distacco sì / distacco no.....

[Stefano LL]

stabile con impito (ovviuamente centralizzato), condominio misto attività comerciali e residenziali.
il palazzo è storico e piuttosto particolare, se si dovesse fare analisi pre e post distacco meglio lasciar stare.
condominio a radiatori con contabilizzatori sui copri scaldanti.
l'edificio su cui lavoro è un'attività commerciale che vorrebbe smontare i radiatori e installare dei fan coil alimentati da pompa di calore; la proprietà non ha problemi a continuare a pagare le spese fisse.
il mio dubbio è se sia possibile smontare i radiatori e lasciare gli attacchi predisposti per un futuro riallaccio e quale sia la procedura corretta, es. pratica pre-post intervento con simulazione vari generatori, semplice comunicazione al condominio (in quanto le spese fisse sono comunque garantite), comunicazione al terzo responsabile per la dismissione dei contabilizzatori, ecc...
Esperienze?
grazie mille

[NoNickName]

Colui che intende distaccarsi, prima di porre in essere il distacco, dovrà provvedere a dare comunicazione agli altri condomini, per il tramite dell’amministratore ex art.1122 c.c. trattandosi di intervento che sicuramente va ad interessare i beni comuni, corredando l’informativa con la documentazione tecnica redatta da un tecnico abilitato, comprovante o meno l’esistenza dei presupposti che rendono possibile la rinuncia all’impianto di riscaldamento centralizzato.

L’oggetto dell’informativa giustifica per l’amministratore anche la convocazione “senza indugio” di una assemblea straordinaria, corretto esercizio di una facoltà prevista all’art. 66 delle disp. att. c.c..

In quella sede, valutata la documentazione tecnica prodotta, l’assemblea potrà decidere nel merito ed autorizzare o meno il distacco, disporre per una ulteriore perizia come condominio, negare l’autorizzazione al distacco per assenza dei presupposti, condizionare il distacco all’accollo degli “aggravi” da parte del condomino che intende distaccarsi.

Tratto da: http://www.altalex.com/documents/news/2 ... l-distacco

E' evidente che con l'aumento del costo del consumo involontario per gli altri condomini, a causa del peggioramento del rendimento di generazione e distribuzione, è impossibile non ci siano aggravi.
Quindi condizione necessaria, ma non sufficiente, per il condomino che intende distaccarsi è non solo di farsi carico dei consumi involontari suoi (la dicitura "spese fisse" a cui fai riferimento non significa nulla in vista della UNI10200 e dei dlgs 102 e 141), ma anche della somma degli aumenti dei costi involontari di tutti gli altri condomini.
Tutto il resto (contabilizzatori, terzo responsabile, suggellamento degli attacchi, ecc...) è da vedere in seguito.

EDIT: resta inteso che anche qualora il condomino dimostrasse che non ci sono notevoli squilibri di funzionamento o aggravi di spesa, e quindi fosse in diritto di distaccarsi, non può sottrarsi all'obbligo di partecipare alle spese per la manutenzione straordinaria dell'impianto e per la sua conservazione e messa a norma.

EDIT2: l'aggettivo notevoli si riferisce a squilibri, non a aggravi. Mentre gli aggravi sono compensabili economicamente, gli squilibri no. Quindi in caso di notevole squilibrio dell'impianto, l'inquilino non può distaccarsi.

[Stefano LL]

Hai ragione mi sono espresso male: con "spese fisse" intendevo il consumo involontario, oltre ad eventuali manutenzioni straordinarie, messa a norma, ecc..
Grazie, molto utile

[girondone]

https://www.casaeclima.com/ar_40674__ca ... ibile.html