AUTORIMESSA CON DM 15/05/2020: VIE DI ESODO E OFFSET APERTURE SMALTIMENTO

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mmaarrccoo
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AUTORIMESSA CON DM 15/05/2020: VIE DI ESODO E OFFSET APERTURE SMALTIMENTO

Messaggio da mmaarrccoo »

Ciao,
la RTV DM 15/05/2020 non è ancora uscita e già c'è molto da verificare con essa :mrgreen:
Ho alcuni dubbi su un'autorimessa piccola che sopra ha:
- 2 piccoli fabbricati a 2 piani (microcondomini) distanziati tra loro (in pratica 2 edifici poco più grandi di villette)
- 1 piccolo basso fabbricato ad uso commerciale (dentro c'è uno studio dentistico e poco altro), non comunica con l'autorimessa

Ho dubbi su questo:

1. uno degli accessi all'autorimessa è il vano scala condominiale, il quale funge anche da via di esodo dall'autorimessa. Nella tabella V.6-2 per autorimesse SA, HB leggo le caratteristiche che devono avere le comunicazioni verso compartimenti di altre attività e verso vie di esodo comuni con altre attività. Non sono sicuro di capire cosa si intende qui con la parola "attività". La definizione in G.1.5 riporta "complesso delle azioni organizzate svolte in un luogo delimitato, che può presentare pericolo d’incendio o esplosione". Sinceramente il condominio (peraltro micro) non rientra in questa definizione tuttavia mi viene comunque il dubbio che la porta tagliafuoco che immette sul vano scala da cui si sale (solo per 1 piano) e poi si esce all'aperto non possa essere semplice ma debba essere doppia (quindi un filtro). Come la vedete?

2. Per quanto riguarda le areazioni ho una situazione border line. Le mie aerazioni naturali soddisfano 1/40 tuttavia sforo di appena 2 m con l'offset :roll: In pratica risulta che il fondo del corsello abbia una fascia, di profondità solo 2 m, che non è coperta dal cerchio di raggio 30 m (il quale ha il centro in zona rampa perchè le aperture di ventilazione sono tutte concentrate lì). Ho pensato a queste possibilità in alternativa o combinazione:
2a. essendo solo 2 m faccio finta di niente (in pratica il 99% dell'autorimessa è coperto). Non mi piace molto ma all'atto pratico non credo sia poi una tragedia
2b. essendo contro il muro di fondo del corsello, verrebbe semplice dipingere a terra una zona di 2 m dove è vietato transitare/parcheggiare con le auto (che poi è già così perchè nessuno va fino contro il muro). Non so se può essere un'idea valida sinceramente
2c. vado in soluzione alternativa sperando che esista un qualcosa che non richieda studi FSE troppo avanzati. Leggo in S.8.4.3 che per andare in alternativa per il tema "Distribuzione uniforme delle aperture di smaltimento" le soluzioni possibili sono:
- sia garantita l’accessibilità protetta per i soccorritori a tutti i piani dell'attività e la disponibilità in prossimità di attrezzature e dispositivi di protezione antincendio
- oppure si dimostri il raggiungimento degli obiettivi di sicurezza per i soccorritori impiegando i metodi di cui al capitolo M.3.
Sinceramente la prima opzione (accessibilità e disponibilità presidi) sembra facile e praticabile ma all'atto pratico secondo voi cosa richiede esattamente?

Grazie.
ing.caruso
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Re: AUTORIMESSA CON DM 15/05/2020: VIE DI ESODO E OFFSET APERTURE SMALTIMENTO

Messaggio da ing.caruso »

mmaarrccoo ha scritto: lun set 21, 2020 18:57 Ciao,
la RTV DM 15/05/2020 non è ancora uscita e già c'è molto da verificare con essa :mrgreen:
Ho alcuni dubbi su un'autorimessa piccola che sopra ha:
- 2 piccoli fabbricati a 2 piani (microcondomini) distanziati tra loro (in pratica 2 edifici poco più grandi di villette)
- 1 piccolo basso fabbricato ad uso commerciale (dentro c'è uno studio dentistico e poco altro), non comunica con l'autorimessa

Ho dubbi su questo:

1. uno degli accessi all'autorimessa è il vano scala condominiale, il quale funge anche da via di esodo dall'autorimessa. Nella tabella V.6-2 per autorimesse SA, HB leggo le caratteristiche che devono avere le comunicazioni verso compartimenti di altre attività e verso vie di esodo comuni con altre attività. Non sono sicuro di capire cosa si intende qui con la parola "attività". La definizione in G.1.5 riporta "complesso delle azioni organizzate svolte in un luogo delimitato, che può presentare pericolo d’incendio o esplosione". Sinceramente il condominio (peraltro micro) non rientra in questa definizione tuttavia mi viene comunque il dubbio che la porta tagliafuoco che immette sul vano scala da cui si sale (solo per 1 piano) e poi si esce all'aperto non possa essere semplice ma debba essere doppia (quindi un filtro). Come la vedete?

2. Per quanto riguarda le areazioni ho una situazione border line. Le mie aerazioni naturali soddisfano 1/40 tuttavia sforo di appena 2 m con l'offset :roll: In pratica risulta che il fondo del corsello abbia una fascia, di profondità solo 2 m, che non è coperta dal cerchio di raggio 30 m (il quale ha il centro in zona rampa perchè le aperture di ventilazione sono tutte concentrate lì). Ho pensato a queste possibilità in alternativa o combinazione:
2a. essendo solo 2 m faccio finta di niente (in pratica il 99% dell'autorimessa è coperto). Non mi piace molto ma all'atto pratico non credo sia poi una tragedia
2b. essendo contro il muro di fondo del corsello, verrebbe semplice dipingere a terra una zona di 2 m dove è vietato transitare/parcheggiare con le auto (che poi è già così perchè nessuno va fino contro il muro). Non so se può essere un'idea valida sinceramente
2c. vado in soluzione alternativa sperando che esista un qualcosa che non richieda studi FSE troppo avanzati. Leggo in S.8.4.3 che per andare in alternativa per il tema "Distribuzione uniforme delle aperture di smaltimento" le soluzioni possibili sono:
- sia garantita l’accessibilità protetta per i soccorritori a tutti i piani dell'attività e la disponibilità in prossimità di attrezzature e dispositivi di protezione antincendio
- oppure si dimostri il raggiungimento degli obiettivi di sicurezza per i soccorritori impiegando i metodi di cui al capitolo M.3.
Sinceramente la prima opzione (accessibilità e disponibilità presidi) sembra facile e praticabile ma all'atto pratico secondo voi cosa richiede esattamente?

Grazie.
Ho lavorato recentemente su una pratica per il rilascio CPI di un'autorimessa di tipo SA, AA ed HA, poichè tutta situata al primo piano interrato di un edificio condominiale e presentava problematiche simili al caso in esame.

1) Relativamente alle porte tagliafuoco, recentemente il comando dei vigili del fuoco che ha esaminato la mia pratica ha richiesto oltre alla normali caratteristiche EI, un requisito che ne attesti anche la tenuta ai fumi freddi, il cosiddetto requisito "Sa", soprattutto quando una porta tagliafuoco è direttamente collegata ad una via d'esodo e non svolge la sola funzione di compartimentazione (ho dovuto installare delle guarnizioni di battuta FF per aumentare le prestazioni di filtraggio).

2) Reputo sia il punto meno restrittivo tra le problematiche del tuo caso. E' chiaro che una perfetta copertura dei raggi di influenza OFFSET tolga ogni dubbio, ma in ogni caso citando la RTV, la definizione di "UNIFORME DISTRIBUZIONE" lascia comunque dei margini di manovra. Se si tratta di un 1% di spazio non coperto dalle aree inscritte dai raggi, considero comunque quest'ultimo il parametro meno influente in un eventuale computo relativo all'esodo e alla salvaguardia della vita degli occupanti (parlando di un'eventuale FSE). Avendo affrontato il problema di un'autorimessa con un FSE, le dico che, relativamente alle aperture, non è tanto se la loro ubicazione copre quel metro in più o quel metro in meno con l'offset, bensì quante superfici (mq) vi siano effettivamente in quel compartimento/parete/corsia di manovra relativamente ad una possibile stratificazione dei fumi se questi non hanno altra possibilità di sbocco (considerando per esempio un'evoluzione di incendio con modello a due zone = strato libero e strato di fumi caldi superiore).

2a) E' ricompresa nella 2 sopra.

2b) A mio giudizio, la soluzione del divieto di transito comunque non risolverebbe il problema di uno smaltimento di fumi qualora, in un ipotetico scenario di incendio, questi andassero a creare uno strato caldo superiore. Il fumo partendo da un principio di incendio "plume" (o pennacchio) anche in un punto lontano dalla zona "Non coperta dall'offset", comunque impattando a soffitto, manderebbe una parte dei gas caldi a riversarsi al di sotto di quella zona. E seppur non ammettendo la presenza di occupanti in quel punto, poichè appunto non transitabile, i gas di combustione riversati contribuirebbero comunque ad un aumento della temperatura dello strato caldo superiore e quindi al raggiungimento di una condizione di FLASHOVER in tempi più rapidi. Nel metodo M.3 ingegneristico, con FSE , è importante che l'ASET ottenuto (tempo di evacuazione calcolato per gli occupanti dal punto più sfavorevole) sia comunque inferiore al raggiungimento del tempo di flashover qualora la priorità sia l'esodo e la salvaguardia della vita.

2c) La soluzione per i soccorritori come soluzione alternativa prevede un aumento del livello di prestazione. Sicuramente sarò necessario un impianto che consenta un controllo forzato del sistema di ventilazione.

Per esigenze strutturali e di costi personalmente ho preferito in quel caso il metodo ingegneristico mediante FSE, andando a buon fine. Ma nel mio caso la problematica non fu mossa per un offset, quanto per la presenza di un corridoio cieco superiore di 4 m rispetto al limite richiesto. Soprattutto in funzione di gente con limitate capacità motorie o anziana. A proposito tieni conto anche di questo fattore quando le vie d'esodo da un'autorimessa sono solamente mediante dai vani con scale o con rampe di pendenza già oltre il 5-8 %, perchè queste verrebbero praticate con difficoltà da tali occupanti.

Un saluto.
mmaarrccoo
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Re: AUTORIMESSA CON DM 15/05/2020: VIE DI ESODO E OFFSET APERTURE SMALTIMENTO

Messaggio da mmaarrccoo »

1) Relativamente alle porte tagliafuoco, recentemente il comando dei vigili del fuoco che ha esaminato la mia pratica ha richiesto oltre alla normali caratteristiche EI, un requisito che ne attesti anche la tenuta ai fumi freddi, il cosiddetto requisito "Sa", soprattutto quando una porta tagliafuoco è direttamente collegata ad una via d'esodo e non svolge la sola funzione di compartimentazione (ho dovuto installare delle guarnizioni di battuta FF per aumentare le prestazioni di filtraggio).
Però niente filtro? Il dubbio nasceva anche dalla tabella V.6-2 del nuovo DM 15/05/2020 nel quale non sono sicuro della parola "attività":

Annotazione 2020-09-22 143630.jpg
Annotazione 2020-09-22 143630.jpg (140.58 KiB) Visto 1378 volte

2) Reputo sia il punto meno restrittivo tra le problematiche del tuo caso. E' chiaro che una perfetta copertura dei raggi di influenza OFFSET tolga ogni dubbio, ma in ogni caso citando la RTV, la definizione di "UNIFORME DISTRIBUZIONE" lascia comunque dei margini di manovra. Se si tratta di un 1% di spazio non coperto dalle aree inscritte dai raggi, considero comunque quest'ultimo il parametro meno influente in un eventuale computo relativo all'esodo e alla salvaguardia della vita degli occupanti (parlando di un'eventuale FSE). Avendo affrontato il problema di un'autorimessa con un FSE, le dico che, relativamente alle aperture, non è tanto se la loro ubicazione copre quel metro in più o quel metro in meno con l'offset, bensì quante superfici (mq) vi siano effettivamente in quel compartimento/parete/corsia di manovra relativamente ad una possibile stratificazione dei fumi se questi non hanno altra possibilità di sbocco (considerando per esempio un'evoluzione di incendio con modello a due zone = strato libero e strato di fumi caldi superiore).

2a) E' ricompresa nella 2 sopra.

2b) A mio giudizio, la soluzione del divieto di transito comunque non risolverebbe il problema di uno smaltimento di fumi qualora, in un ipotetico scenario di incendio, questi andassero a creare uno strato caldo superiore. Il fumo partendo da un principio di incendio "plume" (o pennacchio) anche in un punto lontano dalla zona "Non coperta dall'offset", comunque impattando a soffitto, manderebbe una parte dei gas caldi a riversarsi al di sotto di quella zona. E seppur non ammettendo la presenza di occupanti in quel punto, poichè appunto non transitabile, i gas di combustione riversati contribuirebbero comunque ad un aumento della temperatura dello strato caldo superiore e quindi al raggiungimento di una condizione di FLASHOVER in tempi più rapidi. Nel metodo M.3 ingegneristico, con FSE , è importante che l'ASET ottenuto (tempo di evacuazione calcolato per gli occupanti dal punto più sfavorevole) sia comunque inferiore al raggiungimento del tempo di flashover qualora la priorità sia l'esodo e la salvaguardia della vita.

2c) La soluzione per i soccorritori come soluzione alternativa prevede un aumento del livello di prestazione. Sicuramente sarò necessario un impianto che consenta un controllo forzato del sistema di ventilazione.

Per esigenze strutturali e di costi personalmente ho preferito in quel caso il metodo ingegneristico mediante FSE, andando a buon fine. Ma nel mio caso la problematica non fu mossa per un offset, quanto per la presenza di un corridoio cieco superiore di 4 m rispetto al limite richiesto. Soprattutto in funzione di gente con limitate capacità motorie o anziana. A proposito tieni conto anche di questo fattore quando le vie d'esodo da un'autorimessa sono solamente mediante dai vani con scale o con rampe di pendenza già oltre il 5-8 %, perchè queste verrebbero praticate con difficoltà da tali occupanti.
Premessa: non posso fare impianti meccanici sia per difficoltà in altezza (inferiore a 2,4 m nel mio caso) sia per motivi di costo (è per questo che scegliamo RTV 15/05/2020 altrimenti avremmo anche potuto concludere con DM 01/02/1986 che è la norma con cui originariamente si era avviato l'iter anni fa).

Però non capisco perchè intendi che la soluzione alternativa al tema "Distribuzione uniforme delle aperture di smaltimento" che indica lo stesso codice al capitolo S8 (controllo fumi e calore) punto S.8.4.3, dove dice "sia garantita l’accessibilità protetta per i soccorritori a tutti i piani dell'attività e la disponibilità in prossimità di attrezzature e dispositivi di protezione antincendio" abbia a che fare con l'installare un impianto di estrazione fumi/calore. Se sono in livello di prestazione II (=smaltimento fumo e calore) mi sembra strano che perchè non ho 2 m di offset (nel mio caso ovviamente) debba andare a mettere un impianto SENFC (che è un livello prestazione III)... Non sarebbe una soluzione alternativa ma semplicemente un richiedere di più senza reale necessità (in un'autorimessa piccola come la mia difficile vedere impianti di questo tipo...)

Non potrebbe avere invece un altro significato? Tipo:
- i soccorritori entrano da vie di esodo compartimentate con l'autorimessa (e ce l'avrei, ho 2 vie di esodo di cui una è il vano scala condominiale e tutte e 2 hanno porta tagliafuoco)
- appena entrati si trovano i mezzi antincendio (nel mio caso solo estintori che volendo potrei maggiorare). Cosa ne pensi?
ing.caruso
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Re: AUTORIMESSA CON DM 15/05/2020: VIE DI ESODO E OFFSET APERTURE SMALTIMENTO

Messaggio da ing.caruso »

Io le avevo riportato quanto enunciato con la RTV specifica per le autorimesse al punto V.6.5.7 nelle note in blu dove vi è scritto:
"Qualora non sia verificata l'uniforme distribuzione in pianta delle aperture di smaltimento si impiega un livello di prestazione III"

Ovviamente presa alla lettera l'aumento prestazionale di sicurezza richiederebbe appunto un sistema più complesso di controllo fumo e calore.
A quel punto io ritengo convenendo con lei che, visto anche le modeste dimensioni e comunque un'adeguata copertura se non per i 2 metri finali, (questo era il sunto del mio precedente commento), trattandosi di una semplice autorimessa condominiale possono essere percorribili più strade.

Seguendo la S.4.8.3 l'interpretazione ultima da lei scritta (vie compartimentate da porte tagliafuoco e predisposizione dei mezzi di protezione antincendio in prossimità degli accessi) può ritenersi a mio parere corretta. Integrerei la soluzione però a quel punto con la verifica del punto S.9.6 "ACCESSO AI PIANI PER SOCCORRITORI", dove le porzioni di via d'esodo impiegate in fase di evacuazione da parte degli occupanti devono avere anche una larghezza aggiuntiva proprio in funzione del fatto che lei sta adottando una soluzione in funzione di una presenza dei soccorritori. Nello specifico la larghezza delle vie d'esodo deve tenere in considerazione una porzione aggiuntiva di 50 cm in modo che lo sfollamento e l'ingresso dei soccorritori non si ostacolino durante la fase di emergenza. Soprattutto valuterei questo punto nel vano scale più che nella rampa di accesso (generalmente sufficientemente larga e di pendenza adeguata).
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