Che significa "Interposizione" di spazio scoperto?

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boba74
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Che significa "Interposizione" di spazio scoperto?

Messaggio da boba74 »

Salve, in S.3, relativamente alla distanza di separazione per limitare la propagazione dell'incendio, qualora il carico di incendio qf sia inferiore a 600 MJ/m2 si considera soluzione conforme l'interposizione di uno spazio scoperto tra sorgente e bersaglio.
La parola "interposizione" significa semplicemente che la mia sorgente e il mio bersaglio debbano dare entrambi su uno stesso spazio scoperto, o significa che comunque lo spazio scoperto deve "separare" fisicamente la sorgente dal bersaglio?

Se lo spazio scoperto è ad esempio costituito da un cortile interno, delimitato da 4 pareti, di cui una è la parete del mio edficio sorgente, la parete opposta (distante almeno 3,5m per definizione di spazio scoperto) può considerarsi al sicuro, ma cosa dire riguardo alle 2 pareti ad essa ortogonali? Entrambe danno sullo spazio scoperto, ma sono di fatto attaccate alla mia sorgente, tuttavia il comma non specifica una distanza minima in questo caso, perciò per assurdo potrei anche avere due finestre a ridosso dell'angolo tra l'edificio sorgente e quello adiacente, in cui l'incendio potrebbe teoricamente passare da una all'altra.
Del resto, se avessero voluto intendere che sorgente e bersaglio non debbano essere adiacenti, avrebbero dovuto imporre una distanza minima di 3,5m (corrispondente al lato minimo dello spazio scoperto), oppure la verifica della distanza con metodo delle piastre radianti.... decadrebbe quindi almeno in parte la possibilità di considerare conforme la semplice presenza dello spazio scoperto.
Che si fa in questi casi? Sono obbligato, (ad esempio) a tamponare una delle due finestre per separarle tra loro fino a una distanza minima calcolata col metodo delle piastre radianti? O fino a 3,5m?
Terminus
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Re: Che significa "Interposizione" di spazio scoperto?

Messaggio da Terminus »

Cerco di risponderti per quello che è il mio pensiero.
Nel COPI non vengono considerati elementi radianti che formano un angolo di 90° con il piano del bersaglio e questo è logico se sorgente e bersaglio sono molto distanti rispetto alle loro dimensioni.
Se sorgente e bersaglio sono adiacenti occorre però ragionare diversamente: entro 1 metro circa dal diedro il rischio maggiore non è l'irraggiamento ma la propagazione delle fiamme, per cui le pareti entro tale distanza devono essere qualificate resistenti al fuoco (impostazione della BS 9999 ed anche della circolare sulla protezione delle facciate degli edifici civili).
Oltre 1 metro di distanza occorre iniziare a tenere in considerazione l'irraggiamento, anche perchè a questo punto, anche se i due piani sono perpendicolari, l'angolo di vista si allontana dai 90°ed occorre valutare l'effetto con i coefficienti di vista, cosa che il COPI però non considera.
Con CI<600 va bene lo spazio scoperto: per pareti prospicienti non ci sono dubbi, anche perchè i 3,5m sono confrontabili con i dati della tabella S.3-11 che sarebbe comunque cautelativa.
Per le pareti adiacenti alla sorgente io considererei, in via cautelativa, la distanza determinata come sopra, come raggio della circonferenza centrata sul lato più vicino dell'elemento radiante.
boba74
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Re: Che significa "Interposizione" di spazio scoperto?

Messaggio da boba74 »

Grazie
In effetti la mia idea era: tamponare con strutture REI (o comunque "murare") le finestre dell'edificio adiacente entro una zona determinata da un raggio di 3,5m dalla mia "piastra radiante", (in questo caso il bordo della finestra dell'edificio sorgente), oppure comunque da una distanza ottenuta col metodo delle piastre radianti e proiettata con un arco di circonferenza sul mio bersaglio adiacente).
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