Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a meno?

Normativa Termotecnica, Impianti di riscaldamento, Legge 10/91, DLgs 192/05, ecc.

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r.gaetano fabio, genova
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Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a meno?

Messaggio da r.gaetano fabio, genova »

Innanzitutto Buon Anno a tutti i partecipanti di questo bellissimo forum, è un piacere ritornarci.
Detto questo vorrei condividere con voi pareri ed opinioni sul sistema di incentivazione della promozione energetica in Italia prendendo spunto dall'ultima proroga alla detrazione fiscale di fine anno (vedasi art. 1 comma 139 punto 2 lettera A della Legge 147/2013 pubblicata sulla GU 320 del 27/12/2013) che porterà la scadenza della detrazione fiscale del 65% al 30/06/2015 per gli interventi nei condomini, ridotti al 31/12/2014 per gli interventi operati dai privati.
Bella notizia vero?
Dipende dai punti di vista, a mio parere sarebbe ora di adottare sistemi di incentivazione più adatti sia alle disastrate casse dello Stato sia alle scarse possibilità economiche dei cittadini, situazioni che ben poco si adattano sia con la detrazione fiscale (55-65%) che tanto meno con il sistema del "primo che arriva piglia tutto" (Conto Termico).
Ma se eliminassimo questi incentivi quale altra soluzione alternativa si potrebbe adottare?
A mio parere una soluzione migliore è quella che ho descritto alla conclusione di questo articolo: https://www.academia.edu/5560162/Incent ... rne_a_meno?
Spero vi siano altre opinioni o condivisioni, del resto se le soluzioni non le proponiamo noi chi le dovrebbe proporle Letta, Razzi, Renzi? Può darsi, anzi probabilmente (sic!) ma almeno facciamo sapere se le condividiamo oppure no e soprattutto che alternative proporremmo.
rgf
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da NoNickName »

Molto interessante. Complimenti.
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Augusto
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da Augusto »

r.gaetano fabio, genova ha scritto:Innanzitutto Buon Anno a tutti i partecipanti di questo bellissimo forum, è un piacere ritornarci.
Ringrazio e ricambio gli auguri di Buon anno da estendere a tutti i partecipanti.
Complimenti per quanto riportato nell'articolo.
Per quanto riguarda le soluzioni proposte, ed in particolare il punto 2, sono totalmente d'accordo.
Fra l'altro, se non ricordo male, sono diversi anni che l'amico Soma propone ai vari "Organi competenti" l'istituzione del cosiddetto "Fondo rotativo".
Penso che andando a rileggere i vari numeri di "Progetto 2000" si possano anche trovare le indicazioni riguardo alla sua attuazione e gestione (con garanzia di buona riuscita dell'investimento da parte del Progettista)
Augusto 44
r.gaetano fabio, genova
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da r.gaetano fabio, genova »

Augusto ha scritto: se non ricordo male, sono diversi anni che l'amico Soma propone ai vari "Organi competenti" l'istituzione del cosiddetto "Fondo rotativo".....
Esatto, anche io ho ascoltato e letto gli insegnamenti di Franco Soma che predicava già più di una decina di anni fa.
L'idea è ottima ma a mio parere difettava nelle modalità applicative.

Per renderla praticabile bisogna, paradossalmente, lasciare fuori lo Stato e le Banche sostituendoli con gli Enti Locali.
Tra l'altro la tassazione imposta dall'Ente Locale di fatto esiste già tramite i cosidetti "bollini impianti termici", basterebbe che fossero differenziati per classe energetica in modo da costituire un incentivo propositivo e non una tassa indistinta.

Se un solo Ente locale, fosse anche un piccolo Comune, provasse a differenziare la tassazione in base al consumo energetico degli edifici utilizzando le entrate per finanziare a tasso zero le iniziative di risparmio energetico (che sarebbero anche cumulabili con il 65% non essendo un contributo ma un finanziamento) sono sicuro che verrebbe seguito da molti altri.
Per poter funzionare a mio parere dovrebbe esserci un doppio stimolo: da una parte la tassazione dei consumi e dall'altra la possibilità di finanziamento a tasso zero (che non pesa sulle casse dello Stato) per tutti gli interventi di risparmio energetico che i cittadini vogliono attuare per ridurre le loro spese energetiche, il tutto ovviamente certificato da tecnici come avviene già ora per le pratiche ENEA.
rgf
giotisi
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da giotisi »

Complimenti per l'articolo e per l'idea di fondo che ci sta dietro.
Però, diciamo che 'ti_piace_vincere_facile', cioè hai fatto un esempio che dimostra quello che già si sa... e che cioè il gas è più conveniente del gasolio, la condensazione è più efficiente dell'alta temperatura, la regolazione fa risparmiare: d'altro canto, la conversione da gasolio a gas non ha certo aspettato gli incentivi; dove non si è fatta, ci sono altri problemi (condominiali in primis) che esulano da qualsiasi discorso tecnico/economico.
Su questo tipo di interventi, a mio avviso, l'incentivo è più un modo per indorare la pillola (per molti amara e inattesa) di prescrizioni minime di legge più stringenti al momento del rinnovo dell'impianto: in mancanza dell'incentivo, sappiamo tutti come finirebbero le prescrizioni minime obbligatorie.

Oltretutto, se devo scegliere, punterei prima sulla riduzione dei fabbisogni e solo dopo mi preoccuperei dell'efficienza della produzione.

Purtroppo, qui casca l'asino, perchè è lampante dai dati pubblicati annualmente dall'ENEA per quanto riguarda il 65%, che gli incentivi sono andati prevalentemente nella direzione sbagliata:
verso gli interventi con meno ritorno (o, se preferisci, con il maggior costo per KWh risparmiato), e verso i soggetti che se lo sono potuti permettere (ville singole in primis)
Ne sono rimasti completamente esclusi i condomini nel loro complesso, le case popolari, tutta l'edilizia pubblica, cioè, in effetti, proprio quelli che ne avrebbero più bisogno.

Concordo con te che la risposta non è il Conto Termico e la sua reale efficacia dopo un anno dall'entrata in vigore lo dimostra.

Non sono d'accordo con la chiamata in causa delle Amministrazioni Locali, che sono alle prese con problemi enormi di organico e di relativa preparazione: già, nel campo del risparmio energetico, siamo alla Repubblica dei Feudi, con la famigerata clausola di cedevolezza che ha portato a decine di interpretazioni diverse, a situazioni diverse da Comune a Comune: ci manca anche che qualche Amministrazione entri in campo a finanziare interventi privati (cosa per altro tutta da verificare sul piano giuridico, perchè in una ipotesi analoga gli avvocati mi avevano risposto che non era possibile)

No, io insisterei sulla detrazione fiscale, aumentando ancora le %, riducendo drasticamente l'applicabilità ai soli interventi 'completi' (che riguardino l'intero involucro e tutti gli aspetti della riqualificazione); si potrebbe arrivare anche al 100% dell'importo (sempre sotto forma di detrazione fiscale), a condizione che l'intervento sia davvero risanativo; c'è ancora qualcuno a Pescara che possa valutare e autorizzare i progetti? (tanto perchè non diventi un bancomat)

Per l'aspetto finanziario, piuttosto che un fondo, chiamerei in causa le banche (che poi, a prestar soldi ai privati sarebbe il loro mestiere, più che a comprar titoli di stato): chi paga materialmente l'intervento, chi sostiene effettivamente il costo, chi lo finanzia, lo deduce in 10 anni; chi ne beneficia, paga gli interessi.

Ps. tutti gli altri, si troveranno cmq, a pagare le accise maggiorate che serviranno a far quadrare i conti se i consumi diminuiranno: è la DECRESCITA FELICE, bellezza.
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da NoNickName »

L'intervento di Giotisi è corretto, perchè bisognerebbe suddividere il risparmio tra quello effettivamente imputabile all'intervento di riqualificazione, e quello imputabile alla differenza di prezzo attuale tra i combustibili (come correttamente indicato dallo stesso autore).
Inoltre la proiezione nel medio termine non considera l'andamento dei prezzi al consumo dei combustibili stessi, e non vi è nessuna garanzia che l'attuale differenza di costo al kWh si mantenga costante nel tempo, in quanto non è legata al solo e puro mercato energetico, ma dipende fortemente dal carico fiscale. Il prezzo del metano è anelastico rispetto alla domanda.
Infatti, la riduzione del gettito corrispondente all'aumento del consumo di metano a scapito del gasolio non potrà che indurre il legislatore a correggere le aliquote di conseguenza.
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da Ronin »

in linea teorica quanto proposto da Soma a più riprese potrebbe sembrare sensato.
peccato che il fondo rotativo ci sia già stato: si chiamava fondo kyoto, ed è stato attivo un anno solamente dei tre previsti (nel 2012). come mai? perché in sette mesi di apertura delle graduatorie l'80-90% del plafond (a seconda della regione, era ripartito) dedicato all'efficienza energetica era rimasto inutilizzato, costringendo il governo ad emanare un decreto correttivo per "riversare" i soldi non utilizzati verso altre emergenze ambientali (se ben ricordo i fondi sono stati impiegati per mettere alcuni tamponi alla taranto martoriata dall'ilva).
da notare che le quote del fondo che finanziavano le fonti rinnovabili sono andate esaurite in due ore.

nel 2013 il governo ha rimodellato il fondo, sulla base dell'insuccesso totale, e le quote destinate all'efficienza non ci sono più. tutto lascia pensare che non ci saranno neppure l'anno prossimo (pardon, quest'anno). perciò il fondo rotativo resta inattuato per il semplice motivo che non funziona, avendo solamente due esiti:
- il primo esito è quello di innumerevoli finanziamenti a tasso zero al 100% erogati nei decenni passati, in cui si crea un'entità giuridica apposita (una srl di scopo, di solito) che incassa il finanziamento, esegue le opere (se va bene, non in tutti i casi) e l'anno dopo appena arriva la prima rata da restituire fallisce a tanti saluti alla "rotazione" del fondo;
- il secondo esito è quello dei fondi il cui bando è scritto in modo da rendere impossibile il primo esito (finanziamento inferiore al 100%, richiedendo quindi una compartecipazione, istruttoria bancaria, in modo da garantire la solvibilità del cliente, finanziamenti erogati a rimborso a consuntivo, in modo da garantire che le opere vengano eseguite effettivamente): l'esito è appunto, il bando deserto per disinteresse: se non c'è la truffa, non c'è nemmeno l'interesse nel sobbarcarsi la procedura (non è questione di moralismo: it's a matter of fact, ne abbiamo le prove provate, con la storia sopra raccontata)

e ora lasciatemi difendere il 50-55-65% da chi non si rende conto di cosa rappresenta. tutte le critiche mosse al 55% sono giuste, ma esse non tengono conto del fatto che il mondo non finisce con l'energia. il 55% NON è un meccanismo energetico (i suoi risultati dal punto di vista della riduzione dei consumi sono risibili, una goccia nel mare degli obiettivi europei 2020). il 50-55-65% è un meccanismo *puramente* fiscale: l'equità fiscale è l'obiettivo che persegue, e raggiunge. e nel raggiungerlo, grazie all'emersione del nero, non comporta costi per lo stato (il calcolo non lo ho fatto io, ma autorevoli istituti di ricerca come il cresme): anzi, grazie al fatto che lo stato incassa il gettito subito, e lo restituisce in 10 anni, per lo stato c'è stato negli anni anche un piccolo vantaggio grazie all'inflazione: è "giocandosi" questo vantaggio che il governo ha potuto aumentare l'aliquota dal 55% al 65% (aumento temporaneo, destinato a venire tolto in tempi brevi: appunto perché non ci si può permettere di mantenerlo).
il calcolo fatto nell'articolo è incompleto, perché non include i benefici dovuti ai contributi sul lavoro (sbilancio previdenziale che dobbiamo comunque coprire con la fiscalità generale) e alla mancata erogazione di cassa integrazione: includendoli, il risultato si ribalta, e da una perdita si passa a un pareggio in termini nominali, che risulta poi vantaggioso in termini reali, grazie alla spalmatura in 10 anni.

chi critica il 55% pensando a meccanismi alternativi non si rende conto che il 55% non impegna risorse che si possono "girare" ad altro utilizzo: è il meccanismo in sé che genera le risorse che poi utilizzerà nel decennio successivo, grazie alla maggiore equità fiscale. se cancelli il 55% non ottieni neppure 1 euro da destinare ad altro scopo: cancelli il 55% e basta, non ci sono capitoli di bilancio che si liberano. ecco perché il bonus fiscale deve rimanere e deve venire stabilizzato: perché NON è uno strumento di politica energetica, è come dice il nome stesso uno strumento di equità fiscale appunto (riduciamo le tasse a chi le paga davvero, che non ne può più), per di più a costo nullo e per di più con benefici ambientali collaterali.
se anche prelevassimo i 350 milioni annui calcolati (sbagliando) e li mettessimo a disposizione in un fondo rotativo, essi finanzierebbero nella migliore delle ipotesi interventi per 350 milioni all'anno (appunto), invece dei 4 miliardi attuali: il risultato sarebbe una contrazione a 1/10 del volume di affari, con perdite per erogazione di cassa integrazione assai superiore (all'incirca doppie, considerando una CIG al 80% dello stipendio, un'incidenza della manodopera del 30% e contributi pensionistici al 30%).

se ci siamo resi conto di che strumento sia, si capisce bene come non sia neanche giusto aumentare il beneficio oltre la soglia del costo zero per lo stato: questo corrisponde infatti a finanziare chi ha una casa di proprietà, a spese del 30% di famiglie che invece non ce la ha. è evidente che viene meno lo scopo di equità per cui il meccanismo è stato concepito.
perciò la detrazione va bene così com'è: è uno strumento perfettamente equilibrato, come le forbici e il martello, cui nessuna aggiunta o diminuzione può consentire un miglioramento della funzionalità. non ci si possono costruire ponti, ma solamente piantare chiodi? è normale, giacchè lo strumento è stato concepito per questo.

chi pensa che possa esistere una politica energetica che vede l'energia come unico driver per sviluppare interventi di riqualificazione del costruito, sogna ad occhi aperti. nonostante un carico fiscale (o parafiscale) che supera il 50%, il costo dell'energia che viene spesa all'interno di un edificio è intorno al 1% del valore dell'edificio stesso (250 kWh/m2 annuo*0,9/9,6=23 euro: per raggiungere i 2000-2500 euro che costa quel m2 mediamente sul mercato, occorrono 100 anni...).
il calcolo di convenienza dell'intervento considerato dall'articolo è totalmente errato: esso utilizza parametri finanziari insensati (chi mai vi chiederebbe un tasso per il prestito del denaro inferiore a quello dell'inflazione?); esso inoltre non considera il costo-opportunità del capitale (che avrei potuto impiegare ad es. in un BTP che mi avrebbe reso il 3% annuo + 100% alla fine del decennio: totale 13% di rendimento in 10 anni).

se ricalcolato senza il vantaggio economico del fuel switching (partendo cioè da un impianto obsoleto, ma alimentato già a gas metano, e magari a colonne invece che ad anello), con parametri finanziari corretti (spread di almeno il 3-5% tra costo del denaro e inflazione) e detraendo il costo opportunità (investendo 1 rinuncio a ottenere 1,3 almeno) è probabile che l'intervento rappresenti più una perdita che un guadagno. ecco perché la detrazione fiscale è necessaria: essa compensa il costo-opportunità dell'investimento, che altrimenti verrebbe scartato a favore di alternative finanziarie più convenienti e senza nessuno sbattimento.

chi pensa che il driver possano essere incentivazioni erogate dagli enti locali, non ha ben chiari i numeri in gioco. un piccolo esempio (che conosco bene): il comune di rimini dal 2008 utilizza gli introiti del bollino calore pulito (controllo del rendimento degli impianti centralizzati) per finanziare un fondo rotativo come quello ipotizzato, che possa venire utilizzato per le riqualificazioni e l'installazione di fonti rinnovabili (ha finanziato principalmente impianti solari termici, perché il comune poteva negli anni passati erogare l'incentivo, lasciare che il cittadino incassasse le detrazioni, e tenere per se i TEE, che in 5 anni sostanzialmente gli restituivano quanto erogato).
bene: un meccanismo non solo a costo zero, ma addirittura autoalimentante. peccato che nei 5 anni in cui è rimasto attivo esso abbia realizzato una quantità di investimenti inferiore a quelli investiti (per sola riqualificazione energetica) all'interno dell'ospedale di rimini, che rappresenta meno dell'1% del consumo del comune stesso.
1% che però è aggregato in un unica grande utenza, e quindi può essere aggredito molto più in profondità che distribuito su decine di migliaia di edifici: se noi abbiamo ottenuto un taglio del 30% dei nostri consumi, a livello comunale si sarà ottenuto forse lo 0,1% (il calcolo non è difficile: se al 30% degli edifici che è dotato di impianto centralizzato imponiamo una sovrattassa del 2% per il bollino, che è già un valore alto, e con questa finanziamo interventi che si ripagano in 5 anni, che è già ottimistico, otteniamo -0,3*0,02/5=-1,3 per mille).
perciò gli enti locali, se ben amministrati, possono fare *qualcosa*: l'importante è essere coscienti che questo qualcosa è ben poco, e porterà a cifre del tutto trascurabili nell'economia complessiva (sempre meglio di niente, per carità).

perciò l'unica politica adeguata a stimolare investimenti dei privati su larga scala è quella fiscale. essa garantisce che gli investimenti saranno auto-limitati (senza le storture generate dal denaro facile tipo il conto energia fotovoltaico) e che saranno auto-sostenuti a livello di bilancio.
non dimentichiamo inoltre che negli edifici non residenziali c'è altrettanto consumo energetico (il 40% degli edifici è equamente ripartito in 21% residenziale e 19% terziario compresa la PA): in questi edifici mediamente il costo energetico è circa l'1-2% del fatturato generato dall'attività che ci viene svolta dentro, quindi basta una piccolissima manovra fiscale per ottenere spazi di investimento energetici immensi.

ora davvero qualcuno pensa che tassare gli edifici in base al consumo sia più equo fiscalmente che garantire detrazioni a chi riqualifica? ciò si tradurrebbe inevitabilmente in una forte penalizzazione degli affittuari (giacchè non vi sarebbe comunque convenienza per i proprietari a riqualificare edifici i cui benefici sono goduti da altri), e in secondo luogo dei proprietari a basso reddito, incapaci di superare le garanzie bancarie per l'erogazione dei finanziamenti: sarebbero penalizzate cioè *proprio* le categorie che oggi non accedono alle detrazioni 55%. erogare finanziamenti senza garanzie sarebbe comunque iniquo, perché le truffe consumerebbero velocemente i fondi disponibili (ne abbiamo evidenze storiche strabordanti, in termini di quantità: lo stesso inasprimento delle condizioni per avere l'iva al 10% deriva dall'utilizzo sostanzialmente elusivo oramai consolidato: tu mi dai il servizio energia, io ti faccio lo sconto 10% e continuiamo a consumare come prima): da questo punto di vista la proposta è fin troppo ingenua.

due parole anche per NNN: il mondo per fortuna non finisce con l'energia. l'impiego di gasolio comporta forti diseconomie a livello di sistema paese perché il gasolio non si compra dai paesi produttori (come invece il metano). si compra il petrolio, che poi va raffinato, e raffinandolo si produce un po' benzina un po' gasolio e un po' schifezze di vario tipo (dal btz in su).
e poiché gli usi di benzina e schifezze sono in calo costante (per fortuna), anche la quota di usi di gasolio deve venire compressa il più possibile (prima ancora di cominciare a parlare di polveri sottili e altri effetti ambientali).
il gettito non ne risente più che tanto perché anche l'uso di metano è in calo, per via della crisi economica (-10% in pochi anni), quindi globalmente si rinuncia a tassazione da gasolio, ma si trasforma metano ad accisa industriale in metano ad accisa civile: considerando i danni da raffinazione inutile, i costi sanitari e ambientali, il fatto che il metano lo compri comunque con i contratti take or pay, è probabile che ci scappi pure il guadagno puramente economico. per tacere di tutti gli altri parametri.

per quelli arrivati fino a qui ancora svegli, scusate la lunghezza dell'intervento (la mia controproposta non la faccio, per carità di patria).
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da r.gaetano fabio, genova »

Ronin ha scritto:peccato che il fondo rotativo ci sia già stato: si chiamava fondo kyoto, ed è stato attivo un anno solamente dei tre previsti (nel 2012). come mai? perché in sette mesi di apertura delle graduatorie l'80-90% del plafond (a seconda della regione, era ripartito) dedicato all'efficienza energetica era rimasto inutilizzato
Il fondo Kyoto era complicato nelle procedure e nell'erogazione, limitato nei fondi e negli interventi, soggetto a tassi e garanzie e neppure copriva l'intera cifra. Banche, Regioni e Ministero ci mettevano il loro per complicare le cose con i privati ma bravi a farsi truffare da esco e srl.
Le truffe ci saranno sempre finchè avremo un sistema che limita la responsabilitá delle societá.
I soggetti da tutelare e agevolare non sono le ditte (queste beneficeranno dei lavori) ma sono i privati ed i condominii sempre più in difficoltá economica sopratutto se devono ora disporre del capitale prima ancora di iniziare i lavori.
la detrazione del 55-65% non comporta costi per lo Stato (il calcolo non lo ho fatto io, ma autorevoli istituti di ricerca come il cresme):
Una semplice considerazione: se qualcuno si sottrae dal pagamento delle tasse perché può farsi la detrazione fiscale il pagamento del conto graverá sui restanti contribuenti, ovvio quindi che la detrazione fiscale é un danno per lo Stato (inteso come collettivitá e non come entitá politica). Si possono avere gli stessi benefici occupazionali, di rilancio dell'impresa e di aumento del gettito fiscale semplicemente agevolando l'accesso al credito di privati e condomini. Forse avrò una visione distorta della realtà ma a mio parere il problema crescente sará disporre di 4-5000euro per fare gli interventi anziché usufruire di 200-300 euro anno di detrazione fiscale, diciamocelo seriamente: sono soldi regalati, il risparmio sta giá nell'intervento, sarebbe giá abbastanza poter disporre dell'importo necessario senza far lucrare le banche.
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da NoNickName »

Ronin ha scritto: il gettito non ne risente più che tanto perché anche l'uso di metano è in calo, per via della crisi economica (-10% in pochi anni), quindi globalmente si rinuncia a tassazione da gasolio, ma si trasforma metano ad accisa industriale in metano ad accisa civile:
Appunto, quindi il gettito cala doppiamente, per via del più basso prezzo marginale e per via della più bassa accisa.
Vogliamo parlare del superbollo metano sulle auto? Adesso invece il metano per autotrazione è defiscalizzato. Perchè?
Diamo indietro i soldi a chi aveva l'auto a metano negli anni 80?
Le politiche energetiche in Italia durano l'arco di un battito di ciglia e ruotano con il vento.

Per quanto riguarda lo sbilancio tra domanda e offerta tra i prodotti petroliferi raffinati, è un problema che non riguarda il settore pubblico. Non vedo perchè il legislatore dovrebbe preoccuparsene.
Ronin ha scritto:considerando i danni da raffinazione inutile, i costi sanitari e ambientali, il fatto che il metano lo compri comunque con i contratti take or pay, è probabile che ci scappi pure il guadagno puramente economico. per tacere di tutti gli altri parametri.
Anche questo è un falso mito. Il risparmio non equivale ad un guadagno, come anche Russo nel paper intende sostenere.
E' falso: nel caso del metano, il maggiore risparmio lo si ottiene con un maggiore consumo, quindi con una maggiore spesa (caso di specie, anno 2011 più freddo, maggiori gradi giorno).
Notare che le stesse critiche (al contrario) erano state sollevate da questo forum, e dal position paper di AICARR, nei confronti della UE quando aveva emanato il regolamento 28, nella parte relativa al calcolo del montante di energia rinnovabile che aumenta all'aumentare del consumo, favorendo così gli stati membri del nord Europa.
Inoltre i costi sanitari e ambientali attribuibili ai diversi combustibili non sono quantificabili, quindi inutile parlarne. Altrimenti dovremmo pretendere una diminuzione delle trattenute previdenziali all'aumentare del consumo di metano o della produzione fotovoltaica o solare termica, che è evidentemente un'assurdità in termini macroeconomici.
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

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r.gaetano fabio, genova ha scritto:Il fondo Kyoto era complicato nelle procedure e nell'erogazione, limitato nei fondi e negli interventi, soggetto a tassi e garanzie e neppure copriva l'intera cifra... Le truffe ci saranno sempre finchè avremo un sistema che limita la responsabilitá delle societá.
le barriere all'accesso sono indispensabili per tenere lontani gli approfittatori. ecco perché la proposta del fondo rotativo non funziona. poiché il sistema che limita la responsabilità delle società c'è (e non cambierà certo per permetterti di istituire il fondo rotativo), fino a che non cambia, il fondo rotativo non serve a nulla: o ci metti le barriere, e allora non ci accede nessuno, o non ce le metti, e allora accedono in massa i truffatori.
se esamini le cifre in gioco ti accorgi inoltre che non ci si fa nulla, anzi a parità di deficit con le detrazioni ci si fa 1/10 (=si perdono i 9/10 del fatturato, del gettito, dei posti di lavoro...). prendiamone atto e cerchiamo di fare qualcosa ugualmente.
r.gaetano fabio, genova ha scritto:Una semplice considerazione:
considerazione semplice, ma totalmente errata (mi ricorda la famosa frase di einstein).
se a questa detrazione corrisponde una parallela emersione di attività in nero, lo stato non subisce danno.
a 100 € di detrazione corrispondono 100 € di emersione del nero, e a 100 € di mancate accise corrispondono 100 € di non erogazione di cassa integrazione, indennità di disoccupazione, e contributi previdenziali versati dai lavoratori.

se mi dici che la detrazione è un sussidio per l'edilizia e non una forma di promozione dell'efficienza (effetto del tutto secondario) sono d'accordo con te, resta il fatto che è un sussidio che non preleva ricchezza dalle tasche del contribuente, anzi comporta (esili) benefici sociali, ambientali, sanitari; è come un bicchier d'acqua: berlo ha ben pochi vantaggi, ma nessuna controindicazione, e di sete si muore.

quello che secondo me non percepisci è che NON CI SONO risorse nel bilancio dello stato per favorire i proprietari di case nelle riqualificazioni (prima ancora che mettere in mezzo considerazioni di equità verso il 30% che vive in affitto). il 55% viene mantenuto perché non costa niente, non per altri motivi.
l'accesso al credito non viene facilitato per il semplice motivo che il bilancio dello stato è già alla canna del gas senza immobilizzare risorse per decenni in attesa che vengano restituite (per tacer delle truffe): per erogare credito ci vogliono i soldi veri, per le detrazioni basta scrivere alcune parole sulla gazzetta ufficiale.
non c'è nessun contrasto tra le detrazioni e il fondo rotativo: non è che togliendo le detrazioni guadagni dei soldi che puoi immettere nel fondo rotativo; è solo che le detrazioni non costano niente, il fondo rotativo invece richiede fondi che non abbiamo.

gli interventi come quello che hai citato si ripagano per proprio conto, ma sono un'infima percentuale dei consumi totali: di quel 21% del consumo energetico che va negli edifici residenziali, solo il 30% di 21 milioni di unità abitative sono edifici condominiali, e "solo" 200mila di queste sono alimentate a gasolio: ridurre i consumi della metà di tutti questi casi corrisponde a risparmiare 0,21*200/21.000*0,5= 1 per mille dei consumi totali.
1 per mille in meno NON è una correzione di rotta, è una goccia nel mare.
NoNickName ha scritto:Appunto, quindi il gettito cala doppiamente, per via del più basso prezzo marginale e per via della più bassa accisa. ... Le politiche energetiche in Italia durano l'arco di un battito di ciglia e ruotano con il vento.
no guarda, non ci capiamo mica.
ieri consumavo 1 Sm3 industriale (accisa 1,5 c€, costo 30 c€) e 1 litro di gasolio x riscaldamento (accisa 0,5 € circa): oggi che quello Sm3 industriale non lo consumo più perché c'è la crisi (ma lo devo comunque pagare, tramite i take or pay di eni), elimino quel litro di gasolio, non spreco i 30 c€ e in più ne incasso 27 c€ come accisa civile: se consideri che lo stato è azionista di eni, vedi che come sistema-paese ci stiamo guadagnando.
se non lo consideri, vedi che comunque il danno è molto più ridotto (scende da 32 a 23 c€) dell'assistere passivamente alla sparizione dello Sm3 industriale.

tu mi dici che il legislatore non deve preoccuparsi di politica industriale: non sono affatto d'accordo.
per quanto mi riguarda è evidente che il governo deve incidere con provvedimenti che vadano in una riduzione di costi per il paese: primo perché se il paese non è competitivo, il gettito del 95% dell'attività economica che non è energia cala e allora sì che sono dolori, secondo perché se non sono in equilibrio, i petrolieri i soldi te li tirano comunque fuori (vedi il CIP6 che per vent'anni abbiamo finanziato dalle bollette elettriche), terzo perché lo stato è azionista di eni (non foss'altro che per questo, proteggere il valore delle azioni pubbliche sarebbe già un motivo sufficiente).

la gran parte dei danni da politica energetica in italia sono venuti anzi perché il legislatore si è mosso in maniera troppo lenta (vedi il conto energia fotovoltaico, tagliato con troppo ritardo consentendo rendite mostruose che ancora oggi ci azzoppano e ci azzopperanno per almeno un decennio): se 30 anni (1980-2010) per te sono un battito di ciglia, prendo atto del tuo bioritmo, ma il mondo si evolve a velocità un tantino maggiore.

d'altro canto, senza l'intervento dello stato con le politiche fiscali, l'energia costerebbe la metà (o meno), nessuno si sognerebbe di fare interventi di riduzione dei consumi (se non nelle grandissime industrie) e tu, io e tutti i colleghi di questo forum ci troveremmo senza lavoro.
NoNickName ha scritto:E' falso: nel caso del metano, il maggiore risparmio lo si ottiene con un maggiore consumo, quindi con una maggiore spesa (caso di specie, anno 2011 più freddo, maggiori gradi giorno).
quanto dici è smentito dai fatti. nel 2011 la fattura energetica italiana ha raggiunto l'apice pari a 68 miliardi di euro, e abbiamo dovuto pure pagare enel per riaccendere i catorci a olio combustibile; quest'anno è pari "solamente" (per modo di dire) a 57 miliardi: i risparmi sono tutti dovuti al gas, perché i 30 miliardi di petrolio sono rimasti gli stessi, e i 7-8 miliardi di carbone sono addirittura cresciuti.
il prezzo del gas è calato per azioni di liberalizzazione sui mercati (di cui il pubblico non dovrebbe occuparsi, secondo la tua visione evidentemente errata) che hanno consentito di agganciarci al prezzo europeo, e perché il totale delle importazioni è calato del 10% per via della crisi industriale, e perché il gas oramai non è più agganciato né al prezzo del petrolio né al dollaro (con tanti saluti ai detrattori dell'euro...).
NoNickName ha scritto:Inoltre i costi sanitari e ambientali attribuibili ai diversi combustibili non sono quantificabili, quindi inutile parlarne.
forse non sono quantificabili con precisione, ma sono attribuibili a grandi linee: ad esempio, poiché abbiamo le prove della relazione tra polveri sottili e sviluppi tumorali, è evidente che eliminare i combustibili con più polveri sottili dalle città (dove si trova il maggior numero di polmoni che respirano...) a favore di combustibili che ne emettono di meno è una saggia politica: questo corrisponde ad eliminare i combustibili solidi e liquidi in favore di quelli gassosi: così come lo è eliminare del tutto i combustibili, a favore di fonti rinnovabili o impieghi elettrici che trasportano le emissioni a decine di km di distanza.
non a caso le accise spingono in questa direzione, sia sul riscaldamento civile che sull'autotrazione.
Augusto
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da Augusto »

Ho letto tutti i post con le analisi economiche legate a "Fondo rotativo" e "Detrazioni" ma, non essendo molto esperto in materia economica, non so dare un giudizio.
Quello che volevo però far notare è che, se non ricordo male, il "Fondo" proposto a suo tempo da Soma dovesse funzionare in modo differente.
Non dovevano essere messi soldi nel fondo ma, a fronte di una "Diagnosi" garantita, il prestito avrebbe dovuto essere erogato, eventualmente a tassi agevolati, dalla banca (con eventuale garanzia di affidabilità da parte di Regione, Provincia o altro) e restituito attraverso i risparmi ottenuti con gli interventi e nei tempi determinati con la "Diagnosi".
Questo è quanto ricordo della proposta dell'amico Soma: invito gli interessati a rileggere gli articoli pubblicati su "Progetto 2000" ed eventuali atti di convegni in cui la proposta era stata presentata: parliamo di parecchi anni fa ed eventualmente si potrebbe chiedere all'interessato (Soma appunto) i termini di applicabilità a suo tempo proposti e se, a suo parere, la proposta potrebbe essere ancora valida.
Di nuovo buon anno a tutti.
Augusto 44
Ronin
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da Ronin »

buon anno anche a te augusto: le mie considerazioni derivano proprio dalla attenta lettura di quanto proposto da soma su progetto 2000.
i punti critici sono sempre gli stessi: se la banca eroga il finanziamento, deve ricevere una remunerazione ed una garanzia adeguata. se queste garanzie le devono mettere i cittadini, ricadiamo nella situazione attuale; se li mette il pubblico al posto dei cittadini, o il pubblico si premunisce con requisiti di accesso e procedure di selezione (e fa quindi la stessa cosa che fa la banca oggi: ovvero lascia fuori chi è a rischio di insolvenza, e cioè proprio coloro che avrebbero bisogno del fondo rotativo) oppure non si premunisce e allora accedono i truffatori.
in ogni caso, la differenza tra il tasso agevolato e il tasso di mercato deve pagarla lo stato, quindi esso deve coprire il differenziale (erogando denaro che NON rientra, e quindi creando deficit pubblico che non ci possiamo permettere) e stanziando fondi per la garanzia dell'intero capitale (immobilizzando quindi denaro prima di sapere se verrà speso, sottraendolo ad altri investimenti, che è il grande problema di questi ultimi anni).

non c'è contrasto tra detrazioni e fondi di garanzia: le prime sono catalizzatori che convincono le famiglie a investire denaro che già hanno, invece che tenerselo in tasca, i secondi finanziano chi non ha liquidità: sono percorsi evidentemente paralleli.
peccato che il primo sia in discesa (o almeno, costellato di bidoni di benzina da raccogliere...), il secondo tutto in salita. perchè in salita? perchè chi lo intraprende vorrà pure guadagnarci qualcosa, no? chi si sbatterebbe per riqualificare il proprio edificio sapendo che per i 10 anni a venire i soldi serviranno a ripagare le rate del debito contratto con lo stato, per puro amore dell'ambiente? ben pochi per non dire nessuno.

perciò le rate dovranno essere enormemente diluite rispetto al rientro teorico, in modo da lasciare al cittadino una significativa riduzione di costi che lo convinca ad iniziare il percorso: ciò significa che ci saranno importanti costi finanziari: chi li pagherà, insieme al differenziale tra tasso di mercato e tasso agevolato? li pagherà lo stato.
non è difficile rendersi conto che un ottimistico 5% di costi finanziari da sostenere per 10 anni fa quel medesimo 50% della detrazione.
con la differenza che nella detrazione lo stato prima incassa e poi restituisce negli anni; nel fondo rotativo lo stato prima anticipa (=crea debito, che non ci possiamo permettere) e poi si vede (forse) restituito quanto ha anticipato.
il secondo percorso è dunque assai più accidentato del primo.

la diagnosi energetica effettuata dal progettista non garantisce niente e nessuno, primo perché tu sai bene quanto me quale sia la attuale situazione dei professionisti abilitati a fare la diagnosi (basta vedere la qualità degli ape), e secondo perché il professionista diagnosticante non viene poi coinvolto in alcun modo nel processo edilizio della ristrutturazione, e quindi avrebbe buon gioco a dire: io l'avevo detto di far così, ma poi loro hanno fatto cosà, e il risultato non si è ottenuto: ci sarebbe quindi soltanto una crescita di azioni legali tra professionisti, imprese e cittadini. è più che condivisibile che le banche si tengano alla larga da scenari di questo genere, salvo che ci sia qualcuno che ripiana a fondo perduto.

l'unico modo per aggirare questo problema è quello di caricare diagnosi e realizzazione dell'intervento sullo stesso soggetto, con il modello ESCO, in modo che non ci sia scaricabarile: ma esso appunto non dovrebbe avere bisogno dell'accesso al credito garantito (e se ce lo avesse, ricadrebbe nel problema della finta esco creata soltanto per escutere il credito che poi fallisce e tanti saluti).
perciò non c'è soluzione: il modello dello stato-bancomat non funziona più.
Ultima modifica di Ronin il gio gen 02, 2014 13:10, modificato 1 volta in totale.
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da giotisi »

Paolo, nella mia proposta di credito d'imposta per gli istituti eroganti, la garanzia non è richiesta.
Chi investe (la banca) e chi garantisce il pagamento (sotto forma di detrazioni, lo Stato), hanno buoni motivi per fidarsi l'un dell'altro.
E per la banca, finanziare con tassi di interesse di mercato è core-business; al soggetto che realizza l'intervento vanno i vantaggi economici e i costi di interesse.

Poi concordo che le ESCO sono nate apposta per questo tipo di interventi....
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da r.gaetano fabio, genova »

Ronin ha scritto: alla detrazione corrisponde una parallela emersione di attività in nero...a 100 € di detrazione corrispondono 100 € di emersione del nero..
Se è tutto tracciato con bonifico bancario (tra l'altro già obbligatorio per legge) quale è la differenza?
il 55% viene mantenuto perché non costa niente, non per altri motivi
Ti ripeto in realtà la tua detrazione si traduce in un maggior carico fiscale sui restanti cittadini, la spesa pubblica non diminuisce si sposta a carico dei restanti contribuenti.
l'accesso al credito non viene facilitato per il semplice motivo che il bilancio dello stato è già alla canna del gas .... il fondo rotativo invece richiede fondi che non abbiamo
Ti ripeto nella mia ipotesi Stato e Banche dovrebbero starne fuori, bisognerebbe fare a meno di burocrati del Ministero e di sanguisughe bancarie: i primi imbrigliati da inciucci e i secondi avidissimi al punto che ti fanno interessi passivi (con i nostri soldi in deposito) al 14% mentre per i tuoi soldi in deposito ti danno un interesse attivo dello 0% (zero percento), tra l'altro non dimentichiamo le conseguenze truffaldine delle loro speculazioni di "finanza creativa".
Ma non preoccuparti ho capito: vuoi che rimanga questo sistema, va bene è una tua opinione che rispetto, non devi convincermi, l'importante è che ne sia convinto tu.

PS: sulle statistiche dei consumi di gasolio per riscaldamento dai un occhiata a pag. 73 del rapporto 2013 dell'Unione Petrolfera Italiana, il gasolio da riscaldamento costituisce ancora il 3,5% dei prodotti di origine petrolifera (dal GPL al bitume), vedi: http://www.unionepetrolifera.it/it/CMS/ ... 202013.pdf. Comunque non è importante quanto gasolio o metano si consuma in Italia, l'importate è consumare meno facendo interventi di risparmio energetico.
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da Augusto »

giotisi ha scritto:Complimenti per l'articolo e per l'idea di fondo che ci sta dietro.
Oltretutto, se devo scegliere, punterei prima sulla riduzione dei fabbisogni e solo dopo mi preoccuperei dell'efficienza della produzione.
Scusa ma, pensando prima alla riduzione dei fabbisogni si rischia di peggiorare ulteriormente l'efficienza del sistema impiantistico e di conseguenza di aumentare lo spreco.
Se ho un sistema che "butta via" circa la metà di quello che brucio, penso che sia fondamentale provvedere al più presto cercando di aumentare l'efficienza impiantistica.
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da NoNickName »

Ronin ha scritto:se consideri che lo stato è azionista di eni, vedi che come sistema-paese ci stiamo guadagnando.
Lo stato detiene, direttamente o indirettamente, meno del 30% delle azioni.
E comunque se non ci fossero contratti take or pay, il prezzo sarebbe molto più alto.
Ronin ha scritto:consentendo rendite mostruose che ancora oggi ci azzoppano e ci azzopperanno per almeno un decennio): se 30 anni (1980-2010) per te sono un battito di ciglia, prendo atto del tuo bioritmo, ma il mondo si evolve a velocità un tantino maggiore.
Questo è un tuo cavallo di battaglia, già trito e ritrito. Sì, lo sappiamo cos'è la componente A3 della bolletta... inutile ripeterlo tutte le volte. Nel frattempo Italia e Germania detengono il 44% di tutta l'energia fotovoltaica prodotta in Europa. Questa è politica energetica, sulla quale tu non sei d'accordo, e ne prendiamo atto e ce ne faremo una ragione.
Ronin ha scritto:d'altro canto, senza l'intervento dello stato con le politiche fiscali, l'energia costerebbe la metà (o meno), nessuno si sognerebbe di fare interventi di riduzione dei consumi (se non nelle grandissime industrie) e tu, io e tutti i colleghi di questo forum ci troveremmo senza lavoro.
Al contrario. Se l'energia costasse la metà, lavorerei il doppio con macchine che costerebbero un quarto.
Ronin ha scritto:una saggia politica
Una politica saggia non necessariamente è una politica economica.
"Discutere con certe persone è come giocare a scacchi con un piccione. Puoi essere anche il campione del mondo ma il piccione farà cadere tutti i pezzi, cagherà sulla scacchiera e poi se ne andrà camminando impettito come se avesse vinto lui.”
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da Ronin »

@gaetano: prima vuoi la discussione, dopo ti arrabbi se gli altri non la pensano come te. vuoi veramente discutere la tua proposta, o solo farti dire quanto sei intelligente nell'averla concepita?
se stato e banche devono stare fuori dalla tua proposta di fondo rotativo, chi finanzierà il capitale della garanzia del fondo stesso? chi ne curerà l'erogazione? chi gestirà il rendiconto delle spese? come vedi l'affermazione è puro populismo: quale che sia il sistema, ci sarà uno stato a garantire la garanzia, e ci saranno delle banche a gestire la procedura.

la differenza tra detrazioni e fondo di garanzia è che con le detrazioni devi metterci soldi TUOI: in questo modo sei stimolato in modo naturale a far sì che si spenda il meno possibile per raggiungere il risultato (visto che ti restituiscono soltanto i 2/3 di quel che spendi). nella versione fondo di garanzia questo stimolo non c'è, quindi sei stimolato a gonfiare le fatture il più possibile, tanto è tutto rimborsato da qualcun altro.
non c'è nessun meccanismo che possa proteggerti da questo fatto basilare.

d'altro canto, le cifre che hai fornito tu stesso certificano che la detrazione funziona meglio del fondo rotativo. prendendo per buoni i tuoi dati, le detrazioni generano 4,5 miliardi di euro annui di interventi a fronte di 350 milioni l'anno di perdite per il bilancio dello stato (perdite che sono in realtà trasferimento di fondi da chi paga l'irpef a chi non la paga, il che è ovviamente un modo di rendere il fisco più equo e aiutare la parte produttiva del paese a scapito del resto, che non è per nulla sbagliato).
con questi 350 milioni utilizzati per un fondo rotativo, quanti interventi di riqualificazione pensi di poter realizzare? è evidente che potrai realizzare interventi per 350 milioni, e che questi saranno certamente più costosi di quelli che si fanno oggi (perché non c'è nessuno stimolo a spendere poco).
dovrai quindi compensare perdite per 4,2 miliardi di fatturato (pari a circa 4,2*0,45 di pressione fiscale media=-1,9 miliardi e 4,2*0,3*0,4=-0,5 miliardi di mancati contributi previdenziali); certo, in cambio di queste, avrai circa 4,2/10=420 milioni di consumi energetici non risparmiati, che ti porteranno in cassa circa 4/9*420=190 milioni l'anno. come vedi in 10 anni avrai perso 2,4 miliardi di introiti per lo stato, rimanendo con circa 2 miliardi di accise e iva: in totale la perdita sarà quindi doppia di quei 350 milioni inizialmente previsti.
perciò il fondo rotativo non è solo meno efficace e più iniquo, è anche più costoso.

@NNN: oggi il metano da riscaldamento per contratto residenziale costa 90 c€/Sm3 e l'elettricità 23 c€/kWh. se lo stato non facesse adeguate politiche fiscali, e togliesse le accise da entrambi (e la relativa iva), il metano costerebbe 63 mentre l'elettricità costerebbe 20,5. è evidente che la gran parte delle pompe di calore che oggi riesce ad essere conveniente con un rapporto di costi 0,41 (pareggio economico a partire da SCOP=2,4), nel nuovo scenario (rapporto costi 0,32 pareggio economico a partire da SCOP=3,1) non lo sarebbe affatto, e non riuscirebbe più a ripagarsi.
lo stesso succederebbe nel settore terziario (da 0,57-0,17 si passerebbe a 0,35 contro 0,155).

la tua azienda chiuderebbe i battenti in breve tempo (o comunque dovrebbe rinunciare all'intero fatturato garantito dalle riqualificazioni nel settore residenziale e terziario, e licenziare di conseguenza).
nel mio settore, il metano costerebbe 40 c€ invece di 70, e anch'io una volta installati impianti di cogenerazione in ogni luogo possibile finirei nel settore della raccolta margherite.
tutti i colleghi che progettano cappotti, infissi, nuovi impianti di riscaldamento, ecc., si troverebbero i tempi di rientro moltiplicati per 1,5-2 (ma anche 3-4, se si togliessero le detrazioni, che sono politica fiscale anche quella): la gran parte dei loro clienti rinuncerebbe all'investimento per farsi un BTP.
perciò la politica fiscale è sempre la prima e più corretta leva da utilizzare.
le altre considerazioni che fai mi danno ragione: lo stato fa e deve fare accorte politiche energetiche, e quando non lo fa, ne subiamo tutti le conseguenze (a partire dai take or pay: il gas quest'anno è calato di quasi il 10% per tutti i contratti di maggiore tutela, grazie al fatto che AEEG non prende più i take or pay come riferimento per il calcolo del prezzo).

@giotisi: perdonami se non ho capito.
è evidente che i soldi in questo meccanismo non saranno illimitati: perciò le banche, pur con il credito di imposta dello stato, selezioneranno comunque i clienti più solidi, con più garanzie, cui erogare i fondi. come tali, accederanno ai fondi gli stessi che oggi accedono alle detrazioni (in realtà molti meno di oggi, perché lo stato potrà concedere meno credito di imposta in 1 anno di quante detrazioni non possa concedere spalmandole in 10 anni, mi sembra ovvio), con la differenza che lo stato dovrà coprire non solo i mancati introiti fiscali, ma anche il tasso di interesse bancario, e con i guadagni dell'operazione trasferiti in gran parte alle banche invece che ai cittadini che pagano le tasse.
a me sembra un disastro sotto tutti i punti di vista, ma forse non ho capito bene la tua proposta. dimmi di più.

PS: le ESCO in italia sono nate e tuttora operano, per tutt'altri motivi (in primis lucrare gli immensi benefici fiscali del servizio energia)
Ultima modifica di Ronin il gio gen 02, 2014 15:14, modificato 1 volta in totale.
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da NoNickName »

Ronin ha scritto:@NNN: oggi il metano da riscaldamento per contratto residenziale costa 90 c€/Sm3 e l'elettricità 23 c€/kWh. se togliessi le accise da entrambi (e la relativa iva), il metano costerebbe 63 mentre l'elettricità costerebbe 20,5. è evidente che la gran parte delle pompe di calore che oggi riesce ad essere conveniente con un rapporto di costi 0,41 (pareggio economico a partire da SCOP=2,4), nel nuovo scenario (rapporto costi 0,32 pareggio economico a partire da SCOP=3,1) non lo sarebbe affatto, e non riuscirebbe più a ripagarsi.
la tua azienda chiuderebbe i battenti in breve tempo (o comunque dovrebbe rinunciare all'intero fatturato garantito dal settore residenziale, e licenziare di conseguenza).
Le pompe di calore in questo momento vendono non per economicità di esercizio (le pdc sono disponibili da trentanni), ma solo per il d lgs 28, indipendentemente dal costo dell'energia. Chi, tra i progettisti termotecnici su questo forum, adotterebbe pdc se non fosse costretto?
Le pdc non si ripagano AFFATTO, in quanto affette da costi di manutenzioni ordinarie e straordinarie molto superiori ai bruciatori.
La mia azienda non sta investendo in pdc poichè sappiamo bene che è un mercato drogato, sostenuto artificialmente. Il fatturato lo si fa ancora come lo si faceva 10 anni fa: refrigeratori d'acqua, condizionatori d'aria e refrigerazione commerciale.
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da Ronin »

ok, allora tu lavoreresti ancora. ma retribuito con uno stipendio medio cinese in yuan (giacchè diventerebbe assai meno importante l'efficienza delle macchine rispetto al costo di installazione). in più non troveresti più nessuno sul forum a cui insegnare la termotecnica :mrgreen:

PS: in realtà il mercato delle pdc è artificialmente depresso. con gli oneri di sistema sull'elettricità anche solo del 2009 (non vent'anni fa), i risultati sarebbero ben diversi.
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da r.gaetano fabio, genova »

Ronin ha scritto:@gaetano: prima vuoi la discussione, dopo ti arrabbi se gli altri non la pensano come te.

Ho dato questa impressione? Allora mi sono spiegato male intendevo dire che la tua posizione è chiara riferendomi alla proposta: la tua (correggimi se sbaglio) è quella che il sistema deve essere lasciato così, la mia invece ritiene che bisogna trovare altri sistemi di incentivazione dato che o si riduce la spesa pubblica (volesse il cielo) o le regalie che comportano un maggior carico fiscale agli altri contribuenti non sono più sostenibili. Volente o nolente devi pensare ad un futuro sostenibile altrimenti andiamo in default, e mica per modo di dire.
perciò il fondo rotativo non è solo meno efficace e più iniquo, è anche più costoso
quel tipo di fondo "rotativo" non "gira" con le stesse caratteristiche che dicevo io, ripeto lascia fuori banche e stato e funzionerá meglio. Altra precisazione: i debiti si pagano (con il risparmio energetico generato), ci mancherebbe, parlavo di privati e condomini (gravati dalle disposizioni dell'art. 1135cc) che nulla c'entrano con le partite iva truffaldine.

Rimettendo la palla al centro la domanda che ponevo è: come possiamo incentivare il risparmio energetico, la ripresa dell'economia, ecc... senza aumentare il debito pubblico concedendo regalie e detrazioni?
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da NoNickName »

In Germania, che nelle classifiche europee per la produzione di energia fotovoltaica è al primo posto, la spesa nell’arco del prossimo anno per incentivi alle fonti rinnovabili arriverà a superare i 23 miliardi, con un aumento degli oneri sulle bollette dei tedeschi del 19% (6,24 c€/kWh).
Fonte: http://www.expoclima.net/focus/incentiv ... liardi.htm

Chissà perchè se lo facciamo noi siamo dei p***a, se lo fanno i tedeschi invece tutto bene.
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da SimoneBaldini »

Io sono del parere che questo attuale sistema del 50% o 65% sia il migliore, non tanto per efficacia o per beneficio, ma perchè è semplice a chiunque puo' beneficiarne, inoltre puoi detrarre da tasse quindi se sei un evasore che non paghi non detrarrai nulla. Inoltre ha dei benefici indiretti come l'emersione del nero, e parlando di infissi, muratori e idraulici ho già detto tutto. L'altro beneficio indiretto è che comunque il 65% ha come obiettivo la riduzione del fabbisogno energetico, quindi la dipendenza dall'estero, poi se uno mi dice che questo comporta un minor introito di tasse sui combustibili, puo' essere ma non c'entra nulla. Certo gli attuali incentivi sono molto spinti e verranno ridotti, ma comunque rimarranno appetibili.
Altri sistemi come il conto energia o i fondi a rotazione hanno troppa burocrazia dietro e in italia fa' si che vengano snobbati o che solo pochi possano beneficiarne.
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da r.gaetano fabio, genova »

NoNickName ha scritto:In Germania, che nelle classifiche europee per la produzione di energia fotovoltaica è al primo posto, la spesa nell’arco del prossimo anno per incentivi alle fonti rinnovabili arriverà a superare i 23 miliardi... Chissà perchè se lo facciamo noi siamo dei p***a, se lo fanno i tedeschi invece tutto bene.
Forse perchè:
-incentivano la loro occupazione industriale e non la Cina,
-hanno un minor debito pubblico,
-hanno una classe politica più seria della nostra,
-hanno meno evasori fiscali,
-ecc...ecc...
Ora come ora potremmo confrontarci solo con un Paese da terzo mondo altro che Germania, l'orgoglio italiano e fatto solo di ricordi del passato, mi fanno rimpiangere la Repubblica di Genova, in orgogliosa salute per oltre 900 anni e a forza regalata ai Savoia con una firma sul trattato di Vienna del 1815. Se i moti rivoluzionari dell'Unitá di Italia avessero seguito le idee del genovese Mazzini e del milanese Cattaneo anziché del soldato Garibaldi e dell'intrallazzone Cavour non avremmo questa Italia, ma con il senno del poi.....
rgf
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da r.gaetano fabio, genova »

SimoneBaldini ha scritto:Io sono del parere che questo attuale sistema del 50% o 65% sia il migliore, non tanto per efficacia o per beneficio, ma perchè è semplice a chiunque puo' beneficiarne, inoltre puoi detrarre da tasse quindi se sei un evasore che non paghi non detrarrai nulla. ....... Altri sistemi come il conto energia o i fondi a rotazione hanno troppa burocrazia dietro e in italia fa' si che vengano snobbati o che solo pochi possano beneficiarne.
Intendiamoci sono d'accordo, finchè dura la cuccagna è da prendere a mani basse.
Ma non risolve i problemi di liquidità delle famiglie a basso reddito, reso ancora più pesante con l'art. 1135 del CC.
Inoltre accentua le difficoltà economiche dello Stato.

Ma forse sono io che vedo nero, va tutto che è una bellezza devo solo cambiare prospettiva e mettermi dalla parte di chi ha soldi da spendere.
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da giotisi »

si, tutto giusto, simone, concordo con quello che dici.
Pero', QUESTI incentivi stanno andando nella direzione sbagliata (a mio avviso, ovviamente), quindi concordo con gaetano che vanno cambiati.
Va cambiata l'audience (perchè chi i soldi ce li aveva, in 10 anni, ha fatto), e va cambiata la 'ratio', incentivando solo quello che conviene incentivare, quello che va allo scopo.

Per capirci, il maggior numero di interventi per il 65% riguarda gli infissi... che sono gli interventi piu' semplici ma anche i meno redditizi (per lo scopo che ci si prefigge)

Incentivare al 50% il fuel switching verso le biomasse, quando il beneficio economico per l'utente è costituito dalla pura accisa non pagata, non mi pare intelligentissimo.

Incentivare come 'risparmio energetico' gli splittini, non mi sembra esempio di coerenza.

Quello che io propongo (e spero di essere più chiaro) è di ALZARE la % , purchè gli interventi siano complessivi (involucro + impianto) e di ESTENDERE il beneficio fiscale a chi finanzia l'intervento e non solo a chi lo effettua.

Per essere piu' chiaro: assemblea di condominio da il mandato di redigere il progetto; il progetto viene approvato a Pescara e un istituto si propone di finanziarlo; l'intervento viene eseguito; la banca rientra in 10 anni di sconto fiscale, i condomini pagano solo gli interessi e si tengono il risparmio.

100% è troppo? si stanzia un limite, che so, i 300milioni di oggi o i 700 del conto termico e la cosa non ti sfugge di mano (come è successo con il FV)
100% è troppo? se va a riqualificare gli alloggi di chi a fine mese dovrà decidere se pagare le bollette o passare al supermercato, no, non mi pare troppo.
r.gaetano fabio, genova
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da r.gaetano fabio, genova »

giotisi ha scritto: .... la banca rientra in 10 anni di sconto fiscale, i condomini pagano solo gli interessi e si tengono il risparmio....
Non ho capito questo passaggio, avrei detto: i condomini si tengono il risparmio con cui pagano alle banche le rate del finanziamento senza interessi, dato che ricevono dallo Stato uno sconto fiscale pari agli interessi.
rgf
giotisi
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da giotisi »

No, il contrario, perchè i condomini NON HANNO I SOLDI (o non vogliono investirli, o non tutti vogliono investirli in una fraterna assemblea di condominio): è la banca che mette il capitale, sicura come puo' esserlo una banca che li riavrà dallo stato come sconto fiscale (sugli utili che ci sono e ci saranno: una banca, chissà perchè, ce li ha sempre salvo quando fa default :) )

(ovviamente, questo necessita che lo 'sconto' sia pari al capitale investito, cioè il 100%)
Ronin
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da Ronin »

@NNN: in germania i miliardi del conto energia sono caricati sulle famiglie al 90%, da noi sulle imprese al 75%. in germania il contribuente finanzia e sostiene le proprie imprese, cui poi chiede un comportamento adeguato in tema fiscale. in italia invece le imprese oneste vengono affossate, lasciando campo libero agli evasori.
poi ti stupisci che i tedeschi siano furbi e noi p***a?

a parte che per ogni dove ho criticato chi pensa che i tedeschi siano un modello da imitare (a tutt'oggi le nostre emissioni per unità di pil prodotto sono inferiori del 30%): la loro è una campagna mediatica di grande successo, che ha permesso (grazie allo strapotere politico) di far pagare a tutta europa la transizione da nucleare a carbone dell'industria tedesca. sapere che è arrivata la cina a prendersi lo sviluppo dell'industria fotovoltaica rompendogli le uova nel paniere è di ben magra consolazione.

@gaetano: con il sarcasmo si farà poca strada. ti ripeto che la tua visione del 55% è eccessivamente negativa. esso ha molti più benefici di quanti siano gli svantaggi, e calcolandoli tutti si va in guadagno e non in rimessa. e quand'anche si andasse in rimessa, come dice simone, garantire le detrazioni vuol dire trasferire tassazione da chi paga le tasse a chi le evade, che è cosa buona e giusta, perché è la classe media che sta subendo l'attacco devastante della crisi.

@giò: ti racconto un episodio (che ho già raccontato altre volte, oramai invecchio). ad un convegno sui certificati bianchi mi lamentai con dario di santo della fire perché come ospedale non potevo avere i TEE sulla sostituzione dei motori (riservati all'ambito industriale). dario mi rispose: ma lei questi interventi, perché li ha fatti? perché conveniva, giusto? e allora perché mai dovremmo darle degli incentivi?
il fatto è che gli incentivi servono a rendere possibili cose che altrimenti non si farebbero. se non ci fossero le detrazioni, nessuno cambierebbe più infissi, e pochissimi farebbero coibentazioni dell'involucro: forse qualcuno continuerebbe ad agire sui generatori di calore, ma di certo cambiando solo la caldaia, e non certo installando pompe di calore o altri sistemi ad alta efficienza.
il caso di impianto cenralizzato a gasolio con distribuzione ad anello riportato da gaetano (in cui conviene intervenire anche senza incentivi), in vastissime zone del paese è più raro di un quadrifoglio in un giardino zen.

ti ribadisco che lo scopo delle detrazioni NON è quello di risparmiare energia. lo scopo è quello di garantire emersione del nero nel settore dell'edilizia, che è uno dei settori con l'evasione più penetrante. gli altri effetti sono vantaggiosi effetti collaterali. per questo dico che le detrazioni sono indipendenti dal ragionamento: non ci rimettiamo soldi (insisto: per gaetano, vedi il rapporto cresme ed altri che lo dimostrano), riequilibriamo il carico fiscale, ci opponiamo al degrado del patrimonio edilizio e se tutto va bene, facciamo pure un po' di risparmio energetico. tutti vantaggi nessuna controindicazione: togliere le detrazioni sarebbe come vietare di curare la febbre con l'aceto e la borsa dell'acqua calda: ma perché mai, se qualcuno può guarire senza prendere medicine?

tu che vuoi finanziare l'efficienza energetica, devi considerare che l'incentivo cost-effective esiste già: si chiamano titoli di efficienza energetica, e sono la cosa più efficace che lo stato abbia mai creato: hanno ottenuto risultati doppi in termini di riduzioni dei consumi di tutte le FER elettriche sommate insieme ad un costo che è 1/20.
bene, sai quanto varrebbe il TEE per la riqualificazione dell'involucro? circa 5 €/m2 di cappotto (e circa 30 €/m2 di infisso).
questo è l'incentivo "cost-effective" che lo stato potrebbe permettersi di pagare per incentivare il risparmio energetico puro: pagare un incentivo più alto è uno spreco di pubblico denaro, perché pagando queste cifre il sistema dei TEE funziona (nel mondo industriale e terziario) e garantisce risparmi giganteschi (pari circa a 15 volte quelli delle detrazioni fiscali). ti sembra che un incentivo di questa grandezza potrebbe servire a qualche cosa? è evidente che sarebbe del tutto insignificante.

perciò occorre essere realisti: l'intensità del consumo energetico nelle abitazioni non permette un approccio puramente energetico. questa è la realtà dei fatti. per poter intervenire occorre congiungere altri fattori.
l'equità fiscale è il fattore chiave che ha permesso alle detrazioni di essere un sistema di successo. il recupero del patrimonio boschivo può essere una motivazione che spinga verso un maggiore impiego di biomasse (non so se lo sia: occorre la valutazione di esperti del settore; però il dubbio me lo pongo).
giotisi ha scritto:Per essere piu' chiaro: assemblea di condominio da il mandato di redigere il progetto; il progetto viene approvato a Pescara e un istituto si propone di finanziarlo; l'intervento viene eseguito; la banca rientra in 10 anni di sconto fiscale, i condomini pagano solo gli interessi e si tengono il risparmio.
questo tipo di approccio presuppone che lo stato abbia una possibilità di investire che i cittadini invece non hanno (che cioè sia più facile per lo stato anticipare dei soldi a debito di quanto non sia facile per i cittadini).
ti garantisco che questa idea è assolutamente illusoria: lo stato con i vincoli attuali all'indebitamento non riesce nemmeno a finanziare le riqualificazioni dei propri edifici (che sarebbero certamente più vantaggiose di ogni altra forma di investimento), rimanendo preda del servizio energia (che sembra garantire risparmi, in realtà pagati tre volte il loro valore).

si suppone inoltre che lo stato disponga di progettisti capaci di valutare i progetti e l'adeguatezza delle spese, cosa che ovviamente non è, e porterà lo schema al fallimento (perché nessuno valuterà che il mio progetto che risparmia 1 e costa 1 è migliore del tuo che risparmia 1 e costa 3, o del suo che non risparmia niente ma costa comunque 1, e che i condomini approvano soltanto per ridipingere la facciata a spese dello stato).

qualsiasi meccanismo tu voglia mettere in campo, esso deve prendere il buono delle detrazioni. questo buono è:
- deve disincentivare l'eccesso di spesa (in modo da garantire che si spenda il minimo, senza bisogno di un controllo esterno che nessuno può esercitare)
- deve limitare le cifre massime applicabili, e deve essere strettamente proporzionale alle spese effettuate, per evitare di perdere il controllo come successo con il conto energia
- deve esercitare un moltiplicatore di impiego di fondi privati almeno 10x rispetto a quello che ci mette lo stato (ad esempio, un sistema potrebbe essere esattamente il contrario di quello che ipotizzi: i condomini restituiscono il mutuo con il risparmio energetico, lo stato paga soltanto l'interesse bancario): se questo non avviene il denaro pubblico è stato sprecato, perché non ha generato sufficiente investimento privato: è insomma un puro sussidio, e non uno stimolo all'investimento
- deve raccogliere motivazioni che vadano ben oltre al solo risparmio energetico, perché il risparmio energetico nel settore residenziale da solo vale ben poco (come visto sopra)

il meccanismo che proponi non rispetta alcuna di queste condizioni: ecco perché il suo esito non potrebbe che essere negativo: esso finanzierebbe a spese della collettività interventi inutilmente gonfiati, ottenendo risparmi energetici risibili, senza generare investimenti privati ma anzi sussidiando le rendite bancarie. anche se ci fossero i soldi per instaurarlo (e non ci sono, te lo garantisco), nell'istituirlo rinunceremmo a tutti i vantaggi delle detrazioni, senza avere nulla di meglio in cambio (giacchè la platea di accesso sarebbe ridotta ad 1/10, ovviamente, a parità di cifre investibili, e verrebbe comunque selezionata dalle banche con lo stesso criterio di solvibilità che è implicito nelle detrazioni).
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da r.gaetano fabio, genova »

giotisi ha scritto:No........ è la banca che mette il capitale che li riavrà dallo stato come sconto fiscale
Cavolo, capisco ancora meno: secondo te i privati pagano solo gli interessi alla banca che ci mette il gruzzolo rifacendosi sullo stato?
Ma che Paese è? Quello dei balocchi?
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da NoNickName »

Ronin ha scritto:@NNN: in germania i miliardi del conto energia sono caricati sulle famiglie al 90%, da noi sulle imprese al 75%.
Comincio a essere confuso anchio. A me risulta che le utenze domestiche che hanno un peso del 22% sui consumi nazionali di energia elettrica pagano il 20% degli oneri, tra questi gli utenti che godono della tariffa D2 consumano il 17% dell’energia e pagano il 13% degli oneri di sistema.
Le altre utenze in BT (negozi, piccole aziende) consumano il 25% dell’energia elettrica e pagano il 35% degli oneri di sistema.
Inoltre vi sono sgravi per le utenze in MT e AT.
Fonte dati: assoelettrica.
Ronin ha scritto: in germania il contribuente finanzia e sostiene le proprie imprese, cui poi chiede un comportamento adeguato in tema fiscale. in italia invece le imprese oneste vengono affossate, lasciando campo libero agli evasori.
Bah, mi sembra un discorso un po' qualunquista. Non è da te.
"Discutere con certe persone è come giocare a scacchi con un piccione. Puoi essere anche il campione del mondo ma il piccione farà cadere tutti i pezzi, cagherà sulla scacchiera e poi se ne andrà camminando impettito come se avesse vinto lui.”
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da giotisi »

no, è il paese dove lo stato paga gli incentivi affinchè la gente smetta di pagare le tasse (vedi il conto termico che ti invoglia a consumare biomassa che costa meno del gasolio perchè non paga le accise)

è il paese che ti da certificati bianchi solo se riscaldi serre-colabrodo con il film semplice, perchè se hai investito per fare telo doppio, allora non vale... risparmi già (la prossima serra, giuro che la faccio aperta.. cosi consuma di piu' e mi incentivano di piu')

è il paese che consente di detrarre il 65% della spesa per serramenti in rovere con vetracci appena passabili

è il paese che ti consente di scaricare il 50% della spesa se metti una stufa a legna di classe 3 con rendimento 70%; se sei più bravo e chiudi un camino che non hai mai utilizzato e lo sostituisci con uno chiuso (che continuerai a non utilizzare) ti da anche l'80%

è il paese che consente alle società autostradali di incassare soldi dal fotovoltaico e giustificare gli aumenti di prezzo perchè han fatto investimenti

.... devo continuare?
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da r.gaetano fabio, genova »

Ronin ha scritto: @gaetano con il sarcasmo si farà poca strada. ti ripeto che la tua visione del 55% è eccessivamente negativa. .......
Nessun sarcasmo, sarei contento di sbagliarmi.
Ma hai driblato il punto cruciale, che generava tutto il mio discorso: come pensi di risolvere i problemi di liquidità nei condomini, accentuati dalla modifica dell'art. 1135 del CC?

PS: tanto per avere un idea il mese scorso 2 assemblee su 4 hanno rinviato gli interventi lamentando spese eccessive, e potevano avere il 65%. All'ordine del giorno in entrambe c'erano azioni legali per recupero crediti, e siamo a Genova non a Lampedusa.
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da r.gaetano fabio, genova »

giotisi ha scritto:no, è il paese dove lo stato paga gli incentivi affinchè la gente smetta di pagare le tasse ...
è il paese che ti da certificati bianchi solo se riscaldi serre-colabrodo.....
è il paese che consente di detrarre il 65% della spesa per serramenti in rovere con vetracci appena passabili.....
è il paese che ti consente di scaricare il 50% della spesa se metti una stufa a legna di classe 3 con rendimento 70%, .......
è il paese che consente alle società autostradali di incassare soldi dal fotovoltaico e giustificare gli aumenti di prezzo perchè han fatto investimenti......
.... devo continuare?
Direi che basta, hai ragione questo è proprio il Bel Paese...
rgf
giotisi
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da giotisi »

x ronin (mi era sfuggito)

Se il tema non è il risparmio energetico, che stiamo a discutere?

Allora, han ragione i miei amici falegnami: gli incentivi dovrebbero andare solo a serramenti prodotti in italia :)
No, Paolo, il residenziale rappresenta una voce forte nel bilancio energetico: una voce sulla quale non si è mai investito, nell'epoca del light crude e che quindi è il settore dove piu' facilmente si possono raggiungere risultati importanti con investimenti ragionevoli.

Cmq, grazie a tutti per l'interessante discussione.
Andrea70
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da Andrea70 »

Roberto è sempre una fucina di idee e stimola discussioni interessanti e a livello altissimo. Per me è un monumento e un'istituzione!
Però devo ammettere che mi ritrovo quasi al 100% nel primo, bellissimo, intervento di giotisi.

Roberto io credo moltissimo nelle agevolazioni fiscali. Tempo fa avevo dedicato del tempo a fare 2 conti e , supponendo anche una % abbastanza ridotta di evasione fiscale (in assenza di incentivi di detrazione il nero ovviamente imperversa), il risultato che avevo ottenuto era che in pratica per lo stato il costo dell'operazione era nullo.

Concordo in pieno sulla maggiore efficacia di ridurre prima i consumi anche se i tempi di rientro a causa degli alti consti delle isolazioni a cappotto a volte sono un freno. Per questo motivo vedrei proprio in questo ambito il massimo sforzo da fare in termini di erogazione di incentivi.
Bizzarra la tesi che se isolo l'impianto rende male e si consuma di più. Se ho 100 di consumo e rendimento 0.8, spendo più o meno isolando arrivando a un consumo di 50 anche con un eventuale peggioramento a 0.7 del rendimento? Ovviamente ridurre i consumi è sempre la via maestra.

Comunque la discussione è interessantissima. To be continued.
SimoneBaldini
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da SimoneBaldini »

Intendiamoci sono d'accordo, finchè dura la cuccagna è da prendere a mani basse.
Ma non risolve i problemi di liquidità delle famiglie a basso reddito, reso ancora più pesante con l'art. 1135 del CC.
Inoltre accentua le difficoltà economiche dello Stato.
Non si tratta di cuccagna, anche altri benefici erano appetibili ma non venivano sfruttati causa la burocrazia che ci stava dietro. Questo della detrazione è un fai da te, e funziona, il rischio è che molti se ne aprofittano, ma dovrebbe essere lo stato a controllare e non il cittadino a dimostrare ancor prima di fare i lavori.
Il discorso di famiglie a basso reddito per me relativo. Settimana scorsa ho dovuto litigare con un privato per fargli capire che il lavoro che aveva fatto "caldaia a condensazione" doveva farlo fatturare all'idraulico in modo da recuperarle il 65%, lui preferiva risparmiare l'IVA subito (10%) che pagarle per intero la fattura e detrarre il 65% in 10 anni! Ed è un pensionato con basso reddito. Gli ho fatto capire che già l'anno prossimo recupera subito il 6,5% quasi tutta l'IVA.
si, tutto giusto, simone, concordo con quello che dici.
Pero', QUESTI incentivi stanno andando nella direzione sbagliata (a mio avviso, ovviamente), quindi concordo con gaetano che vanno cambiati.
Va cambiata l'audience (perchè chi i soldi ce li aveva, in 10 anni, ha fatto), e va cambiata la 'ratio', incentivando solo quello che conviene incentivare, quello che va allo scopo.
La direzione la danno sempre le lobby, sono daccordo anchio che si dovrebbe commisurare l'incentivo al risparmio. L'attuale sistema potrebbe già essere automatico, per le finestre è già automatico il risparmio ottenuto, per le caldaie c'è sempre qualcuno che lo calcola come per gli altri interventi. Ma come detto si tornerebbe all'incertezza per l'utente di quandi euro detrarre per un dato intervento.
L'audience cambia di anno in anno, gli impianti invecchiano come le strutture, la gente muore e in 10 anni è cambiato il mondo. Ho impianti fatti 10 anni fa', non dico che sono pronti per essere rifatti, ma diciamo che le caldaie attuali quando arrivano a 15 anni è già tanto.
mat
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da mat »

SimoneBaldini ha scritto:Settimana scorsa ho dovuto litigare con un privato per fargli capire che il lavoro che aveva fatto "caldaia a condensazione" doveva farlo fatturare all'idraulico in modo da recuperarle il 65%, lui preferiva risparmiare l'IVA subito (10%) che pagarle per intero la fattura e detrarre il 65% in 10 anni! Ed è un pensionato con basso reddito. Gli ho fatto capire che già l'anno prossimo recupera subito il 6,5% quasi tutta l'IVA.
Situazione simile un mese fa: non ho dovuto litigare, ma a far capire che conveniva installare tre termostatiche oltre alla caldaia e detrarre piuttosto che no, ci ho messo non poco... Ma era un'anziana signora e ci sta, oltretutto non considerava neanche di pagare in nero. Invece conosco gente, laureata e (teoricamente) acculturata, che ha preferito farsi scalare il 10% (senza neanche pensare che con quello che risparmia di tasse l'idraulico ci stava pure lo sconto); evidentemente alla semplice operazione della "per" e della "diviso" tanta gente non ci arriva...
Ho impianti fatti 10 anni fa', non dico che sono pronti per essere rifatti, ma diciamo che le caldaie attuali quando arrivano a 15 anni è già tanto
Eh là... ti avevano tirato per la giacca sui materiali dai; una buona caldaia murale se manutenuta 15 anni te li fa tutti, una grossa basamento dovrebbe farne molti di più. Ma ci sta anche che la vita utile si riduca con l'avanzare del progresso, perlomeno non ci si tiene in esercizio dei vecchiumi fino alla morte.
Ronin
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da Ronin »

@NNN: i dati assoelettrica sono corretti. come vedi, il 20% degli ODS è pagato dalle utenze residenziali; il 35% è pagato dalle imprese in bT, l'altro 45% secondo te da chi è pagato? te lo dico io: per il 5% dalle imprese connesse in AT/AAT e per il restante 40% dalle imprese connesse in MT.
quindi le (piccole e medie) imprese connesse in bT e MT pagano il 75% degli OdS.

in germania gli usi elettrici delle famiglie sono molto maggiori che da noi (quasi doppi), quindi caricarci sopra una % maggiore di ODS si fa sentire meno. ma per i tedeschi, che hanno enormi giacimenti di carbone ma niente gas, questa politica corrisponde a utilizzare i propri punti di forza, per noi imitarli invece esaltare le nostre debolezze: ecco perchè è stato ed è suicida seguirli sulla stessa strada.

@giotisi e gaetano: come vedete mi barcameno tra uno di voi che pensa che il 55% sia troppo e l'altro che pensa che sia troppo poco.
ora provo a spiegarvi come secondo me stanno le cose (e vi ringrazio, perchè discutendo con voi me le sono chiarite anch'io): per come la vedo io avete entrambi le vostre ragioni, ma il quadro è più ampio di dove voi guardate.

tu giotisi pensi che l'obiettivo sia il risparmio energetico: non lo è, o almeno non a prescindere dal resto.
devi considerare che le politiche di efficienza sono per loro natura recessive: esse risultano ovviamente nella compressione dei consumi, e quindi del PIL. per questo motivo esse devono venire maneggiate con cautela, perchè il rischio è quello di andare verso un'economia di sussistenza (è brutto dirlo? io lo dico lo stesso: i combustibili fossili hanno reso possibile a miliardi di persone un tenore di vita che 100 anni fa potevano permettersi forse re e imperatori solamente; non dobbiamo dimenticarcene).
inoltre bisogna considerare anche l'efficienza dell'impiego di pubblico denaro: lo stato deve cercare di mobilitare investimenti privati, di modo che 1 euro di pubblico denaro generi più euro investiti nell'economia: se 1 genera 1 è un sussidio.

ora tu pensi che il risparmio energetico sia una cosa che vale la pena sussidiare, ma non è così: nei prossimi 10 anni dobbiamo investire 25 miliardi in acquedotti, 30 miliardi in prevenzione del dissesto idrogeologico, almeno il doppio in bonifiche di siti contaminati. il 15% dei nostri concittadini non ha le fognature, il 20% ha l'acqua potabile per meno di 20 ore alla settimana, il 35% non ha depuratori (e quelli che ci sono hanno in media 20 anni di vita), in più della metà del territorio nazionale mancano le infrastrutture essenziali per la raccolta differenziata dei rifiuti. ho fatto solo alcuni esempi di cose che sono *enormemente* più urgenti e prioritarie del risparmio energetico nel residenziale: tutte queste cose (e anche molte altre) lo stato le dovrà sussidiare (=finanziare al 100%) perchè esse non generano redditività per chi le realizza. è del tutto evidente che già trovare i fondi per tutte sia del tutto improbabile.
perciò le risorse per il risparmio energetico non ci sono: non ci sono neanche per molte cose molto più urgenti, che servono per far uscire dal medioevo percentuali significative dei nostri concittadini.

ora esaminiamo le forme di incentivazione destinate all'energia: incentivi FER elettriche, conto energia termico, certificati bianchi, CIP6, certificati verdi, SSP, RID: da cosa sono accomunate queste forme? tutte quante hanno un unico punto in comune: sono caricate sulle bollette e non sulla fiscalità. questo ti dà la misura di quanto scarse siano le risorse di cui disponiamo come bilancio pubblico. il pubblico non può fare debito più di quanto già non ne faccia: per incentivare la competitività delle imprese e cercare di raggiungere gli obiettivi europei, preleva i soldi direttamente dalle bollette, perchè soldi da investire non ce ne ha.

e ora esaminiamo le detrazioni: come dice giustamente gaetano, le detrazioni in termini nominali sono in perdita, lo stato per ogni 100 € realizzati ne incassa circa 51-58 a seconda dell'aliquota iva, poi però per i 10 anni successivi te ne restituisce 5,5 e rinuncia a circa 2,5 di accise e iva (in totale incassa 55 e ci rimette 80 suppergiù).
la sequenza (1 anno introiti, 10 anni perdite) però è fondamentale: ecco perchè non possiamo rinunciare alle detrazioni: solo se le manteniamo l'anno prossimo ci saranno altri 100 € investiti, che genereranno altri 51 € di introiti che ci consentiranno di "coprire" gli 8 di perdite.
se noi interrompessimo le detrazioni fiscali, ci rimarrebbero soltanto le perdite sul bilancio dello stato, e dovremmo aumentare le tasse per coprirle.


invece lasciando le detrazioni, ogni anno convinciamo i nostri concittadini coi soldi che è meglio investire nella riqualificazione: ciò fa sì che si generi un fatturato che è circa 10x rispetto a quello che lo stato ci mette dentro (in termini nominali: con il valore reale si andrebbe suppergiù in pari ma lo stato ovviamente deve considerare il valore nominale).
perciò lo stato usa le detrazioni come leva per far investire i cittadini "ricchi", e creare lavoro per tutti: lavoro che altrimenti non ci sarebbe, e deprimerebbe il pil, oppure andrebbe sussidiato al 100% (con soldi che non abbiamo): invece con le detrazioni, che hanno moltiplicatore 10x, basta sussidiarlo al 10% per mantenere il meccanismo.
ed ecco perchè, gaetano, non ha importanza se ci sono dei cittadini che non possono accedere al meccanismo perchè in ristrettezze: il meccanismo ha lo scopo di convincere i cittadini che hanno i soldi ad immetterli nell'edilizia: è uno scardinatore di casssaforti, non una cornucopia di regali.

naturalmente andrà gestito: negli anni le detrazioni dovranno diminuire come cifra, in parallelo all'aumento dei costi dei combustibili, in modo da arrivare alla fine a creare un guadagno per lo stato anche in termini nominali (il vecchio 36% aveva questa caratteristica: lì lo stato ci guadagna sul serio).
tutto lascia pensare (fino ad oggi si è riqualificato circa il 5% del patrimonio residenziale, si può aggredire almeno il 20%) che si siano almeno altri 5-15 anni in cui il 55% può funzionare così com'è (chiaramente tornando a 50%-36% dal 65%-50% attuale): poi dovrà gradatamente scemare e sparire.

notate che la detrazione genera ben poco risparmio energetico rispetto ai TEE: la media degli interventi si ripaga in 7-8 anni (con la detrazione), quindi la detrazione vale circa il 70-80% del risparmio energetico (in termini economici). il TEE al per esempio vale dal 15% al 40%, meno della metà, nonostante i costi dell'energia siano dimezzati rispetto al residenziale.


ma il 55% è un meccanismo fiscale: quanto risparmio energetico generano gli interventi ci interessa fino ad un certo punto (ecco perchè gli infissi non sono stati espulsi, bensì hanno beneficiato della maggiore quota), perchè l'obiettivo non è ridurre i consumi, bensì sostenere il mercato dell'edilizia, il lavoro e l'emersione del nero.
per questo motivo il meccanismo *deve* essere volontario: tu cittadino volontariamente tiri fuori dei soldi che altrimenti terresti in tasca; in questo modo tu cittadino ricco reinvesti nell'economia una quota della tua ricchezza, senza costi per lo stato (o con costi risibili rispetto all'opzione di finanziare gli interventi con soldi pubblici veri).
naturalmente sarebbe meglio erogare gli incentivi a sole forniture italiane: peccato che stiamo in europa, e che la forza dell'euro ci faccia risparmiare alcune decine di miliardi di euro solo di forniture energetiche (che si pagano in dollari): a qualcosa in cambio bisognerà pur rinunciare.

perciò il motivo per cui le detrazioni vanno mantenute è proprio perchè sono in perdita e poco efficaci dal punto di vista energetico: paradossale? nient'affatto, una volta preso atto che:
1) le emissioni si possono ugualmente (e molto di più) ridurre incidendo sul settore terziario e industriale, dove una riduzione dei consumi energetici si riflette in una crescita del pil, perchè le imprese producono di più essendo più competitive, e non provoca perdita di gettito fiscale perchè le accise sono già quasi nulle
2) c'è una lista di cose da sussidiare (=finanziare al 100%) lunga così, tutte molto più urgenti per il benessere e il progresso dei cittadini

leggo spesso molti commenti che si lamentano degli sprechi dello stato: bene, rendiamoci conto che questo approccio, per cinico che sia, è quello più efficiente.
agendo in questo modo (soldi veri alle imprese, detrazioni ai cittadini, ma sempre comunque in quota parte) il denaro pubblico non viene sprecato (perchè si finanzia sempre una quota dell'investimento, per cui tutti stanno attenti a non spendere più del necessario), si preserva il gettito fiscale (riducendo i consumi maggiormente dove minori sono le accise), si fa crescere il PIL invece z e ne€di deprimerlo (grazie alla mobilitazione degli investimenti privati), si fa crescere il fatturato delle imprese (sia quelle che lavorano con le detrazioni, sia quelle che consumano energia, che invece hanno accesso ai soldi veri), si preserva il bilancio dello stato per fare anche molte altre cose più urgenti, e alla fine si ottengono anche maggiori riduzioni delle emissioni.

in che modo? per due motivi: primo perchè si aggrega allo sforzo dello stato anche quello dei cittadini "ricchi" (che moltiplicano 10x le cifre che lo stato mette nel meccanismo delle detrazioni), secondo perchè gli incentivi alle imprese per l'efficienza energetica (i TEE) sono sì soldi, ma erogati in proporzioni molto inferiori rispetto ai risparmi energetici generati.
non ci credete? i TEE che verrebbero erogati per una riqualificazione che portasse un edificio da 250 kWh/m2 classe G a consumo zero (non passivhaus, non NZEB, proprio ZERO) avrebbero un valore di 10 €/m2 di superficie utile, anche con il coefficiente moltiplicativo più alto: chi mai avrebbe interesse nel residenziale per un incentivo del genere? eppure nel settore industriale e terziario ne vengono erogati per centinaia di milioni all'anno.

insomma il 55% è un esempio brillantemente riuscito di quello che il conto energia fotovoltaico è stato invece un esempio disastrosamente fallito: se volete migliorare la situazione attuale con nuove proposte di schemi incentivanti, dovete rispettare i vincoli che ne hanno decretato il successo, e cioè quelli che ho indicato sopra:
- finanziare solo una quota e non tutto, per garantire l'efficienza ed evitare troppa burocrazia di controllo che scoraggia l'accesso;
- erogare i soldi veri solo alle imprese (non alle banche e non ai cittadini, che li mettono entrambi in cassaforte) in modo da far girare l'economia e generare pil con un effetto moltiplicatore di quanto speso
- proteggere il gettito fiscale (rimandando in là negli anni l'esborso dello stato)
- ottenere ampi e anzi preminenti vantaggi in settori diversi da quello energetico (perchè un incentivo commisurato al risparmio energetico, nel settore residenziale, è semplicemente un incentivo troppo basso)

ne sarete capaci? vi faccio i miei in bocca al lupo. mentre ci pensate, se volete vi spiego perché è sbagliato pensare che lo stato possa riqualificare in profondità i propri edifici :wink:
Ultima modifica di Ronin il ven gen 03, 2014 18:46, modificato 1 volta in totale.
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da NoNickName »

Ronin ha scritto:@NNN: i dati assoelettrica sono corretti. come vedi, il 20% degli ODS è pagato dalle utenze residenziali; il 35% è pagato dalle imprese in bT, l'altro 45% secondo te da chi è pagato? te lo dico io: per il 5% dalle imprese connesse in AT/AAT e per il restante 40% dalle imprese connesse in MT.
quindi le (piccole e medie) imprese connesse in bT e MT pagano il 75% degli OdS.
Pagano in maniera proporzionale al loro consumo, il che mi sembra del tutto corretto. Se la Germania come dici fa il contrario, peggio per loro. Non mi sembra un esempio da seguire.
Ronin ha scritto:in germania gli usi elettrici delle famiglie sono molto maggiori che da noi (quasi doppi), quindi caricarci sopra una % maggiore di ODS si fa sentire meno.
Boh, sono scelte. Non capisco quale sia la tesi sottostante. E poi il carbone ce l'abbiamo anche noi. Tuttavia non mi sembra che una riedizione del boom industriale 800esco sia la soluzione dei mali, visto che tu stesso ti sei preoccupato di evidenziare i costi sociali dell'inquinamento...
"Discutere con certe persone è come giocare a scacchi con un piccione. Puoi essere anche il campione del mondo ma il piccione farà cadere tutti i pezzi, cagherà sulla scacchiera e poi se ne andrà camminando impettito come se avesse vinto lui.”
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da Ronin »

metti a dura prova la mia pazienza, NNN :mrgreen:
la germania come noi ha finanziato le fonti rinnovabili (e il FV in particolare) non tramite fondi presi dal bilancio dello stato, ma tramite prelievi parafiscali sulle bollette elettriche. ma in germania le bollette elettriche delle famiglie occupano una proporzione molto maggiore che da noi (perché sono più diffusi gli usi elettrici, e meno l'uso del metano). quindi in pratica la germania ha prelevato principalmente dalle famiglie una tassa che ha usato per finanziare le rinnovabili e creare l'industria del fotovoltaico.

noi abbiamo provato a replicare il meccanismo, ma da noi le famiglie consumano in proporzione molta meno elettricità: il risultato è stato che per evitare di schiacciare le famiglie sotto costi elettrici troppo elevati abbiamo caricato le imprese con un costo dell'elettricità che le ha rese meno competitive (aggravando la già grave crisi che attraversavano).
così per i tedeschi il conto energia è stato ed è un meccanismo in cui si preleva ricchezza dalle famiglie per proteggere le imprese e creare nuove industrie, mentre per noi è stato solo un modo di affossare le nostre, per di più portando a casa loro i soldi dei pannelli FV.
poiché il peso stava diventando insostenibile, abbiamo dovuto cancellare il conto energia, e adesso stiamo mettendo pezze ovunque, rimodulando gli oneri per gli energivori, cancellando i prezzi minimi garantiti per il rid, dimezzando lo SSP per gli impianti sopra i 20 kWp, e via così, nel tentativo di ridurre un po' questi oneri di sistema.
ma gli effetti negativi li vivremo ancora a lungo: la penalizzazione dei dispositivi efficienti come le pompe di calore è uno di questi, perché senza gli ods caricati dalle FER elettriche sulle bollette, l'elettricità costerebbe il 30% in meno (e le pdc si venderebbero come il pane).

sapere che poi sono arrivati i cinesi, e hanno scombinato i piani di sviluppo industriale dei tedeschi (prendendosi loro i soldi dei pannelli e facendo fallire un po' tutti in europa) non ci ha comunque insegnato niente, avendo continuato a inseguire una politica europea che di verde ha soltanto il nome (perché le emissioni in europa stanno crescendo invece di calare, visto che i tedeschi hanno usato il boom delle esportazioni e i relativi introiti fiscali per passare da nucleare a carbone in modo massiccio).

il nostro carbone ovviamente è inutilizzabile, giacchè è il più pestifero del mondo (pieno di zolfo): ma anche da noi l'uso del carbone è cresciuto, vanificando in buona parte gli effetti positivi delle rinnovabili (che hanno eliminato soprattutto gas).
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da NoNickName »

Sono statistiche che lasciano il tempo che trovano. Il consumo elettrico annuo procapite tedesco è di circa 6500kWh, quello italiano 5000kWh, quindi non c'è questa grandissima differenza, se lo paragoniamo a quello finlandese che è di 15000kWh (dati ISTAT 2010 liberamente scaricabili http://noi-italia.istat.it ).
Se mettiamo invece le macroregioni più industrializzate, e cioè le uniche che possono a pieno titolo confrontarsi in un contesto europeo, nordest = 6400kWh, nordovest = 6200kWh, quindi del tutto analoghe al consumo elettrico tedesco con addirittura il FVG a oltre 8000kWh.
Se però mettiamo dentro la Calafrica e il resto del mezzogiorno (3900kWh) è chiaro che la statistica è falsata.

Per quanto riguarda i consumi coperti da FV, l'Italia è al 22%, mentre la Germania al 16%. Addirittura la Romania al 34%. Sempre dati 2010, e che probabilmente ora sono addirittura migliorati.

Quindi secondo me la tua analisi è del tutto personale e la rispetto, ma la respingo.

Mi permetto di aggiungere solo che l'unico modo per far vendere le pdc non è quello di abbassare il costo del kWh elettrico, ma di alzare quello del gas metano.
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da Ronin »

mi dispiace, ma hai equivocato il significato dei dati istat.
secondo le statistiche dell'autorità per l'energia, il consumo medio di una famiglia italiana di 3 persone è pari a 2700 kWh/anno, mentre quello di una famiglia tedesca (composta mediamente da solo 2,5 persone) è pari a 3500 kWh/anno (fonte: Verbraucherzentrale-Bundesverband che è una specie di federazione delle associazioni dei consumatori ).
poi però in italia siamo 61 milioni, in germania 82. non è difficile calcolare il rapporto.

certo se tu prendi l'insieme dei kWh consumati da una nazione (comprese le industrie) e fai la divisione per la popolazione, ti viene che sia l'italia che la germania sono paesi industrializzati, ad un livello di industrializzazione similare : 300 TWh/61 milioni = 5000 kWh a testa (cui si riferiscono i dati istat), ma dentro c'è tutto, anche gli usi industriali.
poi però bisogna vedere quei kWh come sono consumati (ripartiti in quali settori: domestico, industriale, terziario): il mercato elettrico domestico tedesco è grande il doppio, gli OdS vengono spalmati di conseguenza.

anche le percentuali fotovoltaiche che riporti sono prive di senso, una volta preso atto che i consumi in italia sono 300 TWh (fonte: terna consuntivo finale 2012) e la potenza FV attuale installata è pari a 17,6 GWp (fonte: GSE, aggiornato il 30 dicembre 2013). se davvero il FV coprisse il 22%, la resa di 1 kWp di FV sarebbe pari a 300.000/17,6*0,22=3.750 kWh/kWp anno quando in realtà è circa 1/3 di quel valore.
hai confuso con la percentuale complessiva di fonti rinnovabili (che nel 2012 è stata superiore al 25%, il dato dovrebbe tornare): ma nel 2001, quando i consumi erano 300 TWh come oggi (dato che da solo certifica l'immensità della crisi...) e di FV non c'era neanche un pannello, la medesima percentuale era 18%: l'idroelettrico da solo vale più di tutti gli altri messi insieme, tanto che le fluttuazioni naturali che ha questa fonte da un anno all'altro sono capaci di "mangiarsi" la crescita di tutte le altre fonti rinnovabili sommate insieme (e l'idroelettrico di oneri di sistema non ne ha creato 1 euro: ne avevamo già quasi la stessa potenza negli anni '60).

una volta interpretati correttamente, quindi, anche i dati istat certificano che ci siamo svenati per risultati tra scarsi trascurabili (scarsi soprattutto dal punto di vista ambientale, che avrebbe dovuto essere il primo obiettivo).
ma quello che è peggio non è il passato (inutile recriminare), è il futuro: ci aspettano quasi 15 anni in cui gli OdS rimarranno circa costanti (sempre che la crisi economica non peggiori) e impediranno qualsiasi sviluppo delle tecnologie elettriche efficienti.

per la cronaca, il PAN 2011 (redatto ovviamente prima del disastro) prevede di ottenere uno sviluppo delle pompe di calore elettriche pari a 850 kTEP (di consumo elettrico in ingresso) per il settore residenziale e 2000 kTEP per i settori terziario e TLR (vedete come il 70% degli obiettivi sia NON residenziale): numeri che corrispondono ad almeno 7 miliardi di Sm3 di consumo di metano da tagliare, e che rimarranno probabilmente lettera morta, sottraendo al paese un'importante occasione di sviluppo.
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da SuperP »

Ronin ha scritto:: il risultato è stato che per evitare di schiacciare le famiglie sotto costi elettrici troppo elevati abbiamo caricato le imprese con un costo dell'elettricità che le ha rese meno competitive (aggravando la già grave crisi che attraversavano).
Mah, qualche dubbio ce l'ho. Numeri alla mano li hai? Leggendo di qua e di là non mi sembra che gli incentivi del FV siano stati la goccia che ha fatto traboccare il vaso, anzi. Molte imprese ne hanno beneficiano a mani piene
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da r.gaetano fabio, genova »

SuperP ha scritto:Mah, qualche dubbio ce l'ho. Numeri alla mano li hai? Leggendo di qua e di là non mi sembra che gli incentivi del FV siano stati la goccia che ha fatto traboccare il vaso, anzi. Molte imprese ne hanno beneficiano a mani piene
Ad essere pignoli bisognerebbe distinguere anche chi sono realmente i beneficiari, giusto per non fare la statistica del pollo di Trilussa. Non tutti hanno la fortuna di mangiarlo, molti pagano solo il conto.
E per bisognerebbe anche avere la lungimiranza di capire se certe scelte porteranno realmente ad miglior benessere distribuito.
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da NoNickName »

Io non ho equivocato niente. Il consumo per famiglia non significa niente.
"Discutere con certe persone è come giocare a scacchi con un piccione. Puoi essere anche il campione del mondo ma il piccione farà cadere tutti i pezzi, cagherà sulla scacchiera e poi se ne andrà camminando impettito come se avesse vinto lui.”
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da mat »

Ronin ha scritto: quando i consumi erano 300 TWh come oggi (dato che da solo certifica l'immensità della crisi...)
Da solo no: di per sé potrebbe anche essere che le industrie hanno aumentato la propria efficienza, mantenendo i consumi inalterati pur aumentando la propria produzione (in realtà sappiamo con buona certezza che non è così, ma a fronte di ulteriori dati).
A margine, una riflessione: quanto ancora pensiamo si possa aumentare la produzione industriale nel mondo? Le riserve non sono infinite, la superficie terrestre nemmeno; sarebbe ora di pensare che l'economia non può continuare a fondarsi sulla moltiplicazione degli esseri umani e sul crescente accesso ai prodotti di consumo.
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da giotisi »

@mat: proprio questa è la considerazione di fondo che ci DEVE spingere al risparmio; che non vorremmo, che non sarà 'felice', che, come dice Ronin ha mille controindicazioni, ma che è ineluttabile. A partire dalla casa, dove non è mai stato fatto seriamente, per proseguire in altri settori; un'altra Terra non l'abbiamo.
mat
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da mat »

Certo gio. Aggiungo però che il risparmio è cosa buona se significa che riduco gli sprechi mantenendo la medesima qualità della vita (per esempio aumentando l'efficienza): se significa che devo rinunciare a qualcosa di importante o perlomeno utile, per esempio devo razionare l'acqua perché non ce n'è abbastanza per tutti, oppure sono obbligato a girare con l'auto a giorni alterni perchè ce ne sono troppe in circolazione, oppure manca il carburante, allora mi domando dove andremo a finire di questo passo.
Diminuire il consumo pro capite, o perlomeno evitare che aumenti inutilmente (come vorrebbero economisti e industriali) è corretto, ma occorre anche evitare che i "capita" che calcano questo mondo continuino ad aumentare.
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da Ronin »

@SuperP: quali sono i dati che vorresti? te ne do qualcheduno sparso.
dal 2009 al 2013 le componenti degli oneri di sistema (per la bT) sono passate da 18 €/MWh (iva esclusa) a 65 €/MWh (fonte: elaborazioni sui dati aeeg di polo tecnologico per l'energia, spinoff del politecnico di trento che è nostro consulente); per la MT, siamo passati da 15 a 54: queste componenti pesano per oltre il 35% della bolletta di un cliente medio non residenziale (nel residenziale pesano invece intorno al 18-25% a seconda del contratto).
ciò a fronte della contrazione dei consumi (che significa che oneri di sistema crescenti vengono suddivisi su un monte di kWh decrescente) ha causato una crescita delle bollette non residenziali dal 2009 al 2013 tra il 20% e il 40% a seconda della taglia e della tipologia di connessione (fonte: indagine cna).

su 12,5 miliardi di euro di componenti complessive (fonte: Aeeg), la A3 cioè la quota che finanzia le rinnovabili vale 11,2 miliardi (dato proiezione 2013, aggiornato quotidianamente sul sito http://www.gse.it basta fare la somma dei vari contatori).
non è tutta responsabilità del FV ovviamente: esso riceve 6,7 degli 11,2 miliardi, quindi è responsabile di meno dei due terzi (è comunque la quota maggioritaria, ed è quella che è cresciuta di più e più in fretta); per confronto, la somma dei costi a carico di elettricità e gas che vanno in incentivi all'efficienza energetica è meno di 600 milioni, quello delle detrazioni citato da gaetano 350 milioni.

ad aumentare la rabbia c'è che nonostante siano stati realizzati circa 350.000 impianti FV (fonte: GSE), il 70% circa degli introiti del conto energia va a meno di 4.000 soggetti (fonte: polimi) realizzatori degli impianti di potenza > 1 MWp, tra cui ci sono un elevato numero di fondi di investimento esteri: 4.000 soggetti schiacciano una nazione da 60 milioni di persone.
complessivamente poiché questi oneri andranno pagati per 20 anni, si tratta di un esborso di circa 240 miliardi in venticinque anni (dal 2010 al 2035), una cifra gigantesca pari al 12% del debito pubblico, caricata sulle bollette delle imprese al 75%, come visto. una cifra che se caricata nel bilancio statale ci avrebbe già colati a picco nella tempesta del 2011.

ciò fa sì che in italia il costo medio per una famiglia di 3 persone della bolletta elettrica sia leggermente inferiore alla media europea (fonte: AEEG su dati eurostat), mentre quello per un cliente mercato libero in MT (cioè la tipica PMI italiana) con consumi tra 2 e 10 GWh (fonte: indagine assoelettrica 2012) sia il più alto in europa dopo cipro e malta (non vi sfuggirà il fatto che si tratti di 2 isole non connesse al continente...).
subito dopo di noi viene la germania, ovviamente, peccato che in germania le imprese certificate iso 50.001 siano esentate dagli oneri di sistema (il che fa sì che in germania ci siano più imprese certificate che in tutto il resto del mondo messo insieme, c'è già un'indagine per aiuto di stato aperta in sede europea: ancora una volta i tedeschi sono più svegli).

la drammaticità della situazione è stata più volte denunciata nelle audizioni al parlamento di numerosissime associazioni industriali: tra le altre assoelettrica, federchimica, cgia, assocarta, cna, federacciai, assogastecnici e altre che in questo momento non mi sovvengono.
tale è il peso esorbitante di questi oneri, che oramai perfino nel fronte ambientalista si levano voci che chiedono un cambio di rotta: il coordinamento FREE (unione di decine di associazioni pro-rinnovabili) ha chiesto la cancellazione degli incentivi a eolico e idroelettrico, l'associazione amici della terra (molto attiva sul fronte dell'efficienza: consiglio caldamente di leggere gli atti dei loro convegni annuali, disponibili gratuitamente) ha chiesto la moratoria di ulteriori incentivi e il taglio retroattivo di quelli fotovoltaici.

e per fortuna che il governo si è mosso, rimuovendo nell'ultimo anno 500 milioni di componente A2 (ex oneri nucleari), 150 milioni di scambio sul posto, 250 di ritiro dedicato e spostando 600 milioni dalle imprese manifatturiere a tutti gli altri consumatori: altrimenti i danni al sistema industriale sarebbero stati ancora peggiori.
la colpa di tutto questo non è "delle rinnovabili" ovviamente, ma delle dissennate politiche applicate al loro sviluppo.

oggi per fortuna ad esempio i modi per utilizzare il FV e altre rinnovabili in modo sostenibile anche economicamente (ancorché non incentivato) esistono (tramite l'autoconsumo in siti ad elevata richiesta di energia), ma molte storture continuano imperterrite (sapevate che un impianto che brucia rifiuti tal quali ancora oggi riceve fino a 257 €/MWh per la quota di energia elettrica prodotta dalla frazione umida? ecco un esempio che grida vendetta dello stesso approccio dissennato).
se non ti ho ancora convinto, dimmi che dati vorresti e vedrò se li possiedo...
giotisi ha scritto: un'altra Terra non l'abbiamo.
proprio perché non ci sono medaglie d'argento per chi arriva secondo, io credo che per prima cosa noi dobbiamo essere realisti e non perderci dietro a idee puramente velleitarie.
le emissioni di CO2 dell'intera europa (fonte: iea Outlook 2013) sono circa il 5% delle emissioni di CO2 di tutto il pianeta; poiché i consumi residenziali sono in media il 20%, portare a consumo zero tutte (TUTTE) le abitazioni dell'intera europa porterà le emissioni mondiali a ridursi dell'1% (crescono del 4% annuo, mediamente, negli ultimi 10 anni).

se mai giungerà una qualsiasi forma di salvezza per l'ambiente e il pianeta terra, dunque, essa giungerà solamente dal trasferimento di ricchezza che sapremo togliere a noi stessi, per trasferirla ad altri popoli permettendo loro di ripercorrere gli stessi sentieri che abbiamo percorso negli ultimi decenni (secoli?), e non certo da operazioni che potremo fare in casa nostra.

perciò è meglio abbandonare gli alibi morali semplicistici: chi investe nella riqualificazione di casa propria lo fa per il bene del proprio portafoglio, per il proprio benessere, per la salute sua e dei suoi figli se vogliamo, ma dal punto di vista ambientale il risultato è nullo (meno che trascurabile).

qui nasce la prima grande domanda: in un mondo dove il 95% (spinto dai bisogni materiali primari) va verso una crescita furibonda dell'impatto ambientale, come farà il 5% (noi) ad opporsi a questa deriva e andare in senso opposto senza essere travolto? la mia risposta è che c'è una sola maniera: bisogna guadagnarci una montagna di soldi nel farlo. solo così potremo risalire la corrente, quanto mai impetuosa.

ecco perché il problema energetico è un problema di efficienza e non di risparmio, e quindi di politica industriale (nel senso allargato di attività economica): l'energia viene usata per fare qualcosa che vale da 5 (nelle industrie) a 100 volte (negli edifici): senza tenere in conto questo qualcosa le politiche energetiche hanno quindi un effetto 20 volte inferiore (o richiedono investimenti 20 volte maggiori per gli stessi risultati).
a parità di effetto ambientale, aumentando l'efficienza della produzione di beni e servizi, 1 € ben investito ne genera quindi almeno 5 (che possiamo reinvestire in qualcosa d'altro); finanziando la riduzione dei consumi residenziali 1 genera -1; sussidiando la produzione di energia a prescindere, 4 generano 1 (e quindi si spreca 3, che poi qualcuno deve pagare). non si può non tener conto di questi parametri quando si scrivono le politiche energetiche. gli effetti di questo errore, commesso ripetutamente in passato, si vedono ad occhio nudo.
mat ha scritto:A margine, una riflessione: quanto ancora pensiamo si possa aumentare la produzione industriale nel mondo?
questo approccio nasconde un pericolo grande almeno quanto la fiducia nella crescita illimitata. è evidente che deve esistere un limite alle possibilità di sviluppo, perché il pianeta è un luogo fisico delimitato. ma attenzione: chi di noi ha le capacità e le informazioni necessarie per stabilire quanto siamo vicini o lontani rispetto a questo limite? la mia risposta è: nessuno; quindi occorre essere equidistanti sia dalle cicale ingenuamente fiduciose sia dalle cornacchie catastrofiste.
negli anni '70 si preconizzava del famoso picco di petrolio intorno all'anno 2000: quindici anni dopo le previsioni attuali ci dicono che il picco è di là da venire per 50 anni almeno, che ci sono riserve di gas per 150 anni dell'intero fabbisogno mondiale, e di carbone per quasi 500 anni (eh, lo so, non dovete dirmelo, il carbone è l'orrore degli orrori: hai visto mai che in 150 anni di consumi di gas, la ricerca ci porti a trovare tecnologie accettabili di reforming catalitico e CCS?).

inoltre per quanto fisicamente limitato, il pianeta non è un sistema chiuso: riceve ogni giorno dalla sua stella circa 100 volte l'energia che noi umani consumiamo in un anno.
questo mi fa dire che non sarà certo per scarsità di energia, che lo sviluppo avrà fine: lo avrà casomai per scarsità di materia; ecco perché la sfida è rendere sempre più immateriale l'economia, in modo da limitare il consumo di materie prime: questo richiede e richiederà quantità di energia crescenti (a parità di materia utilizzata), che dobbiamo recuperare dagli attuali usi sconsiderati dell'energia stessa.
lo sviluppo potrà avere ulteriori enormi spazi, se sapremo recuperare energie di scarto (es. calore di risulta) da utilizzare per gli usi a bassa intensità (tra cui anche tutti quelli residenziali) che oggi ci vedono impiegare enormi quantità di combustibili pregiati che meriterebbero ben altri utilizzi.
mat ha scritto:occorre anche evitare che i "capita" che calcano questo mondo continuino ad aumentare.
peccato che sul forum non ci sia il pulsante "mi piace". credo fortemente che questo sia un punto chiave, ma poi dobbiamo anche chiederci "come?". i metodi che hanno dimostrato di funzionare senza comportare omicidi di massa fino ad oggi sono soltanto due: quello cinese (se fai più di un figlio il governo ti espropria e manda sul lastrico) e quello occidentale (dove i figli costano un sacco di soldi, e quindi se ne fanno di meno volontariamente).

perché tutte le statistiche dimostrano che appena ne hanno la possibilità materiale, i genitori non mandano più i figli a lavorare, e che se nelle economie di sussistenza i figli sono una risorsa (braccia per impieghi materiali) la cui "produzione" quindi è incentivata, in quelle sviluppate sono un costo, e quindi la loro produzione è limitata (uso provocatoriamente termini industriali: ho due figli anch'io, non sono certo miei prodotti: ma qui bisogna ragionare su cifre a 8-9 zeri).

perciò la politica di "diminuire i capita" come l'hai chiamata, funzionerà soltanto se sapremo trasformare le attuali economie di sussistenza in economie sviluppate, salve dai bisogni materiali di base (che sono una quota assai misera del nostro PIL, e quindi possono essere estesi a tutta la popolazione globale) e intente sempre più a bisogni immateriali (che se ben alimentati, comportano impatti ambientali assai ridotti). troveremo le risorse economiche per farlo, senza dover rinunciare al nostro benessere? francamente non ne ho idea, ma nel mio piccolo credo di aver trovato un giacimento di risorse ancora non sfruttato a dovere.
mi sono dato il compito di scavarvi dentro a più non posso :mrgreen:
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Re: Prorogati gli incentivi fiscali, ma possiamo farne a men

Messaggio da Esa »

Ronin, non sempre mi trovo d'accordo con te (sulla tecnica impiantistica, sul ruolo della burocrazia pubblica e, anche, sulla cogenerazione), ma ti ringrazio per la lucida analisi (anche molto ben documentata) che ci hai riservato.
E meno male che hai trovato (nella tua realtà) una parte politica sensibile: non sempre la progettualità (in questo caso, non impiantistica!) è premiata come dovrebbe essere (nel nostro Paese; nei Paesi a cultura protestante lo sono di più. Ma non voglio aprire un nuovo filone di discussione). Sapere che, in ogni caso, c'è chi lavora (e non è o si sente solo), lascia comunque ben sperare. Almeno per i nostri figli, visto i disastri che abbiamo combinato noi in 30 anni.
Magari, grazie anche a contributi come il tuo, l'opposizione al vecchio "regime" (e alla vecchia cultura) recluterà sempre più rematori per andare contro corrente. O, per lo meno, ci saranno sempre più persone disposte ad assistere alla regata, senza remare (per inerzia o comodità) a favore della corrente.
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