Esa ha scritto: ↑dom set 10, 2023 09:54
Pensando al tuo lavoro e alla tua esperienza paragonata al nostro lavoro e alla nostra esperienza, mi è venuto in mente un esempio.
Spero che ti trovi concorde.
Calcolo delle dispersioni invernali per stabilire la potenza del generatore.
A) Progettazione
Mi avevano insegnato questa regola semplificata: Dispersioni = K x S x dT (diventata Dispersioni = U x S x dT)
Si utilizzava un foglio di carta e un regolo, diventato calcolatrice Olivetti e mini calcolatrice tascabile (metteva persino le virgole in automatico!).
Poi il PC (HP, Olivetti, ecc,), poi i programmi proposti dalle software house
Gli impianti funzionavano alla perfezione. La domanda è: perché?
Ora mi dicono che devo utilizzare metodi dinamici: impossibili da applicare senza un PC e un SW adeguato. Dei risultati devo fidarmi,
visto che sono molto diversi dai precedenti?
Ciascuno di noi sceglie: c'è chi si fida e chi non si fida, date le esperienze contradditorie.
In ogni caso alla fine viene prodotto un "pezzo di carta" o "progetto" che viene fornito ad un installatore (ce ne sono anche di grandi, che hanno uno
staff tecnico molto più preparato di me), che esegue (anche criticando) quello che io ho previsto
B) Installazione
Inizialmente si eseguiva esattamente quello che veniva proposto e guai a sgarrare: l'impianto non avrebbe funzionato.
Pensa, nessuno utilizzava le pompe di circolazione, neppure con radiatori allo stesso piano del generatore (ma non al piano inferiore).
Tutto funzionava alla perfezione.
Pian piano gli installatori (e i progettisti) hanno imparato alcune regole, tra cui: Dispersioni = 30 x volume della stanza.
Ogni tanto non funzionava e si interveniva aggiungendo elementi al radiatore.
L'installatore, grazie anche al supporto dei fornitori, è diventato "progettista", risparmiando sul progetto (=pezzo di carta).
Poi sono cambiate le case, le abitudini degli occupanti (lasciano l'abitazione vuota per 8/10 ore e vogliono risparmiare, quindi spengono gli
impianti) e sono arrivate le PdC.
Sono ancora validi i calcoli utilizzati dai progettisti e le esperienze degli installatori?
Conclusione (provvisoria).
Quello che posso dire, dal mio punto di vista (visto che non mi occupo solo di casette e/o condomini, cioè di edilizia residenziale), è che se aspetto di avere "esperienza" passano decenni e la costruzione dell'edilizia che mi viene proposta (oltre alle casette: edifici per uffici, centri commerciali, ospedali, ecc.) non ha tempo da perdere. Quindi? Aspetto che l'installatore o la Daikin/Tempari ecc. mi trovi la soluzione?
Il piccolo installatore (che si occupa prevalentemente di edilizia residenziale), lavora in una nicchia di mercato insignificante (60 impianti all'anno contro i 600,000 e più che si eseguono solo in Italia? per non parlare dei milioni nel mondo). Quindi, può insegnare molto ai progettisti, ma solo ed esclusivamente in quel settore microscopico, se pur sufficiente a farlo vivere più che decorosamente.
Cioè nel residenziale, con case fatte alle stesso modo, nello stesso posto e con le stesse abitudini.
Esempi:
a) stessa casa, una in centro a Roma e l'altra in un bosco dell'Appennino: stessa potenza?
b) stessa casa, una in pianura padana, abitata regolarmente e l'altra sull'Abetone utilizzata solo 15 giorni all'anno: stessa potenza?
c) e se poi cambiano le abitudini perché arrivano nuovi proprietari?
Come vedi, progettare è diverso da installare e diverso dal firmare le pratiche per il Comune.
E' molto difficile e impegnativo.
E non basta Facebook per capire che si è "ignoranti": lo si impara quotidianamente, man mano che si avanza con l'esperienza.
Per vivere decorosamente, devo studiare sui libri e non aspettare che un sito internet mi insegni cosa fare.
Anzi devo stare attento a non dar retta alle sciocchezze che si dicono.
E questo vale in tutti i campi del sapere umano, dalla medicina in su.