Schemi alta/bassa temperatura con caldaia a condensazione

Normativa Termotecnica, Impianti di riscaldamento, Legge 10/91, DLgs 192/05, ecc.

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Marcus
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Schemi alta/bassa temperatura con caldaia a condensazione

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Domanda per gli esperti di idraulica dei circuiti termici.

Sto progettando un impianto di riscaldamento condominiale dove la maggior parte delle utenze sono dei pavimenti radianti, e un numero limitato di utenze è invece costituito dai classici termosifoni. Ci sono quindi sia utenze a bassa temperatura che ad alta temperatura e questo fa si che (in virtù dei differenti salti termici) La portata sui circuiti secondari sia dalle 3 alle 4 volte maggiore di quella che si ha sul circuito primario.

La particolarità dell'impianto è ovviamente che essendo la caldaia a condensazione, si vogliono ottimizzare i rendimenti in condensazione, il che significa temperatura di ritorno più bassa possibile. Poi c'è un problema legato al fatto che, trattandosi di vecchio impianto, è necessario mettere uno scambiatore a piastre che sarà ovviamente dimensionato per la portata del primario, il che comporta che la regolazione sul circuito secondario non dovrà mai, nè all'avviamento dell'impianto ma nemmeno in caso di errore, creare una situazione in cui tutta la portata massima richiesta ai pavimenti radianti passi attraverso lo scambiatore, in quanto questo creerebbe gravi scompensi al circuito dei radiatori.

Ho elaborato quindi 2 schemi. Lo schema 1 è quello classico, proposto dalle case costruttrici di caldaie, con la valvola miscelatrice a 3 vie. L'unica accortezza aggiuntiva è di mettere una valvola di taratura opportunamente dimensionata e tarata in modo tale da bypassare circa il 50% della portata. Ciò consente di mettere una valvola a 3 vie più piccola e soprattutto che lavora quasi su tutto il suo campo di regolazione. Inoltre anche in caso di apertura 100% la portata passante (pari al 50% del totale) non sarebbe tale da squilibrare i circuiti.

Nello schema 2 si è invece predisposta una pompa di rilancio subito a valle dello scambiatore del tipo a portata variabile che regolerebbe a pressione proporzionale. In questo caso è l'apertura-chiusura di una valvola a 2 vie sul circuito a bassa temperatura a determinare la portata della pompa. Il circuito radiatori può essere servito direttamente da questa pompa, nel caso specifico, in quanto le portate del circuito radiatori sono esigue, ho preferito disaccoppiarlo con un autoflow tarato sulla portata massima del circuito radiatori. Il vantaggio di questo schema è di non richiedere tarature particolari, di poter mettere circolatori con una prevalenza nettamente inferiore sui circuiti secondari, che non c'è possibilità che i circuiti a maggior portata scompensino gli altri.

Tutto ciò premesso, volevo avere dei pareri sui due schemi, su quale giudicate il migliore sia per la regolazione e sia per l'ottimizzazione dei rendimenti con una caldaia a condensazione
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