legionella, ricircolo acs e pompe di calore

Normativa Termotecnica, Impianti di riscaldamento, Legge 10/91, DLgs 192/05, ecc.

Moderatore: Edilclima

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marcello60
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legionella, ricircolo acs e pompe di calore

Messaggio da marcello60 »

Impianto centralizzato per riscaldamento, raffrescamento e produzione acs con pompa di calore.
Se la pdc non riscalda il fluido termovettore oltre certe temperature (esempio 50°C), la produzione di acs avviene inevitabilmente a temperature inferiori.

Per evitare di stoccare acs a 45°C (praticamente un brodo di legionella), si può stoccare acqua tecnica e produrre acs in modo istantaneo con scambiatore a piastre. Con questo credo di aver eliminato il problema dello stoccaggio acs che diversamente dovrei fare a 60°C rispettando le linee guida.

Il problema è la distribuzione di acs che deve essere completa di ricircolo date le lunghezze delle tubazioni. Le linee guida prescrivono almeno 50°C alla base di ciascuna colonna di ricircolo... cosa che non riuscirei mai ad ottenere.
Come risolvere?

Le linee guida dicono che "qualora le temperature di sicurezza non possano essere rispettate a causa di problemi tecnici, occorre predisporre un sistema di disinfezione alternativo, al fine di compensare tale mancanza ed ovviare all'impossibilità di controllare il rischio proliferazione batterica con il ricorso a temperature al di fuori dell'intervallo di sviluppo delle Legionelle (20-50°C)."

Posso quindi usare un condizionamento chimico con disinfezione continua? E' ritenuto adeguato dalle linee guida?
Ma allora a questo punto potrei anche fare lo stoccaggio acs a bassa temperatura?
Ronin
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Re: legionella, ricircolo acs e pompe di calore

Messaggio da Ronin »

sì, puoi (devi) prevedere un condizionamento chimico.
l'accumulo di acs è comunque da evitare perchè è intuitivo che i punti critici sono gli erogatori (dove l'acqua e quindi il batterio entra in contatto con il paziente), mentre l'accumulo "trattiene" dentro di sè (e fa decadere per effetto della temperatura) buona parte del prodotto chimico a causa del suo volume, e questo rende il trattamento più difficile da gestire, più costoso (ci va più prodotto chimico) e più a rischio di provocare guasti nell'impianto per corrosione/aggressione chimica.
quindi è comunque opportuno utilizzare accumuli lato tecnico.
c'è fior di thread in giro sul forum se fai ricerca con la chiave legionella :wink:
marcello60
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Re: legionella, ricircolo acs e pompe di calore

Messaggio da marcello60 »

Ok grazie Ronin,
quindi la soluzione più idonea in presenza di pdc è l'accumulo con acqua tecnica, produzione acs istantanea e comunque condizionamento chimico con disinfezione.
Ronin
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Re: legionella, ricircolo acs e pompe di calore

Messaggio da Ronin »

in linea di massima la soluzione per il trattamento legionella andrebbe sempre condivisa con il committente, se il committente è un'entità giuridica sensibile al tema. se invece siamo nel residenziale, il condizionamento chimico lo lascerei solo predisposto (prevedendo cioè stacchi e punti di prelievo/immissione sulle reti).
marcello60
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Re: legionella, ricircolo acs e pompe di calore

Messaggio da marcello60 »

Siamo del secondo caso; ovviamente se chiedo all'impresa mia cliente, mi rispondono di fare il minimo indispensabile.
Quello che mi preme è un'altra cosa.
L'edificio diventerà un condominio (quindi soggetto alle linee guida); voglio tutelarmi da qualunque problema dovesse insorgere in futuro con la legionella.
Per questo voglio fare, come progettista, tutto il necessario affinché l'impianto risulti rispondente a quanto richiesto dalla norma vigente sul tema.

Il condizionamento chimico (polifosfati) lo devo fare comunque in quanto è prescritto per altri motivi dalla norma vigente (DGR 1715 in E.R.); il dubbio a questo punto è se aggiungere o meno il dosaggio per il disinfettante. Se non lo metto, rimane scoperta tutta la rete di distribuzione e ricircolo a causa della temperatura insufficiente. Se lo metto, proteggo anche gli erogatori, soffioni docce ecc.

Spero con questo di avere ottemperato ai requisiti delle linee guida anche in assenza delle temperature richieste, avendo adottato, come dicono le linee guida, "un sistema di disinfezione alternativo".
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