Alla luce della definizione data dal dgr lombardo n° 8745: sup. disperdente (...omissis...) che delimita verso l'esterno o verso ambienti a temperatura non controllata ...
Ora mi sorge un dubbio su come considerare i vicini (tipo N)
Se io ho una palazzina con impianti autonomi, fino a ieri chiamavo le pareti e i solai divisori come tipo N (15°C), facevo i calcoli con vicini assenti e verificavo l'eph (N.B. succede sempre una cosa che non ho mai condiviso: vengono sfavoriti gli interpiano...)
Oggi mi è venuta in mente una soluzione: i vicini li chiamo tipo A (locali a temperatura fissa; 15°C) e non ho più i vicini: a questo punto l'eph lim degli interpiano aumenta rendendo le cose come sono nella realtà dei fatti, cioè che gli interpiano sono intrinsecamente favorite rispetto ai piani primo e ultimo...
Cosa ne dite? La legge me lo consente?
P.S. Immaginiamo per un attimo che non esista il cened, il discorso mi sembrava più semplice parlando con EC
S/V: dgr lombarda ed edilclima
Moderatore: Edilclima
Re: S/V: dgr lombarda ed edilclima
Se non ci fosse il Cened il problema non si porrebbe, perchè le superfici verso i vicini non dovrebbero essere conteggiate e quindi le unità interpiano risulterebbero (come effettivamente sono..) favorite rispetto a quelle del primo e dell'ultimo piano.samaba ha scritto:Alla luce della definizione data dal dgr lombardo n° 8745: sup. disperdente (...omissis...) che delimita verso l'esterno o verso ambienti a temperatura non controllata ...
Ora mi sorge un dubbio su come considerare i vicini (tipo N)
Se io ho una palazzina con impianti autonomi, fino a ieri chiamavo le pareti e i solai divisori come tipo N (15°C), facevo i calcoli con vicini assenti e verificavo l'eph (N.B. succede sempre una cosa che non ho mai condiviso: vengono sfavoriti gli interpiano...)
Oggi mi è venuta in mente una soluzione: i vicini li chiamo tipo A (locali a temperatura fissa; 15°C) e non ho più i vicini: a questo punto l'eph lim degli interpiano aumenta rendendo le cose come sono nella realtà dei fatti, cioè che gli interpiano sono intrinsecamente favorite rispetto ai piani primo e ultimo...
Cosa ne dite? La legge me lo consente?
P.S. Immaginiamo per un attimo che non esista il cened, il discorso mi sembrava più semplice parlando con EC
Augusto 44
Re: S/V: dgr lombarda ed edilclima
ok, ma il cened non ti calcola l'eph lim, ma solo il calcolato e le cose non cambiano se chiamo una parete N oppure A con le stesso DT...
Re: S/V: dgr lombarda ed edilclima
perchè dici che l'eph lim cambia? il rapporto S/V resta sempre lo stesso anche se cambi la temperatura verso locali riscaldatisamaba ha scritto: a questo punto l'eph lim degli interpiano aumenta
Re: S/V: dgr lombarda ed edilclima
se vai nella relazione del cened alla pagina calcoli lì ti mette il valore limitesamaba ha scritto:ok, ma il cened non ti calcola l'eph lim, ma solo il calcolato e le cose non cambiano se chiamo una parete N oppure A con le stesso DT...
Re: S/V: dgr lombarda ed edilclima
Le unità interpiano sono favorite nel senso che disperdono di meno, ma sfavorite ai fini della verifica dell'EPh perchè il limite (con S/V basso) è molto più restrittivo.Augusto ha scritto:Se non ci fosse il Cened il problema non si porrebbe, perchè le superfici verso i vicini non dovrebbero essere conteggiate e quindi le unità interpiano risulterebbero (come effettivamente sono..) favorite rispetto a quelle del primo e dell'ultimo piano.
Ne consegue, come dice samaba, che dovrei isolare di più i locali più favoriti rispetto quelli più sfavoriti (piani estremi): cioè --> il pezzo di edificio energeticamente più efficente mi toccherebbe isolarlo di più.
In realtà gli edifici energeticamente più efficenti (più simili possibile ad un cubo), raggiungono più facilmente - per loro natura - consumi più ridotti, a parità di isolamento; quindi "fare lo sconto" agli edifici più articolati (meno efficenti) ritengo sia un controsenso --> forse varrebbe la pena di svincolare l'EPh lim dal rapporto S/V, se non si vuole andare addirittura in direzione opposta: a pari volume il consumo limite è fissato: se vuoi fare edifici bassi, articolati, vetrati, ecc isolali di più per contenere comunque il consumo totale di combustibile (che è quello che "conta").
Ed in ogni caso anche per utenze con impianti autonomi si dovrebbe fare una prescrizione per l'edificio, non per l'appartamento, come vuole la Regione Lombardia.
I locali a temperatura non controllata sono quelli privi di impianto (che sia alimentato dalla stessa caldaia o da un'altra, come nel caso di impianti autonomi) e quindi per il Cened l'artificio di chiamarli A invece di N non funziona; ma se il discorso riguardasse l'intero edificio verrebbero mediate le richieste per i locali favoriti e sfavoriti, che mi pare più logico e più coerente rispetto a considerare anche le pareti fra appartamenti riscaldati, aggiungendo delle superfici fittizie - che a regime devono valere 0 (zero!) - moltiplicate per due - 1 volta per ogni confinante !!!! contro ogni logica di contenimento dei consumi.