Ventilconvettori: salto termico

Normativa Termotecnica, Impianti di riscaldamento, Legge 10/91, DLgs 192/05, ecc.

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leone
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Ventilconvettori: salto termico

Messaggio da leone »

Ciao,
ai fini del SOLO riscaldamento, un impianto a ventilconvettori inserito in un contesto di un edificio di classe G anni '70, può essere progettato con salti medio-alti, come ad esempio 60/40°C?

In questo modo:
1) produco aria calda a 42-47°C (in funzione della velocità del ventilatore: ho ottenuto questi risultati dal software di scelta del ventilconvettore dato dal produttore stesso)
2) dimezzo il lavoro delle pompe rispetto ad un salto sul lato acqua di solo 10 °C
3) con ritorno a 40°C ho la certezza di far condensare sempre i fumi.

In termini di mero calcolo la cosa penso che stia in piedi...ma in pratica???

Ciao e grazie.
SuperP
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Re: Ventilconvettori: salto termico

Messaggio da SuperP »

leone ha scritto:In termini di mero calcolo la cosa penso che stia in piedi...ma in pratica???
Io sinceramente credo poco a DT 20°C.
Meglio progettare per 55/45°C, più realistico.
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ugo.testa
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Re: Ventilconvettori: salto termico

Messaggio da ugo.testa »

La pratica di solito segue la teoria: meno acqua passa e più scende la pemperatura in uscita; ma meno acuqua passa e meno energia viene scambiata.
Per ottenere un punto di lavoro più basso è necessario installare un fancoil di potenza maggiorata, in modo che rallentando il flusso dell'acqua si abbassi la temperatura in uscita pur fornendo tuttavia la potenza necessaria a riscaldare l'ambiente.
Attenzione solo a non scendere troppo con le prevalenze in gioco: per ridurre il flusso devo ridurre la prevalenza o strozzare i passaggi. Se riduco la prevalenza (ad esempio aprendo un by-pass) rischio il blocco della circolazione su eventuali rami svantaggiati. Se strozzo i passaggi aumento le perdite di carico e diminuisco la portata totale della pompa di circolazione.
leone
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Re: Ventilconvettori: salto termico

Messaggio da leone »

Io ho previsto un autoflow sul ritorno di ogni ventilconvettore. Questo affare garantisce la portata costante al variare della pressione, ma richiede una pressione aggiuntiva di 1,4 m a spese della pompa di circolazione.
Di fatto io ho dimensionato il circuito più sfavorito aggiungendo alle perdite di carico totali (collettore, valvole, curve, T, variazioni di sezione, tubi di andata e ritorno, corpo scaldante) questo valore 1,4 m, appunto la pressione minima per garantire il funzionamento stabile dell'autoflow.
L'autoflow dovrebbe annullare questo problema, almeno credo....
Abser
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Re: Ventilconvettori: salto termico

Messaggio da Abser »

Se devi progettare ex novo i ventilconvettori ti conviene calcolarli per una temperatura di ingresso 50 e uscita 40 poi invece dell'autoflow che regola a spese di energia aggiuntiva inserirei un'elettrovalvola a 2 vie sui ventilconvettori e una pompa modulante sul circuito così la portata varia al variare del carico e i consumi della pompa si riducono. Poie quilibratore e generatore a condensazione modulante sul primario con propria pompa a portata variabile.
c.granata
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Re: Ventilconvettori: salto termico

Messaggio da c.granata »

Puoi tranquillamente alzare il salto termico fino al valore di portata minima indicata dal costruttore.
Tale portata garantisce il corretto trascinamento delle bolle d'aria nello scambiatore.
Naturalmente devi verificare che la prestazione del fan coil sia sufficiente per l'ambiente.
D'altronde quando usi le valvole di regolazione non fai altro che diminuire la portata al valore che serve per contrastate i carichi, io il fan coil a salto 10° sul caldo non l'ho mai progettato (il discorso cambia su impianti a 4 tubi o 2 tubi con produzione di freddo).
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