Autore di tale post è un personaggio abbastanza singolare che in passato pascolava anche qui, con i suoi deliri assurdi. Purtroppo si conferma un divulgatore abbastanza disinformato, ordinario e un po' qualunquista.
Parliamo di garanzie. Cosa dice la legge.
La normativa dell'UE prevede anche che il venditore deve riconoscere al consumatore una garanzia minima di 2 anni (garanzia legale) come tutela contro beni difettosi o non corrispondenti a quanto pubblicizzato. In alcuni paesi la legislazione nazionale impone al venditore di fornire una garanzia più lunga. In Italia se l'acquisto è effettuato con Partita IVA, l'acquirente non è un consumatore e quindi non beneficia della garanzia del consumatore, ma solo di quella del codice civile (12 mesi).
Il venditore è giuridicamente tenuto a rispettare le dichiarazioni pubbliche effettuate sui suoi prodotti (in particolare nelle pubblicità o sulle etichette).
Il cliente può chiedere un risarcimento sulla base della "garanzia legale" prevista dalla normativa dell'UE se un prodotto, tra le altre cose:
- non è idoneo all'uso al quale servono abitualmente prodotti dello stesso tipo o all'uso specifico - accettato dal venditore - per il quale il cliente lo ha ordinato
- non presenta la qualità e le prestazioni abituali di prodotti dello stesso tipo
- non è stato installato correttamente (dal venditore o dal cliente) a causa di inadeguate istruzioni di installazione.
Una dei più comuni fraintendimenti è quello che le pompe di calore sono coperte dalla garanzia solo se avviate dal centro assistenza tecnica del produttore e se tale CAT rilascia un protocollo di avviamento.
Questo non è previsto dalla legge, e risulta essere una clausola vessatoria, e come tale dà origine ad un contratto nullo. Anzi se la macchina non è installata correttamente, poiché non era chiaro all'installatore come installarla in quanto non idoneamente accompagnata da istruzioni, l'onere della riparazione ricade sul venditore, non sull'acquirente.
2)
Un'altra causa di mancato riconoscimento della garanzia è il cosiddetto uso improprio. L'uso improprio va dimostrato a cura del venditore o del costruttore, e di fatto tale circostanza è quasi impossibile, poiché una pompa di calore allacciata all'alimentazione elettrica e al circuito idraulico non può essere usata per nessuno scopo che sia improprio rispetto a quello per la quale è stata progettata.
3)
Compressore guasto a causa (ad esempio) di eccessivi on/off. Il compressore si accende perché è il regolatore a bordo macchina ad accenderlo. Se tali accensioni sono eccessive è ancora una responsabilità del costruttore o del venditore. Inoltre è impossibile determinare cosa è ECCESSIVO rispetto ad un numero NORMALE di accensioni. Non esiste una quantificazione numerica del normale e dell'eccessivo.
20 è tanto? 16? 12? 8? 6?
E' il costruttore a dover inibire la macchina in una condizione di funzionamento che potrebbe danneggiare se stessa. Se così non è, è una sua omissione.