc un’abitazione che ha tutte pareti differenti, solai sfalsati, infissi di cui non si conosce nulla, stratigrafie dubbie, ha senso creare un’infinità di differenti tipologie di ponti termici con costi e tempistiche importanti e magari alla fine non è possibile fare il lavoro?
boba74
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Iscritto il: mar mag 26, 2020 15:16

Re: Ponti termici e cappotto termico

Messaggio da boba74 »

Allora, secondo me l'unico approccio possibile per verificare i PT è il calcolo numerico: non mi risulta che calcolando i PT con gli abachi sia possibile fare la verifica della muffa e condensa sul PT (l'abaco che sappia io ti calcola solo il valore di psi del PT e non la T superficiale interna). :roll:

Detto ciò, da quanto ho notato io da che seguo questo approccio, il problema di verificare condensa e muffa sui PT è il "minore" dei problemi: molto più difficile è verificare la trasmittanza media della parete comprensiva dei PT, perchè anch'io ho notato spessissimo che se anche non metti il risvolto del cappotto sugli infissi non hai formazione di condensa (a volte verifica pure sulla carta), ma poi ti saltano fuori valori di psi di 0,3 o 0,4 W/mK, che se li vai a inseirire nel calcolo ottieni trasmittanze medie per la parete oltre 0,4 (quando il limite di legge è ad esempio 0,28), nonostante con un cappotto da 14cm raggiungi tranquiallamente la trasmittanza da 110% (0,23, sto utilizzando valori della mia località ma il concetto non cambia).
Non so se in altre zone climatiche la cosa cambia, ma dalle mie parti mi rendo conto che risolvere il PT è necessario a prescindere dal possibile rischio di condensa, e a questo punto viene meno anche l'opportunità di dire: metto la VMC anzichè proteggere il PT, perchè se anche in questo modo elimino del tutto il rischio di condensa resta aperto l'altro problema....

Per rispondere alla seconda domanda, a mio avviso nella maggior parte dei casi è sufficiente modellare poche tipologie di PT (in genere faccio: spallature infissi, davanzale/soglia, muro-solaio interpiano, muro-solaio di copertura, muro-pavimento, muro-balcone se c'è) uno solo per tipologia, prendendo magari quella la cui geometria è più sfavorita.
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