Consultazione pubblica sulla Strategia Energetica Nazionale

Normativa Termotecnica, Impianti di riscaldamento, Legge 10/91, DLgs 192/05, ecc.

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redHat
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Consultazione pubblica sulla Strategia Energetica Nazionale

Messaggio da redHat »

Segnalo che il MISE ha pubblicato il programma del piano energetico per il 2030, disponibile per le osservazioni al "pubblico" fino al 12 luglio prossimo. Sia il testo del documento che il questionario per le osservazioni sono disponibili al link:
http://www.sviluppoeconomico.gov.it/ind ... 036684-sen
Purtroppo con il ristretto limite di 30 giorni sarà difficile analizzare tutte le 230 pagine, ma magari è possibile focalizzarsi su qualche argomento in particolare, anche se l'impressione è quella che il limite ristretto è solo una pura formalità di adempimento al disposto UE e probabilmente ha l'obiettivo di evitare troppe osservazioni da parte degli operatori interessanti. Se così non fosse non si spiegherebbe come mai Paesi quali la Francia e la Germania hanno concesso all'inchiesta pubblica oltre un anno di tempo con largo anticipo dal 2015, ovviamente loro hanno già terminato l'iter consultivo e sono già in fase di legislazione attuativa.
Marcus
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Re: Consultazione pubblica sulla Strategia Energetica Nazionale

Messaggio da Marcus »

intanto lo scarico, a tempo perso lo leggerò
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redHat
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Re: Consultazione pubblica sulla Strategia Energetica Nazionale

Messaggio da redHat »

Personalmente, da una prima lettura ritengo utile commentare e segnalare:
A) la necessità di estendere l'incentivo previsto dal "Conto Termico" per la sostituzione dei generatori di calore a condensazione anche per gli utenti privati e non solo pubblici;
B) la necessità nel fotovoltaico di incentivare maggiormente le piccole utenze (minori di 20kW) rispetto alle grosse installazioni a terra con possibile sottrazione di suolo agricolo/produttivo;
C) sarebbe utile anche commentare la modalità di metanizzazione della Sardegna, che a quanto pare è destinata a preferire l'approvvigionamento tramite navi (con GNL e GNC) rispetto alla realizzazione del metanodotto collegato alla Toscana...
E' ovvio che le nostre segnalazioni avranno un "peso" irrisorio ma ritengo sia importante partecipare alla prima forma di "democrazia diretta" (voluta dalla UE) o quanto meno ad una sua parvenza...
Ronin
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Re: Consultazione pubblica sulla Strategia Energetica Nazionale

Messaggio da Ronin »

mie annotazioni:

Metanizzazione della Sardegna: si prevede la costruzione di quattro "miniterminal" LNG, sarebbe opportuno tenere in considerazione il fatto che il rigassificatore di Livorno è pressochè inutilizzato, tanto varrebbe rimorchiarlo fino a porto vesme o a cagliari ed evitare ulteriori costi.

Scenari base: si prevede nei prossimi 10 anni una riduzione delle emissioni sostanzialmente basato sulla produzione di energia elettrica (phase-out del carbone, ulteriore penetrazione delle FER elettriche col revamping eolico), mentre dal lato dei consumi finali ci sarà un apporto importante solo dal settore residenziale, quindi chi come me opera nel terziario dovrà rassegnarsi al nulla (è previsto un consumo nel 2030 uguale a quello 2010...), ovvero ad operare con le sue gambe.

FER elettriche e componente A3: si prevede un leggero calo della A3 fino al 2023, e poi una decisa riduzione a partire dal 2024. Viceversa si prevede una potente crescita del FV (produzione triplicata al 2030), sostanzialmente senza incentivi, in quanto ritenuto che dal 2022-2024 risulterà più conveniente della generazione tradizionale a metano. Certo che fare i piani di decarbonizzazione così, con le cose che accadono da sole, siamo capaci tutti...
sulle piccole taglie si prevede di favorire l'autoconsumo, speriamo non siano chiacchiere, e si metta fine all'osceno balletto sui SEU-SDC .

Per quanto riguarda l'efficienza, si fa un gran uso del termine ottimizzare: segno che gli incentivi verranno gradualmente ridotti (sia sul fronte detrazioni fiscali, sia sul fronte certificati bianchi, dove abbiamo già visto la stretta delle nuove linee guida senza ancora capire bene come funzioneranno), e il grosso degli ulteriori passi avanti sarà ottenuto con requisiti minimi più stringenti. Fa impressione il fatto che si identifichi (correttamente) che nel terziario si è rimasti fermi al palo, ma poi non si prevede alcun intervento che permetta un cambio di passo, se non generici obiettivi di cambio delle regole europee sui contratti EPC (effettivamente un freno consistente per la PA).

Per mantenere un adeguato livello di economicità, devono venire dismessi almeno altri 10 GW di termoelettrico (su 62 GW installati); così nel 2018 partirà il capacity market. Per dargli una verniciata si propone un "cap" emissivo a 550 gCO2/kWh per l'accesso, il che è ridicolo visto che l'attuale valore medio è 520, quindi praticamente tutti gli impianti a gas (gli unici interessati) saranno ammessi. Si prevede inoltre di sviluppare 5 GW di accumuli elettrici, con nuovi impianti a bacino nel sud italia; con che soldi, non è dato sapere, almeno io non l'ho trovato.

Per quanto riguarda il gas, ci si dà l'obiettivo di abbattere il differenziale (2 c€/Sm3) con il TTF, ma senza individuare misure specifiche, almeno io non ho capito "come" si pensa di riuscirci. Si prevede il potenziamento dei gasdotti (fa un po' a pugni con l'idea che i fabbisogni di riscaldamento nel residenziale debbano calare drasticamente) e dei terminali GNL (per cogliere le opportunità di mercato; non si sa bene quali, visto che già gli attuali rigassificatori sono sotto-utilizzati). boh.

Sull'idea di inviare segnalazioni sono scettico: sulla consultazione relativa alle nuove linee guida sui certificati bianchi l'autorità ha ricevuto centinaia di segnalazioni (forse più di mille, inviate con un meccanismo di auto-organizzazione degli operatori creato su linkedin), e ciò nonostante le ha totalmente disattese.

il tuo punto B) mi fa un po' ridere (non di te, della SEN) quando penso che ormai in quasi tutte le regioni l'uso di suolo agricolo per il FV è vietato o pesantemente limitato, e che con il PUN a 40-50 €/MWh un impianto FV anche a 1000 €/kW ha tempi di rientro geologici (peraltro quella della sottrazione di suolo del FV è una cosa patetica: 5-8000 ettari in tutto, quando negli ultimi trent'anni ne abbiamo cementificati 15 milioni e abbandonati altrettanti, vabbeh).
Per il momento, mi fermo qui.
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redHat
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Re: Consultazione pubblica sulla Strategia Energetica Nazionale

Messaggio da redHat »

Ronin ha scritto: ven giu 16, 2017 10:18 mie annotazioni:

Metanizzazione della Sardegna: si prevede la costruzione di quattro "miniterminal" LNG, sarebbe opportuno tenere in considerazione il fatto che il rigassificatore di Livorno è pressochè inutilizzato, tanto varrebbe rimorchiarlo fino a porto vesme o a cagliari ed evitare ulteriori costi.
Francamente utilizzare navi per il trasporto del metano mi pare una soluzione estrema che ha senso solo per affrontare una temporanea emergenza non certo per una situazione strutturale a lungo termine. In ogni caso sarebbe più comprensibile per un isola come la Sardegna che per il "continente Italia" già connesso con pipeline di diversa provenienza.
Certo che fare i piani di decarbonizzazione così, con le cose che accadono da sole, siamo capaci tutti...
sulle piccole taglie si prevede di favorire l'autoconsumo, speriamo non siano chiacchiere, e si metta fine all'osceno balletto sui SEU-SDC .
Già, speriamo sempre nella Provvidenza...
Sull'idea di inviare segnalazioni sono scettico: sulla consultazione relativa alle nuove linee guida sui certificati bianchi l'autorità ha ricevuto centinaia di segnalazioni (forse più di mille, inviate con un meccanismo di auto-organizzazione degli operatori creato su linkedin), e ciò nonostante le ha totalmente disattese.
Sono d'accordo ma penso sia un pò come il voto: se non vai a votare ti penti di non averlo fatto se lo fai ti rendi conto che non è servito a nulla... ma nonostante questo ci riprovo.
il tuo punto B) mi fa un po' ridere (non di te, della SEN) quando penso che ormai in quasi tutte le regioni l'uso di suolo agricolo per il FV è vietato o pesantemente limitato, e che con il PUN a 40-50 €/MWh un impianto FV anche a 1000 €/kW ha tempi di rientro geologici (peraltro quella della sottrazione di suolo del FV è una cosa patetica: 5-8000 ettari in tutto, quando negli ultimi trent'anni ne abbiamo cementificati 15 milioni e abbandonati altrettanti, vabbeh).
Per il momento, mi fermo qui.
Hai ragione, sarà che come vuole la massima spesso si vede la pagliuzza e non la trave.. :lol:
ma mi riferivo più al fatto che le grosse taglie l'hanno fatto da padrone a scapito dei piccoli impianti che sono rimasti fuori dagli incentivi...
Ronin
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Re: Consultazione pubblica sulla Strategia Energetica Nazionale

Messaggio da Ronin »

il GNL ha il suo significato perchè permette di importare gas anche dai paesi che non sono collegati con i gasdotti. sennò se sei collegato a tre paesi, e uno tracolla per la guerra civile (esempio a caso... :lol: ) sei nei guai perchè gli altri due ti fanno i prezzi che vogliono.
lbasa
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Re: Consultazione pubblica sulla Strategia Energetica Nazionale

Messaggio da lbasa »

il GNL ha il suo significato perchè permette di importare gas anche dai paesi che non sono collegati con i gasdotti. sennò se sei collegato a tre paesi, e uno tracolla per la guerra civile (esempio a caso... :lol: ) sei nei guai perchè gli altri due ti fanno i prezzi che vogliono.
http://www.ilsole24ore.com/art/commenti ... fromSearch
Ronin
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Re: Consultazione pubblica sulla Strategia Energetica Nazionale

Messaggio da Ronin »

articolo catastrofista: con la combinazione di gasdotto libico fermo, nucleare francese in stop per controlli, freddo eccezionale in tutta la UE, ce l'abbiamo fatta senza che nessuno si sia accorto di niente (tranne il PUN, che è raddoppiato nel mese di gennaio...).
comunque se vogliamo tenere qualche centrale a carbone (es. torrevaldaliga, l'unica che fra 5 anni non avrà superato i 35 anni di vita) spenta ma pronta a partire alla bisogna si può anche fare.
giotisi
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Re: Consultazione pubblica sulla Strategia Energetica Nazionale

Messaggio da giotisi »

Non ho i numeri per dire se l'articolo sia catastrofista o meno.
Però sarebbe ora e tempo che vi fosse una qualche correlazione tra libere decisioni e inevitabili conseguenze.

Che almeno qualcuno ci pensasse.
lbasa
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Re: Consultazione pubblica sulla Strategia Energetica Nazionale

Messaggio da lbasa »

... sarebbe ora e tempo che vi fosse una qualche correlazione tra libere decisioni e inevitabili conseguenze.
Che almeno qualcuno ci pensasse.
Limitatamente ai dati Terna (ma non conosco posizione migliore di Ella):
1 - Bilancio nazionale di energia: l'ultimo documento di bilancio e quello del 2015:
http://download.terna.it/terna/0000/0837/44.PDF
Grafico della prima pagina: tutta la fascia arancione rappresenta l'evulozione del deficit (richiesta nazionale rispetto alla produzione nazionale) dal 1979 al 2015.
2 - Confronto internazionale del bilancio di energia: l'ultimo documento di confronto utilizza dati 2014:
http://download.terna.it/terna/0000/0837/49.PDF
Tabella 48 della quinta pagina; la colonna "Saldo Import Export" ha valore positivo quando il saldo è negativo (deficit), e viceversa ha valore negativo (esubero); l'Italia (di tutto l'elenco dei paesi mondiali messi a bilancio, anche aggregati in continenti) è la nazione col più alto deficit in rapporto alla richiesta.

E sta avanzando la richiesta di fabbisogno della ricarica delle auto elettriche (c'è norma di legge sull'obbligo di predisposizione prese di ricarica nei nuovi edifici).
Ronin
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Re: Consultazione pubblica sulla Strategia Energetica Nazionale

Messaggio da Ronin »

lbasa ha scritto: mer giu 21, 2017 22:58 l'Italia (di tutto l'elenco dei paesi mondiali messi a bilancio, anche aggregati in continenti) è la nazione col più alto deficit in rapporto alla richiesta.
ciò sembra abbastanza normale visto che l'italia è uno dei paesi più forti esportatori e manifatturieri (secondo d'europa e tra i primi 10 del mondo), pur avendo fonti interne abbastanza limitate, e di idrocarburi in particolare quanto mai scarse (oltre che fuori dal nucleare per motivi nient'affatto stupidi).
lbasa
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Re: Consultazione pubblica sulla Strategia Energetica Nazionale

Messaggio da lbasa »

l'Italia (di tutto l'elenco dei paesi mondiali messi a bilancio, anche aggregati in continenti) è la nazione col più alto deficit in rapporto alla richiesta.
ciò sembra abbastanza normale visto che l'italia è uno dei paesi più forti esportatori e manifatturieri (secondo d'europa e tra i primi 10 del mondo), pur avendo fonti interne abbastanza limitate, e di idrocarburi in particolare quanto mai scarse (oltre che fuori dal nucleare per motivi nient'affatto stupidi).
Va bene. In questo thread non si discute il motivo della richiesta di energia, ma la strategia del soddisfarla, ed io ho cercato di dare motivo che l'articolo linkato non era terorismo.
Torniamo ai due documenti Terna:

1 - Confronto internazionale del bilancio di energia: http://download.terna.it/terna/0000/0837/49.PDF
A pag. 3 la tab. 46 confronta la potenza lorda disponibile per paese, quindi si parla di installato disponibile a produrre energia elettrica. Per l'Italia il totale lordo è 125, 5, vediamo qualche valore nell'intorno numerico, non geografico (a prescindere dal riparto per fonte energetica):
Francia 135,5
Germania 196,5
Spagna 107.9
Brasile 135.

A pag. 4 la tab. 47 confronta la produzione di energia (si può dire:"quanto si fa lavorare l'installato?") per paese. Per l'Italia il totale lordo è 279,8, vediamo i valori dei paesi presi nell'intorno (a prescindere dal riparto per fonte energetica):
Francia 561,8
Germania 612,8
Spagna 276,2
Brasile 590,2.

Si può dedurre che in Italia si decide di far lavorare gli impianti di produzione meno che in altri paesi di simile potenza disponibile? E perchè?
Il perchè si trova nell'altro documento che ripropongo.

2 - Bilancio nazionale di energia:http://download.terna.it/terna/0000/0837/44.PDF
Come detto, nel grafico di prima pagina la fascia arancione rappresenta lo sbilancio storico in deficit; cioè si compra energia dall'estero; ed in valore assoluto, il deficit è pressochè costante dal 99 ad oggi, qualunque sia l'andamento dei consumi.
Si può dedurre che si "decide" di comprare energia invece di produrla?
Aggiungiamo che dal 2007 si è avviata esponenzialmente la produzione fotovoltaica: eppure questa "nuova" fonte di produzione nazionale non ha ridotto il deficit (il gap nel grafico non sembra assottigliarsi), cioè la nuova produzione ha di fatto sottratto analoga produzione classica nazionale, perchè il mercato ha preferito continuare a considerare quota di acquisto costante dall'estero.

In termini politici: si sta sfruttando il vantaggio della globalizzazione degli scambi commerciali di energia elettrica, e questo come frutto di accordi nell'ambito della costituzione europa.
In termini strategici: riteniamo che l'euroexit sia solo questione di voto, ma le conseguenze di libere scelte che chiedeva Giotisi sono visibili anche senza volerle "esplicitare" o "nascondere" al popolo votante.
Ronin
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Re: Consultazione pubblica sulla Strategia Energetica Nazionale

Messaggio da Ronin »

la potenza installata rileva non in senso assoluto ma in proporzione del consumo: francia e germania hanno un incidenza del vettore elettrico molto più alta della nostra (in particolare negli usi civili, visto che la nostra rete capillare del gas è abbastanza un unicum a livello mondiale).
il motivo per cui in italia la potenza sta accesa poco è principalmente che abbiamo 120 GW di installato e 50 GW di picco dei consumi (ma in gran parte dell'anno si sta intorno ai 35), perciò è normale che la gran parte degli impianti lavorino poche ore l'anno.
d'altro canto la media di ore equivalenti dell'eolico è 2000 ore, quella del FV 1200, quella dell'idroelettrico poco sopra le 3000, quindi la metà della potenza installata "abbassa" drasticamente la media rispetto a impianti che possono stare accesi teoricamente molte più ore come quelli fossili.

il motivo per cui c'è un enorme surplus di potenza installata è che a seguito del famoso blackout del 2003 (causato da scarsità di riserva primaria) prima si è incentivato il revamping dei cicli a vapore a cicli combinati (circa 30 GW di potenza policombustibile sono passati dal 38% di rendimento medio al 55% a gas metano, con un aumento di potenza del +44%: tra parentesi, è come aver costruito 12 centrali nucleari che producono gratis, grazie all'efficienza energetica...), e subito dopo si è iniziato a incentivare l'installazione FER, sicchè si è aggiunto sovrappiù di potenza in una situazione dove la potenza era già cresciuta moltissimo.

il motivo per cui l'italia storicamente importa molto è che lucra sul fatto che i francesi hanno le centrali nucleari e di notte non c'è nessuno a consumare quell'energia, per cui viene venduta a noi sottocosto. poichè si tratta di energia la cui produzione è obbligata (i reattori nucleari non sono modulanti...), ci viene venduta a margine sul prezzo dell'energia italiano (cioè offrendo a zero o poco di più): se il pun è 70 gli importatori incassano 70, se il pun è 30 incassano 30, ma è energia il cui prezzo non è battibile perchè la si deve produrre e vendere a tutti i costi.
tra l'altro la si importa quasi solamente di notte, quando il FV ha comprensibili problemi a costituire un competitor :D

quindi concludendo: si compra energia invece di produrre perchè viene venduta a prezzo nullo (poi per il meccanismo della borsa assumerà il valore del prezzo marginale più alto), e si usa poco la potenza perchè se ne è installata troppa: pur essendocene troppa, o è rinnovabile (quindi c'è quando vuole lei), o non è modulabile (come carbone e nucleare), oppure è a metano, e quindi per seguire i picchi stagionali si resta inevitabilmente legati alla disponibilità di metano. ma è un fatto di possibile sovracosto, più che di effettivo rischio di rimanere senza.

a livello strategico comunque c'è abbastanza poco da fare, la nostra scelta nel mentre che le FER lentamente crescono resta tra gas e carbone, e personalmente non ho alcun dubbio in merito, anzi (al di là dell'ambiente, una volta preso atto che il consumatore li paga uguali, e che il cittadino tipicamente respira a pieni polmoni il secondo, c'è poco da discutere). vogliono spingere sull'elettrificazione per ridurre gli squilibri suddetti, ma a livello di cliente terziario/industriale ormai il gas costa 32 c€, l'elettricità 140, quindi c'è poco da discutere, i risparmi li fa chi switcha sul gas, invece del contrario.
Ronin
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Re: Consultazione pubblica sulla Strategia Energetica Nazionale

Messaggio da Ronin »

un'altra cosa che m'era sfuggita: la SEN prevede di arrivare al 2030 con 60 TWh generati dal fotovoltaico, praticamente un più che raddoppio della potenza attuale.
per produrre i 36 TWh mancanti occorrerà installare nei prossimi 14 anni 36/1,3=28 GWp, ovvero circa 2 GWp all'anno iniziando subito.
quest'anno siamo intorno a 0,4 GWp, quindi dovremo raggiungere in pochi anni un valore di installato annuo di almeno 2,5 GWp.
come e con che soldi, il ministro farebbe bene a spiegarlo.
lbasa
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Re: Consultazione pubblica sulla Strategia Energetica Nazionale

Messaggio da lbasa »

... quindi dovremo raggiungere in pochi anni un valore di installato annuo di almeno 2,5 GWp.
come e con che soldi, il ministro farebbe bene a spiegarlo.
L'unica cosa credibile in quel documento riguarda il revamping / repowering dell'eolico, assieme a nuove installazioni (pag. 51) visto che i recenti generatori sono davvero migliori tecnologicamente dell'installato precedente.
Per il resto:
- le promesse della cicala italiana portano sempre al seguente risultato relativo all'uso dello skateboard: https://twitter.com/inthemoodfortw/stat ... 0970304513
- le promesse rinnovabili al 2030 sono eccessive: https://twitter.com/FranFerrante/status ... 8789886976 (soprattutto i commenti monoutente successivi di un dipendente nel settore militare)

NB: venerdi non ho risposto perchè la tua figura tecnica è molto al di sopra di noi, ma la questione del surplus post 2003 e dell'importazione notturna dal nucleare francese non è suffragata; gli ultimi grafici di Dataenergia sono riferiti al 2016 (linko Dataenergia perchè fornisce il diagramma orario medio mensile):
http://dataenergia.altervista.org/porta ... talia_2016
Il saldo estero c'è in tutte le 24 ore. E l'importazione dalla Francia è di poco superiore all'importazione dall'Austria.
Ronin
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Re: Consultazione pubblica sulla Strategia Energetica Nazionale

Messaggio da Ronin »

per quanto riguarda il revamping post-blackout, se vogliamo affidarci ai dati storici di terna: http://www.terna.it/it-it/sistemaelettr ... orici.aspx
nel 2003 la potenza efficiente termoelettrica era 58 GW, nel 2012 (al termine del processo di revamping dei cicli combinati) era quasi 81 GW (+40%). poi è iniziato un processo di dismissione degli impianti meno efficienti, oggi siamo di nuovo sotto i 70 GW.
si noti anche come nel 2003 ben 66 dei 240 TWh prodotti da termoelettrico venivano ancora da prodotti petroliferi, nel 2012 questa quota era scesa a 7 su 217 (chiaramente nel frattempo aumentava anche la quota da FER, quindi scendeva anche la produzione totale termoelettrica)
per i soli impianti a gas naturale, se nel 2000 per produrre 97 TWh si usavano 22 GSm3 (rendimento 46%), nel 2012 per produrre 129 TWh se ne usavano 25 (rendimento 54%).
infine, nel 2003 58 GW termoelettrici producevano 240 TWh (ore medie annue equivalenti 4100), nel 2012 81 GW ne producevano 217 (ore medie equivalenti 2700): si vede bene come il surplus di potenza generato dal revamping a ciclo combinato comporti una riduzione del numero di ore che gli impianti riescono a lavorare. e nel 2003 gli scambi con l'estero (51 TWh) erano pure più elevati che nel 2012 (43 TWh, più o meno come oggi).

ora chiamiamo a raccolta anche i dati del mix energetico nazionale del GSE ( http://www.gse.it/it/Gas%20e%20servizi% ... fault.aspx ):
nel 2008 (anno più vecchio disponibile) il nucleare contava nel mix per 1,3%, l'import dall'estero era (dato terna) 45/320=14%
nel 2015 (anno più recente) il nucleare contava per il 5,8%, l'import era 46/317=14%

come si vede il nucleare ha un peso percentuale ridotto sul totale dell'import, ma questo peso percentuale si concentra quasi tutto nel periodo notturno (nel grafico orario non si vede perchè l'import non è distinto per fonte di origine) e provoca quei fenomeni di "scarsità" di masse rotanti per la regolazione di cui abbiamo parlato (non a caso il blackout del 2003 fu notturno). sembra che si importi molto più dalla svizzera che non dalla francia (anche nel 2003 fu il blocco della linea di interconnessione con la svizzera a causare il blackout), ma solo perchè la svizzera fa da crocevia europeo per gli scambi di energia. come si può leggere pure su wiki ( https://it.wikipedia.org/wiki/Produzion ... n_Svizzera ), tipicamente la svizzera importa dalla francia e dalla germania e poi rivende in italia, quindi l'import svizzero in realtà proviene a sua volta in buona parte da nucleare francese e carbone tedesco. idem quello austriaco.

insomma il ragionamento generale mi sembra che resti valido, e i dati complessivi mi par che tornino: si compra nucleare perchè costa di meno, e c'è un surplus di potenza perchè abbiamo drasticamente aumentato il rendimento degli impianti a gas (+40% di potenza, efficienza al 55%) e parallelamente sovra-finanziato le FER, col risultato che i cicli combinati lavorano troppo poche ore e non riescono a pagare le rate del mutuo. la scelta logica per chiudere il cerchio e ritrovare un equilibrio è la chiusura degli impianti a carbone, ma ciò sarà efficace solo se li chiudono tutti (altrimenti finiremo per importare più elettricità da carbone tedesco e pagare gli impianti a gas per stare accesi SENZA produrre...).

aggiungo un ultimo dato: si noti la variazione 1995 - 2015 nei consumi finali di elettricità, così ripartiti:
industria 129 - 122 TWh (-5%)
terziario 53 - 103 TWh (+94%)
domestico 57 - 66 TWh (+16%)
totale 243 - 297 TWh (+22%)
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