riscaldamento radiante elettrico e decreto 28
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riscaldamento radiante elettrico e decreto 28
Buongiorno a tutti, non mi pare se ne sia già parlato in questi termini, ma mi capita questa situazione. Un mio cliente, spinto dal basso costo di installazione, vuole installare in una nuova abitazione a basso consumo un impianto radiante a pavimento. Io gli ho sempre detto che la norma impedisce il collegamento del fotovoltaico ad una "resistenza elettrica", come potrebbe essere il radiante elettrico, ma lui insiste, supportato dal venditore del prodotto che gli dice che "ne hanno già fatti tanti e li hanno verificati anche con il Cened"!!!. Io rimango della mia opinione e perderò sicuramente il lavoro (e forse anche il cliente), ma non mi sento di appoggiare questa soluzione. Sbaglio io o c'è una via di fuga? grazie, cordiali saluti
nuvola bianca
Re: riscaldamento radiante elettrico e decreto 28
potresti riuscire a coprire la quota del 35% con un boiler elettrico a pompa di calore e uno split a pompa di calore
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Re: riscaldamento radiante elettrico e decreto 28
(potresti riuscire a coprire la quota del 35% con un boiler elettrico a pompa di calore e uno split a pompa di calore)
ciao, la pdc per acqua calda sanitaria è chiaramente da prevedere, ma a livello impiantistico tu metteresti uno split, per riscaldare una camera rispondendo così alla normativa? A me sembra di "imbrogliare" aggirando la norma, anche perché sappiamo tutti che si finirà per utilizzare il radiante elettrico e non lo split in pompa di calore. Sono in difficoltà perché la "pancia" mi dice di non scendere a patti che non condivido, mentre se la "testa" è consapevole che si potrebbe aggirare la norma, così come hai proposto anche tu. Mah, ci devo pensare un po'.
ciao, la pdc per acqua calda sanitaria è chiaramente da prevedere, ma a livello impiantistico tu metteresti uno split, per riscaldare una camera rispondendo così alla normativa? A me sembra di "imbrogliare" aggirando la norma, anche perché sappiamo tutti che si finirà per utilizzare il radiante elettrico e non lo split in pompa di calore. Sono in difficoltà perché la "pancia" mi dice di non scendere a patti che non condivido, mentre se la "testa" è consapevole che si potrebbe aggirare la norma, così come hai proposto anche tu. Mah, ci devo pensare un po'.
nuvola bianca
Re: riscaldamento radiante elettrico e decreto 28
Come detto, dipende dai consumi. Se riesci a coprire ad esempio il 65% di energia primaria per ACS con fonti rinnovabili e l'energia primaria per l'ACS è molto superiore all'energia utile per il riscaldamento, allora puoi fare un radiante elettrico.
Se ci pensi, non è nemmeno una fesseria. Una casa molto poco esigente come riscaldamento non richiede un impianto costoso, al contrario richiede un impianto semplice. Per cui mi sembra corretto che se la situazione è questa abbinando per esempio una pompa di calore aria/acqua sul sanitario ad un collettore solare a circolazione naturale di preriscaldamento si possa coprire la quota acs+risc+raff con il solo contributo lato acs.
Diversamente il legislatore avrebbe imposto un limite anche per la quota riscaldamento, che invece non c'è.
Come è pacifico, il consumo di acqua dipende dalla vita di chi vive nella casa mentre il consumo per riscaldare dipende da come è fatta la casa.
Il divieto non è nell'uso di riscaldamento Joule, ma di considerare come energia primaria da fonte rinnovabile quella prodotta da un impianto fotovoltaica ed usata con il phon.
Se ci pensi, non è nemmeno una fesseria. Una casa molto poco esigente come riscaldamento non richiede un impianto costoso, al contrario richiede un impianto semplice. Per cui mi sembra corretto che se la situazione è questa abbinando per esempio una pompa di calore aria/acqua sul sanitario ad un collettore solare a circolazione naturale di preriscaldamento si possa coprire la quota acs+risc+raff con il solo contributo lato acs.
Diversamente il legislatore avrebbe imposto un limite anche per la quota riscaldamento, che invece non c'è.
Come è pacifico, il consumo di acqua dipende dalla vita di chi vive nella casa mentre il consumo per riscaldare dipende da come è fatta la casa.
Il divieto non è nell'uso di riscaldamento Joule, ma di considerare come energia primaria da fonte rinnovabile quella prodotta da un impianto fotovoltaica ed usata con il phon.
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Re: riscaldamento radiante elettrico e decreto 28
francamente io lo split a pompa di calore ce lo ho (con la caldaia), e nelle mezze stagioni lo uso.
una volta che il cliente scopre che usandolo si spendedi riscaldamento 1/3, vedrai che lo usa anche lui
nel calcolo andrebbe tenuto in conto che si passa al radiante quando si va sotto i 5°C, perché lo split non ce la farebbe comunque: se fatto in questo modo non mi sembra che si stia eludendo la normativa.
una volta che il cliente scopre che usandolo si spendedi riscaldamento 1/3, vedrai che lo usa anche lui
nel calcolo andrebbe tenuto in conto che si passa al radiante quando si va sotto i 5°C, perché lo split non ce la farebbe comunque: se fatto in questo modo non mi sembra che si stia eludendo la normativa.
Re: riscaldamento radiante elettrico e decreto 28
è vero che uno split costa pochino e che il radiante potrebbe essere "per confort"...però fare impianti doppi non è la mia passione.
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Re: riscaldamento radiante elettrico e decreto 28
e chi dice che l'impianto è doppio? il radiante elettrico non raffresca mica (e in una casa ad alto isolamento senza ventilazione forzata, il raffrescamento secondo me non è un lusso).arkanoid ha scritto:fare impianti doppi non è la mia passione.
e non dirmi che sul mercato residenziale esistono ancora split solo freddo.
Re: riscaldamento radiante elettrico e decreto 28
Se la vedi dal lato caldo, una casa ben isolata necessita di qualche centinaio di W per locale, cosa fattibile con uno split anche in inverno, al che diventa un doppione il pavimento radiante. Se mi parli di raffrescamento siamo d'accordo che non è un doppione.Ronin ha scritto:e chi dice che l'impianto è doppio? il radiante elettrico non raffresca mica (e in una casa ad alto isolamento senza ventilazione forzata, il raffrescamento secondo me non è un lusso).arkanoid ha scritto:fare impianti doppi non è la mia passione.
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Re: riscaldamento radiante elettrico e decreto 28
il fatto è che sotto gli 0-5°C (a seconda della bontà della marca), lo split di solito non scambia più e si rimane al freddo.
oltre al comfort che hai giustamente citato, che a 10°C tutto sommato con un alto isolamento non è un gran problema, mentre con 0°C fuori il pavimento freddo o tiepido fa una bella differenza.
oltre al comfort che hai giustamente citato, che a 10°C tutto sommato con un alto isolamento non è un gran problema, mentre con 0°C fuori il pavimento freddo o tiepido fa una bella differenza.
Re: riscaldamento radiante elettrico e decreto 28
se una casa ha pareti pavimenti e soffitti con U dell'ordine di 0,15 W/mqK non è che hai i pavimenti a 10°C in inverno, ed una PDC quei 600W te li rende anche a -5°C sebbene con un'efficienza paragonabile ad una resistenza elettrica. Ma comunque va bene, ci mancherebbe, uno fa quel che vuole a casa sua, è che se il motivo della scelta è che non vuole spendere di più (che poi un elettrico radiante non è che costa come un termosifone) difficilmente credo che il cliente sia disposto a mettere anche un multisplit che son pur sempre quei 2000-2500 euro extra a star proprio sul minimo sindacale.
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Re: riscaldamento radiante elettrico e decreto 28
no, certo che no. le finestre sì però.arkanoid ha scritto:non è che hai i pavimenti a 10°C in inverno
allora essere irraggiato a 10°C (o meno) dalla superficie finestrata, e riscaldato da una corrente d'aria calda puntuale dall'alto verso il basso (tipico dello split) è il massimo del discomfort.
essere irraggiato da 10°C delle finestre e 22°C da tutto il pavimento è tutt'altro.
una pdc è una pdc, non è uno split a pompa di calore. chiedo conforto a NNN.arkanoid ha scritto:ed una PDC quei 600W te li rende anche a -5°C
stiamo parlando di una nuova abitazione. col radiante elettrico ti risparmi: caldaia, allaccio gas (eventualmente), canna fumaria, pompe di circolazione, tubi, collettori, isolamenti, termostatiche, verifiche periodiche, prove fumi, scovolamenti vari, ecc. i costi per l'elettrico sono per il solo impianto perché i pavimenti e i massetti li fai comunque (al limite c'è anche a battiscopa).arkanoid ha scritto:il motivo della scelta
il risparmio è sicuramente consistente, di molte migliaia di euro. il sovracosto dello split è solo la metà di quello che costa (l'avresti comunque messo, in un secondo momento, con la detrazione al 50%), ad essere rigorosi anche meno.
poi è chiaro che in un contesto "isolamenti minimi di legge" il risparmio te lo giochi in pochi anni di costi di esercizio. ma in classe A la cosa ha il suo senso.
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Re: riscaldamento radiante elettrico e decreto 28
Un paio di domande per quanto riguarda il sistema con split come generatore principale e pannelli elettrici come secondario... domande intendo proprio a livello di L10...
1) se considerate l'impianto con split come principale cosa fate per i bagni e le cucine?
2) se non considerate gli split, ci può stare che in elevata classe A come dice ronin tornino le verifiche del dlgs28...ma per il rendimento stagionale dell' impianto com fate? Tornano le verifiche ?
1) se considerate l'impianto con split come principale cosa fate per i bagni e le cucine?
2) se non considerate gli split, ci può stare che in elevata classe A come dice ronin tornino le verifiche del dlgs28...ma per il rendimento stagionale dell' impianto com fate? Tornano le verifiche ?
Re: riscaldamento radiante elettrico e decreto 28
se non consideri gli split, l'impianto è evidentemente fuori norma, salvo accoppiarci una valanga di fotovoltaico.
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Re: riscaldamento radiante elettrico e decreto 28
come immaginavo...Ronin ha scritto:se non consideri gli split, l'impianto è evidentemente fuori norma, salvo accoppiarci una valanga di fotovoltaico.
Ma quindi per i bagni e per le cucine come si fa? mettere uno split in bagno mi sembra una assurdità
Considerarlo non riscaldato non si può neanche fare direi.... quindi?
Per il fotovoltaico sbaglio o il DLgs 28 dice che non si può usare (o comunque non si può considerare il contribuito) se accoppiato a terminali ad effetto joule?
Re: riscaldamento radiante elettrico e decreto 28
il FV non conta per la quota rinnovabile, ma per il rendimento sì.
per quanto riguarda bagni e cucine, tu le verifiche legge 10 le conduci per singolo locale? io le conduc(ev)o per l'intera unità immobiliare.
quindi con gli split nei locali abitabili (sala, camere) e abbastanza FV, le verifiche complessive sull'unità immobiliare possono venire positive, anche se ovviamente nei bagni lo split non c'è e c'è solo il radiante elettrico.
per quanto riguarda bagni e cucine, tu le verifiche legge 10 le conduci per singolo locale? io le conduc(ev)o per l'intera unità immobiliare.
quindi con gli split nei locali abitabili (sala, camere) e abbastanza FV, le verifiche complessive sull'unità immobiliare possono venire positive, anche se ovviamente nei bagni lo split non c'è e c'è solo il radiante elettrico.
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Re: riscaldamento radiante elettrico e decreto 28
Già ma quanto FV ci vuole x far tornare i conti... non l'ho mai fatto ma serei curioso di provare... tenendo anche conto che il coalcolo va fatto mese x mese secondo me è dura...
A questo punto preferisco PDC aria/acqua con pannelli ad acqua e ventil idronici x l'estivo...
Domanda da ignorante sull'elettrico... coi pannelli elettrici si può in qualche modo regolare la temperatura del pavimento? Intendo tipo come regolare la temperatura di mandata nei pannelli classici ad acqua
A questo punto preferisco PDC aria/acqua con pannelli ad acqua e ventil idronici x l'estivo...
Domanda da ignorante sull'elettrico... coi pannelli elettrici si può in qualche modo regolare la temperatura del pavimento? Intendo tipo come regolare la temperatura di mandata nei pannelli classici ad acqua
Re: riscaldamento radiante elettrico e decreto 28
Ronin
Mi perdo qualcosa a memoria
Dove il fv entra nel rendimento ed in che modo nei calcoli della ts parte 4?
Mi perdo qualcosa a memoria
Dove il fv entra nel rendimento ed in che modo nei calcoli della ts parte 4?
Re: riscaldamento radiante elettrico e decreto 28
sì naturalmente, anzi la regolazione è ovviamente più precisa, in quanto il "fluido termovettore" reagisce senza inerzia.ingpignolo ha scritto:coi pannelli elettrici si può in qualche modo regolare la temperatura del pavimento? Intendo tipo come regolare la temperatura di mandata nei pannelli classici ad acqua
è chiaro che tutto il discorso che abbiamo fatto in questo thread è impostato partendo dall'ottica "voglio fare il riscaldamento radiante elettrico" e non "voglio fare il sistema di riscaldamento migliore". la mia posizione è che con alte prestazioni dell'involucro è possibile farlo, nonostante i molti vincoli posti dalla normativa.
che poi lo sbattimento progettuale (in termini di forzamento manuale delle procedure software automatizzate, che difficilmente saranno capaci di "capire" quello che sto facendo) valga la fatica, non sta a me dirlo.
@girondone: boh. non penso che entri nella parte 4a. nella parte 2a si applica lo 0,46 (rendimento medio di generazione) all'energia elettrica prelevata dalla rete. se la prelevo dal FV, è evidente che dalla rete non la prelevo, e pertanto il relativo prelievo viene azzerato, perciò il fabbisogno di energia primaria ne risulta abbattuto.
di conseguenza il rendimento si alza (per definizione: perché il rapporto tra il fabbisogno di energia primaria e l'epi dell'involucro, che è l'energia erogata dall'impianto, si riduce, e il rendimento dell'impianto è il rapporto tra l'energia primaria prelevata e l'energia emessa).
per quanto mi riguarda [impianto]=[FV+split+resistenza elettrica], perciò se ho abbastanza FV, anche a split spento, io nell'impianto butto 1 kWh primario e ne escono 0,5 da FV e 0,46 dalla resistenza, ergo il rendimento complessivo è il 96% (in realtà di FV ne basta molto meno, perché nell'impianto c'è anche lo split, che produrrà nel calcolo la maggior parte del fabbisogno a COP=3 o giù di lì).
quindi se io ad es. avessi un fabbisogno di energia dell'involucro di 1000 kWh, che copro al 70% con uno split a COP=3 e al 30% con l'impianto radiante elettrico, il rendimento del mio impianto sarebbe 1000*0,46/(700/3+300)=86%. se il FV, nei mesi indicati, producesse 200 kWh, il rendimento diventerebbe 1000*0,46/(700/3+300-200)=138%
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Re: riscaldamento radiante elettrico e decreto 28
Ronin ha scritto:sì naturalmente, anzi la regolazione è ovviamente più precisa, in quanto il "fluido termovettore" reagisce senza inerzia.ingpignolo ha scritto:coi pannelli elettrici si può in qualche modo regolare la temperatura del pavimento? Intendo tipo come regolare la temperatura di mandata nei pannelli classici ad acqua
è chiaro che tutto il discorso che abbiamo fatto in questo thread è impostato partendo dall'ottica "voglio fare il riscaldamento radiante elettrico" e non "voglio fare il sistema di riscaldamento migliore". la mia posizione è che con alte prestazioni dell'involucro è possibile farlo, nonostante i molti vincoli posti dalla normativa.
che poi lo sbattimento progettuale (in termini di forzamento manuale delle procedure software automatizzate, che difficilmente saranno capaci di "capire" quello che sto facendo) valga la fatica, non sta a me dirlo.
@girondone: boh. non penso che entri nella parte 4a. nella parte 2a si applica lo 0,46 (rendimento medio di generazione) all'energia elettrica prelevata dalla rete. se la prelevo dal FV, è evidente che dalla rete non la prelevo, e pertanto il relativo prelievo viene azzerato, perciò il fabbisogno di energia primaria ne risulta abbattuto.
di conseguenza il rendimento si alza (per definizione: perché il rapporto tra il fabbisogno di energia primaria e l'epi dell'involucro, che è l'energia erogata dall'impianto, si riduce, e il rendimento dell'impianto è il rapporto tra l'energia primaria prelevata e l'energia emessa).
per quanto mi riguarda [impianto]=[FV+split+resistenza elettrica], perciò se ho abbastanza FV, anche a split spento, io nell'impianto butto 1 kWh primario e ne escono 0,5 da FV e 0,46 dalla resistenza, ergo il rendimento complessivo è il 96% (in realtà di FV ne basta molto meno, perché nell'impianto c'è anche lo split, che produrrà nel calcolo la maggior parte del fabbisogno a COP=3 o giù di lì).
quindi se io ad es. avessi un fabbisogno di energia dell'involucro di 1000 kWh, che copro al 70% con uno split a COP=3 e al 30% con l'impianto radiante elettrico, il rendimento del mio impianto sarebbe 1000*0,46/(700/3+300)=86%. se il FV, nei mesi indicati, producesse 200 kWh, il rendimento diventerebbe 1000*0,46/(700/3+300-200)=138%
Quindi diciamo che avrei il pavimento alla stessa temperatura sia quando ho 7°C sia quando ne ho -5°C... quindi a questo punto il discorso del comfort del radiante al pavimento va a farsi benedire... direi che il rendimento di regolazione sicuramente sarà molto più basso, quindi sale il fabbisogno di energia primaria!
nei tuoi calcoli hai ipotizzato che la PDC lavori per il 70 % del periodo invernale... secondo me sei stato un pò ottimistico...
io leggendo la norma della regione lombardia (DGR5796) leggo per la città di milano le seguenti temperature medie mensili:
- dicembre = 3.1 °C
- gennaio = 1.7 °C
- febbraio = 4.2 °C
quindi se ipotizzi che sotto i 7°C ( o anche sotto i 5°C) la PDC si fermi e parta il radiante elettrico allora per almeno 3 dei 6 mesi del periodo del riscaldamento la PDC sta ferma... quindi già il 70 % diventa 50%...
considera poi che almeno il 20% della superficie dell'appartamento non sarebbe riscaldata tramite split (diciamo 2 bagni + cucina)... quindi quel 50% si riduce ancora!
PS: ronin questo non vuole essere un attacco a tuoi ragionamenti... so che sei un luminare della termotecnica e ne sai mille volte più di me, ma sono veramente agguerrito contro i costruttori che vogliono installare questi pannelli elettrici SOLO per risparmiare... tanto poi l'acquirente quando deve acquistare l'immobile sente parlare di fotovoltaico e pannelli radianti cosa ne capisce di efficienza energetica?!
Re: riscaldamento radiante elettrico e decreto 28
non colgo ragioni né per l'una né l'altra affermazione.ingpignolo ha scritto:Quindi diciamo che avrei il pavimento alla stessa temperatura sia quando ho 7°C sia quando ne ho -5°C... quindi a questo punto il discorso del comfort del radiante al pavimento va a farsi benedire... direi che il rendimento di regolazione sicuramente sarà molto più basso, quindi sale il fabbisogno di energia primaria!
il rendimento di regolazione del pannello elettrico sarà maggiore di quello di qualsiasi sistema idronico, in quanto esso è in grado di adattare l'emissione di energia senza l'inerzia del riscaldamento/raffreddamento del contenuto d'acqua. quanto al comfort, sarà quello di qualunque sistema radiante correttamente progettato, non vedo perché dovrebbe essere inferiore.
le medie mensili sono fuorvianti (primo perché la media è come il pollo di Trilussa, chi ne mangia due chi nessuno in media uno a testa, e secondo perché le medie sono state calcolate in ere climatiche diverse da quella attuale). consiglierei un controllo con l'anno tipo (valori orari di temperatura più probabili, disponibili gratuitamente sul sito CTI per tutti i capoluoghi).ingpignolo ha scritto: leggo per la città di milano le seguenti temperature medie mensili:
per la città di rimini, che è in zona E, su 4584 ore di stagione invernale (T<=16°C), le ore in cui la temperatura esterna scende sotto i 5°C sono 751 (16%). se consideri di consumare in media il doppio sotto i 5°C che non sopra (nella stessa ora), viene circa il 30% che ho utilizzato.
se il problema è quello che riporti, spiega ai tuoi committenti che con il pannello radiante elettrico occorre aumentare l'isolante sull'involucro e le prestazioni degli infissi, fuggiranno urlando irriferibili imprecazioni
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Re: riscaldamento radiante elettrico e decreto 28
Tu giustamente fai un ragionamento sui valori reali di temperatura... ma a livello di verifiche di legge 10 sono costretto a usare quelli da norma... o almeno credoRonin ha scritto:non colgo ragioni né per l'una né l'altra affermazione.ingpignolo ha scritto:Quindi diciamo che avrei il pavimento alla stessa temperatura sia quando ho 7°C sia quando ne ho -5°C... quindi a questo punto il discorso del comfort del radiante al pavimento va a farsi benedire... direi che il rendimento di regolazione sicuramente sarà molto più basso, quindi sale il fabbisogno di energia primaria!
il rendimento di regolazione del pannello elettrico sarà maggiore di quello di qualsiasi sistema idronico, in quanto esso è in grado di adattare l'emissione di energia senza l'inerzia del riscaldamento/raffreddamento del contenuto d'acqua. quanto al comfort, sarà quello di qualunque sistema radiante correttamente progettato, non vedo perché dovrebbe essere inferiore.
le medie mensili sono fuorvianti (primo perché la media è come il pollo di Trilussa, chi ne mangia due chi nessuno in media uno a testa, e secondo perché le medie sono state calcolate in ere climatiche diverse da quella attuale). consiglierei un controllo con l'anno tipo (valori orari di temperatura più probabili, disponibili gratuitamente sul sito CTI per tutti i capoluoghi).ingpignolo ha scritto: leggo per la città di milano le seguenti temperature medie mensili:
per la città di rimini, che è in zona E, su 4584 ore di stagione invernale (T<=16°C), le ore in cui la temperatura esterna scende sotto i 5°C sono 751 (16%). se consideri di consumare in media il doppio sotto i 5°C che non sopra (nella stessa ora), viene circa il 30% che ho utilizzato.
se il problema è quello che riporti, spiega ai tuoi committenti che con il pannello radiante elettrico occorre aumentare l'isolante sull'involucro e le prestazioni degli infissi, fuggiranno urlando irriferibili imprecazioni
non ho capito il discorso della regolazione... forse mi sono spiegato male... allora, con pannelli ad acqua calda quando avrò -5°C esterni manderò l'acqua nel circuito a 38 °C per esempio, ed avrò la sup del pavimento a 30°C... quando avrò 2°C esterni la manderò a 34°C ed avrò il pavimento a 27°C... in questo modo avrò sempre una temperatura ottimale...
come si fa con una resistenza elettrica a modulare la temp?
Re: riscaldamento radiante elettrico e decreto 28
Grazie della risposta
Ero cotto
E concordo ne ho parlato oggi di persona con mat
Ero cotto
E concordo ne ho parlato oggi di persona con mat
Re: riscaldamento radiante elettrico e decreto 28
http://it.wikipedia.org/wiki/Duty_cycleingpignolo ha scritto:Tu giustamente fai un ragionamento sui valori reali di temperatura... ma a livello di verifiche di legge 10 sono costretto a usare quelli da norma... o almeno credoRonin ha scritto:non colgo ragioni né per l'una né l'altra affermazione.ingpignolo ha scritto:Quindi diciamo che avrei il pavimento alla stessa temperatura sia quando ho 7°C sia quando ne ho -5°C... quindi a questo punto il discorso del comfort del radiante al pavimento va a farsi benedire... direi che il rendimento di regolazione sicuramente sarà molto più basso, quindi sale il fabbisogno di energia primaria!
il rendimento di regolazione del pannello elettrico sarà maggiore di quello di qualsiasi sistema idronico, in quanto esso è in grado di adattare l'emissione di energia senza l'inerzia del riscaldamento/raffreddamento del contenuto d'acqua. quanto al comfort, sarà quello di qualunque sistema radiante correttamente progettato, non vedo perché dovrebbe essere inferiore.
le medie mensili sono fuorvianti (primo perché la media è come il pollo di Trilussa, chi ne mangia due chi nessuno in media uno a testa, e secondo perché le medie sono state calcolate in ere climatiche diverse da quella attuale). consiglierei un controllo con l'anno tipo (valori orari di temperatura più probabili, disponibili gratuitamente sul sito CTI per tutti i capoluoghi).ingpignolo ha scritto: leggo per la città di milano le seguenti temperature medie mensili:
per la città di rimini, che è in zona E, su 4584 ore di stagione invernale (T<=16°C), le ore in cui la temperatura esterna scende sotto i 5°C sono 751 (16%). se consideri di consumare in media il doppio sotto i 5°C che non sopra (nella stessa ora), viene circa il 30% che ho utilizzato.
se il problema è quello che riporti, spiega ai tuoi committenti che con il pannello radiante elettrico occorre aumentare l'isolante sull'involucro e le prestazioni degli infissi, fuggiranno urlando irriferibili imprecazioni
non ho capito il discorso della regolazione... forse mi sono spiegato male... allora, con pannelli ad acqua calda quando avrò -5°C esterni manderò l'acqua nel circuito a 38 °C per esempio, ed avrò la sup del pavimento a 30°C... quando avrò 2°C esterni la manderò a 34°C ed avrò il pavimento a 27°C... in questo modo avrò sempre una temperatura ottimale...
come si fa con una resistenza elettrica a modulare la temp?
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Re: riscaldamento radiante elettrico e decreto 28
Ok, ma secondo me non sarà mai ottimale come il sistema ad acqua...
scusate sarà che ho un'avversione particolare per il sistema elettrico
comunque se qualcuno è riuscito a far tornare le verifiche di legge senza "truffare" si faccia avanti... anche condividendo il file di EC700, sono disposto disposto ad analizzarlo senza problemi
PS: dovendo installare comunque un sistema a split, aumentare di parecchio la superficie di fotovoltaico per far tornare le verifiche... ma ne vale davvero la pena??
scusate sarà che ho un'avversione particolare per il sistema elettrico
comunque se qualcuno è riuscito a far tornare le verifiche di legge senza "truffare" si faccia avanti... anche condividendo il file di EC700, sono disposto disposto ad analizzarlo senza problemi
PS: dovendo installare comunque un sistema a split, aumentare di parecchio la superficie di fotovoltaico per far tornare le verifiche... ma ne vale davvero la pena??
Re: riscaldamento radiante elettrico e decreto 28
sei obbligato a usare le Tmm nei calcoli, NON nello stabilire quale generatore sarà effettivamente funzionante e per quale quota.ingpignolo ha scritto:Tu giustamente fai un ragionamento sui valori reali di temperatura... ma a livello di verifiche di legge 10 sono costretto a usare quelli da norma... o almeno credo
ed lo SPF della pompa di calore puoi (devi) calcolarlo con le temperature reali.
allora se il software ti da i fabbisogni mese per mese, poi tu questi fabbisogni te li ripartisci in base alle proporzioni calcolate con l'anno tipo sui due generatori.
oppure costruisci una pompa di calore fittizia, che abbia lo stesso SPF di quello che avrebbe la combinazione dei due (tre) impianti.
almeno, questa è la teoria del procedimento, poi bisogna vedere quanto "smanettamento" occorre per convincere il software a fare così (o comunque per arrivare in fondo alla relazione legge 10): convinciti che in buona sostanza stai facendo un impianto ibrido (la sola dizione dovrebbe essere sufficiente a far scappare urlando il 70% dei costruttori ), dove al posto della caldaia c'è la resistenza.
e mo' basta, perché va a finire che passo per un sostenitore di questo sistema (cosa che non sono affatto, anche se capisco che i livelli di prestazioni di involucro cui siamo arrivati oggi lo rendono una scelta fattibile: casomai, chiedi a Esa).
si modula il valore della corrente elettrica che la attraversa. ciò corrisponde a variare la portata e la temperatura del fluido contemporaneamente e senza inerzia. il rendimento di regolazione sarà più alto.ingpignolo ha scritto:come si fa con una resistenza elettrica a modulare la temp?
Re: riscaldamento radiante elettrico e decreto 28
"come si fa con una resistenza elettrica a modulare la temp?"
Semplicemente modificando il tempo di accensione. Se la potenza erogata è di 60 W/mq, se sta acceso 1 minuto in un'ora il sistema eroga 1 W. Se sta acceso 2 minuti eroga 2 W , se 30 minuti, eroga 30 W, ecc. ecc.
Quindi, la modulazione è perfettamente raggiungibile.
Semplicemente modificando il tempo di accensione. Se la potenza erogata è di 60 W/mq, se sta acceso 1 minuto in un'ora il sistema eroga 1 W. Se sta acceso 2 minuti eroga 2 W , se 30 minuti, eroga 30 W, ecc. ecc.
Quindi, la modulazione è perfettamente raggiungibile.
Re: riscaldamento radiante elettrico e decreto 28
energeticamente è vero, se regoli così hai un confort non buono, dieci minuti col pavimento caldo, 50 col pavimento freddo perchè sei andato in sovratemperatura. Le cose elettriche moderne si regolano in duty cycle, i tempi di accensione e spegnimento devono essere dell'ordine di secondi non di minuti (a regime), lì è il controllore che deve essere responsabile di saper "leggere" come si sta comportando l'ambiente ed adeguare l'onda.
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Re: riscaldamento radiante elettrico e decreto 28
arkanoid ha scritto:energeticamente è vero, se regoli così hai un confort non buono, dieci minuti col pavimento caldo, 50 col pavimento freddo perchè sei andato in sovratemperatura. Le cose elettriche moderne si regolano in duty cycle, i tempi di accensione e spegnimento devono essere dell'ordine di secondi non di minuti (a regime), lì è il controllore che deve essere responsabile di saper "leggere" come si sta comportando l'ambiente ed adeguare l'onda.
ma quindi sostanzialmente questo controllore gestisce l'apertura e la chiusura di un interruttore che fa passare la corrente nelle resistenze?
se così fosse non si sentirebbero continui rumori dovuti all'apertura o alla chiusura degli interruttori?
Voglio vedere in quanti venditori di pannelli usano un controllore del genere
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Re: riscaldamento radiante elettrico e decreto 28
protrebbero volerci giorni di tentativi col rischio di non arrivare a nulla... tempo che nessuno mi pagherà maiRonin ha scritto:sei obbligato a usare le Tmm nei calcoli, NON nello stabilire quale generatore sarà effettivamente funzionante e per quale quota.ingpignolo ha scritto:Tu giustamente fai un ragionamento sui valori reali di temperatura... ma a livello di verifiche di legge 10 sono costretto a usare quelli da norma... o almeno credo
ed lo SPF della pompa di calore puoi (devi) calcolarlo con le temperature reali.
allora se il software ti da i fabbisogni mese per mese, poi tu questi fabbisogni te li ripartisci in base alle proporzioni calcolate con l'anno tipo sui due generatori.
oppure costruisci una pompa di calore fittizia, che abbia lo stesso SPF di quello che avrebbe la combinazione dei due (tre) impianti.
almeno, questa è la teoria del procedimento, poi bisogna vedere quanto "smanettamento" occorre per convincere il software a fare così (o comunque per arrivare in fondo alla relazione legge 10): convinciti che in buona sostanza stai facendo un impianto ibrido (la sola dizione dovrebbe essere sufficiente a far scappare urlando il 70% dei costruttori ), dove al posto della caldaia c'è la resistenza.
e mo' basta, perché va a finire che passo per un sostenitore di questo sistema (cosa che non sono affatto, anche se capisco che i livelli di prestazioni di involucro cui siamo arrivati oggi lo rendono una scelta fattibile: casomai, chiedi a Esa).
si modula il valore della corrente elettrica che la attraversa. ciò corrisponde a variare la portata e la temperatura del fluido contemporaneamente e senza inerzia. il rendimento di regolazione sarà più alto.ingpignolo ha scritto:come si fa con una resistenza elettrica a modulare la temp?
Re: riscaldamento radiante elettrico e decreto 28
no, si tratta di controlli di tipo statico (elettronica di potenza), non meccanico.ingpignolo ha scritto:ma quindi sostanzialmente questo controllore gestisce l'apertura e la chiusura di un interruttore che fa passare la corrente nelle resistenze?
se così fosse non si sentirebbero continui rumori dovuti all'apertura o alla chiusura degli interruttori?
Voglio vedere in quanti venditori di pannelli usano un controllore del genere
senza offesa, ma temo che tu sia un po' digiuno delle conquiste dell'elettronica dal transistore ad oggi...
Re: riscaldamento radiante elettrico e decreto 28
da quanti W il pannello? Considera che un relais allo stato solido che porta 50A costa tipo 40 euro e ti consente commutazioni sicure in centesimi di secondo senza clac. Va raffreddato ok ma non è un relais meccanico.
redigere redigere redigere
Re: riscaldamento radiante elettrico e decreto 28
"un relais allo stato solido consente commutazioni sicure in centesimi di secondo senza clac".
E' esattamente quello che si fa. Ovviamente non si accende 1 minuto e si lascia spento 59 minuti, ma si opera con il relé statico come dici tu: accensioni e spegnimenti continui a distanza di secondi. Sono carichi resistivi, quindi non danno problemi.
Poi bisogna aggiungere che vi è pur sempre una inerzia del pavimento: piastrella, colla, autolivellante.
E' esattamente quello che si fa. Ovviamente non si accende 1 minuto e si lascia spento 59 minuti, ma si opera con il relé statico come dici tu: accensioni e spegnimenti continui a distanza di secondi. Sono carichi resistivi, quindi non danno problemi.
Poi bisogna aggiungere che vi è pur sempre una inerzia del pavimento: piastrella, colla, autolivellante.
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Re: riscaldamento radiante elettrico e decreto 28
sono veramente ignorante in elettronica ed elettrotecnica devo ammetterloRonin ha scritto:no, si tratta di controlli di tipo statico (elettronica di potenza), non meccanico.ingpignolo ha scritto:ma quindi sostanzialmente questo controllore gestisce l'apertura e la chiusura di un interruttore che fa passare la corrente nelle resistenze?
se così fosse non si sentirebbero continui rumori dovuti all'apertura o alla chiusura degli interruttori?
Voglio vedere in quanti venditori di pannelli usano un controllore del genere
senza offesa, ma temo che tu sia un po' digiuno delle conquiste dell'elettronica dal transistore ad oggi...